domenica 8 dicembre 2019

UNA JUVE SBAGLIATA




 Crolla la Juve di Sarri sotto i fari dello stadio olimpico di Roma. Una Lazio arrembante, forte anche di decisioni arbitrali perlomeno discutibili, prima rimonta lo svantaggio poi segna tre goal e sbaglia un rigore. La sconfitta dei bianconeri era nell’aria, dopo le striminzite e talora fortunose vittorie dell’ultimo momento anche con squadre modeste che l’hanno tenuta a lungo sulla vetta della classifica del campionato. L’ultimo avvertimento è stato il pareggio casalingo con il Sassuolo della settimana scorsa.

 

La verità è che la Juventus non è così forte come si vuole far credere e la “famosa” ricchezza della rosa è un’altra favola. Sbagliati completamente gli ultimi due mercati. Quello dell’anno passato, quando arriva Ronaldo al suono di trombe e centinaia di milioni, ma viene cacciato Higuain che con l’asso portoghese avrebbe ricomposto il tandem vincente del Real Madrid. Quello di quest’anno, che ha visto il ritorno di Higuain – peraltro osteggiato sino all’ultimo, con l’umiliazione del giocatore, privato del numero 9 sulla maglia – ma anche la messa in vendita praticamente di gran parte dei suoi campioni, fortunatamente respinta dagli interessanti e dal mercato stesso. Se ne vanno però Spinazzola, un’alternativa ad Alex Sandro, Cancelo è scambiato con il modesto Danilo, Moise Kean, più che una giovane promessa, è venduto all’Everton senza neppure la clausola della ricompra, Mario Mandžukić è inspiegabilmente accantonato. Per contro ci si bea dei “grandi” centrocampisti, presi a parametro zero ma che non giocano o sono una delusione. E Sarri ci mette del suo: indebolisce la tradizionale organizzazione della difesa juventina nonostante l’arrivo di Matthijs de Ligt – il giovane centrale difensivo della nazionale olandese che con L’Aiax fu determinante nell’uscita della Juve dalla Champions dello scorso anno – e che se anche può giustamente appellarsi all’infortunio che tiene fuori Chiellini, si ostina a far giocare terzino Cuadrado. Il quale se la cava abbastanza bene (com’è possibile che rimanga, come è accaduto ieri notte, ultimo uomo del contropiede avversario?), ma è costretto ad un lavoro massacrante che gli fa perdere di lucidità e toglie alla squadra la possibilità che questo straordinario e sottovalutato esterno alto, nel contrattacco e nei cross sia determinante, come per il passato, per le punte juventine (il Callejón del Napoli di Sarri).

 

Sarri non ha modificato in meglio il gioco della Juve, brutta ma vincente con Allegri, ha però il merito di aver spostato in avanti di una decina di metri il baricentro della squadra e di aver riportato in attacco e rivalutato Dybala, costretto da Allegri per anni a fare il centrocampista, ma i difensori continuano con i troppi passaggi orizzontali, gli attaccanti segnano poco e tirano ancor meno nella porta avversaria, Ronaldo non è già più quello dello scorso anno, Douglas Costa è un fantasma bellissimo e, ciliegina sulla torta, Sarri ha creato Bernardeschi – sempre fischiato a Torino – trequartista del nulla. Probabilmente quest’anno la Juve non vincerà né scudetto né Champions e forse neppure altro, speriamo almeno che i mesi che restano sino al termine della stagione calcistica servano a Sarri per rivedere alcune idee e ai dirigenti per non sbagliare ancora il mercato. Amen

 

sergio magaldi

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