lunedì 12 gennaio 2015

IL NUOVO INIZIO




 Da pochi giorni è iniziato il nuovo anno del calendario giuliano, prima, e di quello gregoriano, poi. Per tutti coloro che seguono altri calendari [ebraico, islamico, cinese, persiano e indiano], il nuovo inizio è diversamente collocato nel corso delle stagioni, senza che tuttavia ne risulti sensibilmente modificato il significato [se non forse dal punto di vista religioso], da quello che la tradizione popolare attribuisce a ogni nuovo inizio, collegandolo inevitabilmente al tempo e ad un nuovo ciclo di nascita, crescita, sviluppo, morte e rinascita della vegetazione.

 In Occidente, e non solo, i festeggiamenti per il Capodanno hanno radici antichissime, costituendo un vero e proprio rito di passaggio: una fase si chiude e se ne apre un’altra per accedere ad un nuovo ciclo che si pretende migliore del precedente e che per questo lo si accoglie con festa e gran frastuono: i ben noti “botti” provocati dai fuochi artificiali, l’abitudine di gettar via vecchi oggetti, divenuti per lo più inservibili o comunque giudicati “conniventi” con l’anno appena conclusosi, lo scambio di auguri e le abitudini alimentari di auspicio alle fortune personali, di denaro e buona sorte, l’uso di indossare articoli di intimo rosso a favorire l’amore come mezzo di fecondità.

 Insomma, il nuovo inizio è accolto ovunque con duplice valenza, da una parte si vuole esorcizzare il ciclo appena concluso, con il suo retaggio di male, di dolore e di confusione, dall’altra si cerca di incoraggiare il bene, pure presente nello stesso periodo, a venire alla luce e a vincere sull’oscurità, creando un nuovo ordine cosmico in grado di cancellare definitivamente ogni traccia negativa. Illusione che l’intelligenza comprende - perché la dimensione in cui viviamo è di per sé intessuta di ordine e disordine, di bene e di male - ma che la volontà rifiuta giustamente di riconoscere per non dare alibi alla nostra accidia e alla presenza rassegnata e complice del male e del caos nell’universo fisico e morale. Qualsiasi ordine nuovo, anche in apparenza il più perfetto, non sarà mai in grado di respingere il male e il sempre  risorgente disordine. Lo sapevano bene gli antichi egizi che, nel loro Pantheon, ponevano la dea Maat, a ristabilire l’ordine cosmico perennemente in procinto di precipitare nel caos.
 






  Secondo quanto riferito nel recente volume Massoni.Società a responsabilità illimitata, di G.Magaldi e L.Maragnani, chiarelettere, Novembre 2014, Maat sarebbe il nome dato a una Ur-Lodge massonica, nata nel “tentativo ecumenico di contaminazione tra istanze massoniche neoaristocratiche e democratiche”. Fondata nel 2004 da Zbigniew Brzezinski e Ted Kennedy, la super loggia Maat vedrebbe tra i suoi affiliati il presidente degli USA, Barack Obama [op.cit. pp. 44,47-48, 381,454-456,543,548,578 e 581].  




 Come si vede nel grafico che segue, alla dea Maat si attribuiscono 42 ideali, ritenuti fondamentali per combattere il male morale e ristabilire l’ordine pubblico violato.






  Gli antichi romani celebravano il nuovo inizio, onorando Giano bifronte, leggendario re del Lazio di una remota età dell’oro, asceso al divino e raffigurato con un volto duplice che guarda contemporaneamente avanti e dietro di sé: una porta [ianua in latino] chiusa, per una porta che si apre a rappresentare un nuovo inizio. La festa di Ianus, dio del passaggio e dell’iniziazione collettiva, si celebrava il primo giorno di Gennaio, insieme alla festa di Iovis o Giove Capitolino del Campidoglio, ma secondo la testimonianza di Ovidio e altri autori latini, aveva il suo coronamento nelle Agonalia Iani del 9 Gennaio, con ludi sportivi e il sacrificio di un montone, compiuto dal rex sacrorum [un sacerdote-magistrato nominato dal pontifex maximus] sul colle del Quirinale.

 Non è un caso dunque che Giano bifronte sia presente nel simbolismo di diverse tradizioni a rappresentare, non già l’inizio di un nuovo anno, ma la possibilità stessa di una nuova iniziazione, di un percorso nuovo da compiere individualmente e collegialmente insieme ad altri iniziati, di un passaggio da una condizione di vita ordinaria o profana, ad una esistenza in cui si sceglie di procedere in modo alternativo e diverso, per rettificare se stessi, alla luce di una nuova consapevolezza o, se si vuole, di una illuminazione che ci aiuti a comprendere e superare il dualismo della dimensione cosmica.

 Così, per esempio, nell’iniziazione massonica, ritroviamo il motivo del frastuono che accompagna i viaggi simbolici dell’iniziando all’interno del tempio, rumore che andrà via via affievolendosi sino a scomparire del tutto nel momento culminante dell’esplosione della luce. Qualcosa che ricorda molto da vicino la dinamica dei fuochi di artificio per salutare il passaggio dall’anno vecchio a quello nuovo. E non basta: non c’è solo Giano, dio bifronte e signore del passaggio. Nell’iniziazione della massoneria ritroviamo anche il mito che accompagna l’eroe tragico dell’antica Grecia, riscopriamo cioè le radici della nostra civiltà.

 Zoppia e cecità, com’è noto, sono i tratti caratteristici che marchiano l’eroe greco e non solo. Il marchio [cfr. M. Bettini-G. Guidorizzi, Il mito di Edipo, Einaudi, Torino, 2004] “ […] è una menomazione del corpo ma anche un surplus di energia che avvia l’uomo che porta su di sé  un segno indelebile verso una sorte speciale. Questo elemento (in sostanza un tipo di compensazione simbolica)funziona come principio generale della mentalità mitica e lo vediamo infatti comparire in rapporto a una serie di personaggi mitici anche al di là dell’ambito culturale greco: Thor era monco, Varuna storpio, Odino guercio, Volund zoppo. Nella Bibbia si legge che il patriarca Giacobbe incontrò una notte un personaggio divino con cui lottò per tutta la notte; al mattino, la misteriosa entità gli toccò una coscia e la paralizzò, e nello stesso tempo gli impose un nuovo nome, un nome sacro che gli disvelava una nuova identità:Israele[cit.ed.Mondolibri,p.111][…]
 L’intelligenza dello zoppo è peraltro di tipo particolare: impossibilitato com’è a competere fisicamente con coloro che sono sani, egli sviluppa una forma di intelligenza intuitiva, fatta di vigile attesa, capacità di cogliere l’istante(kairós) […] Chi è zoppo possiede qualcosa che ad altri è negato, in particolare la capacità intellettuale di cogliere nessi che gli altri, che pure camminano spediti, non riescono a vedere: forse perché camminano troppo spediti passano oltre e non sanno fermarsi, mentre invece lo zoppo percorre la via passo dopo passo e sa vedere le cose in modo diverso. Ecco perché Edipo, lo zoppo, sa risolvere l’oracolo che a sua volta presenta una forma oscura, quasi zoppicante di linguaggio [cit.p.117][…] La cecità,però, come la zoppia, si presta ad assumere uno statuto ambiguo: se da un lato è una forma di castigo e di mutilazione,dall’altro talvolta comporta un incremento di poteri, persino una forma superiore di sapienza acquisita attraverso la perdita di una vista umana per ottenere la vista più acuta […] La cecità serve in questi casi a segnalare il passaggio da un tipo di vista, per così dire normale,a un altro speciale [cit.,pp.125-127].

 La  zoppia è il marchio simbolico che caratterizza il passo del massone quando fa il suo ingresso nel tempio, a rappresentare un procedere diverso da quello che ha tenuto in precedenza; la cecità è la benda che copre gli occhi dell’iniziando sino al momento in cui potrà vedere la luce che illumina lo spazio nuovo in cui deve muoversi e operare insieme agli altri che, come lui, hanno chiesto e ottenuto di essere iniziati.                 

 Cosa ci riserba questo nuovo inizio dell’anno 2015 del calendario gregoriano? L’astrologo dei media e dei rotocalchi vi dirà che questo sarà un anno fortunato per i nati sotto il segno del Leone e che dal mese di Agosto lo sarà anche per quelli nati sotto il segno della Vergine. La sua interpretazione, forse in onore della festa di Giove Capitolino che insieme a quella di Giano si celebrava il primo giorno di Gennaio, si basa sulla considerazione che Giove, presente quest’anno nei segni del Leone e della Vergine, è il più benefico tra gli dei planetari, senza tener conto della posizione che non solo Giove, ma anche tutti gli altri corpi celesti assumono nel tema di nascita e in quello di rivoluzione (annuale) di ciascun individuo. Una mistificazione, dunque, la solita di ogni anno, che serve a tener viva la tradizione dei superstiziosi dell’astrologia così come quella dei suoi detrattori. Niente di più che un’operazione commerciale, comune a tante altre, destinata ai profani della materia che sono la maggior parte.

 Per la verità, i presagi per l’anno appena cominciato non sembrano dei più fausti. Proprio nel giorno in cui gli antichi romani celebravano le Agonalia Iani  in onore di Giano bifronte [9 Gennaio], si è conclusa la tragica vicenda dell’assalto alla redazione di Charlie Hebdo e al Supermercato kosher di Parigi, con i suoi tanti morti, quasi a significare che i giorni che ci attendono non saranno dei più lieti.

 E, per parlare dell’Italia, sul colle del Quirinale sta per terminare il sacrificio del Presidente Napolitano, chiamato meno di due anni fa a ricoprire ancora la massima carica istituzionale contro la propria volontà [cfr. i post  IL BILANCIO DEL PRESIDENTE e IL CITTADINO MEDIO, cliccando sui titoli per leggere] e già si prepara il nuovo toto-quirinale che non promette, almeno per il momento, scenari esaltanti.

 Sembra che nel Paese ci sia voglia di Prodi, almeno a giudicare da certi segnali e da diversi sondaggi. Bersani sostiene che bisognerebbe ripartire dal suo nome, e con lui sembra d’accordo la sinistra del PD [forse non proprio tutta…]. L’oltre-PD, ben rappresentato da Il fatto quotidiano propone i nomi più votati  dai lettori: Rodotà, Imposimato, Zagrebelsky, Prodi, Bonino ecc… e poiché i primi tre non hanno quasi possibilità di essere eletti e la candidatura della Bonino appare come la solita designazione di rispetto per il personaggio e per la donna, resta il nome di Prodi. Si dice che a certe condizioni anche Berlusconi sarebbe disposto a votarlo. Bene, resta la speranza che Renzi e qualche altro illuminato tra i padri del PD, eccezionalmente alleati nell’occasione, nonché i parlamentari pentastellati, non si lascino convincere. Non ho nulla contro Romano Prodi ed in effetti bisogna riconoscere che egli ha tutti i requisiti per l’elezione: cattolico [l’alternanza laici-cattolici ha avuto sempre la sua importanza in Italia], fondatore dell’Ulivo e del PD, noto in tutto il mondo per i suoi tanti prestigiosi incarichi ben remunerati, egli si presenta come “un cavallo di razza” della politica italiana, così come l’altro ben noto “cavallo di razza” che si dice piacerebbe al presidente uscente. Mi riferisco a Giuliano Amato che però non può propriamente essere annoverato tra i cattolici.

 Di Prodi e di Amato e dei motivi che dovrebbero sconsigliarne l’elezione alla presidenza della Repubblica non ho da dire molto di più di quello che scrissi in due post della primavera del 2013, allorché si stava per eleggere il nuovo capo dello stato e si arrivò poi alla rielezione di Giorgio Napolitano. La domanda che mi ponevo allora e che a maggior ragione mi pongo oggi è: Prodi e Amato sono “cavalli di razza” o sono stati i “cavalli di Troia” di Eurogermania? Scrivevo, tra l’altro, nei post dei giorni 11 e 19 Aprile:

 “[…] chi non ricorda il già ineffabile capo dell’Ulivo, ancora il 20 Maggio del 2010 in una lettera al Messaggero, sostenere che “L’ingresso dell’Italia nell’euro rimane come uno dei punti più  alti della nostra recente storia nazionale”? Un euro nel quale siamo entrati non attraverso un referendum tra i cittadini, vietato dalla “costituzione più bella del mondo”, e per di più pagando una tassa! Chi ha dimenticato il pessimo cambio euro-lira imposto all’Italia e servilmente accettato? Chi non ricorda il dimezzamento automatico del reddito dei lavoratori dipendenti e dei pensionati in virtù della conversione della lira in euro? Chi dimentica le dichiarazioni successive di Vincenzo Visco – a quei tempi ministro delle Finanze del governo Prodi – a Il Fatto Quotidiano, allorché rivelò che l’ingresso dell’Italia nell’euro fu voluto fortemente da Eurogermania, per evitare che la debolezza della lira favorisse il commercio dell’Italia a scapito della Francia e soprattutto della Germania, costrette a commerciare in un mondo globalizzato con una moneta più forte e dunque meno competitiva? Chi infine ha dimenticato le recenti dichiarazioni dello stesso Prodi [come Tremonti, un altro folgorato sulla strada di Damasco] circa gli enormi vantaggi che la Germania ha tratto dall’introduzione della moneta unica?

[…] Il vero scontro per il Quirinale è sempre stato quello tra Amato e Prodi, i genitori dell’euro e della sottomissione a Eurogermania, nella quale siamo entrati senza referendum tra gli italiani, ottenendo un pessimo cambio lira-euro, facendo pagare una tassa ai cittadini-sudditi e prima ancora  con un prelievo forzoso dai loro conto correnti. Un sacrificio per fare un favore a Francia e Germania, perché senza l’ingresso dell’Italia nell’euro, la moneta unica forse non sarebbe mai nata: una lira debole sarebbe stata troppo competitiva sul mercato globale, specialmente per la Germania. E lo stesso Prodi ha di recente riconosciuto gli enormi vantaggi che i tedeschi hanno ottenuto dall’introduzione dell’euro. Non ha invece ammesso quello che è sotto gli occhi di tutti: il declino italiano, oltre ad essere causato dalla corruzione, dall’evasione fiscale generalizzata, dagli sprechi e dalle ruberie della classe politica e dirigenziale, è prima di tutto una crisi determinata dalla mancanza di competitività sul mercato globale e dal circolo vizioso che si è venuto a creare: misure all’insegna del rigore per restare nell’euro, aumento delle tasse, come in nessun paese di Eurogermania, restrittività del credito per le imprese, fallimento della piccola e media industria, decrescita del PIL, recessione causata dal crollo dei consumi e dell’occupazione.


 sergio magaldi

1 commento:

  1. non solo questo aumento della povertà invasione di massa fatta pasare per integrazione suicidi aumentati per la crisi l'italiano bistrattato dallo stato e prevedo il peggio

    RispondiElimina