lunedì 27 luglio 2015

INTEGRALISMO CATTOLICO E MASSONERIA

Annalisa Colzi, COME SATANA CORROMPE LA SOCIETA', Città Ideale, Prato, nuova ediz.aggiornata, 2011,pp.300


 Mi è capitato tra le mani un libretto che, nel suo piccolo, è una sorta di manifesto dell’integralismo cattolico. L’avrei subito cestinato, se non fosse che, sfogliandolo, vi ho trovato ampi riferimenti alla Massoneria. Ho cominciato a leggerlo dall’inizio. Trecento pagine di formato ridotto, per dire che?

 L’assunto principale, come si comprende dal titolo, è la personificazione del male nella figura di Lucifero, l’angelo ribelle e decaduto, invidioso dell’uomo, che l’autrice finisce con l’identificare con Satana. E sin qui nulla di particolare, perché la tesi è parte integrante della dottrina e dell’insegnamento cattolici. Dalla sua, la Colzi cerca l’appoggio delle Sacre Scritture, evocando Isaia [14, 12-15], ma tralasciando di dire che il profeta parla della caduta del re di Babilonia e non dell’angelo ribelle. Tant’è che nei versetti da lei riportati ci sono diverse omissioni, tra cui omessa significativamente è l’interrogazione che conclude il versetto 12:

   Come mai sei caduto dal cielo, Lucifero, figlio dell’aurora? [Come mai sei stato steso a terra, signore di popoli?frase omessa con chiaro riferimento al re di Babilonia] Eppure tu pensavi: Salirò in cielo, sulle stelle di Dio innalzerò il trono. Salirò sulle regioni superiori delle nubi, mi farò uguale all’Altissimo. Invece sei stato precipitato negli inferi, nella profondità dell’abisso” [Is 14,12-15].[p.12].

  Non nego certo l’esistenza del male, perché male e bene si corrispondono nell’economia dell’universo: un mondo – il mondo almeno così come lo conosciamo – nel quale tutto fosse bene sarebbe altrettanto invivibile di un mondo dove tutto fosse male. E non mi riferisco solo alle scelte e alla libertà degli esseri umani. La vita, considerata un bene, contiene in se stessa il male metafisico, rappresentato dalla morte. Poco importa, dunque, sotto certi riguardi, che le religioni abbiano finito per personificare il male, un’esigenza in fondo persino necessaria per le menti più semplici. Il problema sorge quando si vede il male quasi ovunque e per di più lo si ritiene un complotto gestito per conto terzi.

 E questo purtroppo è il caso del libro della Colzi. Nulla viene tralasciato e tutta la contemporaneità è vista come ricettacolo del Maligno. Si comincia con la televisione, per continuare con internet e la musica rock. La celebre canzone dei Beatles, Lucy in the sky with diamonds, altro non sarebbe che un invito a consumare droga [Per ascoltarla, clicca sul titolo del post: Lucy ovvero: “Da dove veniamo? Chi siamo?Dove andiamo?]. La denuncia della Colzi comprende anche i cartoons [persino i Simpson e Walt Disney], i libri [con una sorta di elenco dei libri proibiti, tra i quali figurano anche Harry Potter e Inchiesta su Gesù dell’ineffabile Corrado Augias], e le stesse librerie cattoliche dove si fa commercio impunemente di opere considerate diaboliche. Il perché di queste condanne da inquisizione ce lo spiega la nostra autrice: si tratta di veicoli ideati da Satana per corrompere la società spargendo veleni come il sesso, la droga, l’alcool, l’esoterismo, l’astrologia, la magia, il satanismo e le messe nere.

 Non nego l’abilità con cui sono fornite prove e dati statistici a conforto di tali argomentazioni. E neppure che i mezzi di comunicazione e quant’altro possano contribuire a corrompere i giovani, come purtroppo talora avviene. Ma il punto non è quello di proporre crociate o di voltare la faccia dall’altra parte nel nome di un integralismo fideistico e neppure quello di consigliare la lettura delle vite dei santi, come l’autrice fa a più riprese nelle sue pagine. Il fatto è che manca una qualsiasi critica di carattere storico per spiegare la degenerazione dei valori, manca un’analisi del Potere – di cui le Chiese sono state e continuano a essere tanta parte – che aiuti a comprendere interessi e finalità di oligarchie che controllano il mondo e che traggono energia e profitti dal progressivo spegnersi delle coscienze e dalla diffusione di bisogni indotti di qualsiasi genere e natura. Manca in sostanza un benché minimo approccio culturale che serva da discrimine per distinguere e comprendere. Come in ogni fondamentalismo, si condannano le altre religioni, si ha il terrore della libertà di pensiero, e l’unica scelta possibile è quella della sottomissione a ristretti gruppi di potere che sostengono di parlare per bocca di Dio. Tutto il male è attribuito al demonio, direttamente o indirettamente, e la teocrazia è la sola forma di governo possibile.

 Le pagine più inquietanti sono comunque quelle finali, allorché la nostra autrice si dichiara in possesso di un’intuizione originale. Così come Eva per l’azione del Maligno tentò e indusse Adamo al peccato, il “principe di questo mondo” si serve della Massoneria per indurre in tentazione. Insomma, la Massoneria è “l’abile regista” dello spettacolo allestito da Satana per corrompere la società.







 Scrive in proposito l’ineffabile autrice:

 “Molte volte mi chiedo se gli avvenimenti succedutesi, nel corso degli anni, e che hanno portato alla rovina di tante anime, soprattutto giovani, fossero dovuti al caso o ad una regia vera e propria. Dopo aver a lungo pensato e letto qualche libro, mi sono fatta una opinione del tutto personale, che tale rimarrà, anche se desidero condividerla con voi che leggerete queste mie parole.
 Ho buone ragioni di credere che ai vertici del mondo mediatico, vi sia un regista abile, scaltro, pronto a tutto. Egregiamente manovrato dal principe di questo mondo, riesce ad orientare il pensiero di tante anime, anche cattoliche.
 Il suo non è un nome personale, bensì il nome di una società segreta chiamata Massoneria.” [p.270].

  A riprova degli ideali luciferini della Massoneria, l’autrice cita una nota contenuta nel libro I Papi e la massoneria [Ares, Milano, 2007, p.126, nota 196] della cosiddetta storica Angela Pellicciari. Qui si trova – scrive la Colzi – la notizia che nel 1985 sarebbe stata rinvenuta, all’interno del Palazzo Borghese di Roma, preso in affitto dal G.O.I [Grande Oriente d’Italia], una stanza chiusa a chiave, adibita a loggia e contenente un grande arazzo rosso e nero con la figura di Lucifero. La notizia, riportata dalla nostra autrice a pagina 271 dell’edizione aggiornata del suo libro contiene almeno un errore del proto[?!], come si diceva una volta. La data non è il 1985 ma il 1895, secondo quanto riferisce un sito insospettabile quale http://destatevi.org/satanismo-magia-ed-esoterismo-nella-massoneria/ :

«A conferma della presenza del Satanismo nella Massoneria, c’è anche questa notizia: Nel 1893, il palazzo Borghese, a Roma, fu dato in affitto al Grand’Oriente d’Italia. Due anni più tardi, in virtù d’una clausola inscritta nel contratto di locazione, la Frammassoneria ricevette l’intimazione di sloggiare la parte del palazzo che occupava. Il Corriere Nazionale pubblicò allora quanto segue: “L’incaricato d’affari della famiglia Borghese, essendosi presentato per visitare quegli appartamenti e porli in condizione d’essere occupati da D. Scipione Borghese e dalla duchessa de Ferrari, una sala rimaneva chiusa e non fu potuta aprire che dietro minaccia d’invocare la forza pubblica per sfondare la porta. Essa era trasformata in tempio satanico! Il giornale ne fece questa descrizione: “I muri erano coperti di damasco rosso e nero; nel fondo vi era un grande arazzo sul quale spiccava la figura di Lucifero. Lì vicino, era una specie d’altare o di rogo; qua e là dei triangoli ed altre insegne massoniche. All’intorno erano collocate delle magnifiche sedie dorate aventi ciascuna sopra la spalliera una specie di occhio trasparente e illuminato da luce elettrica. Nel mezzo di questo tempio eravi qualche cosa somigliante ad un trono” (Riportato nel libro di Enrico Delassus: Il problema dell’ora presente, Desclée e C. Tipografia-Editori, Roma, 1907, Vol. I, p. 486; citato in L’eletta del dragone http://www.chiesaviva.com/eletta.htm). »

 Non manca nel libro della Colzi il riferimento al massone Giosuè Carducci e al suo Inno a Satana. Dimenticando naturalmente di riportare il commento che il poeta fa all’amico Giuseppe Chiarini nell’inviargli il testo del componimento:

«È inutile - egli scrive - che io avverta aver compreso nel nome di Satana tutto ciò che di nobile e bello e grande hanno scomunicato gli ascetici e i preti con la formola "Vade retro Satana"; cioè la disputa dell'uomo, la resistenza all'autorità e alla forza, la materia e la forma degnamente nobilitate. È inutile che io segni al tuo giudizio le molte strofe tirate giù alla meglio per finire: nelle quali è il concetto dilavato ma non la forma. Bisogna tornarci su, su questa poesia, e con molta attenzione. Ma non ostante mi pare che pel concetto e pel movimento lirico, io possa contentarmene. Pigliala adesso com'è [...] Dopo letto ricorda che è il lavoro di una notte.»

 Satana nell’inno del Carducci è solo un simbolo per risvegliare gli uomini dal sonno della ragione, per rivendicare la libertà del pensiero di fronte all’oscurantismo di cui per secoli fu portatrice la religione cattolica, per esaltare il coraggio di Lutero nel ribellarsi a Roma, annunciando all’Occidente cristiano la religione riformata. Eccone appena qualche verso:

 A te, dell’essere /principio immenso, /materia e spirito,/ ragione e senso; [vv.1-4]
 Gittò la tonaca/ Martin Lutero:/ gitta i tuoi vincoli,/ uman pensiero, [vv.161-164]
 Salute, o Satana, /o ribellione,/o forza vindice/della ragione! [vv.193-196].

 Il complotto satanico-massonico ha origini remote ma il progetto di corrompere la società cominciò ad avere successo con la Rivoluzione Francese, con la dichiarazione dei diritti umani, con Napoleone, e per continuare, solo restando in Italia, con quelli che l’autrice del libro chiama i cosiddetti eroi del nostro Risorgimento: Cavour, Mazzini, Garibaldi, D’Azeglio, tutti massoni e dunque agenti di Satana. Sin troppo evidente il suo rimpianto del Papa-Re. La Massoneria, conclude tra l’altro la Colzi, è riuscita a infiltrare anche l’ambiente ecclesiastico.

 A nobilitare la materia trattata e le proprie risibili concezioni, l’autrice pubblica in calce al libretto un'intervista [pp. 282-298] col noto esorcista, padre Gabriele Amorth. Figura di tutto rispetto, a 18 anni entrò nei partigiani cattolici della Brigata Italia col soprannome di Alberto e si distinse per il valor militare, sino a vedersi assegnare una medaglia. Legato al gruppo politico dei La Pira, Dossetti, Fanfani e Lazzati, fu nel 1947 vice delegato nazionale del Movimento Giovanile della Democrazia Cristiana. Ordinato presbitero nel 1954, solo dal 1986 iniziò la sua attività di esorcista nella Diocesi di Roma per mandato dell’allora cardinal vicario Ugo Poletti.

 Dal suo punto di vista, le argomentazioni di padre Amorth hanno una certa consequenzialità e se non altro sono prive di rozzezza. Gli scarsi e ossessivi concetti contenuti nelle domande sono abilmente ampliati e/o lasciati cadere nelle risposte. Così, per esempio, alla domanda: “Il 1968 è stato un anno forte per la società, e lo è stato anche per il clero. Possiamo affermare che è stato l’anno in cui satana è uscito allo scoperto?”, padre Amorth risponde:

 “No, penso di no, perché l’azione del demonio è un’azione sempre lenta, furba, nascosta, continua, che non cessa mai. Quindi potrà avere dei momenti in cui ha maggior successo, esplode di più. Il 1968 è stato sicuramente uno di questi momenti, un’esplosione di idee anche lanciate dal demonio, ma non un anno in cui il demonio abbia avuto un’attività più forte che in altre epoche […]”. [p.287].

 In conclusione, un lavoro, quello della Colzi, che fa più male al Cattolicesimo di quanto non ne faccia a Satana. Fortunatamente, si può essere cattolici in modo diverso da quello proposto dall’autrice di questo libro.

sergio magaldi







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