lunedì 7 gennaio 2013

RIPARTE IL CAMPIONATO DI CALCIO ALL' INSEGNA DELLA MEDIOCRITA'




 Dopo le deludenti partite del Sabato, con la Lazio che, in svantaggio col Cagliari, in una partita sonnolenta, alla fine prende i tre punti grazie ai favori della dea bendata [si fa per dire…], dopo le deludenti prestazioni del primo pomeriggio della Domenica di Inter, Fiorentina e Juventus e la solita vittoria striminzita – favorita come sempre dagli dei del del calcio – del Milan sull’ultima in classifica, mi aspettavo di vedere finalmente una bella partita, in serata, con Napoli-Roma, fidando soprattutto nel gioco spumeggiante dei giallorossi di Zeman. E invece un mediocre Napoli con un grande Cavani ha battuto una Roma capace solo di uno sterile possesso palla.

 Purtroppo il week end calcistico ha portato  solo conferme, con le cosiddette grandi che al rientro dalle vacanze stentano sempre, con la Juve che continua a praticare il suo “calcio totale”, tagliando dal gioco la punta centrale e ogni autentico attaccante, [lo ribadisco per l’ennesima volta: vedi il post del 26 Novembre u.s. e i precedenti], anche in presenza di una non eccellente forma fisica  dei suoi interpreti. Insomma, quando la squadra di Conte corre meno dei suoi avversari, quando utilizza tutti insieme giocatori che tanto piacciono all’allenatore, come De Ceglie, Padoin, Peluso e Giaccherini, quando il suo portiere Gigi Buffon [sempre più avviato a divenire un “monumento a se stesso”, secondo un’ efficace battuta di Franco Melli] non trattiene una palla, “buca” clamorosamente, cerca nella polvere palloni che andrebbero intercettati nella posizione eretta, prende goal sul proprio palo, ci sta anche che possa perdere, come ha fatto ieri, con la Sampdoria [finalmente in mano ad un allenatore vero come Delio Rossi], nel proprio stadio, undici contro dieci e con il vantaggio di un goal segnato su rigore. È illusorio, perdurando questa filosofia di gioco, pensare di risolvere i problemi in attacco con l’arrivo di Llorente [ammesso e non concesso che arrivi subito], che non vale più di Matri e che da tempo non gioca più con la sua squadra [Athletic Bilbao]. Del resto, i dirigenti juventini sono sempre più convinti che i bianconeri non abbiano problemi in attacco, condividendo con la Roma il maggior numero di goal segnati nel campionato. Porre così la questione, significa ignorarla, anche se, per vincere questo campionato così scarso, forse basterà alla Juve ritrovare i suoi corridori e affidarsi ai Giovinco e ai Vucnic [sempre più individualista e impreciso, il primo,  a corrente alternata e con rari goal, il secondo], affiancati dai centrocampisti titolari.

  E l’ennesima conferma viene anche dalla Roma che passa indifferentemente [secondo la più pura tradizione zemaniana, sostengono gli addetti ai lavori] da partite entusiasmanti dove segna quattro goal, a partite deludenti, come quella di ieri sera, dove ne prende altrettanti. È tutto merito e/o colpa di Zeman? Forse il tecnico boemo ci ha messo qualcosa di suo, per esempio permettendo a Cavani di giocare come sul prato di casa sua, preferendo Destro a Osvaldo, con Bradley fuori posizione rispetto a quella di centrale di centrocampo, l’unico ruolo in cui sin qui ha mostrato di essere efficace. Dato a Zeman quel che è di Zeman, bisogna però dire che la Roma è la squadra che più di ogni altra è stata danneggiata dagli dei del pallone. C’è anche altro: alcuni allenatori e più di un giornalista continuano a sostenere che l’organico di questa squadra è tra i più forti del campionato, pari addirittura a quello della Juventus, sosteneva ieri sera Walter Mazzarri in una intervista di fine partita. Perché lo si dica, non mi è chiaro: mediocre il portiere Goigoechea, efficace solo con i piedi e fuori dell’area di rigore, troppo poco. Tra i difensori bene solo il giovane Marquinhos [che ieri sera, squalificato, non era in campo] e in parte Balzaretti ma soprattutto per la fase offensiva. Inguardabile Piris, mediocre Castan, a corrente alternata il vecchio Burdisso. Passiamo al centrocampo: poco tecnico Bradley che supplisce con la volontà, ma solo quando gioca centrale, appena sufficiente Pjanic, anche se dotato di buona tecnica, ingiudicabile De Rossi, sempre più l’ombra del giocatore di anni fa, inadeguato nel ruolo di centrale di centrocampo, incapace ormai di lanci che arrivino alle  punte invece di andar fuori,  più adatto forse davanti alla difesa, sempre che non si fermi e si rigiri su se stesso, alla Pizarro, suo ex compagno di squadra. Incostante ma volitivo Florenzi: poco più di una promessa. Inguardabile Taxidis, proprio come Piris. Davanti, bene Lamela, ma solo quando la squadra gira al massimo e che comunque è dotato di grande tecnica.  Deludente Destro, esaltato come astro nascente, ma poco concludente e sempre piuttosto impacciato. Ottimi infine Osvaldo e  un “eroico” Totti  che, oltre a segnare, lancia le punte come dovrebbe fare e non fa De Rossi. Con queste potenzialità, nessun allenatore farebbe meglio di Zeman che, se non altro, nella generale mediocrità del nostro campionato, ci regala a volte pagine di grande calcio.

sergio magaldi

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