giovedì 25 aprile 2019

25 Aprile: il mio paese è l'Italia di Salvatore Quasimodo






Salvatore Quasimodo
Il mio paese è’ l’Italia


Più i giorni s’allontanano dispersi
e più ritornano nel cuore dei poeti.
La i campi di Polonia, la piana di Kutno
con le colline di cadaveri che bruciano
in nuvole di nafta, la i reticolati
per la quarantena d’Israele,
il sangue tra i rifiuti, l’esantema torrido,
le catene di poveri già morti da gran tempo
e fulminati sulle fosse aperte dalle loro mani,
la Buchenwald, la mite selva di faggi,
i suoi forni maledetti; la Stalingrado,
e Minsk sugli acquitrini e la neve putrefatta.
I poeti non dimenticano. Oh la folla dei vili,
dei vinti, dei perdonati dalla misericordia!
Tutto si travolge, ma i morti non si vendono.
Il mio paese è l’Italia, o nemico più straniero,
e io canto il suo popolo e anche il pianto
coperto dal rumore del suo mare,
il limpido lutto delle madri, canto la sua vita.


I SENTIERI DELL'ALBERO, Parte VI (XXVII)





SEGUE DA:







I sentieri dell’Albero della vita sono i rami che collegano tra loro i frutti sino alla sommità dell’albero e sono in tutto trentadue. I frutti altro non sono che le Sephiroth, dette anche ‘luci’ o ‘forme pure’ del molteplice. Sono 10 e rappresentano i numeri primordiali della creazione, perché per quanto si possa continuare a contare all’infinito non si troveranno che dieci numeri, anzi nove, essendo il 10 niente altro che la riproposizione dell’unità.

Si dispongono al centro, alla destra e alla sinistra dell’albero e ad ogni Sephirah  è attribuito un nome e un numero. Alla colonna centrale appartengono: 1 Kether  Corona o Altezza Superiore,  6 Tiphereth Armonia, Bellezza o Compassione,  9 Yesod  Fondamento, Generazione o Alleanza, 10 Malchuth  Regno o Esilio. Alla colonna di destra: 2 Chokmah  Sapienza o Principio, 4 Chesed Grazia o Misericordia, 7 Netzach  Eternità o Vittoria. Alla colonna di sinistra: 3 Binah  Intelligenza o Ritorno,  5 Gheburah  Potenza o Giudizio,  8 Hod Gloria o Splendore.

Esaminerò brevemente i sentieri che corrono tra le cinque Sephiroth cosiddette emotive. I sentieri partono dal basso e seguono idealmente le spire di un serpente che, ascendendo lungo l’Albero, poggia la coda su Malkuth, la decima Sephirah, il corpo su Yesod, Hod e Netzach e che con la lingua lambisce Tiphereth, la sesta Sephirah


Per leggere le lettere ebraiche occore scaricare il font Hebrew






                   Ventisettesimo   Sentiero 

                  j x n      d w h 
         
                    Netzach     Hod          
                     

  Il messaggio di Hod, nell’approssimarsi a Netzach, si colora di significati che richiamano la bellezza della natura ma anche la sostanziale unità del tutto e l’inesorabilità della Legge. Il tratto orizzontale del sentiero, infatti, evoca il senso del finito nel bel mezzo dell’infinito, l’alternarsi della vita e della morte nella manifestazione.

 La lettera del Sentiero è la Mem

                  m (40)


   Seconda lettera madre dell'alfabeto ebraico, la Mem  m è scritta nel suo ‘riempimento’ con la consonante che si ripete due volte:  \ m  una Mem aperta iniziale e una Mem  chiusa finale.

   Rabbi Aqiba dice che Dio, quando siede sul Trono di Gloria, si pone ai lati le due lettere e le riconcilia esclamando che il suo Regno ‘è chiamato’ per mezzo loro, allora l’intero firmamento si inginocchia al cospetto del Signore.

  C’è qui chiaro riferimento alle acque superiori e inferiori del “Genesi”.  \ y m  Maim significa acqua e si scrive con le due lettere separate da una Yud  y simbolo dello Spirito divino che le prende per mano e le riconcilia.

   Acqua di sorgente che scorre o fontana sigillata, la Mem aperta allude alla manifestazione di Dio mentre quella chiusa rimanda al mistero che è in Lui.

   La Mem è lettera iniziale di Met e di Maveth che significano morte, di Mum difetto o vizio e di Mamon denaro. Tutte inevitabili conseguenze della manifestazione: la morte, necessaria polarità della vita nella densità della materia, il vizio come conseguenza dell’incapacità di ‘asciugare le acque’ del desiderio e dell’egoismo, il denaro, spesso inteso come strumento di corruzione e unico fine dell’esistenza.

   La lettera del sentiero è una lettera di morte e di rinascita. Annuncia il ciclo naturale e biologico che ogni volta dilegua tra la matrice e la tomba e ogni volta riappare in forme diverse.

   Il tratto orizzontale dell’Albero della vita, che collega Hod a Netzach, simboleggia e ricapitola  le energie e la luce che dalle Sephiroth superiori giungono sino a Malchuth attraverso Yesod.

  Su questo sentiero, detto sentiero di Marte, c’è il tentativo di cogliere, attraverso il moto dei pianeti e delle stelle, il significato dell’Eimarméne o fato che domina il firmamento e la natura.



sergio magaldi

mercoledì 17 aprile 2019

La Juve di Allegri: una rondine non fa primavera




Alla vigilia di Juventus – Atletico Madrid, giudicavo improbabile la rimonta dei bianconeri per i seguenti motivi:

1)non ha un gioco riconoscibile
2)si basa sul difensivismo ad oltranza e sull’improvvisazione dei suoi tanti campioni per vincere in campionato, con punteggi spesso striminziti
3)ha trasformato un attaccante purosangue come Dybala in un mediano mediocre
4)continua a servirsi di De Sciglio,  sempre e comunque, valutando raramente altre opportunità nel ruolo (ora, per esempio, Cáceres)
5)non può disporre di Cuadrado, infortunato, e sempre determinante in passato nel gioco raramente offensivo della Juve
6)ha svenduto Higuain, né ha mai pensato di utilizzare Kean al posto dello scartato argentino
7)quasi mai ha impiegato Benatia, costringendolo a chiedere di essere ceduto
8)pensa che Ronaldo possa fare da solo reparto in attacco
9)corre meno dei suoi avversari europei
10)ha già subito tre sconfitte in Champions.

Aggiungevo tuttavia: “È chiaro, d’altra parte, che se la Juve riuscisse nell’impresa di passare il turno – come non posso che augurarle – allora le probabilità di vincere la Champions sarebbero altissime!”

La Juventus riusciva nell’impresa ed io non avevo difficoltà ad ammettere che Allegri si era finalmente messo alla guida di una Ferrari:

“Lasciata la Fiat 500 in garage, Allegri si mette alla guida della Ferrari e la Juve di Champions fa l’impresa eliminando l’Atletico Madrid con i goal di Ronaldo, qualificandosi per i quarti e proponendosi seriamente come una delle possibili candidate alla vittoria finale.

Costretta a segnare almeno tre goal per ribaltare la sconfitta di Madrid, la Juventus abbandona finalmente passaggi orizzontali e difensivismo ad oltranza, per verticalizzare e imporre  il proprio gioco dall’inizio alla fine della partita. Gli uomini, ieri notte, erano gli stessi di sempre, con qualche assente e qualche accortezza tattica in più, ma è la mentalità della squadra che è apparsa cambiata, a dimostrazione di quali siano le reali possibilità della Juve quando il suo gioco si dispiega in tutta la sua forza, dal portiere sino agli attaccanti, passando per i filtro di un centrocampo all’altezza della situazione, come ha dimostrato di essere quello visto in campo ieri a Torino.

I meriti di Allegri, questa volta, non si possono certo disconoscere, con la speranza che non torni più indietro, non si faccia prendere dalla nostalgia di tornare a guidare la 500, non si ostini nel far giocare calciatori poco in forma o addirittura feriti, come il Mandžukić di ieri notte, o che abbiano alternative credibili, come il De Sciglio disponibile nelle pause tra i ricorrenti infortuni”.

Cosa dire, ora, dopo l’eliminazione della Juve nei quarti, ad opera dei volonterosi ragazzi olandesi? Che una rondine non fa primavera, che la Juve non ha un terzino destro e che Cancelo impiegato ad Amsterdam in questo ruolo è stato determinante in negativo e che De Sciglio, utilizzato a Torino, non allineandosi con i compagni di difesa, ha provocato l’inizio della fine con il pareggio dell’Aiax, che mancavano Chiellini, Douglas Costa e anche Cuadrado, pure disponibile e abbastanza in forma ma non inserito incautamente nella lista Champions per un precedente infortunio, che non si può sperare di “ricreare” Dybala attaccante, dopo averlo impiegato per anni solo e saltuariamente come difensore-mediano, che con questa mentalità e con questo gioco – come ho detto più volte in altre occasioni – la Juventus non vincerà mai la Champions.
La questione più inquietante per i tifosi juventini, tuttavia, resta la dichiarazione di Andrea Agnelli – pure dimostratosi un grande dirigente – subito dopo la fine della partita: la riconferma di Allegri per il prossimo anno e per quelli successivi!

sergio magaldi




domenica 7 aprile 2019

I SENTIERI DELL' ALBERO, Parte V (XXVIII)




SEGUE DA:






I sentieri dell’Albero della vita sono i rami che collegano tra loro i frutti sino alla sommità dell’albero e sono in tutto trentadue. I frutti altro non sono che le Sephiroth, dette anche ‘luci’ o ‘forme pure’ del molteplice. Sono 10 e rappresentano i numeri primordiali della creazione, perché per quanto si possa continuare a contare all’infinito non si troveranno che dieci numeri, anzi nove, essendo il 10 niente altro che la riproposizione dell’unità.

Si dispongono al centro, alla destra e alla sinistra dell’albero e ad ogni Sephirah  è attribuito un nome e un numero. Alla colonna centrale appartengono: 1 Kether  Corona o Altezza Superiore,  6 Tiphereth Armonia, Bellezza o Compassione,  9 Yesod  Fondamento, Generazione o Alleanza, 10 Malchuth  Regno o Esilio. Alla colonna di destra: 2 Chokmah  Sapienza o Principio, 4 Chesed Grazia o Misericordia, 7 Netzach  Eternità o Vittoria. Alla colonna di sinistra: 3 Binah  Intelligenza o Ritorno,  5 Gheburah  Potenza o Giudizio,  8 Hod Gloria o Splendore.

Esaminerò brevemente i sentieri che corrono tra le cinque Sephiroth cosiddette emotive. I sentieri partono dal basso e seguono idealmente le spire di un serpente che, ascendendo lungo l’Albero, poggia la coda su Malkuth, la decima Sephirah, il corpo su Yesod, Hod e Netzach e che con la lingua lambisce Tiphereth, la sesta Sephirah


Per leggere le lettere ebraiche occore scaricare il font Hebrew

 

 

 VENTOTTESIMO SENTIERO



     j x n      d w s y

          Netzach        Yesod   
                                              

La lettera del sentiero è Samek
                

 Nona lettera semplice, Samek s nel suo ‘riempimento’ significa appoggiare, sostenere, e l’idea di sostegno al quale afferrarsi in caso di necessità è già presente nella sua forma grafica circolare ed è richiamata dal Salmo 144, 14: ‘Il Signore sostiene tutti coloro che cadono’.

 Il significato del cerchio è molteplice e contraddittorio: rappresenta il mondo e la totalità dell’Essere ma può indicare uno stato di chiusura mentale e di narcisismo. E’ il luogo ‘sacro’ e ideale in cui il saggio trasforma se stesso, ma è anche la dimora del mago che utilizza energie negative per modificare la realtà a proprio vantaggio.

   Il geroglifico egizio del serpente è assai simile all’ideogramma di questa lettera. Visto con gli occhi del “Genesi, il serpente attira l’uomo nelle spire della materia ed è causa della sua caduta e involuzione. Chi apprende a controllare il serpente, tuttavia, si pone sulla strada della conoscenza.

   La tradizione ebraica si sofferma soprattutto sui significati evolutivi e sacri della lettera. Lo spazio racchiuso nel perimetro è Israele, il suo centro è il Tabernacolo o il Tempio dove dimora la Shekinah o ‘divina presenza’, la cui ghematria è una metatesi di quella del serpente. Infatti, il valore numerico del serpente  c j n  Nakash  è 358, mentre quello della Shekinah  h n y c è 385, quasi a sottolineare  l’interdipendenza tra caduta dell’uomo e sostegno divino.

   Il sentiero che da Malchut sale a Yesod si caratterizza per la molteplicità delle forme fisiche che appaiono e scompaiono ad un ritmo che ricorda il ciclo di lunazione. Il sentiero che da Yesod conduce a Hod  sorprende per le forme eteree, dalla vita ancora più breve di quelle fisiche  ma dotate di potente energia.

   Nel sentiero che sale da Yesod a Netzach l’attenzione non si volge più alla creazione e alla distruzione delle forme ma allo spirito. L’ascesa è ardua perché non hai più il sostegno della densità e devi anche lasciare l’immaginazione magica, se vuoi che la Shekinah ti trovi e ti guidi lungo il cammino.  Come farai a riconoscerla? Perché la Shekinah non ha forma, è come la rugiada sul capo della sposa del Cantico dei Cantici, come la pietra di cui lo Zohar dice che è ‘il radicamento del mondo’. Non devi preoccuparti di cercarla: sarà lei a trovarti, se devi continuare nell’ascesa lungo l’Albero.


sergio magaldi