sabato 23 agosto 2014

QUANDO L'AMORE E' PER SEMPRE...





J.Patterson con E. Raymond, Il nostro amore è per sempre, trad.it. O.Crosio, Corbaccio, 2014, pp.265






 Quando due innamorati si dicono che il loro amore è per sempre, si può essere quasi certi che finirà prestissimo. Perché? La dichiarazione, benché ispirata dal sentimento è di natura cerebrale, basandosi sulla logica che ciò che è vero oggi lo sarà anche in futuro. Ma l’amore ha poco a che fare con la ragione e più di ogni altra sensazione rifiuta l’ipoteca del tempo, figuriamoci quella con l’eternità. E quanto più in alto è stato posto, tanto più facilmente cade dal suo piedistallo. Per questo motivo tutte le civiltà attribuiscono solo agli amori tragici o impossibili l’etichetta di “amore per sempre”, insomma Giulietta e Romeo devono morire entrambi e quasi nello stesso istante perché il loro amore possa essere celebrato con i fasti dell’assoluto, anche se per questo scopo ci vuole Shakespeare e non un cantore qualsiasi.

 “Pensavamo di fuggire dal mondo. /Speravamo di sottrarci alla morsa del tempo. /E per un po’ ci siamo riusciti.”

 Così scrive sulla copertina del suo nuovo romanzo, James Patterson, l’autore più venduto al mondo [16 milioni di copie all’anno], per raccontarci una storia che più banale e scontata non potrebbe essere, fatta su misura per colpire il desiderio degli adolescenti e non solo, e l’entità delle vendite, anche in Italia [3 milioni e mezzo di copie vendute in pochi mesi], la dice lunga sul gusto del pubblico. Però, a onore del vero, occorre dire che l’etichetta di “amore per sempre” è un’invenzione del curatore italiano, infatti il titolo originale del libro è semplicemente First Love “Primo Amore” e di amore per sempre non si parla mai, come peraltro già suggerisce l’iscrizione di copertina di cui sopra. Al massimo, nel romanzo, si trovano citati i versi di una canzone di Bob Dylan:

“Il futuro per me è già una cosa del passato. Tu sei stata il mio primo amore e sarai l’ultimo”. [p.237].

 Una trama studiata a tavolino per un’operazione commerciale perfettamente riuscita. Un amore delicato e così poco carnale, in una letteratura orientata sempre più dal sesso e dalle trame a giallo, un libro che le mamme regaleranno volentieri alle loro figlie adolescenti, con la sola avvertenza di non fuggire di casa, su moto e auto rubate, come il diciassettenne Robinson e la sedicenne Axi.

 Un canto d’amor puro per una generazione alla ricerca di nuovi valori in una società che ne riconosce al massimo tre [sesso, potere e denaro]. Una guida turistica per visitare le bellezze turistiche degli Stati Uniti d’America, come propone Axi al suo quasi coetaneo dal nome che sembra il cognome di un pugile o di un esploratore [Robinson] e di cui è segretamente innamorata:

 “Per cominciare andremo a vedere le sequoie, perché sono assolutamente mistiche. Poi toccheremo San Francisco e Los Angeles, piegheremo a est verso le grandi dune sabbiose del Colorado e da lì raggiungeremo Detroit, la capitale dell’industria automobilistica, Robinson, roba per te. Quindi, visto che sei un maniaco della velocità, non ci faremo mancare il Millennium Force a Cedar Point, sai, le montagne russe. Pare che si sfiorino i centottanta all’ora! Poi andremo a Coney Island. Vedremo il Tempio di Dendur al Metropolitan Museum of Art. Faremo tutto quello che ci pare!” [p.15].

 Non mancano passi scritti con garbo e mestiere: la gelosia di Axi [“Seguii il profumo del caffè fino in cucina. ‘Buongiorno…’ cominciai.
  Ma mi zittii subito, perché Chrissy, a piedi nudi e in una camicia da notte di seta rossa, aveva schiacciato Robinson contro il mobile e lo stava baciando.” [p.104], l’avventura e l’amore sino al sacrificio [“ ‘Scendi, Bonnie!Mi serve aiuto!’ gridò Robinson.
 Obbedii senza pensare. E fu allora che vidi l’amore della mia vita – ladro di automobili, intruso nelle altrui proprietà private e baciatore di spogliarelliste – puntare una pistola in faccia al poliziotto” [p.115], le riflessioni psicologiche con l’implicito invito a non servirsi dei servizi di massa per gustare le bellezze d’America [“C’è un vecchio detto secondo il quale in galera dorme solo chi è colpevole. Chi è innocente rimane sveglio tutta la notte a menarsela, mentre il colpevole ronfa come un bambino, pensando che in fondo è semplicemente dove deve essere e quindi tanto vale farci sopra un bel sonno.
 Robinson e io ovviamente non eravamo in prigione ma su un Greyhound. Era scomodo, però, e puzzolente e con poco spazio a disposizione, come immaginavo che dovesse essere una cella. Non eravamo partiti nemmeno da cinque minuti quando Robinson si sdraiò con la testa sulle mie ginocchia e si addormentò.
 Colpevoli, pensai. Siamo tutti e due così colpevoli.” [p.123]
 






 Che accade poi a interrompere “l’amore per sempre” tra i due giovani innamorati? Lei pianta in asso lui senza una parola? Lui se ne va con un’altra? Troppo scontato! Solo quando Eros, il vero Eros, incontra Thanatos, l’amore diventa per sempre!

 Ciò che piace di più del romanzo sono i versi di Walt Whitman dell’ultima pagina:

 “Se non ci sono in un posto, cerca in un altro.
 Perché io son fermo da qualche parte ad aspettare te”




sergio magaldi

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