mercoledì 7 aprile 2021

IL PUNTO SUL CAMPIONATO NEL GIORNO DELLO SPAREGGIO CHAMPIONS (N°.6)

 



 Negli anni passati si diceva che la Juve “uccideva i campionati”, intendendo con ciò che la vittoria dello scudetto era data per scontata in favore dei bianconeri già con qualche mese di anticipo. E quest’anno? Senza la Juventus, fuori dalla lotta per il tricolore sin dalle prime giornate (si veda in proposito, cliccando sul titolo, quanto scrivevo alla fine di ottobre: “IL PREDESTINATO E IL GRIGIORE BIANCONERO”), si poteva forse dubitare che l’Inter di Conte avrebbe mancato, dopo 11 anni, la conquista del suo diciottesimo scudetto sul campo (diciannovesimo ufficiale, considerando quello ottenuto a tavolino ai danni della Juve)? La lotta tra le milanesi, infatti, è stata solo apparente. Il Milan, nonostante le buone prove, i tanti rigori a favore e la presenza di Ibrahimovic, di sicuro non avrebbe potuto contendere fino all’ultimo la vittoria ai nerazzurri. Innanzi tutto per la differenza qualitativa tra i due organici, tant’è che ora i rossoneri rischiano di essere risucchiati nella lotta per la conquista di un posto in Champions che, del resto, hanno sin qui ampiamente meritato. Ed è infatti proprio sulle tre squadre che saranno compagne dell’Inter nell’avventura europea che s’incentra ormai l’interesse del Campionato (oltre alla lotta per non retrocedere che sembra limitata al Cagliari, al Torino e forse al Parma: solo una di queste tre, infatti, resterà in serie A, mentre le altre due scenderanno insieme al Crotone in serie B).

 

Delle sei squadre da qualche mese rimaste a lottare per 3 posti Champions, oggi ne rimangono cinque, forse addirittura quattro. Dopo le sconfitte con Parma e Napoli e il pareggio con il Sassuolo, la Roma sembra ormai fuori dai giochi e la sua speranza di partecipare alla prestigiosa coppa europea risiede tutta nell’improbabile conquista dell’Europa League. Eppure non molto tempo fa i giallorossi occupavano addirittura il terzo posto della classifica, subito dopo le milanesi. L’errore di Fonseca, di schierare in Campionato un centrocampo sempre in inferiorità numerica, è stato determinante soprattutto nelle ultime sconfitte, si aggiunga a ciò anche il rilevante numero di infortunati che hanno ridotto non di poco sia le capacità offensive che difensive della squadra. La Roma ha tuttavia il merito di essere l’unica italiana rimasta a giocare in Europa. L’augurio è che nel prossimo turno possa superare anche l’Ajax, qualificandosi intanto per le semifinali di Europa League. Fuori forse anche la Lazio, ma solo se non riuscisse a battere il Torino nel recupero annunciato addirittura per maggio, ma attenzione, perché proprio dai biancocelesti potrebbe venire la sorpresa: il distacco dal Milan, seconda in classifica, come pure dalle altre, non è incolmabile, anche alla luce delle 10 partite che le restano da giocare. Quasi sicuramente dentro, invece, l’Atalanta che si dimostra in buona forma e che, a soli due punti dal Milan, ha buone probabilità di scavalcarlo al secondo posto della classifica. Restano Juve e Napoli, attese in serata dallo scontro diretto. Finalmente direi, visto che questa partita si sarebbe dovuta giocare il 4 di ottobre. Com’è noto, la vittoria a tavolino della Juve - secondo il giusto verdetto della Lega che si era attenuta alle regole allora in corso - fu annullata dalla sentenza politica del Coni del 23 dicembre a qualche ora di distanza da Juventus-Fiorentina, determinando forse il crollo psicologico dei fragili bianconeri che, nella stessa giornata, si ritrovarono con 6 punti in meno del previsto. Distacco dalle prime che non avrebbero più colmato, anzi… Chi dovesse perdere oggi potrebbe restare fuori da un posto utile per la Champions. I pronostici sono tutti a favore dei partenopei che vengono da diverse vittorie, in particolare quelle su Milan e Roma. Al contrario, i bianconeri dopo l’eliminazione in Champions – peraltro, va detto, favorita anche dalle decisioni arbitrali – hanno incredibilmente perso in casa contro il Benevento e pareggiato con il Torino, portando così a ben 12 il totale dei punti persi contro le squadre in lotta per non retrocedere (Fiorentina -3, che allora navigava tra le ultime della classifica e inoltre: Crotone -2, Benevento -5, Torino -2 ). Se avessero appena fatto il loro, oggi i bianconeri si troverebbero, alla vigilia del recupero con il Napoli, al vertice della classifica a parità di punti con l’Inter (68 punti).

 

Nonostante il pronostico sfavorevole (forse per la prima volta in dieci anni), la Juve confida nel solito Ronaldo per evitare il disastro di una clamorosa esclusione dalla Champions del prossimo anno. Molto dipenderà, anche questa volta, dalle decisioni del “predestinato”. Si spera di non rivedere con il Napoli, come contro il Torino, un centrocampo con un solo giocatore di ruolo e un terzino “prestato” in mezzo al campo ad affrontare i tre centrocampisti avversari. Con Pirlo, Danilo ha coperto indifferentemente i ruoli di terzino, centrale difensivo e centrocampista ed è stato il giocatore più utilizzato di tutto l’organico. Spregiudicatezza dunque, così come peraltro avviene con altri giocatori, spesso schierati non secondo il proprio ruolo ma in base all’idea di calcio di un allenatore senza esperienza. Con il risultato di una pessima organizzazione di gioco: continue rotazioni improbabili, sterile possesso palla,  giocatori che talora si scontrano tra di loro, centrocampisti e attaccanti che difendono male e causano spesso ripartenze letali degli avversari, gioco offensivo non di squadra ma affidato alle rare incursioni di singoli campioni e, quando manca Cuadrado con i suoi passaggi geometrici a cercare le punte, il buio si fa totale. Ciò che però soprattutto sorprende di questa stagione bianconera è che si sia dichiarato da parte dei dirigenti di voler vincere il decimo scudetto consecutivo con un allenatore che, per quanto considerato un “predestinato” per il suo passato di grande calciatore, era al debutto assoluto sui campi di calcio. Il primo a fare le spese di questa “ubris” rischia di essere proprio Pirlo e il suo futuro di allenatore. Magari non sarà così e il tempo trasformerà Pirlo in un grande allenatore, quel che è certo è che per ora è stato mandato allo sbaraglio. Purtroppo, la Juve finirà col raccogliere per quanto ha seminato. Speriamo che nel “raccolto” ci sia almeno un futuro di Champions.

 

sergio magaldi     


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