lunedì 5 ottobre 2020

Uno spot della politica per il nuovo lockdown?


 

 In un breve post di ieri mattina sull’argomento, auspicavo l’intervento dei ministri della Salute e dello Sport per permettere in serata il regolare svolgimento della partita tra Juventus e Napoli, nel rispetto del protocollo  a suo tempo concordato tra governo, FIGC e LEGA Calcio e ribadito solo qualche giorno fa. Il quale protocollo prevede, tra l’altro, per ogni componente della squadra, tamponi periodici nell’arco della settimana sino a 48 ore prima della partita. I calciatori che risultano negativi a tutti i tamponi possono giocare. In caso di positività, il contagiato anche asintomatico deve essere messo in quarantena. Terminata la quale, per tornare a far parte della squadra, il giocatore deve avere la negatività in due tamponi successivi. Su tutti gli altri, calciatori e non, risultati sino a quel momento negativi, si eseguono tamponi ogni 24 ore per 14 giorni consecutivi e, se persiste la negatività, il gruppo-squadra è autorizzato ad uscire dal ritiro solo per andare a giocare.

E, in effetti entrambi i ministri sono intervenuti: il ministro Speranza per dire che “dovremmo occuparci meno di calcio e più di scuola” – pensiero che nel suo populistico raffronto, non tiene conto che “il calcio vale oltre il 7% del PIL italiano e che  l'industria calcistica fornisce lavoro a circa 250 mila italiani e porta nelle tasche dei lavoratori oltre 22,5 miliardi di Euro”(FIGC, settembre 2019), senza contare, aggiungerei, il denaro che lascia al fisco – e il ministro Spadafora per dire che alla Asl regionale spetta l’ultima parola in fatto di vigilanza sulla salute pubblica, mentre alle autorità calcistiche compete l’applicazione dei regolamenti di propria competenza. Al di là dell’apparente “pilatismo”, le parole del ministro dello Sport potrebbero significare: 1)Che la Lega Calcio, secondo regolamento, darà la vittoria a tavolino alla Juventus per 3-0 e infliggerà al Napoli un punto di penalizzazione in classifica, 2)Che il Tar della Campania annullerà il provvedimento, riconoscendo la maggiore competenza della Asl regionale rispetto alle autorità sportive.

Se così fosse, il Campionato di calcio potrebbe già considerarsi concluso, perché si sarebbe creato il precedente per rinviare all’infinito le partite tra squadre che presentano anche due sole positività al Covid-19, come nel caso del Napoli (tante almeno ne presentava la squadra alla vigilia del match con la Juve). Del resto, già da fonti governative si parla di cambiare il protocollo esistente alla luce dell’aumentato numero di contagi. In merito alla vicenda, tuttavia, c’è ancora da osservare che la Asl della Campania – a quanto si dice – non avrebbe vietato ai giocatori del Napoli calcio di partire per Torino, ma ne avrebbe solo sconsigliato la partenza a fronte di una precisa richiesta della Società partenopea, tant’è che il giorno prima i giocatori della Salernitana, anche loro con due positività, si erano recati tranquillamente a Verona per disputare la partita del Campionato di Serie B contro il Chievo. Senza contare che sarebbe interessante sapere se nel nostro Paese un divieto regionale abbia il potere di bloccare un evento nazionale, anche alla luce del fatto che solo poche ore prima che si disputasse il match tra Juventus e Napoli, si erano giocate le partite Atalanta – Cagliari (con i bergamaschi che avevano un giocatore in isolamento per il contagio) e Milan – Spezia (con due giocatori del Milan in quarantena). In ogni caso,  se la notizia è vera – come sembra – e non siamo di fronte a un divieto della Asl regionale ma solo ad un “consiglio su richiesta”, il Tar non potrà intervenire e c’è il rischio che l’eventuale penalizzazione del Napoli calcio, stante il regolamento vigente, non possa essere cancellata .

Resta da chiedersi che interesse aveva la Società partenopea a non disputare la partita, oltretutto in un momento della stagione calcistica che sembrava più favorevole agli azzurri piuttosto che ai bianconeri. L’unica spiegazione possibile sembra legata a quanto accaduto dopo la vittoriosa partita per 6-0 del Napoli contro il Genoa, quando nel corso della settimana, a seguito dei ripetuti tamponi, è stata resa nota la progressiva positività sino a ben 22 genovesi, tra calciatori e accompagnatori, tant’è che in questo caso – come prevede il suddetto protocollo – la partita Genoa-Torino è stata giustamente rinviata. In tal caso, tuttavia, il comprensibile disagio della Società e dei calciatori napoletani – per l’eventualità di portare a Torino calciatori la cui positività non si era ancora manifestata – doveva essere fatto presente alla Lega Calcio. Diversamente, i malevoli potrebbero pensare che ci sia voluti uniformare al “giro di vite” della Regione Campania, la più sollecita e rigorosa da sempre nel dettare norme anticovid-19, ma attualmente anche la più colpita per numero di contagi.

 sergio magaldi


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