martedì 26 luglio 2016

INTRODUZIONE ALLO STUDIO DELLA QABBALAH [Parte Prima]





 Introduco di seguito un glossario essenziale, per lo più alfabetico, utile per orientarsi tra termini e concetti nei quali lo studente si imbatterà quasi subito nell’accostarsi alla Qabbalah. Talora, come nel caso delle due prime voci in elenco e non solo, l’informazione è redatta attingendo direttamente dai testi della Qabbalah; in tal caso viene riportato in parentesi il paragrafo di riferimento dell’opera citata. La versione italiana è tratta in gran parte da Mistica Ebraica, Einaudi, Torino, 1995. La grafia originale delle lettere che compongono le parole ebraiche è stata omessa e sostituita dalla traslitterazione italiana, perché il relativo font ebraico non è sempre presente nel pc dei lettori.

Acqua e Fuoco
Gli elementi della tradizione empedoclea si trovano spesso citati insieme. Così in particolare per Acqua e Fuoco: “…Il Signore, benedetto Egli sia…A che cosa si può paragonare? A un re che desiderava costruire il proprio palazzo su rocce dure: tagliò i massi e fendette le pietre finché sgorgò davanti a lui una grande sorgente di acque vive. Egli disse allora: poiché dispongo di acqua sorgiva, pianterò un giardino, per trarne diletto insieme al mondo intero” (Sepher Bahir, 5). “Che cosa significa la benedizione? E’ simile a un re che piantò alberi nel proprio giardino: benché cadesse la pioggia e venisse assorbita, e il terreno ne fosse sempre umido e impregnato, nondimeno egli dovette attingere a una fonte…” (6). “Il vero significato di Hiriq è Harak, il bruciare, poiché è un fuoco che brucia tutti i fuochi, com’è scritto: Allora cadde il fuoco del Signore e consumò l’olocausto, la legna, le pietre e la polvere e prosciugò l’acqua che era nel canale(I Re 18.38)” (44). “La voce del Signore intaglia lingue di fuoco(Sal.29.7): quando mette pace tra l’acqua e il fuoco, sprizza la forza del fuoco e le impedisce di annientare l’acqua, mentre impedisce a questa di spegnere il fuoco” (45). “Non vi furono forse le acque, e da esse uscì il fuoco? Gli risposero: è quanto tutti dicono. Se è così, le acque racchiudono il fuoco”(188). Si confrontino 45 e 188 con la massima ermetica: “Qui scit comburere aqua et lavare igne facit de terra caelum et de caelo terram preziosa”: ‘Chi sa bruciare con l’acqua e lavare col fuoco fa della terra il cielo e del cielo la terra preziosa’).
“Dal cielo ti fece ascoltare la sua voce per ammonirti e sulla terra ti mostrò il suo grande fuoco, e tu ascoltasti le sue parole di mezzo al fuoco(Deut.4. 36). Che cos’è questo grande fuoco…? “(46). “Ci hai insegnato, o nostro maestro, che Egli prese le acque e le divise: ne pose metà nel firmamento e metà nel mare oceano; questo è il significato di quanto è scritto: il ruscello di Dio è pieno d’acqua. Per mezzo di questa l’uomo apprende la Torah… com’è scritto: Orsù, voi tutti assetati, venite all’acqua! Anche chi non ha argento…”(51). “Che cosa significa shamayim, ‘cielo’? Ci insegna che il Santo, sia Egli benedetto, impastò fuoco ed acqua, e li stese l’uno nell’altro, e con essi fece il principio della propria parola, com’è scritto: Il principio della tua parola è verità (Sal.119.160). Ecco infatti che è scritto shamayim, ovvero sham-mayim: ‘là è acqua’; esh e mayim, fuoco e acqua” (59). “E cosa significa Mem? Non leggere Mem ma mayim, acqua. Come l’acqua è umida così il ventre è sempre umido. E perché la mem aperta è composta dal maschio e dalla femmina, mentre quella chiusa consta solo del maschio? Per insegnarti che il fondamento della mem è il maschio, mentre la sua apertura è stata aggiunta a significare la femmina. Come il maschio non può generare senza l’apertura, così la mem chiusa non può generare se non con la mem aperta. Come la femmina genera attraverso la propria apertura, così avviene per la mem aperta e chiusa” (85). Seconda lettera madre dell’alfabeto ebraico, la Mem è scritta nel suo ‘riempimento’ con la consonante che si ripete due volte: una Mem aperta iniziale e una Mem chiusa finale. Rabbi Aqiva (Alfabeto di Rabbi Aqiva) dice che Dio, quando siede sul Trono di Gloria, si pone ai lati le due lettere e le riconcilia esclamando che il suo Regno è chiamato per mezzo loro, allora l’intero firmamento si inginocchia al cospetto del Signore. Mayim [Mem-yud-mem] significa acqua e si scrive con le due lettere separate da una Yud, simbolo dello Spirito divino che le prende per mano e le riconcilia. Acqua di sorgente che scorre o fontana sigillata, la Mem aperta allude alla manifestazione di Dio mentre quella chiusa rimanda al mistero che è in Lui..
 Che cos’è la quinta? la quinta è il grande fuoco del Santo, sia Egli benedetto… E’ la sinistra del Santo… (145). Ci si riferisce qui alla quinta Sephirah dell’Albero, Gevourah (rigore). E’ detto infatti che Dio governa il mondo con Benevolenza (Chesed, la quarta Sephirah) e con Rigore

Albero e Giardino
 In proposito vedi i già citati (5 e 6) paragrafi del Sepher Bahir e inoltre: “Io sono colui che ha piantato questo albero, affinché tutto il mondo ne tragga diletto; ho fissato tutto in esso, e l’ho chiamato tutto, giacché da esso tutto dipende e da esso tutto deriva. Tutti ne hanno bisogno, lo scrutano e lo attendono: da esso si propagano le anime superiori in letizia” (22). “Da quanto affermi apprendiamo che il Santo, sia Egli benedetto, creò quanto era necessario a questo mondo prima di creare il cielo? Sì, gli rispose. A che cosa si può paragonare? A un re, che voleva piantare un albero nel proprio giardino. Ispezionò tutto il giardino per sapere se vi fosse una fonte d’acqua sorgiva, che potesse sostentarlo. Non la trovò, e disse: Scaverò fino a trovare l’acqua e farò scaturire una fonte, affinché l’albero possa sopravvivere. Scavò e fece scaturire una fonte abbondante d’acqua viva: piantò quindi l’albero, che attecchì e fece frutto, giacché le sue radici lo ristorarono sempre con l’acqua della fonte” (23). “Come in shoresh , radice, la Shin è simile alla radice dell’albero, e la Resh indica che ogni albero è ritorto. Qual è la funzione della seconda Shin ? Ti insegna che se prendi un ramo e lo pianti mette radice a sua volta” (81). “E perché sono in numero di 32? A che cosa si può paragonare? A un re che aveva un bel giardino, con 32 sentieri. Mise un guardiano a custodire quei sentieri, e a lui solo li svelò. Gli disse: Custodiscili, e percorrili ogni giorno: ogni volta che li percorrerai, la pace sarà con te. Cosa fece quel guardiano? Mise altri guardiani a custodirli, giacché si disse: Se sarò solo in quei sentieri, mi sarà forse possibile, unico custode, mantenerli tutti? Inoltre la gente dirà: quel re è un avaro! Per tale motivo questo custode pose altri custodi a guardia di ogni sentiero: questi sono i 32 sentieri” (92). “Il guardiano disse: Che questi custodi non dicano che il giardino è mio!…Al re appartiene il giardino. Egli ha stabilito questi sentieri… A che si può paragonare? A un re e alla sua figliola che avevano alcuni servitori: questi volevano recarsi lontano, ma temevano l’ira del re. Il re diede loro il proprio segno: ebbero allora timore della figliola, finché anch’essa diede loro il proprio segno. Questi si dissero: adesso con questi 2 segni, il Signore ti guarderà da ogni male, guarderà la tua anima (Sal.121.7)” (93).36 in tutto…Tutti e 36 si trovano nel primo, il drago. Il Santo, sia Egli benedetto, possiede un albero che racchiude le frontiere delle 12 diagonali… che s’ampliano e procedono all’infinito: sono le braccia del mondo (Deuter.33.27)e al loro interno vi è l’albero. A tutti questi raggi corrispondono i preposti, in numero di 12. Anche all’interno della ruota celeste vi sono 12 preposti: sono in tutto 36 preposti…Sono dunque 12, 12 e 12, i preposti nel drago (Teli), nella ruota celeste (Galgal) e nel cuore (Lev)” (95).

Aleph
 Aleph  – dice il Sepher Bahir (48) – determina piuttosto l’esistenza di tutte le lettere, a somiglianza del cervello. Come per la alef, alla cui menzione apri la bocca, così avviene per il pensiero, quando pensi a ciò che non ha fine né limite. Dalla aleph escono tutte le lettere. Non vedi forse che essa è posta al loro inizio?  Di qui l’analogia che i cabbalisti fanno tra  Alef  ed En Soph.

Alfabeto
 Tre delle ventidue lettere dell’alfabeto ebraico [si ricordi che ogni lettera ha il valore numerico che viene riportato in parentesi]: Aleph [1]Mem [40]  [ in fine parola con diversa grafia come le lettere kaf-nun-phe e tzadè] Shin [300] sono dette madri e rappresentano gli elementi della tradizione empedoclea: aria - acqua - fuoco (la terra o quarto elemento è considerata una condensazione dell’acqua), altre sette di queste lettere sono dette doppie e rappresentano i sette pianeti (considerando i due luminari e i cinque pianeti della tradizione): Bet  (2)– Dalet (4) – Ghimel (3) – Kaf (20)– Phe  (80) – Resh  (200) – Taw  (400) mentre le restanti dodici lettere, dette semplici,  rappresentano i 12 segni zodiacali: He  (5) – Waw  (6) – Zain (7) – Chet (8)– Teth (9)– Yud  (10) – Lamed (30)– Nun  (50) – Samech  (60) – Ayin  (70)– Tzadè  (80) – Qoph (100)

Atbas
Metodo di permutazione delle lettere dell’alfabeto ebraico. L'alfabeto è piegato nel mezzo e una metà è sovrapposta all'altra, allora è possibile lo scambio tra la prima e l’ultima lettera, tra la seconda e la penultima, tra la terza e la terz’ultima e così via. Oltre a ciò, vi sono significati nascosti nella forma delle lettere dell'alfabeto ebraico ed è possibile scomporre ciascuna consonante per scoprire altre lettere alle quali rinvia e, ancora, la forma di una lettera in fine di parola può talora differire dalla forma che solitamente assume quando è lettera finale o, al contrario, la forma di una lettera scritta nel corpo di una parola, si presenta con la forma propria di una lettera finale, oppure una  lettera scritta in una dimensione più piccola o più grande di quelle del restante manoscritto. [SEGUE]


sergio magaldi

Nessun commento:

Posta un commento