lunedì 10 febbraio 2020

LAZIO E INTER IN CARROZZA




 Lazio e Inter in carrozza, guidate dalla buona sorte e dai favori degli dei del calcio (che tutto faranno pur di impedire il nono scudetto consecutivo della stessa squadra) piombano su una Juve che continua a camminare a piedi. Due sconfitte nelle prime quattro partite del girone di ritorno (quattro negli ultimi due mesi, compresa la sconfitta in Supercoppa del 22 dicembre contro la Lazio) – quando la prima e unica sconfitta dell’andata risale alla quindicesima giornata (sempre contro la Lazio) – mostrano l’involuzione dei bianconeri nel gioco e nei risultati, nonostante Ronaldo sia in gran forma, andando a segno ininterrottamente nelle ultime dieci giornate di Campionato.

Si diceva (e si sperava da parte dei tifosi) che la maestria di Sarri, anche se lentamente assimilata, avrebbe portato la Juventus prima o poi a fare il salto di qualità nel gioco e, invece, stanno persino mancando le striminzite e talora fortunose vittorie del girone d’andata (se si escludono le belle vittorie di Torino contro il Napoli e di Milano contro l’Inter e poco altro) che la tengono ancora al vertice della classifica insieme all’Inter e con un punto di vantaggio sulla Lazio. Nove punti (63 contro 54) in meno rispetto all’anno passato, 20 vittorie e 3 pareggi contro le 17 vittorie, i 3 pareggi e le 3 sconfitte di quest’anno, 49 goal fatti e 15 subiti contro i 44 goal fatti e i 23 subiti del campionato in corso sono le cifre che narrano di una Juve che continua a giocare male come la squadra di Allegri ma che di quella non ottiene gli stessi risultati.

L’ultimo mercato della Juve non è stato all’altezza dei precedenti e continua l’illusione dei “grandi centrocampisti” presi a parametro zero ma che non giocano o sono una delusione, senza contare che tutta la rosa è sopravvalutata e si ha come l’impressione che le alternative reali siano davvero poche. Scrivevo in un post di poco più di un mese fa: «Sarri non ha modificato in meglio il gioco della Juve, brutta ma vincente con Allegri, ha però il merito di aver spostato in avanti di una decina di metri il baricentro della squadra e di aver riportato in attacco e rivalutato Dybala, costretto da Allegri per anni a fare il mediano, ma i difensori continuano con i troppi passaggi orizzontali, gli attaccanti segnano poco e tirano ancor meno nella porta avversaria […] Douglas Costa è un fantasma bellissimo e, ciliegina sulla torta, Sarri ha creato Bernardeschi – sempre fischiato a Torino – trequartista del nulla».

Resta vero che Sarri ci metta del suo nel:

1) …continuare a pretendere che Cuadrado faccia insieme l’esterno basso e l’esterno alto, costringendolo a un “tour de force” che gli fa perdere di lucidità sia in fase difensiva che offensiva, tanto più considerando che il colombiano è sempre stato, ed è tuttora, determinante nel gioco offensivo della Juve. Non si vede perché Sarri non lo debba utilizzare come faceva con Callejón nel Napoli, impiegando invece Danilo come esterno basso.

2) …non domandarsi perché Higuain e Dybala abbiano segnato 10 goal in due, anche se utilizzati alternativamente. Come non rendersi conto che vengono cercati poco dai centrocampisti?

3) …sembrare non porsi il problema del perché la squadra tiri così poco nella porta avversaria.

4) …essere contrario alle verticalizzazioni (che fanno invece la fortuna di squadre come Lazio e Atalanta, ma anche di Verona e Bologna, e in parte dell’Inter) e prediligere uno sterile e stucchevole possesso palla a velocità ridotta che finisce col favorire le difese avversarie.

5) …non riuscire a cambiare la mentalità dei difensori, troppo bassi e portati agli scambi orizzontali e ai passaggi all’indietro come nei cinque anni di Allegri, quando almeno in questo modo si riusciva a blindare la difesa.

In definitiva, se si guarda al prossimo futuro in Campionato, a giudicare dal presente, le previsioni non sono ottimistiche. Al momento, Lazio e soprattutto Inter sembrano più attrezzate per la vittoria finale e, se non si sveglia al più presto, la Juve rischia addirittura di non andare oltre il terzo posto. Quanto alla Champions – Lione a parte che pure darà filo da torcere ma che non dovrebbe rappresentare un ostacolo insormontabile – resta l’incognita di cosa accadrà quando i bianconeri troveranno sulla loro strada squadre ben più forti di quelle sin qui assegnate da un sorteggio benevolo. Pessimismo dell’intelligenza a parte, la speranza e l’augurio è che la Juve si riprenda in fretta.

 

sergio magaldi


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