tag:blogger.com,1999:blog-53680429568659605572024-03-18T04:03:52.719+01:00Lo zibaldone di Sergio MagaldiSergio Magaldihttp://www.blogger.com/profile/06683710900430631479noreply@blogger.comBlogger813125tag:blogger.com,1999:blog-5368042956865960557.post-6170337597106840672024-03-10T10:07:00.002+01:002024-03-10T10:07:53.950+01:00Viaggio nella Qabbalah – Sephiroth e Campi Quantici (p.9ª)<iframe frameborder="0" height="270" src="https://youtube.com/embed/dZBxATmKIng?si=5xdtOgMOcGjCJJaH" width="480"></iframe><div><br /></div><div><br /></div><div><br /></div><div><span class="yt-core-attributed-string yt-core-attributed-string--white-space-pre-wrap"><span class="yt-core-attributed-string--link-inherit-color" style="color: #131313;">Un viaggio nella Qabbalah non poteva che avvenire osservando innanzitutto l’Albero della Vita, a cominciare dalla riflessione sul versetto di Genesi II, 9: «Adonai Elohim fece germogliare dal terreno tutti gli alberi dall’aspetto piacevole e dal frutto buono a mangiarsi, l’Albero della vita in mezzo al giardino e l’Albero della conoscenza del bene e del male».
Con questo spirito abbiamo compiuto un’ascesa virtuale (perché altra cosa è un vero e proprio cammino iniziatico) lungo l’Albero a partire da Malkuth al fine di mostrare che solo attraverso la rettificazione personale è possibile il Tiqqun Haolam, la rettificazione del mondo intero.
Di Sephirah in Sephirah siamo giunti infine a Tiphereth che come “Cuore dell’Albero” ha una funzione riparatrice delle Sephiroth cosiddette emotive, i cui recipienti di luce subirono una frantumazione con la dispersione di 288 scintille di santità, divenute preda del male.
È la “Rottura dei vasi” la Shevirat haKelim causata dagli eventi biblici o più probabilmente dallo Tzimtzum e dal primo raggio di luce che si diffonde appena un istante dopo lo Tzimtzum, balenando nel vuoto e cominciando a creare mondi.
Luce troppo forte per essere trattenuta oltre le Sephiroth superne: Kether-Chokmah-Binah.
Ed è proprio da Kether che tutto ha inizio, con i suoi 620 pilatri di luce che discendono prima in Chokmah, la cui energia si trasforma in materia e poi in Binah, la matrice che è forma dei mondi e di tutto ciò che esiste.
In questa ottica, le Sephiroth dell’Albero della vita anticipano incredibilmente i cosiddetti campi quantici della fisica contemporanea perché, così come le Sephiroth, i Campi quantici si propagano nello spazio-tempo generando onde/particelle di luce e creando l'Universo di energia pulsante, in cui tutto è invisibilmente interconnesso.
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Per vedere le precedenti puntate del 'Viaggio nella Qabbalah' vai alla Playlist:
</span><span class="yt-core-attributed-string--link-inherit-color" style="color: #131313;"><span class="yt-core-attributed-string--highlight-text-decorator" style="background-color: rgba(0,0,0,0.051); border-radius: 8px; padding-bottom: 1px;"><a aria-label="YouTube Channel Link: Lo Zibaldone" class="yt-core-attributed-string__link yt-core-attributed-string__link--display-type yt-core-attributed-string__link--call-to-action-color" force-new-state="true" href="https://www.youtube.com/playlist?list=PLMeY98QMmtkEwKwVJz1YUWi6ACZpicjUb" rel="nofollow" tabindex="0" target=""> <span class="yt-core-attributed-string--inline-flex-mod" style="margin-top: 0.5px;"><img alt="" class="yt-core-image yt-core-attributed-string__image-element yt-core-attributed-string__image-element--image-alignment-vertical-center yt-core-image--content-mode-scale-to-fill yt-core-image--loaded" src="https://www.gstatic.com/youtube/img/watch/yt_favicon.png" style="height: 10px; width: 14px;" /></span> • Lo Zibaldone </a></span></span></span></div>Sergio Magaldihttp://www.blogger.com/profile/06683710900430631479noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-5368042956865960557.post-27776681431542667702024-02-29T11:22:00.003+01:002024-03-03T09:31:18.668+01:00RILEGGERE SARTRE (P.5a Sartre nella revisione della critica)<p></p><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjvfLsT3pMb9fz6kLhZrerEE-4meLsp3vyOELkcgVZbToKkRcuwomVllTMRzMfzfBOB_AhXwo8HsZBttJ-TKxi9A0UccMdksIhJWmzh-cBA5_2QxVhMk0pSvy29BEIZ8pOxg0QDnaRc-Bxmhfhr2byQAkVrWLeKlj6P7fOtprt7rDxd_iVdKvwxREbUmRdE/s466/Su%20Sartre%2071nROmybY0L._SY466_.jpg" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="466" data-original-width="282" height="400" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjvfLsT3pMb9fz6kLhZrerEE-4meLsp3vyOELkcgVZbToKkRcuwomVllTMRzMfzfBOB_AhXwo8HsZBttJ-TKxi9A0UccMdksIhJWmzh-cBA5_2QxVhMk0pSvy29BEIZ8pOxg0QDnaRc-Bxmhfhr2byQAkVrWLeKlj6P7fOtprt7rDxd_iVdKvwxREbUmRdE/w242-h400/Su%20Sartre%2071nROmybY0L._SY466_.jpg" width="242" /></a></div><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><br /></div><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><br /></div><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><br /></div><p></p><p class="MsoNormal" style="background: white; mso-margin-bottom-alt: auto; mso-margin-top-alt: auto; text-align: justify;"><span style="font-family: Verdana; font-size: 14pt; mso-bidi-font-family: Arial;"> Meno di un anno fa, Riccardo De
Benedetti su <i>Avvenire </i>si poneva un interrogativo a cui dava
subito una risposta: “Che cosa resta di Sartre? Poco, ma decisivo”.</span><span style="font-family: Arial; font-size: 9pt;"><o:p></o:p></span></p><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<p class="MsoNormal" style="background: white; mso-margin-bottom-alt: auto; mso-margin-top-alt: auto; text-align: justify;"><span style="font-family: Verdana; font-size: 14pt; mso-bidi-font-family: Arial;">Sartre – osserva l’autore dell’articolo – è
sempre stato in “situazione”, con ciò intendendo dire che egli ha quasi
ininterrottamente inteso rappresentare il proprio tempo e quello della società
e del mondo in cui viveva. È certamente vero, almeno sino al maggio
francese. E proprio per questo – continua l’autore – Sartre ha finito col pagare
con la dimenticanza o addirittura con l’oblio. Vero anche questo, ma bisogna
tener conto del fallimento politico della rivoluzione che avrebbe dovuto
portare “l’immaginazione al potere” e che invece ha realizzato il successo di
quanti speravano di sbarazzarsi una volta per tutte della lotta politica,
limitandola al terrorismo più o meno compiacente e preparando, attraverso la
liberazione del costume e dei consumi, l’avvento della globalizzazione, del
cosiddetto capitalismo della sorveglianza e dell’era tecnologica.</span><span style="font-family: Arial; font-size: 9pt;"><o:p></o:p></span></p>
<p class="MsoNormal" style="background: white; mso-margin-bottom-alt: auto; mso-margin-top-alt: auto; text-align: justify;"><span style="font-family: Verdana; font-size: 14pt; mso-bidi-font-family: Arial;">A questo punto, conviene chiedersi con De
Benedetti se non sia venuto il momento di rileggere Sartre, tenuto conto
che, come dice, “alla sovrabbondanza della tecnica corrisponde un diminuire,
sin quasi alla scomparsa, dell’uomo”.</span><span style="font-family: Arial; font-size: 9pt;"><o:p></o:p></span></p>
<p class="MsoNormal" style="background: white; mso-margin-bottom-alt: auto; mso-margin-top-alt: auto; text-align: justify;"><span style="font-family: Verdana; font-size: 14pt; mso-bidi-font-family: Arial;">Il “poco” che resta di Sartre è dunque una
riflessione sul significato dell’esistenza in un mondo che ha finito per
relegare l’essere umano ai margini della Storia. L’occasione è offerta, e direi
non solo, da una nuova edizione de <i>L’essere e il nulla</i> proposta
di recente dal Saggiatore per festeggiare gli ottanta anni dalla sua
pubblicazione (1943-2023).</span><span style="font-family: Arial; font-size: 9pt;"><o:p></o:p></span></p>
<p class="MsoNormal" style="background: white; mso-margin-bottom-alt: auto; mso-margin-top-alt: auto; text-align: justify;"><span style="font-family: Verdana; font-size: 14pt; mso-bidi-font-family: Arial;">------------------</span><span style="font-family: Arial; font-size: 9pt;"><o:p></o:p></span></p>
<p class="MsoNormal" style="background: white; mso-margin-bottom-alt: auto; mso-margin-top-alt: auto; text-align: justify;"><span style="font-family: Verdana; font-size: 14pt; mso-bidi-font-family: Arial;">Per una rilettura, il più possibile
completa, di Sartre ripropongo di seguito in sette post la relazione, con
opportune modifiche, a suo tempo presentata per un convegno di filosofia.</span><span style="font-family: Arial; font-size: 9pt;"><o:p></o:p></span></p>
<h3 style="background: white; margin-bottom: .0001pt; margin: 0cm; text-align: justify;"><span style="font-family: Verdana; font-size: 14pt; font-weight: normal; mso-bidi-font-family: Arial;">Per quanto si riferisce “all’ultimo Sartre” e alle
polemiche accese dai suoi scritti più recenti, suggerisco il post: </span></h3><h3 style="background: white; margin-bottom: .0001pt; margin: 0cm; text-align: justify;"><br /></h3><h3 style="background: white; margin-bottom: .0001pt; margin: 0cm; text-align: justify;"><span style="font-family: Verdana; font-size: 14pt; font-weight: normal; mso-bidi-font-family: Arial;"><a href="https://zibaldone-sergio.blogspot.com/2019/08/le-ultime-interviste-di-sartre-lespoir.html">https://zibaldone-sergio.blogspot.com/2019/08/le-ultime-interviste-di-sartre-lespoir.html</a></span><span style="font-family: Arial;"><o:p></o:p></span></h3></div><h3 style="background: white; margin-bottom: .0001pt; margin: 0cm; text-align: justify;"><span style="font-family: Verdana; font-size: 14pt; font-weight: normal; mso-bidi-font-family: Arial;"><br /></span></h3><h3 style="background: white; margin-bottom: .0001pt; margin: 0cm; text-align: justify;"><span style="font-family: Verdana; font-size: 14pt; font-weight: normal; mso-bidi-font-family: Arial;">Si vedano ancora, su Sartre in generale, i video youtube
seguenti:</span><span style="font-family: Arial; font-size: 14pt;"><o:p></o:p></span></h3><div><span style="font-family: Verdana; font-size: 14pt; font-weight: normal; mso-bidi-font-family: Arial;"><br /></span></div><div><span style="font-family: Verdana; font-size: 14pt; font-weight: normal; mso-bidi-font-family: Arial;"><a href="https://zibaldone-sergio.blogspot.com/2022/03/zibaldone-online-n-23-280322-sartre.html">https://zibaldone-sergio.blogspot.com/2022/03/zibaldone-online-n-23-280322-sartre.html</a><br /></span></div><div><br /></div><div><br /></div><div><a href="https://zibaldone-sergio.blogspot.com/2022/04/zibaldone-online-n-24-04-04-22-sartre.html"><span style="font-size: large;">https://zibaldone-sergio.blogspot.com/2022/04/zibaldone-online-n-24-04-04-22-sartre.html</span></a><br /></div><div><br /></div><div><br /></div><div><a href="https://zibaldone-sergio.blogspot.com/2022/04/zibaldone-online-n-25-11-04-22-sartre.html"><span style="font-size: large;">https://zibaldone-sergio.blogspot.com/2022/04/zibaldone-online-n-25-11-04-22-sartre.html</span></a><br /></div><div><br /></div><div><br /></div><div><p class="MsoNormal" style="background: white; mso-margin-bottom-alt: auto; mso-margin-top-alt: auto;"><span style="font-family: Verdana; font-size: 14pt; mso-bidi-font-family: Arial;">RASSEGNA STAMPA sulla nuova edizione di <i>L’essere e il
nulla</i>, pubblicato da Il Saggiatore il 19 febbraio 2023</span><span style="font-family: Arial; font-size: 9pt;"><o:p></o:p></span></p>
<p class="MsoNormal" style="background: white; mso-margin-bottom-alt: auto; mso-margin-top-alt: auto;"><span style="font-family: Verdana; font-size: 14pt; mso-bidi-font-family: Arial;"> </span><span style="font-family: Arial; font-size: 9pt;"><o:p></o:p></span></p>
<p class="MsoNormal" style="background: white; mso-margin-bottom-alt: auto; mso-margin-top-alt: auto;"><span style="font-family: Verdana; font-size: 14pt; mso-bidi-font-family: Arial;">La riscossa esistenzialista<a href="https://saggiatore.s3.eu-south-1.amazonaws.com/media/rassegne/2023/2023-05-B/2023_05_07-manifesto-Sartre-1.pdf" target="_blank"></a></span><span style="font-family: Arial; font-size: 9pt;"><o:p></o:p></span></p>
<p class="MsoNormal" style="background: white; mso-margin-bottom-alt: auto; mso-margin-top-alt: auto;"><i><span style="font-family: Verdana; font-size: 14pt; mso-bidi-font-family: Arial;"><a href="https://saggiatore.s3.eu-south-1.amazonaws.com/media/rassegne/2023/2023-05-B/2023_05_07-manifesto-Sartre-1.pdf" target="_blank"></a>il manifesto</span></i><span style="font-family: Arial; font-size: 9pt;"><o:p></o:p></span></p>
<p class="MsoNormal" style="background: white; mso-margin-bottom-alt: auto; mso-margin-top-alt: auto;"><span style="font-family: Verdana; font-size: 14pt; mso-bidi-font-family: Arial;"><a href="https://saggiatore.s3.eu-south-1.amazonaws.com/media/rassegne/2023/2023-05-B/2023_05_07-manifesto-Sartre-1.pdf" target="_blank"></a>07 maggio 2023</span><span style="font-family: Arial; font-size: 9pt;"><o:p></o:p></span></p>
<p class="MsoNormal" style="background: white; mso-margin-bottom-alt: auto; mso-margin-top-alt: auto;"><span style="font-family: Verdana; font-size: 14pt; mso-bidi-font-family: Arial;"> </span><span style="font-family: Arial; font-size: 9pt;"><o:p></o:p></span></p>
<p class="MsoNormal" style="background: white; mso-margin-bottom-alt: auto; mso-margin-top-alt: auto;"><span style="font-family: Verdana; font-size: 14pt; mso-bidi-font-family: Arial;">Un'esistenza che precede l'essenza<a href="https://saggiatore.s3.eu-south-1.amazonaws.com/media/rassegne/2023/2023-03-A/2023_03_05-Sole24ore-Sartre.pdf" target="_blank"></a></span><span style="font-family: Arial; font-size: 9pt;"><o:p></o:p></span></p>
<p class="MsoNormal" style="background: white; mso-margin-bottom-alt: auto; mso-margin-top-alt: auto;"><i><span style="font-family: Verdana; font-size: 14pt; mso-bidi-font-family: Arial;"><a href="https://saggiatore.s3.eu-south-1.amazonaws.com/media/rassegne/2023/2023-03-A/2023_03_05-Sole24ore-Sartre.pdf" target="_blank"></a>Il Sole 24 Ore</span></i><span style="font-family: Arial; font-size: 9pt;"><o:p></o:p></span></p>
<p class="MsoNormal" style="background: white; mso-margin-bottom-alt: auto; mso-margin-top-alt: auto;"><span style="font-family: Verdana; font-size: 14pt; mso-bidi-font-family: Arial;"><a href="https://saggiatore.s3.eu-south-1.amazonaws.com/media/rassegne/2023/2023-03-A/2023_03_05-Sole24ore-Sartre.pdf" target="_blank"></a>05 marzo 2023</span><span style="font-family: Arial; font-size: 9pt;"><o:p></o:p></span></p>
<p class="MsoNormal" style="background: white; mso-margin-bottom-alt: auto; mso-margin-top-alt: auto;"><span style="font-family: Verdana; font-size: 14pt; mso-bidi-font-family: Arial;"> </span><span style="font-family: Arial; font-size: 9pt;"><o:p></o:p></span></p>
<p class="MsoNormal" style="background: white; mso-margin-bottom-alt: auto; mso-margin-top-alt: auto;"><span style="font-family: Verdana; font-size: 14pt; mso-bidi-font-family: Arial;">Che cosa resta di Sartre? Poco, ma decisivo<a href="https://saggiatore.s3.eu-south-1.amazonaws.com/media/rassegne/2023/2023-02-C/2023_02_19-Avvenire-Sartre.pdf" target="_blank"></a></span><span style="font-family: Arial; font-size: 9pt;"><o:p></o:p></span></p>
<p class="MsoNormal" style="background: white; mso-margin-bottom-alt: auto; mso-margin-top-alt: auto;"><i><span style="font-family: Verdana; font-size: 14pt; mso-bidi-font-family: Arial;"><a href="https://saggiatore.s3.eu-south-1.amazonaws.com/media/rassegne/2023/2023-02-C/2023_02_19-Avvenire-Sartre.pdf" target="_blank"></a>Avvenire</span></i><span style="font-family: Arial; font-size: 9pt;"><o:p></o:p></span></p>
<p class="MsoNormal" style="background: white; mso-margin-bottom-alt: auto; mso-margin-top-alt: auto;"><span style="font-family: Verdana; font-size: 14pt; mso-bidi-font-family: Arial;"><a href="https://saggiatore.s3.eu-south-1.amazonaws.com/media/rassegne/2023/2023-02-C/2023_02_19-Avvenire-Sartre.pdf" target="_blank"></a>19 febbraio 2023</span><span style="font-family: Arial; font-size: 9pt;"><o:p></o:p></span></p>
<p class="MsoNormal" style="background: white; mso-margin-bottom-alt: auto; mso-margin-top-alt: auto;"><span style="font-family: Verdana; font-size: 14pt; mso-bidi-font-family: Arial;"> </span><span style="font-family: Arial; font-size: 9pt;"><o:p></o:p></span></p>
<p class="MsoNormal" style="background: white; mso-margin-bottom-alt: auto; mso-margin-top-alt: auto;"><span style="font-family: Verdana; font-size: 14pt; mso-bidi-font-family: Arial;">Una nuova veste per "L' essere e il nulla" di Jean-Paul Sartre<a href="https://www.criticaletteraria.org/2023/02/blog-post_18.html" target="_blank"></a></span><span style="font-family: Arial; font-size: 9pt;"><o:p></o:p></span></p>
<p class="MsoNormal" style="background: white; mso-margin-bottom-alt: auto; mso-margin-top-alt: auto;"><i><span style="font-family: Verdana; font-size: 14pt; mso-bidi-font-family: Arial;"><a href="https://www.criticaletteraria.org/2023/02/blog-post_18.html" target="_blank"></a>Critica Letteraria</span></i><span style="font-family: Arial; font-size: 9pt;"><o:p></o:p></span></p>
<p class="MsoNormal" style="background: white; mso-margin-bottom-alt: auto; mso-margin-top-alt: auto;"><span style="font-family: Verdana; font-size: 14pt; mso-bidi-font-family: Arial;"><a href="https://www.criticaletteraria.org/2023/02/blog-post_18.html" target="_blank"></a>18 febbraio 2023</span><span style="font-family: Arial; font-size: 9pt;"><o:p></o:p></span></p>
<p class="MsoNormal" style="background: white; mso-margin-bottom-alt: auto; mso-margin-top-alt: auto;"><span style="font-family: Verdana; font-size: 14pt; mso-bidi-font-family: Arial;"> </span><span style="font-family: Arial; font-size: 9pt;"><o:p></o:p></span></p>
<p class="MsoNormal" style="background: white; mso-margin-bottom-alt: auto; mso-margin-top-alt: auto;"><span style="font-family: Verdana; font-size: 14pt; mso-bidi-font-family: Arial;">Siamo condannati alla libertà<a href="https://zibaldone-sergio.blogspot.com/2024/01/rileggere-sartre-p2a-sarte-filosofo.html">.</a><a href="https://saggiatore.s3.eu-south-1.amazonaws.com/media/rassegne/2023/2023_01_25-Repubblica-Sartre-1-LR.pdf" target="_blank"></a></span><span style="font-family: Arial; font-size: 9pt;"><o:p></o:p></span></p>
<p class="MsoNormal" style="background: white; mso-margin-bottom-alt: auto; mso-margin-top-alt: auto;"><i><span style="font-family: Verdana; font-size: 14pt; mso-bidi-font-family: Arial;"><a href="https://saggiatore.s3.eu-south-1.amazonaws.com/media/rassegne/2023/2023_01_25-Repubblica-Sartre-1-LR.pdf" target="_blank"></a>la Repubblica</span></i><span style="font-family: Arial; font-size: 9pt;"><o:p></o:p></span></p>
<p class="MsoNormal" style="background: white; mso-margin-bottom-alt: auto; mso-margin-top-alt: auto;"><span style="font-family: Verdana; font-size: 14pt; mso-bidi-font-family: Arial;"><a href="https://saggiatore.s3.eu-south-1.amazonaws.com/media/rassegne/2023/2023_01_25-Repubblica-Sartre-1-LR.pdf" target="_blank"></a>25 gennaio 2023</span><span style="font-family: Arial; font-size: 9pt;"><o:p></o:p></span></p>
<p class="MsoNormal"><o:p> </o:p></p>
<p class="MsoNormal"><o:p> </o:p><b><span style="font-size: 14pt;">SEGUE DA:</span></b></p><p class="MsoNormal"><a href="https://zibaldone-sergio.blogspot.com/2024/01/rileggere-sartre-p-1a-sartre-narratore.html">https://zibaldone-sergio.blogspot.com/2024/01/rileggere-sartre-p-1a-sartre-narratore.html</a><br /></p><p class="MsoNormal"><br /></p><p class="MsoNormal"><a href="https://zibaldone-sergio.blogspot.com/2024/01/rileggere-sartre-p2a-sarte-filosofo.html">https://zibaldone-sergio.blogspot.com/2024/01/rileggere-sartre-p2a-sarte-filosofo.html</a><br /></p><p class="MsoNormal"><br /></p><p class="MsoNormal"><a href="https://zibaldone-sergio.blogspot.com/2024/01/rileggere-sartre-p3a-sartre-nel-teatro.html">https://zibaldone-sergio.blogspot.com/2024/01/rileggere-sartre-p3a-sartre-nel-teatro.html</a><br /></p><p class="MsoNormal"><br /></p><p class="MsoNormal"><a href="https://zibaldone-sergio.blogspot.com/2024/01/rileggere-sartre-p4a-sartre-nella.html">https://zibaldone-sergio.blogspot.com/2024/01/rileggere-sartre-p4a-sartre-nella.html</a><br /></p><p class="MsoNormal"><br /></p><p style="text-align: justify;"><b><span style="background: white; color: #333333; font-family: Verdana; font-size: 14pt; mso-bidi-font-family: Arial;">Sartre nella
revisione della critica</span></b><span style="background: white; color: #333333; font-family: Verdana; font-size: 14pt; mso-bidi-font-family: Arial;"><o:p></o:p></span></p><p style="text-align: justify;"><span style="background: white; color: #333333; font-family: Verdana; mso-bidi-font-family: Arial;">Già nel '48 è in atto una revisione della
critica: cominciano i cattolici, ma solo dopo che sono apparsi i primi
contributi scientifici sull'opera di Sartre. In <i>Le problème moral et la pensée de Sartre</i> (Editions du Myrte, Paris,
1947), F. Jeanson ricostruisce adeguatamente il senso di <i>L'Etre et le Néant </i>e degli scritti che vi si riconnettono. Sartre
stesso, in una breve prefazione al testo (pp. 13-14), riconosce la validità del
metodo seguito dal Jeanson nell'esposizione del suo pensiero. <o:p></o:p></span></p><p style="text-align: justify;"><span style="background: white; color: #333333; font-family: Verdana; mso-bidi-font-family: Arial;">Un altro autore, G. Varet, in <i>L'ontologie de Sartre</i>, (P.U.F., Paris,
1948) scrive: «II debito che la filosola francese ha verso Sartre consiste nel
fatto che <i>L'Etre et le Néant</i> è la
prima esposizione di fenomenologia sistematica che sia stata mai fatta in
Francia e la migliore introduzione alle opere dei filosofi tedeschi. Il punto
di partenza della filosofìa di Sartre è lo sviluppo sistematico della
riflessione cartesiana alla luce dell'idea</span><span style="background: white; color: #333333; font-family: Arial; font-size: 6.5pt;"> </span><span style="background: white; color: #333333; font-family: Verdana; mso-bidi-font-family: Arial;">husserliana di intenzionalità: il suo tentativo più valido (anche se
votato allo scacco) è quello di risolvere il problema dell'Essere ricorrendo
alla descrizione fenomenologica (pp. 1-3)</span><span style="background: white; color: #333333;">»</span><span style="background: white; color: #333333; font-family: Verdana; mso-bidi-font-family: Arial;">. Il libro fornisce inoltre una accurata
esposizione del maggior testo filosofìco di Sartre.<o:p></o:p></span></p><p style="text-align: justify;"><span style="background: white; color: #333333; font-family: Verdana; mso-bidi-font-family: Arial;">Sulla scia di questi autori, Henry Duméry
nelle pagine introduttive del suo libro <i>Foi
et Interrogation</i>, dopo aver osservato che sul piano fìlosofìco non esiste
ateismo più virulento di quello sartriano, afferma che «bon gré mal gré»,
occorre affrontare questa filosofìa per molti aspetti sconcertante ma della
quale sono innegabili il vigore, l'influenza e l'ambiguità. D'altra parte –
continua Dumery – sarebbe disonesto
travestire per meglio rifiutarle le tesi sartriane, si tratta invece di
accostarsi a Sartre senza partito preso, soprattutto dopo aver letto gli
scritti di Jeanson, il primo dei critici ad aver valutato positivamente le
opere di Sartre. In conclusione il Duméry, pur tenendo ben ferma la sua
opposizione nei confronti dell'ateismo sartriano si augura di far comprendere
sino in fondo – nella parte del suo libro dedicata allo studio del filosofo
francese – il valore teoretico delle analisi di Sartre<a href="file:///C:/Users/Sergio/Documents/La%20revisione%20della%20critic1.doc#_ftn1" name="_ftnref1" title=""><span class="MsoFootnoteReference"><!--[if !supportFootnotes]--><span class="MsoFootnoteReference"><span style="background-attachment: initial; background-clip: initial; background-image: initial; background-origin: initial; background-position: initial; background-repeat: initial; background-size: initial; color: #333333; font-size: 12pt;">[1]</span></span><!--[endif]--></span></a>.<br />
<!--[if !supportLineBreakNewLine]--><br />
<!--[endif]--><o:p></o:p></span></p><p style="text-align: justify;"><span style="background: white; color: #333333; font-family: Verdana; mso-bidi-font-family: Arial;">Con gli anni '50 si viene componendo,
nella valutazione del sartrismo, quella scissione tra critica e pubblico del
precedente decennio. La conoscenza di Sartre ha ormai varcato i confini nazionali
dando vita ad una fioritura di studi sui vari aspetti della sua opera. Anche la
critica marxista muta completamente d'orizzonte dopo l'avvicinamento di Sartre
al P.C.F. e all'U.R.S.S <a href="file:///C:/Users/Sergio/Documents/La%20revisione%20della%20critic1.doc#_ftn2" name="_ftnref2" title=""><span class="MsoFootnoteReference"><!--[if !supportFootnotes]--><span class="MsoFootnoteReference"><span style="background-attachment: initial; background-clip: initial; background-image: initial; background-origin: initial; background-position: initial; background-repeat: initial; background-size: initial; color: #333333; font-size: 12pt;">[2]</span></span><!--[endif]--></span></a>.<br />
<!--[if !supportLineBreakNewLine]--><br />
<!--[endif]--><o:p></o:p></span></p><p style="text-align: justify;"><span style="background: white; color: #333333; font-family: Verdana; mso-bidi-font-family: Arial;">Nel 1960 Sartre pubblica <i>La Critique de la raison dialectique</i>,
frutto di una riflessione iniziata negli anni '50. I primi giudizi sono
sostanzialmente favorevoli, anche se si sottolinea talora la soluzione di
continuità tra quest'opera e <i>L'Etre et le Néant</i> <a href="file:///C:/Users/Sergio/Documents/La%20revisione%20della%20critic1.doc#_ftn3" name="_ftnref3" title=""><span class="MsoFootnoteReference"><!--[if !supportFootnotes]--><span class="MsoFootnoteReference"><span style="background-attachment: initial; background-clip: initial; background-image: initial; background-origin: initial; background-position: initial; background-repeat: initial; background-size: initial; color: #333333; font-size: 12pt;">[3]</span></span><!--[endif]--></span></a>, oppure
se ne afferma la continuità per porre l'accento sui medesimi vizi di fondo che
sarebbero presenti nelle due opere. <o:p></o:p></span></p><p style="text-align: justify;"><span style="background: white; color: #333333; font-family: Verdana; mso-bidi-font-family: Arial;">Così è per il filosofo comunista Roger
Garaudy in <i>Perspectives de l'homme</i> (P.U.F., Paris 3" ed. 1961 e la nuova
edizione accresciuta del 1969). La I edizione dell'opera del Garaudy è del
1959, già poteva, dunque, tener conto di “Question de méthode” che costituisce
la prefazione di <i>Critique de la raison
dialectique</i>. Sorvolando sull'evoluzione del pensiero sartriano (ciò che non
necessariamente è indice di frattura tra <i>L'Etre
et le Néant</i> e <i>La Critique de la
raison dialectique</i>), Garaudy ribadisce nei confronti di Sartre e
dell'esistenzialismo l'accusa di irrazionalismo e sostiene la contraddittorietà
dell'esistenzialismo sartriano costretto a scegliere tra un atto di fede
irrazionale e una integrazione con il marxismo che non potrebbe realizzarsi se
non con l'abbandono delle premesse irrazionali dell'esistenzialismo stesso. Il
libro contiene anche (pp. 111-114, I ed.) una lettera-risposta di Sartre: in
precedenza, infatti, Garaudy gli aveva sottoposto il manoscritto pregandolo di
commentarlo. In tale lettera Sartre ribadisce la piena conciliabilità tra
esistenzialismo e marxismo secondo quanto aveva già sostenuto in “Question de mèthode”.<o:p></o:p></span></p><p style="text-align: justify;"><span style="background: white; color: #333333; font-family: Verdana; mso-bidi-font-family: Arial;">Un violento attacco alle posizioni della
«Critique» è portato da Lévy-Strauss nel capitolo conclusivo di <i>La pensée Sauvage</i> (Paris 1962) ed è già
preludio alla cosiddetta svolta degli anni Sessanta in cui si comincia a
parlare di crisi del sartrismo nonostante l'attribuzione del Nobel a Sartre nel
'64, premio peraltro rifiutato.<a href="file:///C:/Users/Sergio/Documents/La%20revisione%20della%20critic1.doc#_ftn4" name="_ftnref4" title=""><span class="MsoFootnoteReference"><!--[if !supportFootnotes]--><span class="MsoFootnoteReference"><span style="background-attachment: initial; background-clip: initial; background-image: initial; background-origin: initial; background-position: initial; background-repeat: initial; background-size: initial; color: #333333; font-size: 12pt;">[4]</span></span><!--[endif]--></span></a> .<br />
<!--[if !supportLineBreakNewLine]--><br />
<!--[endif]--><o:p></o:p></span></p><p style="text-align: justify;"><span style="background: white; color: #333333; font-family: Verdana; mso-bidi-font-family: Arial;">La polemica che la « nuova » cultura
francese conduce nei confronti del sartrismo incalza e l'interesse per Sartre
decresce a misura che si afferma l'interesse per lo strutturalismo
(Lévy-Strauss, Foucault), per la psicanalisi (Lacan) e soprattutto per il
marxismo strutturalistico di Althusser. D'altra parte, proprio agli inizi degli
anni Sessanta si viene sviluppando in Francia un attacco contro la filosofia da
parte delle scienze umane. Ciò comporta, non solo una attenuazione d'interesse
per il Sartre filosofo (il quale continua ad assegnare alla filosofia il
compito di una analisi totalizzante del reale), ma anche per il Sartre marxista,
dal momento che, fermo restando l'oggettivismo del marxismo ortodosso, il
materialismo storico dialettico appare sempre meno interessato al tentativo
sartriano di «soggettivazione» e, per contro, sempre più sollecitato ad
utilizzare epistemologia e scienze umane, privilegiando — di contro al
soggetto e alla prassi storica — il concetto di struttura. Ma. Come si vedrà,
la stessa realtà francese si appresta a ridimensionare il marxismo
strutturalistico con l'esplosione rivoluzionaria del maggio del '68. <o:p></o:p></span></p><p class="MsoNormal">
</p><div><!--[if !supportFootnotes]--><br clear="all" />
<hr align="left" size="1" width="33%" />
<!--[endif]-->
<div id="ftn1">
<p class="MsoFootnoteText"><a href="file:///C:/Users/Sergio/Documents/La%20revisione%20della%20critic1.doc#_ftnref1" name="_ftn1" title=""><span class="MsoFootnoteReference"><span style="font-family: Verdana;"><!--[if !supportFootnotes]--><span class="MsoFootnoteReference"><span style="font-size: 10pt;">[1]</span></span><!--[endif]--></span></span></a><span style="font-family: Verdana;"> </span><span style="background: white; color: #333333; font-family: Verdana; mso-bidi-font-family: Arial;"> Cfr. H. Duméry, Foi et Interrogation, Téqui,
Paris, 1953, p. XIII. L'opera comprende una sezione (La question Sartre, pp.
73-123) che raggruppa scritti su Sartre che vanno dal '<st1:metricconverter productid="47 in" w:st="on">47 in</st1:metricconverter> poi. H. Duméry filosofo
della religione e interprete di Blondel, autore fra l'altro di: Le trois tentations
de l'apostolat moderne, Paris, 1948; La philosophie de l'action. Essai sur
l'intellectualisme blondélieneen prefazione di M. Blondel, Paris 1948; De la
méthode dans les sciences in collaborazione con G. Marcel, J. Lacroix, J.
Guitton ecc..., Paris, 1949; La philosophie catholique en France in La
Philosophie francaise, Paris, 1950.<br />
Per i rapporti di Sartre con il comunismo, sino al 1970, si rimanda al citato
libro di F. Fé.<br />
<!--[if !supportLineBreakNewLine]--><br />
<!--[endif]--></span><span style="font-family: Verdana;"><o:p></o:p></span></p>
</div>
<div id="ftn2">
<p class="MsoFootnoteText"><a href="file:///C:/Users/Sergio/Documents/La%20revisione%20della%20critic1.doc#_ftnref2" name="_ftn2" title=""><span class="MsoFootnoteReference"><span style="font-family: Verdana;"><!--[if !supportFootnotes]--><span class="MsoFootnoteReference"><span style="font-size: 10pt;">[2]</span></span><!--[endif]--></span></span></a><span style="font-family: Verdana;"> </span><span style="background: white; color: #333333; font-family: Verdana; mso-bidi-font-family: Arial;">Per i rapporti di
Sartre con il comunismo, sino al 1970, si rimanda al citato libro di F. <br />
<!--[if !supportLineBreakNewLine]--><br />
<!--[endif]--></span><span style="font-family: Verdana;"><o:p></o:p></span></p>
</div>
<div id="ftn3">
<p class="MsoFootnoteText"><a href="file:///C:/Users/Sergio/Documents/La%20revisione%20della%20critic1.doc#_ftnref3" name="_ftn3" title=""><span class="MsoFootnoteReference"><span style="font-family: Verdana;"><!--[if !supportFootnotes]--><span class="MsoFootnoteReference"><span style="font-size: 10pt;">[3]</span></span><!--[endif]--></span></span></a><span style="font-family: Verdana;"> </span><span style="background: white; color: #333333; font-family: Verdana; mso-bidi-font-family: Arial;">Così S. Doubrowsky
in Nouvelle Revue Française, sett.-ott.-nov. 1961.<br />
<!--[if !supportLineBreakNewLine]--><br />
<!--[endif]--></span><span style="font-family: Verdana;"><o:p></o:p></span></p>
</div>
<div id="ftn4">
<p class="MsoFootnoteText"><a href="file:///C:/Users/Sergio/Documents/La%20revisione%20della%20critic1.doc#_ftnref4" name="_ftn4" title=""><span class="MsoFootnoteReference"><span style="font-family: Verdana;"><!--[if !supportFootnotes]--><span class="MsoFootnoteReference"><span style="font-size: 10pt;">[4]</span></span><!--[endif]--></span></span></a><span style="font-family: Verdana;"> </span><span style="background: white; color: #333333; font-family: Verdana; mso-bidi-font-family: Arial;"> Sulla questione relativa al rifiuto del premio
Nobel da parte di Sartre si vedano di M. Contat-M. Rybalka, op. cit., le pp.
401-408. Cfr. inoltre: R. Jean, Non récupérable, ou Sartre prix Nobel, in «
Cahiers du Sud », nov.-dic., 1964.<br />
<!--[if !supportLineBreakNewLine]--><br />
<!--[endif]--></span><span style="font-family: Verdana;"><o:p></o:p></span></p>
</div>
</div><p class="MsoNormal"><b>S E G U E </b></p><p class="MsoNormal"><span style="font-family: courier;">sergio magaldi</span></p><p class="MsoNormal"><br /></p><br /></div>Sergio Magaldihttp://www.blogger.com/profile/06683710900430631479noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-5368042956865960557.post-40285863887005567872024-02-23T09:20:00.000+01:002024-02-23T09:20:52.879+01:00Viaggio nella Qabbalah – La luce di Kether e il Campo Quantico (p.8ª)<iframe frameborder="0" height="270" src="https://youtube.com/embed/VOFtM711f68?si=NSShJ8UJoljKNdeW" width="480"></iframe><div><br /></div><div><br /></div><div><br /></div><div><span class="yt-core-attributed-string--link-inherit-color" style="background: rgba(0, 0, 0, 0.05); border: 0px; color: #131313; font-family: Roboto, Arial, sans-serif; font-size: 14px; margin: 0px; padding: 0px; white-space-collapse: preserve;">Dalla Sapienza di Chokmah saliamo infine all’apice dell’Albero della vita dove incontriamo Kether, la Sephirah “non manifesta” da cui emana tutta la manifestazione della realtà, quasi un “punto compresso” dello spazio-tempo dal quale, secondo alcune concezioni della scienza, ebbe luogo il Big Bang.
Kether è la Corona alla testa dell’Albero, l’uno che è alla radice di tutti i numeri, ma al tempo stesso si trova all’estremità del Nulla (AIN), lo zero assoluto, dell’Infinito (AIN SOF) e della Luce infinita (AIN SOF OR).
Kether è a sua volta tripartita, dando luogo alla Triade superiore della Qabbalah (Padre-Madre-Spirito) e determinando il concetto di Trinità divina presente nelle religioni positive (per esempio: la Trinità cristiana di Padre-Figlio e Spirito Santo, la Trimurti dell’Induismo: Brahama-Vishnu-Shiva, la Trinità buddista di Corpo-Parola e Mente etc…).
Da Kether, attraverso le Sephiroth e a cominciare da Chokmah (luce-energia-materia) giungono a Malkuth (universo) 620 pilastri di luce, quasi un Campo Quantico in cui ogni energia è interconnessa con tutte le altre attraverso una fitta e invisibile rete.
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Piccola bibliografia di riferimento:
• Fisica quantistica per poeti - Bollati Boringhieri
di Leon M. Lederman, Christopher T. Hill
• Il tao della fisica - Gli Adelphi
di Fritjof Capra
• Biocentrismo. L'universo, la coscienza. La nuova teoria del tutto
- Il Saggiatore, di Robert Lanza
• Oltre il biocentrismo. Ripensare il tempo, lo spazio e l'illusione della morte
- Il Saggiatore, di Robert Lanza
• Il grande disegno biocentrico. Come la vita crea la realtà
- Il Saggiatore, di Robert Lanza
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La nona puntata di “Viaggio nella Qabbalah” andrà in rete lunedì 4 Marzo alle ore 19,00.
Per rivedere le puntate precedenti:
Prima Puntata: </span><span class="yt-core-attributed-string--link-inherit-color" style="background: rgba(0, 0, 0, 0.05); border: 0px; color: #065fd4; font-family: Roboto, Arial, sans-serif; font-size: 14px; margin: 0px; padding: 0px; white-space-collapse: preserve;"><a class="yt-core-attributed-string__link yt-core-attributed-string__link--display-type yt-core-attributed-string__link--call-to-action-color" force-new-state="true" href="https://www.youtube.com/live/_U2H3OcmPis?si=ipI_P6vz2QDpJpU0" rel="nofollow" style="display: inline; text-decoration-line: none;" tabindex="0" target="">https://www.youtube.com/live/_U2H3Ocm...</a></span><span class="yt-core-attributed-string--link-inherit-color" style="background: rgba(0, 0, 0, 0.05); border: 0px; color: #131313; font-family: Roboto, Arial, sans-serif; font-size: 14px; margin: 0px; padding: 0px; white-space-collapse: preserve;">
Seconda Puntata: </span><span class="yt-core-attributed-string--link-inherit-color" style="background: rgba(0, 0, 0, 0.05); border: 0px; color: #065fd4; font-family: Roboto, Arial, sans-serif; font-size: 14px; margin: 0px; padding: 0px; white-space-collapse: preserve;"><a class="yt-core-attributed-string__link yt-core-attributed-string__link--display-type yt-core-attributed-string__link--call-to-action-color" force-new-state="true" href="https://www.youtube.com/live/2scKy5NNwcU?si=Yk7mP8a6pMglP3SJ" rel="nofollow" style="display: inline; text-decoration-line: none;" tabindex="0" target="">https://www.youtube.com/live/2scKy5NN...</a></span><span class="yt-core-attributed-string--link-inherit-color" style="background: rgba(0, 0, 0, 0.05); border: 0px; color: #131313; font-family: Roboto, Arial, sans-serif; font-size: 14px; margin: 0px; padding: 0px; white-space-collapse: preserve;">
Terza Puntata: </span><span class="yt-core-attributed-string--link-inherit-color" style="background: rgba(0, 0, 0, 0.05); border: 0px; color: #065fd4; font-family: Roboto, Arial, sans-serif; font-size: 14px; margin: 0px; padding: 0px; white-space-collapse: preserve;"><a class="yt-core-attributed-string__link yt-core-attributed-string__link--display-type yt-core-attributed-string__link--call-to-action-color" force-new-state="true" href="https://www.youtube.com/live/NR09h6YCn5s?si=bN-n89mbWmhXQfih" rel="nofollow" style="display: inline; text-decoration-line: none;" tabindex="0" target="">https://www.youtube.com/live/NR09h6YC...</a></span><span class="yt-core-attributed-string--link-inherit-color" style="background: rgba(0, 0, 0, 0.05); border: 0px; color: #131313; font-family: Roboto, Arial, sans-serif; font-size: 14px; margin: 0px; padding: 0px; white-space-collapse: preserve;">
Quarta Puntata: </span><span class="yt-core-attributed-string--link-inherit-color" style="background: rgba(0, 0, 0, 0.05); border: 0px; color: #065fd4; font-family: Roboto, Arial, sans-serif; font-size: 14px; margin: 0px; padding: 0px; white-space-collapse: preserve;"><a class="yt-core-attributed-string__link yt-core-attributed-string__link--display-type yt-core-attributed-string__link--call-to-action-color" force-new-state="true" href="https://www.youtube.com/live/NeB4L1-45tU?si=ZemlWcqZQz1FFuXy" rel="nofollow" style="display: inline; text-decoration-line: none;" tabindex="0" target="">https://www.youtube.com/live/NeB4L1-4...</a></span><span class="yt-core-attributed-string--link-inherit-color" style="background: rgba(0, 0, 0, 0.05); border: 0px; color: #131313; font-family: Roboto, Arial, sans-serif; font-size: 14px; margin: 0px; padding: 0px; white-space-collapse: preserve;">
Quinta Puntata: </span><span class="yt-core-attributed-string--link-inherit-color" style="background: rgba(0, 0, 0, 0.05); border: 0px; color: #065fd4; font-family: Roboto, Arial, sans-serif; font-size: 14px; margin: 0px; padding: 0px; white-space-collapse: preserve;"><a class="yt-core-attributed-string__link yt-core-attributed-string__link--display-type yt-core-attributed-string__link--call-to-action-color" force-new-state="true" href="https://www.youtube.com/live/wNwK3rtbhSg?si=eP6NtG5Q4qgnbF7O" rel="nofollow" style="display: inline; text-decoration-line: none;" tabindex="0" target="">https://www.youtube.com/live/wNwK3rtb...</a></span><span class="yt-core-attributed-string--link-inherit-color" style="background: rgba(0, 0, 0, 0.05); border: 0px; color: #131313; font-family: Roboto, Arial, sans-serif; font-size: 14px; margin: 0px; padding: 0px; white-space-collapse: preserve;">
Sesta Puntata: </span><span class="yt-core-attributed-string--link-inherit-color" style="background: rgba(0, 0, 0, 0.05); border: 0px; color: #065fd4; font-family: Roboto, Arial, sans-serif; font-size: 14px; margin: 0px; padding: 0px; white-space-collapse: preserve;"><a class="yt-core-attributed-string__link yt-core-attributed-string__link--display-type yt-core-attributed-string__link--call-to-action-color" force-new-state="true" href="https://www.youtube.com/live/XNkqyGeaxXc?si=CO8AryfGOi9njILq" rel="nofollow" style="display: inline; text-decoration-line: none;" tabindex="0" target="">https://www.youtube.com/live/XNkqyGea...</a></span><span class="yt-core-attributed-string--link-inherit-color" style="background: rgba(0, 0, 0, 0.05); border: 0px; color: #131313; font-family: Roboto, Arial, sans-serif; font-size: 14px; margin: 0px; padding: 0px; white-space-collapse: preserve;">
Settima Puntata: </span><span class="yt-core-attributed-string--link-inherit-color" style="background: rgba(0, 0, 0, 0.05); border: 0px; color: #065fd4; font-family: Roboto, Arial, sans-serif; font-size: 14px; margin: 0px; padding: 0px; white-space-collapse: preserve;"><a class="yt-core-attributed-string__link yt-core-attributed-string__link--display-type yt-core-attributed-string__link--call-to-action-color" force-new-state="true" href="https://www.youtube.com/live/zSHd4R6Wmmw?si=XO1AwXAPF_GczmZS" rel="nofollow" style="display: inline; text-decoration-line: none;" tabindex="0" target="">https://www.youtube.com/live/zSHd4R6W...</a></span></div>Sergio Magaldihttp://www.blogger.com/profile/06683710900430631479noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-5368042956865960557.post-24570469513625415812024-02-07T10:33:00.000+01:002024-02-07T10:33:14.882+01:00Viaggio nella Qabbalah - "Sapienza" e Teoria del Tutto (p.7ª)<iframe frameborder="0" height="270" src="https://youtube.com/embed/zSHd4R6Wmmw?si=jv5Rccr-tUjsvZwh" width="480"></iframe><div><br /></div><div><br /></div><div><br /></div><div><span class="yt-core-attributed-string--link-inherit-color" style="background: rgba(0, 0, 0, 0.05); border: 0px; color: #131313; font-family: Roboto, Arial, sans-serif; font-size: 14px; margin: 0px; padding: 0px; white-space-collapse: preserve;">Soffermandoci ancora sulle 50 Porte di Binah e sul particolare significato che il numero 50 assume nella tradizione ebraico-cabbalistica, raggiungeremo poi Yachin – il pilastro destro dell’albero della vita – che nella lingua ebraica ha lo stesso valore numerico di Maim acqua e di Man manna.
Yachin, infatti, si scrive da destra a sinistra con le lettere Yud(10)- Kaf(20) -Yud(10) -Nun(50)=90.
Maim si scrive, sempre da destra a sinistra con Mem(40) -Yud(10) -Maim(40)=90.
Infine, Man si scrive con una Mem(40) e una Nun(50)=90.
Nel punto più alto del pilastro destro si colloca Chokmah, che nel corpo umano rappresenta l’emisfero destro del cervello e che con la sua intuizione è in grado di illuminare l’intelligenza.
Tutto ha inizio con questa Sephirah che grazie alla luce di Kether, la corona o apice dell’albero della vita, è in grado di fecondare Binah, così com’è scritto in Proverbi 8, 22-23:
«Il Signore mi ha creato all’inizio della sua attività, prima di ogni sua opera, fin da allora. Dall’eternità sono stata costituita, fin dal principio, dagli inizi della terra»
Il ruolo di Chokmah – Sapienza – sarà infine analizzato alla luce dei testi sapienziali contenuti nella Bibbia ebraica e in quella cattolica.
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L’ottava puntata di “Viaggio nella Qabbalah” andrà in rete lunedì 19 febbraio alle ore 19,00.
Per rivedere le puntate precedenti:
Prima Puntata: </span><span class="yt-core-attributed-string--link-inherit-color" style="background: rgba(0, 0, 0, 0.05); border: 0px; color: #065fd4; font-family: Roboto, Arial, sans-serif; font-size: 14px; margin: 0px; padding: 0px; white-space-collapse: preserve;"><a class="yt-core-attributed-string__link yt-core-attributed-string__link--display-type yt-core-attributed-string__link--call-to-action-color" force-new-state="true" href="https://www.youtube.com/live/_U2H3Ocm.." rel="nofollow" style="display: inline; text-decoration-line: none;" tabindex="0" target="">https://www.youtube.com/live/_U2H3Ocm..</a></span><span class="yt-core-attributed-string--link-inherit-color" style="background: rgba(0, 0, 0, 0.05); border: 0px; color: #131313; font-family: Roboto, Arial, sans-serif; font-size: 14px; margin: 0px; padding: 0px; white-space-collapse: preserve;">.
Seconda Puntata: </span><span class="yt-core-attributed-string--link-inherit-color" style="background: rgba(0, 0, 0, 0.05); border: 0px; color: #065fd4; font-family: Roboto, Arial, sans-serif; font-size: 14px; margin: 0px; padding: 0px; white-space-collapse: preserve;"><a class="yt-core-attributed-string__link yt-core-attributed-string__link--display-type yt-core-attributed-string__link--call-to-action-color" force-new-state="true" href="https://www.youtube.com/live/2scKy5NN.." rel="nofollow" style="display: inline; text-decoration-line: none;" tabindex="0" target="">https://www.youtube.com/live/2scKy5NN..</a></span><span class="yt-core-attributed-string--link-inherit-color" style="background: rgba(0, 0, 0, 0.05); border: 0px; color: #131313; font-family: Roboto, Arial, sans-serif; font-size: 14px; margin: 0px; padding: 0px; white-space-collapse: preserve;">.
Terza Puntata: </span><span class="yt-core-attributed-string--link-inherit-color" style="background: rgba(0, 0, 0, 0.05); border: 0px; color: #065fd4; font-family: Roboto, Arial, sans-serif; font-size: 14px; margin: 0px; padding: 0px; white-space-collapse: preserve;"><a class="yt-core-attributed-string__link yt-core-attributed-string__link--display-type yt-core-attributed-string__link--call-to-action-color" force-new-state="true" href="https://www.youtube.com/live/NR09h6YC.." rel="nofollow" style="display: inline; text-decoration-line: none;" tabindex="0" target="">https://www.youtube.com/live/NR09h6YC..</a></span><span class="yt-core-attributed-string--link-inherit-color" style="background: rgba(0, 0, 0, 0.05); border: 0px; color: #131313; font-family: Roboto, Arial, sans-serif; font-size: 14px; margin: 0px; padding: 0px; white-space-collapse: preserve;">.
Quarta Puntata: </span><span class="yt-core-attributed-string--link-inherit-color" style="background: rgba(0, 0, 0, 0.05); border: 0px; color: #065fd4; font-family: Roboto, Arial, sans-serif; font-size: 14px; margin: 0px; padding: 0px; white-space-collapse: preserve;"><a class="yt-core-attributed-string__link yt-core-attributed-string__link--display-type yt-core-attributed-string__link--call-to-action-color" force-new-state="true" href="https://www.youtube.com/live/NeB4L1-4.." rel="nofollow" style="display: inline; text-decoration-line: none;" tabindex="0" target="">https://www.youtube.com/live/NeB4L1-4..</a></span><span class="yt-core-attributed-string--link-inherit-color" style="background: rgba(0, 0, 0, 0.05); border: 0px; color: #131313; font-family: Roboto, Arial, sans-serif; font-size: 14px; margin: 0px; padding: 0px; white-space-collapse: preserve;">.
Quinta Puntata: </span><span class="yt-core-attributed-string--link-inherit-color" style="background: rgba(0, 0, 0, 0.05); border: 0px; color: #065fd4; font-family: Roboto, Arial, sans-serif; font-size: 14px; margin: 0px; padding: 0px; white-space-collapse: preserve;"><a class="yt-core-attributed-string__link yt-core-attributed-string__link--display-type yt-core-attributed-string__link--call-to-action-color" force-new-state="true" href="https://www.youtube.com/live/wNwK3rtb.." rel="nofollow" style="display: inline; text-decoration-line: none;" tabindex="0" target="">https://www.youtube.com/live/wNwK3rtb..</a></span><span class="yt-core-attributed-string--link-inherit-color" style="background: rgba(0, 0, 0, 0.05); border: 0px; color: #131313; font-family: Roboto, Arial, sans-serif; font-size: 14px; margin: 0px; padding: 0px; white-space-collapse: preserve;">.
Sesta Puntata: </span><span class="yt-core-attributed-string--link-inherit-color" style="background: rgba(0, 0, 0, 0.05); border: 0px; color: #065fd4; font-family: Roboto, Arial, sans-serif; font-size: 14px; margin: 0px; padding: 0px; white-space-collapse: preserve;"><a class="yt-core-attributed-string__link yt-core-attributed-string__link--display-type yt-core-attributed-string__link--call-to-action-color" force-new-state="true" href="https://www.youtube.com/live/XNkqyGeaxXc?si=HZ6tnqPP684zEIbJ" rel="nofollow" style="display: inline; text-decoration-line: none;" tabindex="0" target="">https://www.youtube.com/live/XNkqyGea...</a></span></div>Sergio Magaldihttp://www.blogger.com/profile/06683710900430631479noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-5368042956865960557.post-27347856716825160552024-01-27T10:08:00.003+01:002024-01-27T10:08:42.628+01:00IL GIORNO DELLA MEMORIA 27 GENNAIO 2024<p></p><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgp6zLcA-tXvjmsAmSdcdd6fqIowY9jjDsbBULhF0oDM7OvcXmj_lJTS9BNxsLGbtDqqvibgyL13QQfuH4ghFYM_V43F2SFK6jFIpkAjaaYgwtiEIBnks2krS9PXWNAzgUPCJ1YrlMCYBJIDJG2KBvhIDHe8ixKbb7J8yyjkqhRlEI4DH7Pz64zVGFiPYj2/s512/Auschwitz%200bbfdaca-ef0e-4bf3-afdc-250a30f35f8c.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="355" data-original-width="512" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgp6zLcA-tXvjmsAmSdcdd6fqIowY9jjDsbBULhF0oDM7OvcXmj_lJTS9BNxsLGbtDqqvibgyL13QQfuH4ghFYM_V43F2SFK6jFIpkAjaaYgwtiEIBnks2krS9PXWNAzgUPCJ1YrlMCYBJIDJG2KBvhIDHe8ixKbb7J8yyjkqhRlEI4DH7Pz64zVGFiPYj2/s16000/Auschwitz%200bbfdaca-ef0e-4bf3-afdc-250a30f35f8c.jpg" /></a></div><br /> <p></p><p style="text-align: justify;"><span style="font-size: large;">"Dopo ogni guerra gli uomini dicono: 'Questo non accadrà mai più, è stato così terribile, bisogna evitare a qualsiasi prezzo che si ripeta, e sempre di nuovo gli uomini devono combattere gli uni contro gli altri, questo non cambierà mai: finché sulla terra vi saranno degli uomini saranno sempre in lotta e quando ci sarà la pace cercheranno nuovi pretesti per scontrarsi"</span></p><p style="text-align: justify;"><span style="font-size: large;"><b>Anne Frank,</b><i> Racconti dell'alloggio segreto</i>, trad.it., Einaudi, Torino, 1983, p.152</span></p>Sergio Magaldihttp://www.blogger.com/profile/06683710900430631479noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-5368042956865960557.post-72386103286511497852024-01-23T09:58:00.002+01:002024-01-23T09:58:19.548+01:00Viaggio nella Qabbalah - Il Tetragramma e la Madre dei Mondi (p.6ª)<iframe frameborder="0" height="270" src="https://youtube.com/embed/XNkqyGeaxXc?si=JevGhdqX-Q55luQp" width="480"></iframe><div><br /></div><div><br /></div><div><br /></div><div><p class="MsoNormal" style="text-align: justify;"><span style="font-family: Verdana;"> La conoscenza unificata acquisita in Da’at che
non fa parte dell’Albero della Vita o delle Sephirot ma che appartiene al
progetto umano dell’Albero della Conoscenza, ci consente ora di salire in
Binah, sephirah dell’intelligenza e della prudenza. <o:p></o:p></span></p>
<p class="MsoNormal" style="text-align: justify;"><span style="font-family: Verdana;"> </span></p>
<p class="MsoNormal" style="text-align: justify;"><span style="font-family: Verdana;">Collocata
sul pilastro sinistro dell’Albero, Binah è “em ha’olam”, la “madre dei mondi”,
la matrice universale di ogni forma, la Forza (Boaz) da cui scaturisce il fuoco
che divampa dalla terra, così come alla sephirah Chochmah, collocata sul
pilastro destro (Yachin), si suole assegnare l’acqua. In realtà, tuttavia, tra
le due Sephiroth c’è interscambio degli elementi: dall’acqua delle profondità
della terra, al fuoco del cielo (Shamayim= esh fuoco, mayim acqua) dove si
raccolgono le acque superiori di Chokmah, così com’è detto in Genesi 1, 6-10:<o:p></o:p></span></p>
<p class="MsoNormal" style="text-align: justify;"><span style="font-family: Verdana;"> </span></p>
<p class="MsoNormal" style="text-align: justify;"><span style="font-family: Verdana;">«Elohim
disse: vi sia un firmamento in mezzo alle acque che tenga separate le acque
dalle acque. Elohim fece il firmamento e separò le acque che sono sotto il
firmamento dalle acque che sono al di sopra del firmamento. E così fu. Elohim
chiamò firmamento il cielo; e fu sera e fu mattina: secondo giorno. Elohim
disse: si raccolgano le acque che sono sotto il cielo in un sol luogo e appaia
l’asciutto. E così fu. Elohim chiamò l’asciutto “terra” e la raccolta delle
acque chiamò “mari” ed Elohim vide che era cosa buona</span>»<span style="font-family: Verdana;"><o:p></o:p></span></p>
<p class="MsoNormal" style="text-align: justify;"><span style="font-family: Verdana;"> </span></p>
<p class="MsoNormal" style="text-align: justify;"><span style="font-family: Verdana;">Nell’essere
umano Binah rappresenta l’emisfero sinistro del cervello al quale, in gran
parte, sono connesse le attività logiche: dal linguaggio, al calcolo, alla
filosofia, alla scienza e ad ogni forma del pensiero razionale. D’altra parte,
questa Sephirah, come già detto, non è da considerarsi isolatamente – così come
l’emisfero sinistro del cervello si connette necessariamente al destro – e la si comprende pienamente solo in
relazione a Chochmah (Sapienza) e a Da’at (Conoscenza), così come è detto in
Proverbi 24,3-4:<o:p></o:p></span></p>
<p class="MsoNormal" style="text-align: justify;"><span style="font-family: Verdana;"> </span></p>
<p class="MsoNormal" style="text-align: justify;"><span style="font-family: Verdana;">«La
casa si costruisce con la <i>saggezza</i> e
si rende stabile con <i>intelligenza e
prudenza</i>, mediante la <i>conoscenza</i>
se ne riempiono le stanze di ogni specie di beni preziosi e gradevoli</span>»<span style="font-family: Verdana;"><o:p></o:p></span></p>
<p class="MsoNormal" style="text-align: justify;"><u><span style="font-family: Verdana;"> </span></u></p>
<span style="font-family: Verdana; font-size: 12.0pt; mso-ansi-language: IT; mso-bidi-font-family: "Times New Roman"; mso-bidi-language: AR-SA; mso-fareast-font-family: "Times New Roman"; mso-fareast-language: IT;">La settima puntata di “Viaggio nella Qabbalah”
andrà in rete lunedì 5 febbraio. </span></div>Sergio Magaldihttp://www.blogger.com/profile/06683710900430631479noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-5368042956865960557.post-67231154462773560202024-01-16T19:41:00.000+01:002024-01-16T19:41:41.506+01:00L'ESONERO DI MOURINHO: si lotta per la Champions o per non retrocedere?<p></p><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiX-J6-O142GmYq3yuK39AMj43jg099uu5Al7iS-6zn7f7yHSGl_moMiskCPCWpjxQojvDifRRwf4nIPtJbo50rAqkNHhGIDoIGHFZzbboz88oBtnLzVoCoXbV0MjvDyEfxHMzNssLxDg-xY9x1qwQH5FblMSjy5b725I6kC0a_iRYEHjfcYViFPoPzgKTM/s275/Mourinho%202%20images.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="183" data-original-width="275" height="266" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiX-J6-O142GmYq3yuK39AMj43jg099uu5Al7iS-6zn7f7yHSGl_moMiskCPCWpjxQojvDifRRwf4nIPtJbo50rAqkNHhGIDoIGHFZzbboz88oBtnLzVoCoXbV0MjvDyEfxHMzNssLxDg-xY9x1qwQH5FblMSjy5b725I6kC0a_iRYEHjfcYViFPoPzgKTM/w400-h266/Mourinho%202%20images.jpg" width="400" /></a></div><br /> <p></p><p></p><p class="MsoNormal" style="text-align: justify;"><span style="font-family: Verdana; font-size: 14.0pt;"> Già lo scorso ottobre, prima della trasferta della Roma
a<span style="mso-spacerun: yes;"> </span>Cagliari, il <i style="mso-bidi-font-style: normal;">Corriere dello Sport</i> annunciò a tutta pagina il probabile esonero
di Mourinho in caso di sconfitta. Scrivevo allora: «<span style="background: white; color: #202124;">C’è da chiedersi come la proprietà non si renda conto che la
squadra risulta notevolmente indebolita rispetto all’anno scorso (…) alla luce
di quanto sopra, come è possibile imputare a Mourinho il calo di rendimento
della squadra? Probabilmente la proprietà non conosce in modo approfondito il
mondo del calcio, ma perché ha consentito la politica del “Vorrei ma non posso”
che ha portato all’ingaggio di giocatori più o meno considerati importanti o
addirittura campioni, liberi sul mercato e dunque a parametro zero perché
reduci da infortuni anche gravi? Non sarebbe stato meglio qualche acquisto
mirato di giocatori <i>sani</i>, magari utilizzando una parte degli oltre
60 milioni ricavati dalla vendita di Ibañez e di giovani promettenti
come Volpato, Tahirovic e Missori?</span></span><span style="background: white; color: #202124; font-size: 14.0pt;">»</span><span style="font-family: Verdana; font-size: 14.0pt;"><o:p></o:p></span></p>
<p class="MsoNormal" style="text-align: justify;"><span style="font-family: Verdana; font-size: 14.0pt;"><o:p> </o:p></span></p>
<p class="MsoNormal" style="text-align: justify;"><span style="font-family: Verdana; font-size: 14.0pt;">Poi i giallorossi vinsero 4-<st1:metricconverter productid="1 a" w:st="on">1 a</st1:metricconverter> Cagliari e il licenziamento
fu rimandato. Sino a questa mattina. Va via Mourinho, licenziato come si suole
dire su due piedi e arriva De Rossi. L’allenatore più amato dai tifosi lascia
il posto ad un romano, all’ex giocatore, forse il più amato, dopo Totti dagli
stessi tifosi, ma con la sola esperienza della panchina della Spal in serie B,
conclusasi con un esonero. La proprietà, che da tempo voleva liberarsi di
Mourinho, ha certamente agito con astuzia ma poco preoccupata del destino della
società giallorossa. Considerando infatti l’attuale rosa della Roma – tra
giocatori fragili, infortunati e/o modesti – viene da chiedersi se non fosse
proprio Mourinho, con il suo carisma, l’unico allenatore capace di portare la
squadra fuori dalla crisi, tentando ancora la scalata al quarto posto della
classifica (utile per accedere alla Champions) che del resto la Roma ricopriva
solo poco tempo fa. Per paradossale che possa sembrare, pur con tutti gli
auguri che si devono a De Rossi, emerge la preoccupazione che la squadra non si
ritrovi improvvisamente a lottare per non retrocedere. Facciamo pure tutti gli
scongiuri di rito, ma la preoccupazione resta!<o:p></o:p></span></p>
<p class="MsoNormal" style="text-align: justify;"><span style="font-family: Verdana; font-size: 14.0pt;"><o:p> </o:p></span></p>
<p class="MsoNormal" style="text-align: justify;"><span style="font-family: "Courier New";">sergio
magaldi<o:p></o:p></span></p><br /><p></p>Sergio Magaldihttp://www.blogger.com/profile/06683710900430631479noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-5368042956865960557.post-68149050097037441282024-01-14T12:37:00.001+01:002024-01-14T12:37:52.425+01:00RILEGGERE SARTRE (P.4a. Sartre nella critica di cattolici e marxisti)<p></p><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhXXPIXOH4QnYtbggQj1vbqm7GE_kaPzDNg0KkQ8R-L5t9KYYImtPNGeVD_TzjNOVGnAS54k1zi64shsSaRqrWXndOVM1RAhYjYYBHU_Lpw5k__XU_iRUBrG3f2wQDorYtwXVwOeN9Zl3iq4tARCBKiF68g6UhaNlIkVqCKAf6erIUKi_1YLiIdzfRRHNog/s757/Les%20Temps%20modernes%202566891123139_0_536_0_75.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="757" data-original-width="536" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhXXPIXOH4QnYtbggQj1vbqm7GE_kaPzDNg0KkQ8R-L5t9KYYImtPNGeVD_TzjNOVGnAS54k1zi64shsSaRqrWXndOVM1RAhYjYYBHU_Lpw5k__XU_iRUBrG3f2wQDorYtwXVwOeN9Zl3iq4tARCBKiF68g6UhaNlIkVqCKAf6erIUKi_1YLiIdzfRRHNog/s16000/Les%20Temps%20modernes%202566891123139_0_536_0_75.jpg" /></a></div><br /> <p></p><p></p><p class="MsoNormal" style="background: white; mso-margin-bottom-alt: auto; mso-margin-top-alt: auto; text-align: justify;"><span style="font-family: Verdana; font-size: 14.0pt; mso-bidi-font-family: Arial;"> Meno di un anno fa, Riccardo De
Benedetti su <i>Avvenire </i>si poneva un interrogativo a cui dava
subito una risposta: “Che cosa resta di Sartre? Poco, ma decisivo”.</span><span style="font-family: Arial; font-size: 9.0pt;"><o:p></o:p></span></p>
<p class="MsoNormal" style="background: white; mso-margin-bottom-alt: auto; mso-margin-top-alt: auto; text-align: justify;"><span style="font-family: Verdana; font-size: 14.0pt; mso-bidi-font-family: Arial;">Sartre – osserva l’autore dell’articolo – è
sempre stato in “situazione”, con ciò intendendo dire che egli ha quasi
ininterrottamente inteso rappresentare il proprio tempo e quello della società
e del mondo in cui viveva. È certamente vero, almeno sino al maggio
francese. E proprio per questo – continua l’autore – Sartre ha finito col pagare
con la dimenticanza o addirittura con l’oblio. Vero anche questo, ma bisogna
tener conto del fallimento politico della rivoluzione che avrebbe dovuto
portare “l’immaginazione al potere” e che invece ha realizzato il successo di
quanti speravano di sbarazzarsi una volta per tutte della lotta politica,
limitandola al terrorismo più o meno compiacente e preparando, attraverso la
liberazione del costume e dei consumi, l’avvento della globalizzazione, del
cosiddetto capitalismo della sorveglianza e dell’era tecnologica.</span><span style="font-family: Arial; font-size: 9.0pt;"><o:p></o:p></span></p>
<p class="MsoNormal" style="background: white; mso-margin-bottom-alt: auto; mso-margin-top-alt: auto; text-align: justify;"><span style="font-family: Verdana; font-size: 14.0pt; mso-bidi-font-family: Arial;">A questo punto, conviene chiedersi con De
Benedetti se non sia venuto il momento di rileggere Sartre, tenuto conto
che, come dice, “alla sovrabbondanza della tecnica corrisponde un diminuire,
sin quasi alla scomparsa, dell’uomo”.</span><span style="font-family: Arial; font-size: 9.0pt;"><o:p></o:p></span></p>
<p class="MsoNormal" style="background: white; mso-margin-bottom-alt: auto; mso-margin-top-alt: auto; text-align: justify;"><span style="font-family: Verdana; font-size: 14.0pt; mso-bidi-font-family: Arial;">Il “poco” che resta di Sartre è dunque una
riflessione sul significato dell’esistenza in un mondo che ha finito per
relegare l’essere umano ai margini della Storia. L’occasione è offerta, e direi
non solo, da una nuova edizione de <i>L’essere e il nulla</i> proposta
di recente dal Saggiatore per festeggiare gli ottanta anni dalla sua
pubblicazione (1943-2023).</span><span style="font-family: Arial; font-size: 9.0pt;"><o:p></o:p></span></p>
<p class="MsoNormal" style="background: white; mso-margin-bottom-alt: auto; mso-margin-top-alt: auto; text-align: justify;"><span style="font-family: Verdana; font-size: 14.0pt; mso-bidi-font-family: Arial;">------------------</span><span style="font-family: Arial; font-size: 9.0pt;"><o:p></o:p></span></p>
<p class="MsoNormal" style="background: white; mso-margin-bottom-alt: auto; mso-margin-top-alt: auto; text-align: justify;"><span style="font-family: Verdana; font-size: 14.0pt; mso-bidi-font-family: Arial;">Per una rilettura, il più possibile
completa, di Sartre ripropongo di seguito in sette post la relazione, con
opportune modifiche, a suo tempo presentata per un convegno di filosofia.</span><span style="font-family: Arial; font-size: 9.0pt;"><o:p></o:p></span></p>
<h3 style="background: white; margin-bottom: .0001pt; margin: 0cm; text-align: justify;"><span style="font-family: Verdana; font-size: 14.0pt; font-weight: normal; mso-bidi-font-family: Arial;">Per quanto si riferisce “all’ultimo Sartre” e alle
polemiche accese dai suoi scritti più recenti, suggerisco il post: </span><span style="font-family: Arial;"><o:p></o:p></span></h3><div><span style="font-family: Verdana; font-size: 14.0pt; font-weight: normal; mso-bidi-font-family: Arial;"><br /></span></div><div><span style="font-family: Verdana; font-size: 14.0pt; font-weight: normal; mso-bidi-font-family: Arial;"><br /></span></div><div><span style="font-family: Verdana; font-size: 14.0pt; font-weight: normal; mso-bidi-font-family: Arial;"><a href="https://zibaldone-sergio.blogspot.com/2019/08/le-ultime-interviste-di-sartre-lespoir.html">https://zibaldone-sergio.blogspot.com/2019/08/le-ultime-interviste-di-sartre-lespoir.html</a><br /></span></div><div><br /></div><div><br /></div><p></p><h3 style="background: white; margin-bottom: .0001pt; margin: 0cm; text-align: justify;"><span style="font-family: Verdana; font-size: 14.0pt; font-weight: normal; mso-bidi-font-family: Arial;">Si vedano ancora, su Sartre in generale, i video youtube
seguenti:</span><span style="font-family: Arial; font-size: 14.0pt;"><o:p></o:p></span></h3><div><span style="font-family: Verdana; font-size: 14.0pt; font-weight: normal; mso-bidi-font-family: Arial;"><br /></span></div><div><span style="font-size: medium;"><a href="https://zibaldone-sergio.blogspot.com/2022/03/zibaldone-online-n-23-280322-sartre.html">https://zibaldone-sergio.blogspot.com/2022/03/zibaldone-online-n-23-280322-sartre.html</a><br /></span></div><div><br /></div><div><br /></div><div><a href="https://zibaldone-sergio.blogspot.com/2022/04/zibaldone-online-n-24-04-04-22-sartre.html"><span style="font-size: medium;">https://zibaldone-sergio.blogspot.com/2022/04/zibaldone-online-n-24-04-04-22-sartre.html</span></a><br /></div><div><br /></div><div><br /></div><div><span style="font-size: medium;"><a href="https://zibaldone-sergio.blogspot.com/2022/04/zibaldone-online-n-25-11-04-22-sartre.html">https://zibaldone-sergio.blogspot.com/2022/04/zibaldone-online-n-25-11-04-22-sartre.html</a><br /></span></div><div><br /></div><div><span style="font-family: Verdana; font-size: 14.0pt; font-weight: normal; mso-bidi-font-family: Arial;"><br /></span></div><p class="MsoNormal" style="background: white; mso-margin-bottom-alt: auto; mso-margin-top-alt: auto;"><span style="font-family: Verdana; font-size: 14.0pt; mso-bidi-font-family: Arial;">RASSEGNA STAMPA sulla nuova edizione di <i>L’essere e il
nulla</i>, pubblicato da Il Saggiatore il 19 febbraio 2023</span><span style="font-family: Arial; font-size: 9.0pt;"><o:p></o:p></span></p><p class="MsoNormal" style="background: white; mso-margin-bottom-alt: auto; mso-margin-top-alt: auto;"><span style="font-family: Verdana; font-size: 14.0pt; mso-bidi-font-family: Arial;"> </span><span style="font-family: Arial; font-size: 9.0pt;"><o:p></o:p></span></p><p class="MsoNormal" style="background: white; mso-margin-bottom-alt: auto; mso-margin-top-alt: auto;"><span style="font-family: Verdana; font-size: 14.0pt; mso-bidi-font-family: Arial;">La riscossa esistenzialista<a href="https://saggiatore.s3.eu-south-1.amazonaws.com/media/rassegne/2023/2023-05-B/2023_05_07-manifesto-Sartre-1.pdf" target="_blank"></a></span><span style="font-family: Arial; font-size: 9.0pt;"><o:p></o:p></span></p><p class="MsoNormal" style="background: white; mso-margin-bottom-alt: auto; mso-margin-top-alt: auto;"><i><span style="font-family: Verdana; font-size: 14.0pt; mso-bidi-font-family: Arial;"><a href="https://saggiatore.s3.eu-south-1.amazonaws.com/media/rassegne/2023/2023-05-B/2023_05_07-manifesto-Sartre-1.pdf" target="_blank"></a>il manifesto</span></i><span style="font-family: Arial; font-size: 9.0pt;"><o:p></o:p></span></p><p class="MsoNormal" style="background: white; mso-margin-bottom-alt: auto; mso-margin-top-alt: auto;"><span style="font-family: Verdana; font-size: 14.0pt; mso-bidi-font-family: Arial;"><a href="https://saggiatore.s3.eu-south-1.amazonaws.com/media/rassegne/2023/2023-05-B/2023_05_07-manifesto-Sartre-1.pdf" target="_blank"></a>07 maggio 2023</span><span style="font-family: Arial; font-size: 9.0pt;"><o:p></o:p></span></p><p class="MsoNormal" style="background: white; mso-margin-bottom-alt: auto; mso-margin-top-alt: auto;"><span style="font-family: Verdana; font-size: 14.0pt; mso-bidi-font-family: Arial;"> </span><span style="font-family: Arial; font-size: 9.0pt;"><o:p></o:p></span></p><p class="MsoNormal" style="background: white; mso-margin-bottom-alt: auto; mso-margin-top-alt: auto;"><span style="font-family: Verdana; font-size: 14.0pt; mso-bidi-font-family: Arial;">Un'esistenza che precede l'essenza<a href="https://saggiatore.s3.eu-south-1.amazonaws.com/media/rassegne/2023/2023-03-A/2023_03_05-Sole24ore-Sartre.pdf" target="_blank"></a></span><span style="font-family: Arial; font-size: 9.0pt;"><o:p></o:p></span></p><p class="MsoNormal" style="background: white; mso-margin-bottom-alt: auto; mso-margin-top-alt: auto;"><i><span style="font-family: Verdana; font-size: 14.0pt; mso-bidi-font-family: Arial;"><a href="https://saggiatore.s3.eu-south-1.amazonaws.com/media/rassegne/2023/2023-03-A/2023_03_05-Sole24ore-Sartre.pdf" target="_blank"></a>Il Sole 24 Ore</span></i><span style="font-family: Arial; font-size: 9.0pt;"><o:p></o:p></span></p><p class="MsoNormal" style="background: white; mso-margin-bottom-alt: auto; mso-margin-top-alt: auto;"><span style="font-family: Verdana; font-size: 14.0pt; mso-bidi-font-family: Arial;"><a href="https://saggiatore.s3.eu-south-1.amazonaws.com/media/rassegne/2023/2023-03-A/2023_03_05-Sole24ore-Sartre.pdf" target="_blank"></a>05 marzo 2023</span><span style="font-family: Arial; font-size: 9.0pt;"><o:p></o:p></span></p><p class="MsoNormal" style="background: white; mso-margin-bottom-alt: auto; mso-margin-top-alt: auto;"><span style="font-family: Verdana; font-size: 14.0pt; mso-bidi-font-family: Arial;"> </span><span style="font-family: Arial; font-size: 9.0pt;"><o:p></o:p></span></p><p class="MsoNormal" style="background: white; mso-margin-bottom-alt: auto; mso-margin-top-alt: auto;"><span style="font-family: Verdana; font-size: 14.0pt; mso-bidi-font-family: Arial;">Che cosa resta di Sartre? Poco, ma decisivo<a href="https://saggiatore.s3.eu-south-1.amazonaws.com/media/rassegne/2023/2023-02-C/2023_02_19-Avvenire-Sartre.pdf" target="_blank"></a></span><span style="font-family: Arial; font-size: 9.0pt;"><o:p></o:p></span></p><p class="MsoNormal" style="background: white; mso-margin-bottom-alt: auto; mso-margin-top-alt: auto;"><i><span style="font-family: Verdana; font-size: 14.0pt; mso-bidi-font-family: Arial;"><a href="https://saggiatore.s3.eu-south-1.amazonaws.com/media/rassegne/2023/2023-02-C/2023_02_19-Avvenire-Sartre.pdf" target="_blank"></a>Avvenire</span></i><span style="font-family: Arial; font-size: 9.0pt;"><o:p></o:p></span></p><p class="MsoNormal" style="background: white; mso-margin-bottom-alt: auto; mso-margin-top-alt: auto;"><span style="font-family: Verdana; font-size: 14.0pt; mso-bidi-font-family: Arial;"><a href="https://saggiatore.s3.eu-south-1.amazonaws.com/media/rassegne/2023/2023-02-C/2023_02_19-Avvenire-Sartre.pdf" target="_blank"></a>19 febbraio 2023</span><span style="font-family: Arial; font-size: 9.0pt;"><o:p></o:p></span></p><p class="MsoNormal" style="background: white; mso-margin-bottom-alt: auto; mso-margin-top-alt: auto;"><span style="font-family: Verdana; font-size: 14.0pt; mso-bidi-font-family: Arial;"> </span><span style="font-family: Arial; font-size: 9.0pt;"><o:p></o:p></span></p><p class="MsoNormal" style="background: white; mso-margin-bottom-alt: auto; mso-margin-top-alt: auto;"><span style="font-family: Verdana; font-size: 14.0pt; mso-bidi-font-family: Arial;">Una nuova veste per "L' essere e il nulla" di Jean-Paul Sartre<a href="https://www.criticaletteraria.org/2023/02/blog-post_18.html" target="_blank"></a></span><span style="font-family: Arial; font-size: 9.0pt;"><o:p></o:p></span></p><p class="MsoNormal" style="background: white; mso-margin-bottom-alt: auto; mso-margin-top-alt: auto;"><i><span style="font-family: Verdana; font-size: 14.0pt; mso-bidi-font-family: Arial;"><a href="https://www.criticaletteraria.org/2023/02/blog-post_18.html" target="_blank"></a>Critica Letteraria</span></i><span style="font-family: Arial; font-size: 9.0pt;"><o:p></o:p></span></p><p class="MsoNormal" style="background: white; mso-margin-bottom-alt: auto; mso-margin-top-alt: auto;"><span style="font-family: Verdana; font-size: 14.0pt; mso-bidi-font-family: Arial;"><a href="https://www.criticaletteraria.org/2023/02/blog-post_18.html" target="_blank"></a>18 febbraio 2023</span><span style="font-family: Arial; font-size: 9.0pt;"><o:p></o:p></span></p><p class="MsoNormal" style="background: white; mso-margin-bottom-alt: auto; mso-margin-top-alt: auto;"><span style="font-family: Verdana; font-size: 14.0pt; mso-bidi-font-family: Arial;"> </span><span style="font-family: Arial; font-size: 9.0pt;"><o:p></o:p></span></p><p class="MsoNormal" style="background: white; mso-margin-bottom-alt: auto; mso-margin-top-alt: auto;"><span style="font-family: Verdana; font-size: 14.0pt; mso-bidi-font-family: Arial;">Siamo condannati alla libertà<a href="https://saggiatore.s3.eu-south-1.amazonaws.com/media/rassegne/2023/2023_01_25-Repubblica-Sartre-1-LR.pdf" target="_blank"></a></span><span style="font-family: Arial; font-size: 9.0pt;"><o:p></o:p></span></p><p class="MsoNormal" style="background: white; mso-margin-bottom-alt: auto; mso-margin-top-alt: auto;"><i><span style="font-family: Verdana; font-size: 14.0pt; mso-bidi-font-family: Arial;"><a href="https://saggiatore.s3.eu-south-1.amazonaws.com/media/rassegne/2023/2023_01_25-Repubblica-Sartre-1-LR.pdf" target="_blank"></a>la Repubblica</span></i><span style="font-family: Arial; font-size: 9.0pt;"><o:p></o:p></span></p><p class="MsoNormal" style="background: white; mso-margin-bottom-alt: auto; mso-margin-top-alt: auto;"><span style="font-family: Verdana; font-size: 14.0pt; mso-bidi-font-family: Arial;"><a href="https://saggiatore.s3.eu-south-1.amazonaws.com/media/rassegne/2023/2023_01_25-Repubblica-Sartre-1-LR.pdf" target="_blank"></a>25 gennaio 2023</span><span style="font-family: Arial; font-size: 9.0pt;"><o:p></o:p></span></p><p class="MsoNormal"><o:p> </o:p></p><p class="MsoNormal"><o:p> </o:p><b><span style="font-size: 14.0pt;">SEGUE DA:</span></b></p><p class="MsoNormal"><b><span style="font-size: 14.0pt;"><a href="https://zibaldone-sergio.blogspot.com/2024/01/rileggere-sartre-p3a-sartre-nel-teatro.html">https://zibaldone-sergio.blogspot.com/2024/01/rileggere-sartre-p3a-sartre-nel-teatro.html</a><br /></span></b></p><p class="MsoNormal"><b><br /></b></p><p class="MsoNormal"><b><a href="https://zibaldone-sergio.blogspot.com/2024/01/rileggere-sartre-p2a-sarte-filosofo.html"><span style="font-size: medium;">https://zibaldone-sergio.blogspot.com/2024/01/rileggere-sartre-p2a-sarte-filosofo.html</span></a><br /></b></p><p class="MsoNormal"><br /></p><p class="MsoNormal"><a href="https://zibaldone-sergio.blogspot.com/2024/01/rileggere-sartre-p-1a-sartre-narratore.html"><span style="font-size: medium;">https://zibaldone-sergio.blogspot.com/2024/01/rileggere-sartre-p-1a-sartre-narratore.html</span></a><br /></p><p class="MsoNormal"><br /></p><p class="MsoNormal"><br /></p><p style="background: white; text-align: justify;"><b><span style="color: #333333; font-family: Verdana; font-size: 14.0pt; mso-bidi-font-family: Arial;">Sartre nella critica di cattolici e marxisti<o:p></o:p></span></b></p><p style="text-align: justify;"><span style="color: #333333; font-family: Verdana; mso-bidi-font-family: Arial;"> </span></p><p style="text-align: justify;"><span style="color: #333333; font-family: Verdana; mso-bidi-font-family: Arial;"> Maurice
Merleau-Ponty negli articoli «Un auteur scandaleux» e «La Querelle de
l'existentialisme» (pubblicati nel '45 su <i>Les
Tempes Modernes</i> e riprodotti nel saggio <i>Sens
et non sens</i>, Nagel, Paris, 1948) fa il punto delle critiche che cattolici e
marxisti rivolgono a Sartre e all'esistenzialismo. Egli si chiede perché i
critici parlino quasi all'unanimità di fango, d'immoralità e di mollezza e cita
un critico di gusto come Emile Henriot scandalizzato dall'«orribile e sozzo»
episodio di <i>L'Age de raison</i>, allorché
Ivitch, dopo aver bevuto sino a star male, vomita e Sartre osserva: «Un aspro
odore di vomito emanava dalla sua bocca così pura, Mathieu respirò
appassionatamente quell'odore». Osserva Merleau-Ponty: «Senza alzare il tono e
senza cercare il paradosso, si può trovare nella frase di <i>L'Age de raison</i> che tanto urta Emile Henriot come un piccolo
sublime, senza eloquenza e senza illusioni, che è, credo, un'invenzione del nostro
tempo. Si parla da un pezzo dell'uomo come angelo e animale insieme, ma la
maggior parte dei critici sono meno arditi di Pascal: trovano ripugnante
mescolare l'angelico e l'animale nell'uomo, occorre loro un al di là del
disordine umano e se non lo trovano nella religione, lo trovano in una
religione del bello»<a href="file:///C:/Users/Sergio/Documents/Sartre%204.doc#_ftn1" name="_ftnref1" title=""><span class="MsoFootnoteReference"><!--[if !supportFootnotes]--><span class="MsoFootnoteReference"><span style="color: #333333; font-size: 12pt;">[1]</span></span><!--[endif]--></span></a> <br />
<!--[if !supportLineBreakNewLine]--><br />
<!--[endif]--><o:p></o:p></span></p><p style="text-align: justify;"><span style="color: #333333; font-family: Verdana; mso-bidi-font-family: Arial;">D'altronde la fama di Sartre scrittore che ha il gusto
dell'orribile, del sozzo e dell'osceno non si placa, ma al contrario si
diffonde sempre più qualche anno dopo la pubblicazione di <i>L'Etre et le Néant</i>. Su Sartre si riversa, in tutta la sua asprezza,
non soltanto la critica letteraria, ma ben più agguerrita e sottile la critica
fìlosofica. Ciò che non si può tollerare è che Sartre non soltanto dipinga di
oscenità i suoi romanzi e le sue pièces ma che addirittura pretenda di teorizzare
tali cosiddette oscenità in un trattato fìlosofico.<br />
<!--[if !supportLineBreakNewLine]--><br />
<!--[endif]--><o:p></o:p></span></p><p style="text-align: justify;"><span style="background: white; color: #333333; font-family: Verdana; mso-bidi-font-family: Arial;">Già nel '44 Gabriel Marcel aveva definito
la filosofìa di Sartre come una dottrina «crudamente materialistica» e come
un’autentica violenza che si esercita soprattutto sulle coscienze dei giovani <a href="file:///C:/Users/Sergio/Documents/Sartre%204.doc#_ftn2" name="_ftnref2" title=""><span class="MsoFootnoteReference"><!--[if !supportFootnotes]--><span class="MsoFootnoteReference"><span style="background-attachment: initial; background-clip: initial; background-image: initial; background-origin: initial; background-position: initial; background-repeat: initial; background-size: initial; color: #333333; font-size: 12pt;">[2]</span></span><!--[endif]--></span></a>.
Cattolici e comunisti si scagliano violentemente contro Sartre e
l'esistenzialismo, ma l'aspra polemica non fa che accrescere la fortuna di
Sartre e l'entusiasmo dei giovani nei suoi confronti:<br />
«A sinistra, i settimanali e le riviste sono invase da articoli critici che
pubblicano o non pubblicano. A destra si moltiplicano gli anatemi. Le ragazze
nei collegi vengono messe in guardia contro l'esistenzialismo come contro il
peccato del secolo. <i>La Croix</i> del 3
Giugno parla d'un pericolo “più grave del razionalismo del XVIII secolo e del
positivismo del XIX”. E’ notevole che, quasi sempre, si rimandi a più tardi la
discussione di fondo. Le critiche assumono la forza di avvertimenti ai fedeli,
e l'opera di Sartre è designata come un veleno da cui bisogna guardarsi
piuttosto che una filosofia da discutere; la si condanna in base alle sue
conseguenze orribili più che per la sua falsità intrinseca. E' una questione
d'urgenza, e la cosa più urgente è stabilire un cordone sanitario. Non è certo
una prova di forza, nelle dottrine consolidate, rifiutarsi alla discussione. Se
è vero che molti giovani accolgono con favore la nuova filosofia, per
convincerli ci vuol altro che le critiche astiose che ignorano deliberatamente
il problema posto dall'opera di Sartre»<a href="file:///C:/Users/Sergio/Documents/Sartre%204.doc#_ftn3" name="_ftnref3" title=""><span class="MsoFootnoteReference"><!--[if !supportFootnotes]--><span class="MsoFootnoteReference"><span style="background-attachment: initial; background-clip: initial; background-image: initial; background-origin: initial; background-position: initial; background-repeat: initial; background-size: initial; color: #333333; font-size: 12pt;">[3]</span></span><!--[endif]--></span></a>.<br />
<!--[if !supportLineBreakNewLine]--><br />
<!--[endif]--><o:p></o:p></span></p><p style="text-align: justify;"><span style="background: white; color: #333333; font-family: Verdana; mso-bidi-font-family: Arial;">Il cattolico Mercier osserva come nella
filosofia di Sartre non ci sia più posto per lo Spirito e come, in luogo del
bene e della virtù (identificazioni dell'essere), Sartre proponga la libertà
come il nulla dell'essere<a href="file:///C:/Users/Sergio/Documents/Sartre%204.doc#_ftn4" name="_ftnref4" title=""><span class="MsoFootnoteReference"><!--[if !supportFootnotes]--><span class="MsoFootnoteReference"><span style="background-attachment: initial; background-clip: initial; background-image: initial; background-origin: initial; background-position: initial; background-repeat: initial; background-size: initial; color: #333333; font-size: 12pt;">[4]</span></span><!--[endif]--></span></a>. Non
meno violento è l'attacco che padre Roger Troisfontaines rivolge a Sartre in un
saggio a lui dedicato: «Cos'è un uomo che non ha ancora 40 anni e che frequenta
il caffè? Guardatelo, finito su uno sgabello di tela incerata in un posto
qualsiasi. Se vive abitualmente in questo luogo pubblico è perché non ha una
casa propria, un focolare attorno al quale la sua famiglia potrebbe
raccogliersi, dove potrebbe ricevere i suoi cari. Quelli che chiama amici sono
dei vaghi compagni e l'amore lo fa con donne di passaggio. Di politica, ah!
Egli discute sin troppo ma senza impegnarsi veramente se non per criticare o
complottare: impegno sociale, vita civile, mestiere, tutto ciò che sarebbe
valido, costruttivo finisce col morire su quella porta a vetri. Non parliamo
poi di vita religiosa... né d'amore per la natura... Cosa ne resta in questo ambiente
artificiale dove gli stessi prodotti della terra si consumano in piccoli
bicchieri in uno stato di fermentazione avanzata? L'uomo al caffè, tolti tutti
gli ormeggi, tagliato fuori da ogni rapporto organico col mondo, gli altri
uomini e Dio, il fiume della vita l'ha respinto sulla sponda in solitudine»<a href="file:///C:/Users/Sergio/Documents/Sartre%204.doc#_ftn5" name="_ftnref5" title=""><span class="MsoFootnoteReference"><!--[if !supportFootnotes]--><span class="MsoFootnoteReference"><span style="background-attachment: initial; background-clip: initial; background-image: initial; background-origin: initial; background-position: initial; background-repeat: initial; background-size: initial; color: #333333; font-size: 12pt;">[5]</span></span><!--[endif]--></span></a> <br />
<!--[if !supportLineBreakNewLine]--><br />
<!--[endif]--><o:p></o:p></span></p><p style="text-align: justify;"><span style="background: white; color: #333333; font-family: Verdana; mso-bidi-font-family: Arial;">Nella seconda edizione del libro (1946)
viene riportata una conversazione svoltasi a Bruxelles il 23 ottobre del 1945
tra Sartre e Troisfontaines: Sartre risponde alle accuse che gli erano state
rivolte dal sacerdote e filosofo cattolico obiettando innanzi tutto a
Troisfontaines di fare del caffè un male in sé e inoltre dicendo: «E' vero che
trascorro le mie giornate al caffè, e dalla mattina alla sera. Ma voi
l'interpretate male, poiché lì io sono ben più «impegnato» che a casa mia.
Nella mia camera, ho voglia di distendermi sul letto. Al caffè lavoro: è là che
ho composto i miei libri (...) Cosa mi attrae al caffè? E' un «milieu
d'indifference» dove gli altri esistono senza preoccuparsi di me e senza che io
mi occupi di loro. Gli avventori anonimi che si bisticciano con gran clamore al
tavolo vicino al mio mi disturbano molto meno che una donna e dei bambini che
si mettessero a camminare a passo di lupo per non molestarmi. Il peso di una
famiglia mi sarebbe insopportabile. Mentre al caffè gli altri sono là,
semplicemente. La porta si apre, una graziosa donna attraversa la sala, si
siede, io la seguo con gli occhi poi tomo senza sforzo al mio foglio bianco: è
passata come un movimento della mia coscienza; non di più». E ancora a
Troisfontaines che lo accusa di essere contro Dio obietta: «II mondo è
evidentemente assurdo e tutto per noi ha fine con la morte. E' perché hanno
paura di questa esistenza gratuita, è per assicurarsi una ricompensa nell'al di
là che gli uomini hanno inventato un Dio. Ma per noi che guardiamo la vita così
com'è, non c'è tempo di occuparsi di queste chimere. Voi vi ingannate quando
mi accusate di essere contro Dio: come si potrebbe essere contro ciò che non
esiste? Sono senza Dio e ne sono fiero»<a href="file:///C:/Users/Sergio/Documents/Sartre%204.doc#_ftn6" name="_ftnref6" title=""><span class="MsoFootnoteReference"><!--[if !supportFootnotes]--><span class="MsoFootnoteReference"><span style="background-attachment: initial; background-clip: initial; background-image: initial; background-origin: initial; background-position: initial; background-repeat: initial; background-size: initial; color: #333333; font-size: 12pt;">[6]</span></span><!--[endif]--></span></a>.</span><span style="background: white; color: #333333; font-family: Arial; font-size: 7.5pt;"><br />
<!--[if !supportLineBreakNewLine]--><br />
<!--[endif]--></span><span style="color: #333333; font-family: Verdana; mso-bidi-font-family: Arial;"><o:p></o:p></span></p><p style="text-align: justify;"><span style="background: white; color: #333333; font-family: Verdana; mso-bidi-font-family: Arial;">Le critiche di parte marxista non sono né
meno violente, né meno generiche. Le riassume lo stesso Sartre allorché Francis
Ponge, che dirigeva il settimanale comunista, offre a Sartre la possibilità di
rispondere alle accuse che il marxismo ufficiale faceva all'esistenzialismo
sartriano <a href="file:///C:/Users/Sergio/Documents/Sartre%204.doc#_ftn7" name="_ftnref7" title=""><span class="MsoFootnoteReference"><!--[if !supportFootnotes]--><span class="MsoFootnoteReference"><span style="background-attachment: initial; background-clip: initial; background-image: initial; background-origin: initial; background-position: initial; background-repeat: initial; background-size: initial; color: #333333; font-size: 12pt;">[7]</span></span><!--[endif]--></span></a></span><span style="background: white; color: #333333; font-family: Arial; font-size: 7.5pt;">.</span><span style="background: white; color: #333333; font-family: Verdana; mso-bidi-font-family: Arial;"> di ispirarsi al filosofo tedesco e nazista Heidegger, di predicare un
quietismo dell'angoscia, di compiacersi dell'osceno e di mostrare più
volentieri la cattiveria e la bassezza degli uomini che i loro buoni
sentimenti.</span><span style="background: white; color: #333333; font-family: Arial; font-size: 7.5pt;"> <o:p></o:p></span></p><p style="text-align: justify;"><span style="background: white; color: #333333; font-family: Verdana; mso-bidi-font-family: Arial;">Sartre non mette in questione
l'appartenenza di Heidegger al Partito nazional-socialista, tuttavia osserva:
Heidegger era filosofo molto prima di essere nazista, la sua filosofia non ha nulla
a che vedere col nazismo, se ha aderito al Partito di Hitler è stato solo per
opportunismo, per mancanza di carattere. Del resto assai spesso gli uomini non
sono all'altezza delle loro opere: si può condannare <i>Il</i> <i>Contratto Sociale</i>
perché Rousseau ha messo all'ospizio i suoi figli? Inoltre, che importa di
Heidegger se l'esistenzialismo svolgendo le proprie teorie si accorge di avere
dei punti di contatto con questo filosofo? Che l'esistenzialismo si serva
talora di tecniche e di metodi di Heidegger per accedere a nuovi problemi non
significa, d'altronde, che accetti tutte le sue teorie: Marx non si è forse
servito della dialettica hegeliana, si può dire per questo che <i>Il Capitale</i> sia un'opera prussiana?
D'altra parte — aggiungerei — si è esagerato nel parlare di adesione di
Heidegger al nazismo, e, certamente si è attribuita eccessiva importanza alla
prolusione “L'autoaffermazione dell'Università tedesca” pronunciata nel '33 dal
filosofo tedesco come rettore d'Università, carica alla quale rinunciò poco
dopo, finendo anche con l'appartarsi dalla cultura ufficiale del nazismo. <o:p></o:p></span></p><p style="text-align: justify;"><span style="background: white; color: #333333; font-family: Verdana; mso-bidi-font-family: Arial;">Circa le altre accuse, Sartre risponderà
in gran parte con gli argomenti che utilizzerà mesi dopo nella famosa
conferenza svoltasi il 28 ottobre del '45 al Club Maintenant di Parigi. Questa
conferenza fece scalpore per diversi motivi: l'eccessiva affluenza di pubblico
che comportò lo svenimento di molte donne, il fatto che, per l'enorme clamore,
Sartre faticò molto a farsi intendere, l'impossibilità di dar seguito ad un
dibattito dopo l'esposizione di Sartre. La conferenza fu così ripetuta in forma
privata, in tale occasione si ebbe il vivace dibattito tra Sartre e Naville
riprodotto poi nel volume</span><span style="background: white; color: #333333; font-family: Arial; font-size: 7.5pt;"> </span><i><span style="background: white; color: #333333; font-family: Verdana; mso-bidi-font-family: Arial;">L'existentialisme est un humanisme</span></i><span style="background: white; color: #333333; font-family: Verdana; mso-bidi-font-family: Arial;"> (Nagel,
Paris, 1946). I temi trattati con intento di volgarizzazione, sono quelli
tradizionali dell'esistenzialismo: la distinzione tra essenza ed esistenza, la
negazione di una natura umana, il tema della libertà e della scelta.<o:p></o:p></span></p><p style="text-align: justify;"><span style="background: white; color: #333333; font-family: Verdana; mso-bidi-font-family: Arial;">Il comunista Henri Lefebvre (<i>Action</i>, n. 40, 8 giugno 1945) tratta
Sartre da idealista, da soggettivista, da fabbricante di cannoni contro il
marxismo. In una intervista pubblicata da <i>Les
Lettres françaises</i> il 24 novembre del '45 ancora il Lefebvre parla dell'esistenzialismo
come di un «fenomeno di putredine perfettamente in linea con la decomposizione
della cultura borghese». Lo psicologo marxista Pierre Naville accusa, tra
l'altro, Sartre di propagandare i vecchi temi del liberalismo (libertà
astratta, dignità della persona ecc...), di negare la storia sia umana che
naturale, di guardare con fastidio all'universo oggettivo facendone un perenne
probabile, di predicare l'attendismo, di non assumere un impegno che abbia
valore collettivo.<o:p></o:p></span></p><p style="text-align: justify;"><span style="background: white; color: #333333; font-family: Verdana; mso-bidi-font-family: Arial;">Dopo Naville è la volta dei grandi
filosofi marxisti Garaudy e Lukacs, dei giornalisti comunisti J. Kanapa <a href="file:///C:/Users/Sergio/Documents/Sartre%204.doc#_ftn8" name="_ftnref8" title=""><span class="MsoFootnoteReference"><!--[if !supportFootnotes]--><span class="MsoFootnoteReference"><span style="background-attachment: initial; background-clip: initial; background-image: initial; background-origin: initial; background-position: initial; background-repeat: initial; background-size: initial; color: #333333; font-size: 12pt;">[8]</span></span><!--[endif]--></span></a>, H.
Mougin, A. Lentin ecc... Le accuse sono sempre le stesse: idealismo,
soggettivismo, solipsismo, immoralismo, irrazionalismo, ideologismo piccolo-borghese,
mancanza di storicità e di metodo scientifico. Persino la Pravda (il 24 gennaio
1947) finisce con l'occuparsi di Sartre e dell'esistenzialismo. In un articolo
intitolato «Les Smertiakine de France» (riprodotto ironicamente su <i>Les Temps Modernes</i>, n.20, maggio 1947)
del critico sovietico D. Zaslavuski, un violento attacco è condotto contro «gli
stracotti nauseabondi e putridi che la propaganda borghese cerca di far passare
per l'ultimo grido e l'espressione più originale della moda filosofica» e si dà
questa definizione dell'esistenzialismo: «L'esistenzialismo, roba francese:
esistenza, insegna che ogni processo storico è assurdo e fortuito, che ogni
morale è menzognera. È la dottrina del vuoto spirituale, per essa non ci sono
né possono esserci leggi o norme. Non c'è la storia, ma solo ‘historification’,
non c'è morale ma solo ‘uno stile di vita’. Non ci sono né popoli, né società,
ma unicamente l'interesse e il profìtto personale, in virtù del principio:
Carpe diem».<o:p></o:p></span></p><p style="text-align: justify;"><span style="background: white; color: #333333; font-family: Verdana; mso-bidi-font-family: Arial;">Sartre viene descritto come un moralista
sordido e cinico, seguace del filosofo mistico Sören Kierkegaard e del filosofo
esistenzialista Martin Heidegger, un uomo che ha trasformato l'Università di
Friburgo in un letamaio fascista secondo le intenzioni delle giovani SS. I suoi
libri sono posti all'indice perché godono il favore della borghesia reazionaria
francese e del conservatorismo universitario americano: «Jean-Paul Sartre ha
quarant'anni. Prima della guerra era professore di filosofìa. La sua opera
fondamentale L'Etre et le .Néant conta più di 800 pagine, scritte nello stile
della filosofìa universitaria tedesca. Gli stessi ammiratori di Sartre riconoscono
che non riescono ad andare in fondo a questo enorme libro farraginoso. I suoi
romanzi sono illeggibili» <a href="file:///C:/Users/Sergio/Documents/Sartre%204.doc#_ftn9" name="_ftnref9" title=""><span class="MsoFootnoteReference"><!--[if !supportFootnotes]--><span class="MsoFootnoteReference"><span style="background-attachment: initial; background-clip: initial; background-image: initial; background-origin: initial; background-position: initial; background-repeat: initial; background-size: initial; color: #333333; font-size: 12pt;">[9]</span></span><!--[endif]--></span></a>.<br />
<!--[if !supportLineBreakNewLine]--><br />
<!--[endif]--><o:p></o:p></span></p><p class="MsoNormal" style="text-align: justify;"><span style="background: white; color: #333333; font-family: Verdana; mso-bidi-font-family: Arial;">Non voglio entrare
qui nel merito di una vera e propria storia della critica dell'esistenzialismo
sartriano. Converrà tuttavia osservare che da quando la critica comincia ad
interessarsi di Sartre e almeno sino al '47-'48 si assiste al fenomeno
paradossale per cui via via che Sartre acquista popolarità, la maggior parte
della critica tende sempre più a denigrarlo e ciò fa, per lo più, senza una
lettura attenta dei suoi scritti filosofici, particolarmente di <i>L'Etre et le Néant</i>. Si tenta di
liquidare Sartre filosofo sulla base della sola lettura di <i>L'existentialisme est un humanisme</i>, un testo che, nato da una
conferenza divulgativa, è certamente tra i suoi più deboli, anche se dei più
conosciuti. Questo, d'altra parte, è il
solo scritto che Sartre abbia in gran parte rinnegato<a href="file:///C:/Users/Sergio/Documents/Sartre%204.doc#_ftn10" name="_ftnref10" title=""><span class="MsoFootnoteReference"><!--[if !supportFootnotes]--><span class="MsoFootnoteReference"><span style="background-attachment: initial; background-clip: initial; background-image: initial; background-origin: initial; background-position: initial; background-repeat: initial; background-size: initial; color: #333333; font-size: 12pt;">[10]</span></span><!--[endif]--></span></a><o:p></o:p></span></p><p class="MsoNormal" style="text-align: justify;"><span style="background: white; color: #333333; font-family: Verdana; mso-bidi-font-family: Arial;"><o:p> </o:p></span></p><p class="MsoNormal" style="text-align: justify;"><span style="background: white; color: #333333; font-family: Verdana; mso-bidi-font-family: Arial;"><o:p> </o:p></span></p><p class="MsoNormal" style="text-align: justify;"><b><span style="background: white; color: #333333; font-family: Verdana; mso-bidi-font-family: Arial;">S E G U E <o:p></o:p></span></b></p><p class="MsoNormal" style="text-align: justify;"><b><span style="background: white; color: #333333; font-family: Verdana; mso-bidi-font-family: Arial;"><o:p> </o:p></span></b></p><p class="MsoNormal" style="text-align: justify;"><b><span style="background: white; color: #333333; font-family: Verdana; mso-bidi-font-family: Arial;"><o:p> </o:p></span></b></p><p class="MsoNormal" style="text-align: justify;"><span style="background: white; color: #333333; font-family: "Courier New"; font-size: 14.0pt;">sergio magaldi</span><span style="font-family: "Courier New"; font-size: 14.0pt;"><o:p></o:p></span></p><p class="MsoNormal">
</p><div><!--[if !supportFootnotes]--><br clear="all" />
<hr align="left" size="1" width="33%" />
<!--[endif]-->
<div id="ftn1">
<p style="background: white;"><a href="file:///C:/Users/Sergio/Documents/Sartre%204.doc#_ftnref1" name="_ftn1" title=""><span class="MsoFootnoteReference"><span style="font-family: Verdana; font-size: 10.0pt;"><!--[if !supportFootnotes]--><span class="MsoFootnoteReference"><span style="font-size: 10pt;">[1]</span></span><!--[endif]--></span></span></a><span style="font-family: Verdana; font-size: 10.0pt;"> </span><span style="color: #333333; font-family: Verdana; font-size: 10.0pt; mso-bidi-font-family: Arial;">Cfr. M.
Merleau-Ponty, Senso e non senso. II Saggiatore, Milano, 1962, p. 62.<o:p></o:p></span></p>
<p class="MsoFootnoteText"><span style="font-family: Verdana;"> </span></p>
</div>
<div id="ftn2">
<p class="MsoFootnoteText"><a href="file:///C:/Users/Sergio/Documents/Sartre%204.doc#_ftnref2" name="_ftn2" title=""><span class="MsoFootnoteReference"><span style="font-family: Verdana;"><!--[if !supportFootnotes]--><span class="MsoFootnoteReference"><span style="font-size: 10pt;">[2]</span></span><!--[endif]--></span></span></a><span style="font-family: Verdana;"> </span><span style="background: white; color: #333333; font-family: Verdana; mso-bidi-font-family: Arial;">Cfr. G. Marcel, <i>Homo Viator</i>, Paris, 1944, pp. 248 e 296.<br />
<!--[if !supportLineBreakNewLine]--><br />
<!--[endif]--></span><span style="font-family: Verdana;"><o:p></o:p></span></p>
</div>
<div id="ftn3">
<p class="MsoFootnoteText"><a href="file:///C:/Users/Sergio/Documents/Sartre%204.doc#_ftnref3" name="_ftn3" title=""><span class="MsoFootnoteReference"><span style="font-family: Verdana;"><!--[if !supportFootnotes]--><span class="MsoFootnoteReference"><span style="font-size: 10pt;">[3]</span></span><!--[endif]--></span></span></a><span style="font-family: Verdana;"> </span><span style="background: white; color: #333333; font-family: Verdana; mso-bidi-font-family: Arial;">Cfr. M.
Merleau-Ponty, <i>Senso e non senso</i>. II
Saggiatore, Milano, 1962, p. 95.<br />
<!--[if !supportLineBreakNewLine]--><br />
<!--[endif]--></span><span style="font-family: Verdana;"><o:p></o:p></span></p>
</div>
<div id="ftn4">
<p><a href="file:///C:/Users/Sergio/Documents/Sartre%204.doc#_ftnref4" name="_ftn4" title=""><span class="MsoFootnoteReference"><span style="font-family: Verdana; font-size: 10.0pt;"><!--[if !supportFootnotes]--><span class="MsoFootnoteReference"><span style="font-size: 10pt;">[4]</span></span><!--[endif]--></span></span></a><span style="font-family: Verdana; font-size: 10.0pt;"> </span><span style="background: white; color: #333333; font-family: Verdana; font-size: 10.0pt; mso-bidi-font-family: Arial;">Cfr. J. Mercier, Les ver dans le fruit,in <i>Etudes,</i>
febbraio 1945, p. 240.<o:p></o:p></span></p>
<p class="MsoFootnoteText"><span style="font-family: Verdana;"> </span></p>
</div>
<div id="ftn5">
<p class="MsoFootnoteText"><a href="file:///C:/Users/Sergio/Documents/Sartre%204.doc#_ftnref5" name="_ftn5" title=""><span class="MsoFootnoteReference"><span style="font-family: Verdana;"><!--[if !supportFootnotes]--><span class="MsoFootnoteReference"><span style="font-size: 10pt;">[5]</span></span><!--[endif]--></span></span></a><span style="font-family: Verdana;"> Cfr</span><span style="background: white; color: #333333; font-family: Verdana; mso-bidi-font-family: Arial;">. R. Troisfontaines,
<i>Le Choix de Sartre</i>, Aubier-Montaigne,
Paris, 1945, pp. 51-52</span><span style="font-family: Verdana;"><o:p></o:p></span></p>
</div>
<div id="ftn6">
<p style="text-align: justify;"><a href="file:///C:/Users/Sergio/Documents/Sartre%204.doc#_ftnref6" name="_ftn6" title=""><span class="MsoFootnoteReference"><span style="font-family: Verdana; font-size: 10.0pt;"><!--[if !supportFootnotes]--><span class="MsoFootnoteReference"><span style="font-size: 10pt;">[6]</span></span><!--[endif]--></span></span></a><span style="font-family: Verdana; font-size: 10.0pt;"> </span><span style="background: white; color: #333333; font-family: Verdana; font-size: 10.0pt; mso-bidi-font-family: Arial;">Sull'ateismo di Sartre si vedano: G. Monthaye, L'athéisme, le communisme
et l'existentialisme, Paris, 1948; L. Stefanini, Esistenzialismo ateo ed
esistenzialismo teistico, Padova, 1952; R. Figurelli, J.-P. Sartre Do ateismo
ao antiteismo, Porto Alegre, 1962; J.L. Pintos, El ateismo del ultimo Sartre.
Madrid, 1966. Inoltre, per il tentativo di dare un particolare significato all'ateismo
sartriano: H. Paissac, Le Dieu de Sartre, Paris, 1950 (si invita a riflettere
sul fatto che, nonostante il dichiarato e tranquillo ateismo, Dio è per Sartre
non ciò che si nega puramente e semplicemente, ma ciò-che si respinge); R.
Coffy, Dieu des athées, Marx-Sartre-Camus, Annecy, 1963 (anche se tutta l'opera
di Sartre è un rifiuto di Dio, rifiuto motivato soprattutto dalla
inconciliabilità tra libertà dell'uomo ed esistenza di Dio, il Dio che Sartre
respinge è in realtà un Dio come «oggetto infinito» e come «soggetto
solitario», cioè il Dio inteso come persona superiore dei deisti, non il Dio
inteso come amore e comunione tra le persone).<o:p></o:p></span></p>
<p class="MsoFootnoteText"><span style="font-family: Verdana;"> </span></p>
</div>
<div id="ftn7">
<p class="MsoFootnoteText"><a href="file:///C:/Users/Sergio/Documents/Sartre%204.doc#_ftnref7" name="_ftn7" title=""><span class="MsoFootnoteReference"><span style="font-family: Verdana;"><!--[if !supportFootnotes]--><span class="MsoFootnoteReference"><span style="font-size: 10pt;">[7]</span></span><!--[endif]--></span></span></a><span style="font-family: Verdana;"> </span><span style="background: white; color: #333333; font-family: Verdana; mso-bidi-font-family: Arial;">Cfr. J. P. Sartre, A
propos de l'existentialisme: mise au point, articolo apparso su Action (n. 17,
29 dicembre 1944)</span><span style="font-family: Verdana;"><o:p></o:p></span></p>
</div>
<div id="ftn8">
<p class="MsoFootnoteText"><a href="file:///C:/Users/Sergio/Documents/Sartre%204.doc#_ftnref8" name="_ftn8" title=""><span class="MsoFootnoteReference"><span style="font-family: Verdana;"><!--[if !supportFootnotes]--><span class="MsoFootnoteReference"><span style="font-size: 10pt;">[8]</span></span><!--[endif]--></span></span></a><span style="font-family: Verdana;"> </span><span style="background: white; color: #333333; font-family: Verdana; mso-bidi-font-family: Arial;">J. Kanapa militante
comunista e antico allievo di Sartre scriverà polemicamente: <i>L’existentialisme n'est pas un humanisme</i>,
Paris, 1947.</span><span style="font-family: Verdana;"><o:p></o:p></span></p>
</div>
<div id="ftn9">
<p class="MsoFootnoteText"><a href="file:///C:/Users/Sergio/Documents/Sartre%204.doc#_ftnref9" name="_ftn9" title=""><span class="MsoFootnoteReference"><span style="font-family: Verdana;"><!--[if !supportFootnotes]--><span class="MsoFootnoteReference"><span style="font-size: 10pt;">[9]</span></span><!--[endif]--></span></span></a><span style="font-family: Verdana;"> </span><span style="background: white; color: #333333; font-family: Verdana; mso-bidi-font-family: Arial;"> F. Fé, che nel libro <i>Sartre e il comunismo</i> (La Nuova Italia, Firenze, 1970) si occupa di
questa accusa, osserva giustamente: « Si noterà che in nessuna edizione <i>L'Etre et le Néant</i> contava "più di
800 pagine", quanto ai romanzi non erano né lunghi, né pesanti, né
illeggibili, bastava riferirsi al successo che riscuotevano » (p. 70).</span><span style="font-family: Verdana;"><o:p></o:p></span></p>
</div>
<div id="ftn10">
<p><a href="file:///C:/Users/Sergio/Documents/Sartre%204.doc#_ftnref10" name="_ftn10" title=""><span class="MsoFootnoteReference"><span style="font-family: Verdana; font-size: 10.0pt;"><!--[if !supportFootnotes]--><span class="MsoFootnoteReference"><span style="font-size: 10pt;">[10]</span></span><!--[endif]--></span></span></a><span style="font-family: Verdana; font-size: 10.0pt;"> </span><span style="background: white; color: #333333; font-family: Verdana; font-size: 10.0pt; mso-bidi-font-family: Arial;">A distanza di tempo M. A. Burnier spiega la fortuna di questo testo con
il fatto che consentì a un buon numero di critici di Sartre, che avevano
esitato a leggere L'Etre et le Néant, di attaccare Sartre senza eccessiva
fatica e con la coscienza tranquilla (M-A- Bumier, <i>Les Existentialistes et la politique</i>, Gallimard, Paris, 1966. p. 31).<o:p></o:p></span></p>
<p class="MsoFootnoteText"><span style="font-family: Verdana;"> </span></p>
</div>
</div><p class="MsoNormal"><br /></p><p class="MsoNormal"><br /></p><p class="MsoNormal"><br /></p><p class="MsoNormal"><br /></p><p class="MsoNormal"><br /></p><p class="MsoNormal"><br /></p><p class="MsoNormal"><br /></p><p class="MsoNormal"><br /></p><p class="MsoNormal"><br /></p><p class="MsoNormal"><br /></p><p class="MsoNormal"><br /></p><p class="MsoNormal"><br /></p><p class="MsoNormal"><br /></p><p class="MsoNormal"><br /></p><p class="MsoNormal"><br /></p><p class="MsoNormal"><br /></p><p class="MsoNormal"><br /></p><p class="MsoNormal"><br /></p><p class="MsoNormal"><br /></p><p class="MsoNormal"><br /></p><p class="MsoNormal"><br /></p><p class="MsoNormal"><br /></p><p class="MsoNormal"><br /></p><p class="MsoNormal"><br /></p><p class="MsoNormal"><br /></p><p class="MsoNormal"><br /></p><p class="MsoNormal"><br /></p><p class="MsoNormal"><br /></p><p class="MsoNormal"><br /></p><p class="MsoNormal"><br /></p><p class="MsoNormal"><br /></p><p class="MsoNormal"><br /></p><p class="MsoNormal"><br /></p><p class="MsoNormal"><br /></p><p class="MsoNormal"><br /></p><p class="MsoNormal"><br /></p><p class="MsoNormal"><br /></p><p class="MsoNormal"><br /></p><p class="MsoNormal"><br /></p><p class="MsoNormal"><br /></p><p class="MsoNormal"><br /></p><p class="MsoNormal"><br /></p><p class="MsoNormal"><br /></p><p class="MsoNormal"><br /></p><p class="MsoNormal"><br /></p><p class="MsoNormal"><br /></p><p class="MsoNormal"><br /></p><p class="MsoNormal"><br /></p><p class="MsoNormal"><br /></p><p class="MsoNormal"><br /></p><p class="MsoNormal"><br /></p><p class="MsoNormal"><br /></p><p class="MsoNormal"><br /></p><p class="MsoNormal"><br /></p><p class="MsoNormal"><br /></p><p class="MsoNormal"><br /></p><p class="MsoNormal"><br /></p><p class="MsoNormal"><br /></p><p class="MsoNormal"><br /></p><p class="MsoNormal"><br /></p><p class="MsoNormal"><br /></p><p class="MsoNormal"><br /></p><p class="MsoNormal"><br /></p><p class="MsoNormal"><br /></p><p class="MsoNormal"><br /></p><p class="MsoNormal"><br /></p><p class="MsoNormal"><br /></p><p class="MsoNormal"><br /></p><p class="MsoNormal"><br /></p><p class="MsoNormal"><br /></p><p class="MsoNormal"><br /></p><p class="MsoNormal"><br /></p><p class="MsoNormal"><br /></p><p class="MsoNormal"><br /></p><p class="MsoNormal"><br /></p><p class="MsoNormal"><br /></p><p class="MsoNormal"><br /></p><p class="MsoNormal"><br /></p><p class="MsoNormal"><br /></p><p class="MsoNormal"><br /></p><div></div>Sergio Magaldihttp://www.blogger.com/profile/06683710900430631479noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-5368042956865960557.post-59518153755123308362024-01-11T10:47:00.019+01:002024-01-11T10:59:44.112+01:00RILEGGERE SARTRE (P.3a. Sartre nel teatro e nel cinema)<p></p><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEg6xl1yLpeEbwopWX5pS84HuKfaVRboq32q7UDuIlsj5SrgQJozVYhEheuEEg3izQbQdyszP0of2gDFJMb-cWoRE7CH31gGwU2qusz3YNEeLXGhGDlxqdlwUXGITK1TZpG9_fck7_s41eWtq3sAaXS9myF2TuwQw-BT1N4aRZbHt3zeC3qcp5_dUZWFsIxm/s597/Sartre%20Huis%20Clos%20ob_664fb021a43066fc00d8f6abafb193ec_huisclos2.png" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="597" data-original-width="491" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEg6xl1yLpeEbwopWX5pS84HuKfaVRboq32q7UDuIlsj5SrgQJozVYhEheuEEg3izQbQdyszP0of2gDFJMb-cWoRE7CH31gGwU2qusz3YNEeLXGhGDlxqdlwUXGITK1TZpG9_fck7_s41eWtq3sAaXS9myF2TuwQw-BT1N4aRZbHt3zeC3qcp5_dUZWFsIxm/s16000/Sartre%20Huis%20Clos%20ob_664fb021a43066fc00d8f6abafb193ec_huisclos2.png" /></a></div><br /> <span face=""Helvetica Neue", Helvetica, Arial, sans-serif" style="background-color: white; color: #111111; font-size: 26px; font-weight: bold;"> </span><span face=""Helvetica Neue", Helvetica, Arial, sans-serif" style="background-color: white; color: #111111; font-weight: bold;"><span style="font-size: medium;">"L'enfer c'est les autres"</span></span><p></p><div><span style="color: #111111; font-size: 26px; font-weight: bold; line-height: 26px; transition: color 300ms ease 0s;"><br /></span></div><div><span style="line-height: 26px; transition: color 300ms ease 0s;"><p class="MsoNormal" style="background: white; color: #111111; font-size: 26px; text-align: justify;"><span style="font-family: verdana;"><span style="font-size: 14pt;"> Meno di un anno fa, Riccardo De Benedetti
su <i>Avvenire </i>si poneva un interrogativo a cui dava subito una
risposta: “Che cosa resta di Sartre? Poco, ma decisivo”.</span><span style="font-size: 9pt;"><o:p></o:p></span></span></p>
<p class="MsoNormal" style="background: white; color: #111111; font-size: 26px; text-align: justify;"><span style="font-family: verdana;"><span style="font-size: 14pt;">Sartre – osserva l’autore dell’articolo – è
sempre stato in “situazione”, con ciò intendendo dire che egli ha quasi
ininterrottamente inteso rappresentare il proprio tempo e quello della società
e del mondo in cui viveva. È certamente vero, almeno sino al maggio
francese. E proprio per questo – continua l’autore – Sartre ha finito col pagare
con la dimenticanza o addirittura con l’oblio. Vero anche questo, ma bisogna
tener conto del fallimento politico della rivoluzione che avrebbe dovuto
portare “l’immaginazione al potere” e che invece ha realizzato il successo di
quanti speravano di sbarazzarsi una volta per tutte della lotta politica,
limitandola al terrorismo più o meno compiacente e preparando, attraverso la
liberazione del costume e dei consumi, l’avvento della globalizzazione, del
cosiddetto capitalismo della sorveglianza e dell’era tecnologica.</span><span style="font-size: 9pt;"><o:p></o:p></span></span></p>
<p class="MsoNormal" style="background: white; color: #111111; font-size: 26px; text-align: justify;"><span style="font-family: verdana;"><span style="font-size: 14pt;">A questo punto, conviene chiedersi con De
Benedetti se non sia venuto il momento di rileggere Sartre, tenuto conto
che, come dice, “alla sovrabbondanza della tecnica corrisponde un diminuire,
sin quasi alla scomparsa, dell’uomo”.</span><span style="font-size: 9pt;"><o:p></o:p></span></span></p>
<p class="MsoNormal" style="background: white; color: #111111; font-size: 26px; text-align: justify;"><span style="font-family: verdana;"><span style="font-size: 14pt;">Il “poco” che resta di Sartre è dunque una
riflessione sul significato dell’esistenza in un mondo che ha finito per
relegare l’essere umano ai margini della Storia. L’occasione è offerta, e direi
non solo, da una nuova edizione de <i>L’essere e il nulla</i> proposta
di recente dal Saggiatore per festeggiare gli ottanta anni dalla sua
pubblicazione (1943-2023).</span><span style="font-size: 9pt;"><o:p></o:p></span></span></p>
<p class="MsoNormal" style="background: white; color: #111111; font-size: 26px; text-align: justify;"><span style="font-family: verdana;"><span style="font-size: 14pt;">------------------</span><span style="font-size: 9pt;"><o:p></o:p></span></span></p>
<p class="MsoNormal" style="background: white; color: #111111; font-size: 26px; text-align: justify;"><span style="font-family: verdana;"><span style="font-size: 14pt;">Per una rilettura, il più possibile
completa, di Sartre ripropongo di seguito in sette post la relazione, con
opportune modifiche, a suo tempo presentata per un convegno di filosofia.</span><span style="font-size: 9pt;"><o:p></o:p></span></span></p>
<h3 style="background: white; color: #111111; font-size: 26px; margin: 0cm 0cm 0.0001pt; text-align: justify;"><span style="font-size: 14pt; font-weight: normal;"><span style="font-family: verdana;">Per quanto si riferisce “all’ultimo Sartre” e alle
polemiche accese dai suoi scritti più recenti, suggerisco il post: </span></span><span style="font-family: Arial; font-weight: bold;"><o:p></o:p></span></h3><div style="color: #111111; font-size: 26px;"><span style="font-size: 14pt; font-weight: normal;"><span style="font-family: verdana;"><br /></span></span></div><div style="color: #111111; font-size: 26px;"><span style="font-size: 14pt; font-weight: normal;"><span style="font-family: verdana;"><a href="https://zibaldone-sergio.blogspot.com/2019/08/le-ultime-interviste-di-sartre-lespoir.html">https://zibaldone-sergio.blogspot.com/2019/08/le-ultime-interviste-di-sartre-lespoir.html</a><br /></span></span></div><div style="color: #111111; font-size: 26px;"><span style="font-size: 14pt; font-weight: normal;"><br /></span></div><div style="color: #111111; font-size: 26px;"><h3 style="background: white; margin-bottom: .0001pt; margin: 0cm; text-align: justify;"><span style="font-family: Verdana; font-size: 14pt; font-weight: normal; mso-bidi-font-family: Arial;">Si vedano ancora, su Sartre in generale, i video youtube
seguenti:</span><span style="font-family: Arial; font-size: 14pt;"><o:p></o:p></span></h3></div><div style="color: #111111; font-size: 26px;"><span style="font-family: Verdana; font-size: 14pt; font-weight: normal; mso-bidi-font-family: Arial;"><br /></span></div><div style="color: #111111; font-size: 26px;"><span style="font-family: Verdana; font-size: 14pt; font-weight: normal; mso-bidi-font-family: Arial;"><a href="https://zibaldone-sergio.blogspot.com/2022/03/zibaldone-online-n-23-280322-sartre.html">https://zibaldone-sergio.blogspot.com/2022/03/zibaldone-online-n-23-280322-sartre.html</a><br /></span></div><div style="color: #111111; font-size: 26px;"><br /></div><div><br /></div><div><a href="https://zibaldone-sergio.blogspot.com/2022/04/zibaldone-online-n-24-04-04-22-sartre.html"><span style="font-family: verdana; font-size: medium;">https://zibaldone-sergio.blogspot.com/2022/04/zibaldone-online-n-24-04-04-22-sartre.html</span></a><br /></div><div><span style="color: #2b00fe; font-family: verdana; font-size: medium;"><u><br /></u></span></div><div><span style="color: #2b00fe; font-family: verdana; font-size: medium;"><u><br /></u></span></div><div><span style="color: #2b00fe; font-family: verdana; font-size: medium;"><u><a href="https://zibaldone-sergio.blogspot.com/2022/04/zibaldone-online-n-25-11-04-22-sartre.html">https://zibaldone-sergio.blogspot.com/2022/04/zibaldone-online-n-25-11-04-22-sartre.html</a><br /></u></span></div><div style="color: #111111; font-size: 26px;"><br /></div>
<h3 style="background: white; color: #111111; font-size: 26px; font-weight: bold; margin: 0cm 0cm 0.0001pt; text-align: justify;"><span style="color: #333333; font-family: Verdana; font-weight: normal; mso-bidi-font-family: Arial;"><o:p> </o:p></span></h3></span></div><div><span style="line-height: 26px; transition: color 300ms ease 0s;"><p class="MsoNormal" style="background: white; color: #111111; font-size: 26px;"><span style="font-family: Verdana; font-size: 14pt;">RASSEGNA STAMPA sulla nuova edizione di <i>L’essere e il
nulla</i>, pubblicato da Il Saggiatore il 19 febbraio 2023</span><span style="font-family: Arial; font-size: 9pt;"><o:p></o:p></span></p>
<p class="MsoNormal" style="background: white; color: #111111; font-size: 26px;"><span style="font-family: Verdana; font-size: 14pt; mso-bidi-font-family: Arial;"> </span><span style="font-family: Arial; font-size: 9pt;"><o:p></o:p></span></p>
<p class="MsoNormal" style="background: white; color: #111111; font-size: 26px;"><span style="font-family: Verdana; font-size: 14pt; mso-bidi-font-family: Arial;">La riscossa esistenzialista<a href="https://saggiatore.s3.eu-south-1.amazonaws.com/media/rassegne/2023/2023-05-B/2023_05_07-manifesto-Sartre-1.pdf" target="_blank"></a></span><span style="font-family: Arial; font-size: 9pt;"><o:p></o:p></span></p>
<p class="MsoNormal" style="background: white; color: #111111; font-size: 26px;"><i><span style="font-family: Verdana; font-size: 14pt; mso-bidi-font-family: Arial;"><a href="https://saggiatore.s3.eu-south-1.amazonaws.com/media/rassegne/2023/2023-05-B/2023_05_07-manifesto-Sartre-1.pdf" target="_blank"></a>il manifesto</span></i><span style="font-family: Arial; font-size: 9pt;"><o:p></o:p></span></p>
<p class="MsoNormal" style="background: white; color: #111111; font-size: 26px;"><span style="font-family: Verdana; font-size: 14pt; mso-bidi-font-family: Arial;"><a href="https://saggiatore.s3.eu-south-1.amazonaws.com/media/rassegne/2023/2023-05-B/2023_05_07-manifesto-Sartre-1.pdf" target="_blank"></a>07 maggio 2023</span><span style="font-family: Arial; font-size: 9pt;"><o:p></o:p></span></p>
<p class="MsoNormal" style="background: white; color: #111111; font-size: 26px;"><span style="font-family: Verdana; font-size: 14pt; mso-bidi-font-family: Arial;"> </span><span style="font-family: Arial; font-size: 9pt;"><o:p></o:p></span></p>
<p class="MsoNormal" style="background: white; color: #111111; font-size: 26px;"><span style="font-family: Verdana; font-size: 14pt; mso-bidi-font-family: Arial;">Un'esistenza che precede l'essenza<a href="https://saggiatore.s3.eu-south-1.amazonaws.com/media/rassegne/2023/2023-03-A/2023_03_05-Sole24ore-Sartre.pdf" target="_blank"></a></span><span style="font-family: Arial; font-size: 9pt;"><o:p></o:p></span></p>
<p class="MsoNormal" style="background: white; color: #111111; font-size: 26px;"><i><span style="font-family: Verdana; font-size: 14pt; mso-bidi-font-family: Arial;"><a href="https://saggiatore.s3.eu-south-1.amazonaws.com/media/rassegne/2023/2023-03-A/2023_03_05-Sole24ore-Sartre.pdf" target="_blank"></a>Il Sole 24 Ore</span></i><span style="font-family: Arial; font-size: 9pt;"><o:p></o:p></span></p>
<p class="MsoNormal" style="background: white; color: #111111; font-size: 26px;"><span style="font-family: Verdana; font-size: 14pt; mso-bidi-font-family: Arial;"><a href="https://saggiatore.s3.eu-south-1.amazonaws.com/media/rassegne/2023/2023-03-A/2023_03_05-Sole24ore-Sartre.pdf" target="_blank"></a>05 marzo 2023</span><span style="font-family: Arial; font-size: 9pt;"><o:p></o:p></span></p>
<p class="MsoNormal" style="background: white; color: #111111; font-size: 26px;"><span style="font-family: Verdana; font-size: 14pt; mso-bidi-font-family: Arial;"> </span><span style="font-family: Arial; font-size: 9pt;"><o:p></o:p></span></p>
<p class="MsoNormal" style="background: white; color: #111111; font-size: 26px;"><span style="font-family: Verdana; font-size: 14pt; mso-bidi-font-family: Arial;">Che cosa resta di Sartre? Poco, ma decisivo<a href="https://saggiatore.s3.eu-south-1.amazonaws.com/media/rassegne/2023/2023-02-C/2023_02_19-Avvenire-Sartre.pdf" target="_blank"></a></span><span style="font-family: Arial; font-size: 9pt;"><o:p></o:p></span></p>
<p class="MsoNormal" style="background: white; color: #111111; font-size: 26px;"><i><span style="font-family: Verdana; font-size: 14pt; mso-bidi-font-family: Arial;"><a href="https://saggiatore.s3.eu-south-1.amazonaws.com/media/rassegne/2023/2023-02-C/2023_02_19-Avvenire-Sartre.pdf" target="_blank"></a>Avvenire</span></i><span style="font-family: Arial; font-size: 9pt;"><o:p></o:p></span></p>
<p class="MsoNormal" style="background: white; color: #111111; font-size: 26px;"><span style="font-family: Verdana; font-size: 14pt; mso-bidi-font-family: Arial;"><a href="https://saggiatore.s3.eu-south-1.amazonaws.com/media/rassegne/2023/2023-02-C/2023_02_19-Avvenire-Sartre.pdf" target="_blank"></a>19 febbraio 2023</span><span style="font-family: Arial; font-size: 9pt;"><o:p></o:p></span></p>
<p class="MsoNormal" style="background: white; color: #111111; font-size: 26px;"><span style="font-family: Verdana; font-size: 14pt; mso-bidi-font-family: Arial;"> </span><span style="font-family: Arial; font-size: 9pt;"><o:p></o:p></span></p>
<p class="MsoNormal" style="background: white; color: #111111; font-size: 26px;"><span style="font-family: Verdana; font-size: 14pt; mso-bidi-font-family: Arial;">Una nuova veste per "L' essere e il nulla" di Jean-Paul Sartre<a href="https://www.criticaletteraria.org/2023/02/blog-post_18.html" target="_blank"></a></span><span style="font-family: Arial; font-size: 9pt;"><o:p></o:p></span></p>
<p class="MsoNormal" style="background: white; color: #111111; font-size: 26px;"><i><span style="font-family: Verdana; font-size: 14pt; mso-bidi-font-family: Arial;"><a href="https://www.criticaletteraria.org/2023/02/blog-post_18.html" target="_blank"></a>Critica Letteraria</span></i><span style="font-family: Arial; font-size: 9pt;"><o:p></o:p></span></p>
<p class="MsoNormal" style="background: white; color: #111111; font-size: 26px;"><span style="font-family: Verdana; font-size: 14pt; mso-bidi-font-family: Arial;"><a href="https://www.criticaletteraria.org/2023/02/blog-post_18.html" target="_blank"></a>18 febbraio 2023</span><span style="font-family: Arial; font-size: 9pt;"><o:p></o:p></span></p>
<p class="MsoNormal" style="background: white; color: #111111; font-size: 26px;"><span style="font-family: Verdana; font-size: 14pt; mso-bidi-font-family: Arial;"> </span><span style="font-family: Arial; font-size: 9pt;"><o:p></o:p></span></p>
<p class="MsoNormal" style="background: white; color: #111111; font-size: 26px;"><span style="font-family: Verdana; font-size: 14pt; mso-bidi-font-family: Arial;">Siamo condannati alla libertà<a href="https://saggiatore.s3.eu-south-1.amazonaws.com/media/rassegne/2023/2023_01_25-Repubblica-Sartre-1-LR.pdf" target="_blank"></a></span><span style="font-family: Arial; font-size: 9pt;"><o:p></o:p></span></p>
<p class="MsoNormal" style="background: white; color: #111111; font-size: 26px;"><i><span style="font-family: Verdana; font-size: 14pt; mso-bidi-font-family: Arial;"><a href="https://saggiatore.s3.eu-south-1.amazonaws.com/media/rassegne/2023/2023_01_25-Repubblica-Sartre-1-LR.pdf" target="_blank"></a>la Repubblica</span></i><span style="font-family: Arial; font-size: 9pt;"><o:p></o:p></span></p>
<p class="MsoNormal" style="background: white; color: #111111; font-size: 26px;"><span style="font-family: Verdana; font-size: 14pt; mso-bidi-font-family: Arial;"><a href="https://saggiatore.s3.eu-south-1.amazonaws.com/media/rassegne/2023/2023_01_25-Repubblica-Sartre-1-LR.pdf" target="_blank"></a>25 gennaio 2023</span><span style="font-family: Arial; font-size: 9pt;"><o:p></o:p></span></p>
<p class="MsoNormal" style="color: #111111; font-size: 26px;"><o:p> </o:p></p><p class="MsoNormal" style="color: #111111; font-size: 26px;"><span style="font-size: 14pt;">SEGUE DA:</span></p><p class="MsoNormal"><a href="https://zibaldone-sergio.blogspot.com/2024/01/rileggere-sartre-p-1a-sartre-narratore.html"><span style="font-family: verdana;">https://zibaldone-sergio.blogspot.com/2024/01/rileggere-sartre-p-1a-sartre-narratore.html</span></a><br /></p><p class="MsoNormal" style="color: #111111;"><span><a href="https://zibaldone-sergio.blogspot.com/2024/01/rileggere-sartre-p2a-sarte-filosofo.html"><span style="font-family: verdana;">https://zibaldone-sergio.blogspot.com/2024/01/rileggere-sartre-p2a-sarte-filosofo.html</span></a><br /></span></p><p class="MsoNormal" style="text-align: justify;"><strong><span style="color: #333333; font-family: Verdana; font-size: 14pt; mso-bidi-font-family: Arial;"><br /></span></strong></p><p class="MsoNormal" style="text-align: justify;"><strong><span style="color: #333333; font-family: Verdana; font-size: 14pt; mso-bidi-font-family: Arial;">Sartre nel
Teatro e nel Cinema<o:p></o:p></span></strong></p>
<p class="MsoNormal" style="text-align: justify;"><span style="color: #333333; font-family: Verdana; mso-bidi-font-family: Arial;"><o:p> </o:p></span></p>
<p class="MsoNormal" style="text-align: justify;"><span style="color: #333333; font-family: verdana; font-size: medium; mso-bidi-font-family: Arial;"><span style="mso-spacerun: yes;"> </span>La fama di Sartre – filosofo estraneo al mondo
accademico – si accresce sempre di più anche in funzione della qualità che
presto gli viene riconosciuta<span style="mso-spacerun: yes;"> </span>di
“geniale poligrafo” in virtù della sua testimonianza nella letteratura, nel
teatro, nel cinema e persino nella psicologia.<o:p></o:p></span></p>
<p class="MsoNormal" style="text-align: justify;"><i style="mso-bidi-font-style: normal;"><span style="color: #333333; font-family: verdana; font-size: medium; mso-bidi-font-family: Arial;"><o:p> </o:p></span></i></p>
<p class="MsoNormal" style="text-align: justify;"><span style="font-family: verdana; font-size: medium;"><i style="mso-bidi-font-style: normal;"><span style="color: #333333; mso-bidi-font-family: Arial;">L’Etre
et le Néant</span></i><span style="color: #333333; mso-bidi-font-family: Arial;"> fa seguito ai romanzi: <i style="mso-bidi-font-style: normal;">La Nausée</i> (1938) e <i style="mso-bidi-font-style: normal;">Le Mur</i>
(1939), ai trattati di psicologia fenomenalogica: <i style="mso-bidi-font-style: normal;">Esquisse d'une théorie des émotions</i> (1939) e <i style="mso-bidi-font-style: normal;">L'Imaginaire</i> (1940), alla pièce <i style="mso-bidi-font-style: normal;">Les
Mouches</i> (1943) e precede di poco l'altra pièce <i style="mso-bidi-font-style: normal;">Huis Clos</i> (1944), i romanzi <i style="mso-bidi-font-style: normal;">L'Age
de Raison</i> (1945) e <i style="mso-bidi-font-style: normal;">Le Sursis</i>
(1945) e la pubblicazione della rivista <i style="mso-bidi-font-style: normal;">Les
Temps Modernes</i> (ottobre 1945).<o:p></o:p></span></span></p>
<p class="MsoNormal" style="text-align: justify;"><span style="color: #333333; font-family: verdana; font-size: medium; mso-bidi-font-family: Arial;"><br />
Le novelle di <i style="mso-bidi-font-style: normal;">Le Mur</i> (“Le Mur” – “La
chambre” – “Erostrate” – “Intimité” – “L'Infance d'un chef”) gratificano
definitivamente Sartre dell'epiteto di scrittore osceno e, ancora nel ’69<span style="mso-spacerun: yes;"> </span>una insegnante del Liceo Vernon di Parigi
viene trasferita per aver proposto agli studenti una dissertazione su <i style="mso-bidi-font-style: normal;">Le Mur</i>. Circa la diffusione di
quest'opera, il 15 dicembre del 1965 la televisione francese presenta ai
telespettatori, per la regia di Michel Mitrani, “La chambre”, una delle novelle
di <i style="mso-bidi-font-style: normal;">Le Mur</i> (la T.V. presenta ciò che
la scuola vieta tre anni più tardi!). <o:p></o:p></span></p>
<p class="MsoNormal" style="text-align: justify;"><span style="color: #333333; font-family: verdana; font-size: medium; mso-bidi-font-family: Arial;"><o:p> </o:p></span></p>
<p class="MsoNormal" style="text-align: justify;"><span style="font-family: verdana; font-size: medium;"><span style="color: #333333; mso-bidi-font-family: Arial;">La rappresentazione televisiva di <i style="mso-bidi-font-style: normal;">Le Mur</i> <span style="mso-spacerun: yes;"> </span>servirà poi ad una équipe del Centre de
psychiatrie sociale diretta dal prof. Roger Bastide per svolgere un'inchiesta
tra i telespettatori circa l'atteggiamento dell'opinione pubblica nei confronti
dei malati di mente (si veda in proposito di P. Morin, “A propos de la
représentation de la maladie mentale”, in <i style="mso-bidi-font-style: normal;">Les
Temps Modernes</i>, n. 255, agosto 1967, pp. 337-361). Ciò mostra non solo il
grado di diffusione dell'opera sartriana ma anche la fortuna che le opere di
Sartre cominciano ad avere anche in campo psicologico e psichiatrico a partire
dagli anni '60.</span><span style="color: #333333;"><br style="mso-special-character: line-break;" />
<!--[if !supportLineBreakNewLine]--><br style="mso-special-character: line-break;" />
<!--[endif]--></span><span style="color: #333333; mso-bidi-font-family: Arial;"><o:p></o:p></span></span></p>
<p style="background: white; text-align: justify;"><span style="color: #333333; font-family: verdana; font-size: medium; mso-bidi-font-family: Arial;">La prima pièce di Sartre, <i style="mso-bidi-font-style: normal;">Les Mouches</i> non è accolta benevolmente
dalla critica: non si comprende l'appello rivolto ai francesi perché si
scuotano dal gioco nazifascista, si sottolineano piuttosto i difetti stilistici
dell'opera, si fa di Sartre drammaturgo un Giraudoux minore <a href="file:///C:/Users/Sergio/Documents/Sartre%203.doc#_ftn1" name="_ftnref1" style="mso-footnote-id: ftn1;" title=""><span class="MsoFootnoteReference"><span style="mso-special-character: footnote;"><!--[if !supportFootnotes]--><span class="MsoFootnoteReference"><span style="color: #333333; mso-ansi-language: IT; mso-bidi-font-family: Arial; mso-bidi-language: AR-SA; mso-fareast-font-family: "Times New Roman"; mso-fareast-language: IT;">[1]</span></span><!--[endif]--></span></span></a>. Ma la lezione di libertà
è recepita negli ambienti intellettuali e fra i giovani e, all'indomani della
liberazione, <i style="mso-bidi-font-style: normal;">Les Mouches</i> conoscerà la
sua fortuna come «pièce politique».<br />
Nel '68 può ancora significare qualcosa per il popolo cecoslovacco che insegue
il miraggio della libertà <a href="file:///C:/Users/Sergio/Documents/Sartre%203.doc#_ftn2" name="_ftnref2" style="mso-footnote-id: ftn2;" title=""><span class="MsoFootnoteReference"><span style="mso-special-character: footnote;"><!--[if !supportFootnotes]--><span class="MsoFootnoteReference"><span style="color: #333333; mso-ansi-language: IT; mso-bidi-font-family: Arial; mso-bidi-language: AR-SA; mso-fareast-font-family: "Times New Roman"; mso-fareast-language: IT;">[2]</span></span><!--[endif]--></span></span></a>. <o:p></o:p></span></p>
<p style="background: white; text-align: justify;"><span style="color: #333333; font-family: verdana; font-size: medium; mso-bidi-font-family: Arial;">Grande successo di critica e di
pubblico ha invece <i style="mso-bidi-font-style: normal;">Huis Clos</i>
presentata per la prima volta al teatro del Vieux - Colombier il 27 maggio del
1944. La pièce ha anche il merito di aver costretto critici di Sartre, uomini
di cultura, filosofi e pubblico ad una lettura o rilettura del capitolo di <i style="mso-bidi-font-style: normal;">L'Etre et le Néant</i>: «Les relations
concrétes avec autrui», di cui, infatti, la pièce può in un certo senso
considerarsi espressione figurativa. Ciò contribuirà più tardi alla diffusione
dell'opera fìlosofica di Sartre, al suo successo ma anche alle violente
polemiche che da più parti si leveranno contro <i style="mso-bidi-font-style: normal;">L'Etre et le Néant</i> considerato ormai come il testo chiave per la
comprensione dell'esistenzialismo sartriano ma anche del suo sostanziale
ateismo.<o:p></o:p></span></p>
<p class="MsoFootnoteText" style="text-align: justify;"><span style="color: #333333; font-family: verdana; font-size: medium; mso-bidi-font-family: Arial;">Comunque
sia <i style="mso-bidi-font-style: normal;">Huis Clos</i> diviene subito un
classico del teatro francese, europeo e mondiale. Ha quasi immediatamente
successo fuori dei confini nazionali. In Inghilterra ne è vietata la
rappresentazione dalla censura nel settembre del 1946, mentre in U.S.A. riceve
nel 1947 il premio per la migliore pièce straniera. Se ne traggono films come <i style="mso-bidi-font-style: normal;">Huis Clos</i> di J. Audry (1954) e <i style="mso-bidi-font-style: normal;">No Exit</i> di Pedro Escudero e Tad Danielewski
(1962), visioni televisive e registrazioni. Tale C. P. Alberts provò il bisogno
di « completare » l'opera di Sartre scrivendo delle scene supplementari che
intitolò La porte ouverte - De Open Hel (La Haye, 1949). <o:p></o:p></span></p>
<p class="MsoFootnoteText" style="text-align: justify;"><span style="color: #333333; font-family: verdana; font-size: medium; mso-bidi-font-family: Arial;"><o:p> </o:p></span></p>
<p class="MsoFootnoteText" style="text-align: justify;"><span style="color: #333333; font-family: verdana; font-size: medium; mso-bidi-font-family: Arial;">Il cinema
contribuisce solo in minima parte alla fortuna delle opere di Sartre, tuttavia
il fatto che molti dei suoi romanzi e delle sue pièces abbiano una versione
cinematografica indica sufficientemente, sia l'interesse che Sartre ha sempre
manifestato per questa forma espressiva, sia il livello della sua popolarità.
Oltre a <i style="mso-bidi-font-style: normal;">Huis Clos</i>, <i style="mso-bidi-font-style: normal;">Les jeux sont faits</i>, regia di J.
Delannoy e sceneggiatura di Sartre, che ottiene una favorevole accoglienza di
critica e di pubblico al festival di Cannes del 1947; <i style="mso-bidi-font-style: normal;">Les Mains sales</i>, regia di P. Rivers e sceneggiatura di Sartre, che
appare sugli schermi parigini il 29 agosto del 1951 suscitando le reazioni del Partito
Comunista Francese (P.C.F.). <o:p></o:p></span></p>
<p class="MsoFootnoteText" style="text-align: justify;"><span style="color: #333333; font-family: verdana; font-size: medium; mso-bidi-font-family: Arial;"><o:p> </o:p></span></p>
<p class="MsoFootnoteText" style="text-align: justify;"><span style="font-family: verdana; font-size: medium;"><span style="color: #333333; mso-bidi-font-family: Arial;">Così, le
proiezioni di <i style="mso-bidi-font-style: normal;">Les Mains sales</i> hanno
luogo assai spesso sotto la protezione della polizia. In effetti l'adattamento
cinematografico della pièce sartriana finisce per trasformare una disputa tra
militanti comunisti in una requisitoria anticomunista; si osserva inoltre che
le guardie del corpo di Hoederer somigliano più a dei gangsters dei films
americani che a degli operai. Per la verità Sartre, già prima dell'apparizione
del film, scinde le proprie responsabilità dalla strumentalizzazione anticomunista
che se ne finì per dare. La critica fu piuttosto severa, ma il film ebbe grande
successo commerciale. Notevole l'interpretazione di Pierre Brasseur e di Daniel
Gèlin rispettivamente nella parte di Hoederer e di Hugo.</span><span style="color: #333333; mso-bidi-font-family: Arial;"> </span><span style="color: #333333; mso-bidi-font-family: Arial;">Tra gli altri film:</span><span style="color: #333333; mso-bidi-font-family: Arial;"><o:p></o:p></span></span></p>
<p style="background: white; text-align: justify;"><span style="font-family: verdana; font-size: medium;"><i style="mso-bidi-font-style: normal;"><span style="color: #333333; mso-bidi-font-family: Arial;">La
p... respecteuse</span></i><span style="color: #333333; mso-bidi-font-family: Arial;">, regia di Marcel Pagherò e Charles Brabant, dialoghi di
Sartre e di Jacques Laurent Bost, fa la sua apparizione al festival di Venezia
del 1952. Contro il film si chiede da parte di ambienti filoamericani
l'applicazione della clausola del regolamento del festival che prevede il caso
di ingiuria nei confronti di una nazione amica. Ciò suscita polemiche a non finire.
Il film, benché discreto, rientra nella categoria del « dramma realista », dove
la omonima pièce di Sartre si configura come una « commedia buffa ». Inoltre la
prostituta Lizzie, che nella pièce è un personaggio negativo che interiorizza
le mistificazioni e i valori dei bempensanti bianchi americani, nel film
diviene un personaggio positivo che manifesta la propria solidarietà nei
confronti del negro cacciato per essere sottoposto a linciaggio. <o:p></o:p></span></span></p>
<p style="background: white; text-align: justify;"><span style="font-family: verdana; font-size: medium;"><i style="mso-bidi-font-style: normal;"><span style="color: #333333; mso-bidi-font-family: Arial;">Les
Sorcières de Salem</span></i><span style="color: #333333; mso-bidi-font-family: Arial;"> di Raymond Rouleau, con la sceneggiatura e i dialoghi di
Sartre su rifacimento della pièce di Arthur Miller, <i style="mso-bidi-font-style: normal;">The Crucible</i>. Il film, presentato sugli schermi parigini il 26
aprile del 1957, conosce un certo successo, la critica, tuttavia, rimprovera
Sartre di aver piegato il testo di Miller alla propria filosofia, per scopi
politici. Il film è giudicato troppo lungo (due ore e mezzo di proiezione), i
dialoghi di Sartre troppo letterari. <o:p></o:p></span></span></p>
<p style="background: white; text-align: justify;"><i style="mso-bidi-font-style: normal;"><span style="color: #333333; font-family: verdana; font-size: medium; mso-bidi-font-family: Arial;">Kean,
genio e sregolatezza</span></i><span style="color: #333333; mso-bidi-font-family: Arial;"><span style="font-family: verdana; font-size: medium;"> di V. Gassman, film italiano mai distribuito in Francia,
presentato al festival di Locamo del 1957 e tratto dalla commedia <i style="mso-bidi-font-style: normal;">Kean</i> di Alexandre Dumas adattata da
Sartre. In Italia la critica accoglie favorevolmente il film. Ancora: <i style="mso-bidi-font-style: normal;">Le Mur</i> di Serge Roullet con i dialoghi
di Sartre, presentato sugli schermi parigini il 23 ottobre 1967, è il solo film
del quale Sartre si sia dichiarato soddisfatto. Ebbe un discreto successo. Ad
altri film come: <i style="mso-bidi-font-style: normal;">Les Orgueilleux</i> di
Yves Allégret; <i style="mso-bidi-font-style: normal;">Freud, the secret passion</i>
di John Huston, <i style="mso-bidi-font-style: normal;">Les Séquestrés d'Altona</i>
di Vittorio De Sica, tratti da opere di Sartre o con la sua diretta
partecipazione, il filosofo e scrittore francese ritirò la propria adesione per
disaccordi di varia natura sulla loro realizzazione.</span><span style="font-family: Verdana;"><o:p></o:p></span></span></p>
<p style="background: white; text-align: justify;"><b style="mso-bidi-font-weight: normal;"><span style="color: #333333; font-family: Verdana; mso-bidi-font-family: Arial;">S
E G U E<o:p></o:p></span></b></p>
<p style="background: white; text-align: justify;"><span style="color: #333333; font-family: "Courier New";">sergio magaldi<o:p></o:p></span></p>
<div style="mso-element: footnote-list;"><!--[if !supportFootnotes]--><br clear="all" />
<hr align="left" size="1" width="33%" />
<!--[endif]-->
<div id="ftn1" style="mso-element: footnote;">
<p style="background: white;"><a href="file:///C:/Users/Sergio/Documents/Sartre%203.doc#_ftnref1" name="_ftn1" style="mso-footnote-id: ftn1;" title=""><span class="MsoFootnoteReference"><span style="font-family: Verdana; font-size: 10pt;"><span style="mso-special-character: footnote;"><!--[if !supportFootnotes]--><span class="MsoFootnoteReference"><span style="font-family: Verdana; font-size: 10pt; mso-ansi-language: IT; mso-bidi-font-family: "Times New Roman"; mso-bidi-language: AR-SA; mso-fareast-font-family: "Times New Roman"; mso-fareast-language: IT;">[1]</span></span><!--[endif]--></span></span></span></a><span style="font-family: Verdana; font-size: 10pt;"> </span><span style="color: #333333; font-family: Verdana; font-size: 10pt; mso-bidi-font-family: Arial;">Tra le
prime critiche apparse sulla pièce, rappresentata per la prima volta il 3
giugno del 1943 al teatro della Cité di Parigi, segnaliamo: A. Laubreaux su «
Le Petit Parisien », 5 giugno 1943 e su « L'Oeuvre » del 7 giugno; R. Purnal su
« Comoedia » del 12 giugno; A. Castelot su « La Gerbe » del 17 giugno; F.
Straub, su « Pariser Zeitung » del 17 giugno e, infine, tra le poche
favorevoli: M. Leiris su « Les Lettres françaises », n. 12 e M. Merleau-Ponty,
Compte rendu des Mouches, su « Confluences », n. 25, sett.-ott. 1943; pp.
514-16.<o:p></o:p></span></p>
<p class="MsoFootnoteText"><span style="font-family: Verdana;"><o:p> </o:p></span></p>
</div>
<div id="ftn2" style="mso-element: footnote;">
<p style="background: white;"><a href="file:///C:/Users/Sergio/Documents/Sartre%203.doc#_ftnref2" name="_ftn2" style="mso-footnote-id: ftn2;" title=""><span class="MsoFootnoteReference"><span style="font-family: Verdana; font-size: 10pt;"><span style="mso-special-character: footnote;"><!--[if !supportFootnotes]--><span class="MsoFootnoteReference"><span style="font-family: Verdana; font-size: 10pt; mso-ansi-language: IT; mso-bidi-font-family: "Times New Roman"; mso-bidi-language: AR-SA; mso-fareast-font-family: "Times New Roman"; mso-fareast-language: IT;">[2]</span></span><!--[endif]--></span></span></span></a><span style="font-family: Verdana; font-size: 10pt;"> </span><span style="color: #333333; font-family: Verdana; font-size: 10pt; mso-bidi-font-family: Arial;">Les
Mouches fu rappresentata, presente Sartre, a Praga nel dicembre del 1968.<br style="mso-special-character: line-break;" />
<!--[if !supportLineBreakNewLine]--><br style="mso-special-character: line-break;" />
<!--[endif]--><o:p></o:p></span></p>
<p class="MsoFootnoteText"><span style="font-family: Verdana;"><o:p> </o:p></span></p>
</div>
</div><br /></span></div>Sergio Magaldihttp://www.blogger.com/profile/06683710900430631479noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-5368042956865960557.post-57142558054627043902024-01-10T11:45:00.000+01:002024-01-10T11:45:31.894+01:00Viaggio nella Qabbalah – La Conoscenza Unificata (p.5ª)<iframe frameborder="0" height="270" src="https://youtube.com/embed/wNwK3rtbhSg?si=IWwm8O2Y55gqEx0Q" width="480"></iframe><div><br /></div><div><br /></div><div><br /></div><div><br /></div><div><div style="text-align: justify;"><span style="background-color: rgba(0, 0, 0, 0.05); font-family: Roboto, Arial, sans-serif; font-size: large; white-space-collapse: preserve;">Nelle puntate precedenti abbiamo visto come cibarsi del “frutto ancora acerbo” dell’Albero della conoscenza – secondo l’espressione del cabbalista spagnolo Joseph ben Abraham Gikatilla (1248-1305) – abbia comportato la dispersione delle scintille di luce provenienti dall’alto e causato l’origine del male fisico, morale e metafisico.</span></div><span style="background-color: rgba(0, 0, 0, 0.05);"><div style="text-align: justify;"><span style="font-family: Roboto, Arial, sans-serif; font-size: large; white-space-collapse: preserve;"><br /></span></div><span style="font-size: medium;"><div style="font-family: Roboto, Arial, sans-serif; text-align: justify; white-space-collapse: preserve;">Che “la rottura dei vasi” (Shevirat haKelim) contenenti la luce divina dipenda dall’inevitabile conseguenza della narrazione contenuta nel Genesi biblico, o che si giustifichi in base ad una concezione perfezionata dal noto cabbalista Ytzach Luria (1534-1572) che parla di Tzitzum o restrizione della Totalità divina che lascia libero un punto dello spazio per dar vita ad un universo interamente umano – l’ascesa lungo l’Albero della vita, a partire dalla Sephirah Malkut, ha il fine di consentire il ritorno a Da’ath per cibarsi ancora una volta del frutto dell’Albero della conoscenza, colto però questa volta nella sua piena maturità e dunque come conoscenza unificata.</div><div style="text-align: justify;"><span style="font-family: Roboto, Arial, sans-serif; white-space-collapse: preserve;"><br /></span></div><span style="font-family: Roboto, Arial, sans-serif; white-space-collapse: preserve;">La nuova consapevolezza rende infine possibile varcare la porta che si affaccia sulla triade superiore dell’Albero della vita.
<div style="text-align: justify;">La sesta puntata di “Viaggio nella Qabbalah” andrà in rete lunedì 22 gennaio. </div></span></span></span></div>Sergio Magaldihttp://www.blogger.com/profile/06683710900430631479noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-5368042956865960557.post-55971428310721491212024-01-08T17:05:00.004+01:002024-01-08T17:06:12.385+01:00SERIE A AL GIRO DI BOA<p></p><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhVGYZ69N3EEKDwO2VJfpfRdzBKebvRBY6xBu0Q-3gUClTsK1A0B2l2lax_NYnbOBUC1zxR4r5O-Mu1KZlavEvM05Kkov42NvVX2vbjkWgPNo9wWJoR1G4_buX8CszEua2CqgIvyrRKAisq57tnQHrqFuboulW3kMNjZDuzZes5JkUXFRq1oRF0FyiOS00c/s259/VAR%20download.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="194" data-original-width="259" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhVGYZ69N3EEKDwO2VJfpfRdzBKebvRBY6xBu0Q-3gUClTsK1A0B2l2lax_NYnbOBUC1zxR4r5O-Mu1KZlavEvM05Kkov42NvVX2vbjkWgPNo9wWJoR1G4_buX8CszEua2CqgIvyrRKAisq57tnQHrqFuboulW3kMNjZDuzZes5JkUXFRq1oRF0FyiOS00c/s16000/VAR%20download.jpg" /></a></div><br /> <p></p><p></p><p class="MsoNormal"><o:p> </o:p></p>
<p class="MsoNormal"><o:p> </o:p></p>
<p class="MsoNormal" style="text-align: justify;"><span style="font-family: Verdana; font-size: 14.0pt;">Il girone di andata della Serie A termina assegnando
l’effimero titolo di “Campione d’inverno” all’Inter che con 48 punti precede la
Juventus con 46.<o:p></o:p></span></p>
<p class="MsoNormal" style="text-align: justify;"><span style="font-family: Verdana; font-size: 14.0pt;"><o:p> </o:p></span></p>
<p class="MsoNormal" style="text-align: justify;"><span style="font-family: Verdana; font-size: 14.0pt;">Per la verità, all’Inter andrebbe assegnato il titolo per
il miglior gioco sin qui mostrato tra tutte le 20 squadre del Campionato, ma
non quello per il miglior punteggio che, senza i mancati interventi del VAR,
spetterebbe probabilmente ai bianconeri. Mancano infatti alla Juve i 2 punti
per un rigore solare non assegnato nella trasferta di Genoa, mentre all’Inter,
nella partita di ieri, sono stati concessi 2 punti in più grazie al goal della
vittoria realizzato contro il Verona, giudicato regolare da arbitro e VAR, nonostante
il vistoso fallo di Bastoni sul difendente avversario. È vero che i rigori
bisogna segnarli, ma anche nell’ipotesi che la Juve avesse sbagliato il suo
contro il Genoa, il punteggio reale alla fine del girone di andata sarebbe
stato di 46 punti sia per i bianconeri che per i neroazzurri. <o:p></o:p></span></p>
<p class="MsoNormal" style="text-align: justify;"><span style="font-family: Verdana; font-size: 14.0pt;"><o:p> </o:p></span></p>
<p class="MsoNormal" style="text-align: justify;"><span style="font-family: Verdana; font-size: 14.0pt;">Il 3° posto della classifica finale del girone di andata è
occupato dal Milan con i suoi 39 punti che – al netto delle magie realizzate
dal diavolo, tra agosto e ottobre che valsero ai rossoneri un bonus di 6 punti
in più (cfr. post del 09 ottobre 2023 cliccando su<span style="mso-spacerun: yes;"> <a href="https://zibaldone-sergio.blogspot.com/2023/10/serie-le-magie-dei-diavoli-rossoneri.html">https://zibaldone-sergio.blogspot.com/2023/10/serie-le-magie-dei-diavoli-rossoneri.html</a> </span>), nonché della gara pareggiata l’11 novembre u.s. contro il Lecce, a
cui fu annullato un goal bellissimo e regolare di Piccoli – in realtà sarebbero
32 (39-6-1=32).<o:p></o:p></span></p>
<p class="MsoNormal" style="text-align: justify;"><span style="font-family: Verdana; font-size: 14.0pt;"><o:p> </o:p></span></p>
<p class="MsoNormal" style="text-align: justify;"><span style="font-family: Verdana; font-size: 14.0pt;">Dal 4° al 10° posto troviamo ben sette squadre (e in
realtà dovrebbero essere otto tra i 33 e i 27 punti!) divise soltanto da sei
punti e cioè Fiorentina 33, Bologna 32, Atalanta e Lazio 30, Roma 29, Napoli 28
e Torino 27. Sono queste le candidate ad occupare l’ultimo posto disponibile in
Champions, nonché a partecipare alle minori competizioni europee. Quattro in
tutto, cinque è poco probabile. Gli accoppiamenti delle squadre italiane negli
ottavi di Champions, infatti, non lasciano molto sperare in un risultato che
serva a scalare i primi due posti del ranking europeo, maturando così il
diritto alla partecipazione di una quinta squadra in Champions.<o:p></o:p></span></p>
<p class="MsoNormal" style="text-align: justify;"><span style="font-family: Verdana; font-size: 14.0pt;"><o:p> </o:p></span></p>
<p class="MsoNormal" style="text-align: justify;"><span style="font-family: Verdana; font-size: 14.0pt;">Tutto ciò premesso, si può prevedere con una certa
attendibilità quale sarà l’esito del Campionato, almeno per quanto attiene l’assegnazione
dello scudetto e la partecipazione alla Champions, la sola coppa che in realtà
faccia gola per via degli ingenti premi in denaro. Sempre che naturalmente il
girone di ritorno ricalchi quello di andata nel gioco (mediocre) e nelle
valutazioni di arbitri e VAR (più che mediocri).<span style="mso-spacerun: yes;"> </span><o:p></o:p></span></p>
<p class="MsoNormal" style="text-align: justify;"><span style="font-family: Verdana; font-size: 14.0pt;"><o:p> </o:p></span></p>
<p class="MsoNormal" style="text-align: justify;"><span style="font-family: Verdana; font-size: 14.0pt;">L’ Inter vincerà lo scudetto e l’altra milanese si
piazzerà al 3° posto e non è da escludere neppure il 2°. La Juve, dal canto
suo, non potrà essere estromessa dalla Champions, almeno in base al punteggio.
La lotta per il 4° posto utile per la Champions sarà in realtà più limitata di
quanto non dica oggi la classifica: due o al massimo tre le squadre che se lo
contenderanno e tra queste non ci sarà di sicuro la Roma, poco gradita negli
ambienti che contano. <o:p></o:p></span></p>
<p class="MsoNormal" style="text-align: justify;"><span style="font-family: Verdana; font-size: 14.0pt;"><o:p> </o:p></span></p>
<p class="MsoNormal" style="text-align: justify;"><span style="font-family: Verdana; font-size: 14.0pt;">Più complicata la lotta per non retrocedere, ma anche qui si
può già intuire qualcosa. <o:p></o:p></span></p>
<p class="MsoNormal" style="text-align: justify;"><span style="font-family: Verdana; font-size: 14.0pt;"><o:p> </o:p></span></p>
<p class="MsoNormal" style="text-align: justify;"><span style="font-family: "Courier New";">sergio
magaldi <o:p></o:p></span></p><br /><p></p>Sergio Magaldihttp://www.blogger.com/profile/06683710900430631479noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-5368042956865960557.post-77447110608814172272024-01-06T10:30:00.002+01:002024-01-06T11:08:32.306+01:00RILEGGERE SARTRE (P.2a: Sartre filosofo dell'esistenzialismo)<p></p><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEidiZxHva-bmPfiubw0hyorLjw47aieal8u1bantnNEWjQje_63M6cgKJVee7gxYzpxAB9eeKkgsXFANaY4wUZJ_uiM5CvjiBTyWFsHvlvmi2EEa_86h1NEomuQmj3EUKADVJUr2JrFAlCfIX3WiwuxR57c8ek3kiGFofoFAPEZ5HyMiFiznb9cd4OA7SnI/s550/L'essere%20e%20il%20nulla%20ed.2023%20%2063a2df3362d5d857805166.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="550" data-original-width="371" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEidiZxHva-bmPfiubw0hyorLjw47aieal8u1bantnNEWjQje_63M6cgKJVee7gxYzpxAB9eeKkgsXFANaY4wUZJ_uiM5CvjiBTyWFsHvlvmi2EEa_86h1NEomuQmj3EUKADVJUr2JrFAlCfIX3WiwuxR57c8ek3kiGFofoFAPEZ5HyMiFiznb9cd4OA7SnI/s16000/L'essere%20e%20il%20nulla%20ed.2023%20%2063a2df3362d5d857805166.jpg" /></a></div><br /> <p></p><p></p><p class="MsoNormal" style="background: white; mso-margin-bottom-alt: auto; mso-margin-top-alt: auto; text-align: justify;"><span style="font-family: Verdana; font-size: 14.0pt; mso-bidi-font-family: Arial;"> Meno di un anno fa, Riccardo De
Benedetti su <i>Avvenire </i>si poneva un interrogativo a cui dava
subito una risposta: “Che cosa resta di Sartre? Poco, ma decisivo”.</span><span style="font-family: Arial; font-size: 9.0pt;"><o:p></o:p></span></p>
<p class="MsoNormal" style="background: white; mso-margin-bottom-alt: auto; mso-margin-top-alt: auto; text-align: justify;"><span style="font-family: Verdana; font-size: 14.0pt; mso-bidi-font-family: Arial;">Sartre – osserva l’autore dell’articolo – è
sempre stato in “situazione”, con ciò intendendo dire che egli ha quasi
ininterrottamente inteso rappresentare il proprio tempo e quello della società
e del mondo in cui viveva. È certamente vero, almeno sino al maggio
francese. E proprio per questo – continua l’autore – Sartre ha finito col pagare
con la dimenticanza o addirittura con l’oblio. Vero anche questo, ma bisogna
tener conto del fallimento politico della rivoluzione che avrebbe dovuto
portare “l’immaginazione al potere” e che invece ha realizzato il successo di
quanti speravano di sbarazzarsi una volta per tutte della lotta politica,
limitandola al terrorismo più o meno compiacente e preparando, attraverso la
liberazione del costume e dei consumi, l’avvento della globalizzazione, del
cosiddetto capitalismo della sorveglianza e dell’era tecnologica.</span><span style="font-family: Arial; font-size: 9.0pt;"><o:p></o:p></span></p>
<p class="MsoNormal" style="background: white; mso-margin-bottom-alt: auto; mso-margin-top-alt: auto; text-align: justify;"><span style="font-family: Verdana; font-size: 14.0pt; mso-bidi-font-family: Arial;">A questo punto, conviene chiedersi con De
Benedetti se non sia venuto il momento di rileggere Sartre, tenuto conto
che, come dice, “alla sovrabbondanza della tecnica corrisponde un diminuire,
sin quasi alla scomparsa, dell’uomo”.</span><span style="font-family: Arial; font-size: 9.0pt;"><o:p></o:p></span></p>
<p class="MsoNormal" style="background: white; mso-margin-bottom-alt: auto; mso-margin-top-alt: auto; text-align: justify;"><span style="font-family: Verdana; font-size: 14.0pt; mso-bidi-font-family: Arial;">Il “poco” che resta di Sartre è dunque una
riflessione sul significato dell’esistenza in un mondo che ha finito per
relegare l’essere umano ai margini della Storia. L’occasione è offerta, e direi
non solo, da una nuova edizione de <i>L’essere e il nulla</i> proposta
di recente dal Saggiatore per festeggiare gli ottanta anni dalla sua
pubblicazione (1943-2023).</span><span style="font-family: Arial; font-size: 9.0pt;"><o:p></o:p></span></p>
<p class="MsoNormal" style="background: white; mso-margin-bottom-alt: auto; mso-margin-top-alt: auto; text-align: justify;"><span style="font-family: Verdana; font-size: 14.0pt; mso-bidi-font-family: Arial;">------------------</span><span style="font-family: Arial; font-size: 9.0pt;"><o:p></o:p></span></p>
<p class="MsoNormal" style="background: white; mso-margin-bottom-alt: auto; mso-margin-top-alt: auto; text-align: justify;"><span style="font-family: Verdana; font-size: 14.0pt; mso-bidi-font-family: Arial;">Per una rilettura, il più possibile
completa, di Sartre ripropongo di seguito in sette post la relazione, con
opportune modifiche, a suo tempo presentata per un convegno di filosofia.</span><span style="font-family: Arial; font-size: 9.0pt;"><o:p></o:p></span></p>
<h3 style="background: white; margin-bottom: .0001pt; margin: 0cm; text-align: justify;"><span style="font-family: Verdana; font-size: 14.0pt; font-weight: normal; mso-bidi-font-family: Arial;">Per quanto si riferisce “all’ultimo Sartre” e alle
polemiche accese dai suoi scritti più recenti, suggerisco il post:</span></h3><h3 style="background: white; margin-bottom: .0001pt; margin: 0cm; text-align: justify;"><span style="font-family: Verdana; font-size: 14.0pt; font-weight: normal; mso-bidi-font-family: Arial;"><br /></span></h3><h3 style="background: white; margin-bottom: .0001pt; margin: 0cm; text-align: justify;"><span style="font-family: Verdana; font-size: 14.0pt; font-weight: normal; mso-bidi-font-family: Arial;"><br /></span></h3><h3 style="background: white; margin-bottom: .0001pt; margin: 0cm; text-align: justify;"><span style="font-family: Verdana; font-size: 14.0pt; font-weight: normal; mso-bidi-font-family: Arial;"> <a href="https://zibaldone-sergio.blogspot.com/2019/08/le-ultime-interviste-di-sartre-lespoir.html">https://zibaldone-sergio.blogspot.com/2019/08/le-ultime-interviste-di-sartre-lespoir.html</a></span></h3><div><br /></div><div><br /></div><div><br /></div><div><br /></div><div><h3 style="background: white; margin-bottom: .0001pt; margin: 0cm; text-align: justify;"><span style="font-family: Verdana; font-size: 14.0pt; font-weight: normal; mso-bidi-font-family: Arial;">Si vedano ancora, su Sartre in generale, i video youtube
seguenti:</span><span style="font-family: Arial; font-size: 14.0pt;"><o:p></o:p></span></h3><br /></div><div><br /></div><div><br /></div><div><a href="https://zibaldone-sergio.blogspot.com/2022/03/zibaldone-online-n-23-280322-sartre.html"><span style="font-size: medium;">https://zibaldone-sergio.blogspot.com/2022/03/zibaldone-online-n-23-280322-sartre.html</span></a><br /></div><div><br /></div><div><br /></div><div><br /></div><div><a href="https://zibaldone-sergio.blogspot.com/2022/04/zibaldone-online-n-24-04-04-22-sartre.html"><span style="font-size: medium;">https://zibaldone-sergio.blogspot.com/2022/04/zibaldone-online-n-24-04-04-22-sartre.html</span></a><br /></div><div><br /></div><div><br /></div><div><br /></div><div><a href="https://zibaldone-sergio.blogspot.com/2022/04/zibaldone-online-n-25-11-04-22-sartre.html"><span style="font-size: medium;">https://zibaldone-sergio.blogspot.com/2022/04/zibaldone-online-n-25-11-04-22-sartre.html</span></a><br /></div><div><br /></div><div><br /></div><div><br /></div><div><br /></div><div><p class="MsoNormal" style="background: white; mso-margin-bottom-alt: auto; mso-margin-top-alt: auto;"><span style="font-family: Verdana; font-size: 14.0pt; mso-bidi-font-family: Arial;">RASSEGNA STAMPA sulla nuova edizione di <i>L’essere e il
nulla</i>, pubblicato da Il Saggiatore il 19 febbraio 2023</span><span style="font-family: Arial; font-size: 9.0pt;"><o:p></o:p></span></p>
<p class="MsoNormal" style="background: white; mso-margin-bottom-alt: auto; mso-margin-top-alt: auto;"><span style="font-family: Verdana; font-size: 14.0pt; mso-bidi-font-family: Arial;"> </span><span style="font-family: Arial; font-size: 9.0pt;"><o:p></o:p></span></p>
<p class="MsoNormal" style="background: white; mso-margin-bottom-alt: auto; mso-margin-top-alt: auto;"><span style="font-family: Verdana; font-size: 14.0pt; mso-bidi-font-family: Arial;">La riscossa esistenzialista<a href="https://saggiatore.s3.eu-south-1.amazonaws.com/media/rassegne/2023/2023-05-B/2023_05_07-manifesto-Sartre-1.pdf" target="_blank"></a></span><span style="font-family: Arial; font-size: 9.0pt;"><o:p></o:p></span></p>
<p class="MsoNormal" style="background: white; mso-margin-bottom-alt: auto; mso-margin-top-alt: auto;"><i><span style="font-family: Verdana; font-size: 14.0pt; mso-bidi-font-family: Arial;"><a href="https://saggiatore.s3.eu-south-1.amazonaws.com/media/rassegne/2023/2023-05-B/2023_05_07-manifesto-Sartre-1.pdf" target="_blank"></a>il manifesto</span></i><span style="font-family: Arial; font-size: 9.0pt;"><o:p></o:p></span></p>
<p class="MsoNormal" style="background: white; mso-margin-bottom-alt: auto; mso-margin-top-alt: auto;"><span style="font-family: Verdana; font-size: 14.0pt; mso-bidi-font-family: Arial;"><a href="https://saggiatore.s3.eu-south-1.amazonaws.com/media/rassegne/2023/2023-05-B/2023_05_07-manifesto-Sartre-1.pdf" target="_blank"></a>07 maggio 2023</span><span style="font-family: Arial; font-size: 9.0pt;"><o:p></o:p></span></p>
<p class="MsoNormal" style="background: white; mso-margin-bottom-alt: auto; mso-margin-top-alt: auto;"><span style="font-family: Verdana; font-size: 14.0pt; mso-bidi-font-family: Arial;"> </span><span style="font-family: Arial; font-size: 9.0pt;"><o:p></o:p></span></p>
<p class="MsoNormal" style="background: white; mso-margin-bottom-alt: auto; mso-margin-top-alt: auto;"><span style="font-family: Verdana; font-size: 14.0pt; mso-bidi-font-family: Arial;">Un'esistenza che precede l'essenza<a href="https://saggiatore.s3.eu-south-1.amazonaws.com/media/rassegne/2023/2023-03-A/2023_03_05-Sole24ore-Sartre.pdf" target="_blank"></a></span><span style="font-family: Arial; font-size: 9.0pt;"><o:p></o:p></span></p>
<p class="MsoNormal" style="background: white; mso-margin-bottom-alt: auto; mso-margin-top-alt: auto;"><i><span style="font-family: Verdana; font-size: 14.0pt; mso-bidi-font-family: Arial;"><a href="https://saggiatore.s3.eu-south-1.amazonaws.com/media/rassegne/2023/2023-03-A/2023_03_05-Sole24ore-Sartre.pdf" target="_blank"></a>Il Sole 24 Ore</span></i><span style="font-family: Arial; font-size: 9.0pt;"><o:p></o:p></span></p>
<p class="MsoNormal" style="background: white; mso-margin-bottom-alt: auto; mso-margin-top-alt: auto;"><span style="font-family: Verdana; font-size: 14.0pt; mso-bidi-font-family: Arial;"><a href="https://saggiatore.s3.eu-south-1.amazonaws.com/media/rassegne/2023/2023-03-A/2023_03_05-Sole24ore-Sartre.pdf" target="_blank"></a>05 marzo 2023</span><span style="font-family: Arial; font-size: 9.0pt;"><o:p></o:p></span></p>
<p class="MsoNormal" style="background: white; mso-margin-bottom-alt: auto; mso-margin-top-alt: auto;"><span style="font-family: Verdana; font-size: 14.0pt; mso-bidi-font-family: Arial;"> </span><span style="font-family: Arial; font-size: 9.0pt;"><o:p></o:p></span></p>
<p class="MsoNormal" style="background: white; mso-margin-bottom-alt: auto; mso-margin-top-alt: auto;"><span style="font-family: Verdana; font-size: 14.0pt; mso-bidi-font-family: Arial;">Che cosa resta di Sartre? Poco, ma decisivo<a href="https://saggiatore.s3.eu-south-1.amazonaws.com/media/rassegne/2023/2023-02-C/2023_02_19-Avvenire-Sartre.pdf" target="_blank"></a></span><span style="font-family: Arial; font-size: 9.0pt;"><o:p></o:p></span></p>
<p class="MsoNormal" style="background: white; mso-margin-bottom-alt: auto; mso-margin-top-alt: auto;"><i><span style="font-family: Verdana; font-size: 14.0pt; mso-bidi-font-family: Arial;"><a href="https://saggiatore.s3.eu-south-1.amazonaws.com/media/rassegne/2023/2023-02-C/2023_02_19-Avvenire-Sartre.pdf" target="_blank"></a>Avvenire</span></i><span style="font-family: Arial; font-size: 9.0pt;"><o:p></o:p></span></p>
<p class="MsoNormal" style="background: white; mso-margin-bottom-alt: auto; mso-margin-top-alt: auto;"><span style="font-family: Verdana; font-size: 14.0pt; mso-bidi-font-family: Arial;"><a href="https://saggiatore.s3.eu-south-1.amazonaws.com/media/rassegne/2023/2023-02-C/2023_02_19-Avvenire-Sartre.pdf" target="_blank"></a>19 febbraio 2023</span><span style="font-family: Arial; font-size: 9.0pt;"><o:p></o:p></span></p>
<p class="MsoNormal" style="background: white; mso-margin-bottom-alt: auto; mso-margin-top-alt: auto;"><span style="font-family: Verdana; font-size: 14.0pt; mso-bidi-font-family: Arial;"> </span><span style="font-family: Arial; font-size: 9.0pt;"><o:p></o:p></span></p>
<p class="MsoNormal" style="background: white; mso-margin-bottom-alt: auto; mso-margin-top-alt: auto;"><span style="font-family: Verdana; font-size: 14.0pt; mso-bidi-font-family: Arial;">Una nuova veste per "L' essere e il nulla" di Jean-Paul Sartre<a href="https://www.criticaletteraria.org/2023/02/blog-post_18.html" target="_blank"></a></span><span style="font-family: Arial; font-size: 9.0pt;"><o:p></o:p></span></p>
<p class="MsoNormal" style="background: white; mso-margin-bottom-alt: auto; mso-margin-top-alt: auto;"><i><span style="font-family: Verdana; font-size: 14.0pt; mso-bidi-font-family: Arial;"><a href="https://www.criticaletteraria.org/2023/02/blog-post_18.html" target="_blank"></a>Critica Letteraria</span></i><span style="font-family: Arial; font-size: 9.0pt;"><o:p></o:p></span></p>
<p class="MsoNormal" style="background: white; mso-margin-bottom-alt: auto; mso-margin-top-alt: auto;"><span style="font-family: Verdana; font-size: 14.0pt; mso-bidi-font-family: Arial;"><a href="https://www.criticaletteraria.org/2023/02/blog-post_18.html" target="_blank"></a>18 febbraio 2023</span><span style="font-family: Arial; font-size: 9.0pt;"><o:p></o:p></span></p>
<p class="MsoNormal" style="background: white; mso-margin-bottom-alt: auto; mso-margin-top-alt: auto;"><span style="font-family: Verdana; font-size: 14.0pt; mso-bidi-font-family: Arial;"> </span><span style="font-family: Arial; font-size: 9.0pt;"><o:p></o:p></span></p>
<p class="MsoNormal" style="background: white; mso-margin-bottom-alt: auto; mso-margin-top-alt: auto;"><span style="font-family: Verdana; font-size: 14.0pt; mso-bidi-font-family: Arial;">Siamo condannati alla libertà<a href="https://saggiatore.s3.eu-south-1.amazonaws.com/media/rassegne/2023/2023_01_25-Repubblica-Sartre-1-LR.pdf" target="_blank"></a></span><span style="font-family: Arial; font-size: 9.0pt;"><o:p></o:p></span></p>
<p class="MsoNormal" style="background: white; mso-margin-bottom-alt: auto; mso-margin-top-alt: auto;"><i><span style="font-family: Verdana; font-size: 14.0pt; mso-bidi-font-family: Arial;"><a href="https://saggiatore.s3.eu-south-1.amazonaws.com/media/rassegne/2023/2023_01_25-Repubblica-Sartre-1-LR.pdf" target="_blank"></a>la Repubblica</span></i><span style="font-family: Arial; font-size: 9.0pt;"><o:p></o:p></span></p>
<p class="MsoNormal" style="background: white; mso-margin-bottom-alt: auto; mso-margin-top-alt: auto;"><span style="font-family: Verdana; font-size: 14.0pt; mso-bidi-font-family: Arial;"><a href="https://saggiatore.s3.eu-south-1.amazonaws.com/media/rassegne/2023/2023_01_25-Repubblica-Sartre-1-LR.pdf" target="_blank"></a>25 gennaio 2023</span><span style="font-family: Arial; font-size: 9.0pt;"><o:p></o:p></span></p>
<p class="MsoNormal"><o:p> </o:p></p>
<p class="MsoNormal"><o:p> </o:p><b><span style="font-size: 14.0pt;">SEGUE DA:</span></b></p><p class="MsoNormal"><b><span style="font-size: 14.0pt;"><a href="https://zibaldone-sergio.blogspot.com/2024/01/rileggere-sartre-p-1a-sartre-narratore.html">https://zibaldone-sergio.blogspot.com/2024/01/rileggere-sartre-p-1a-sartre-narratore.html</a><br /></span></b></p><p class="MsoNormal"><b><br /></b></p><p style="background: white; text-align: justify;"><b><span style="color: #333333; font-family: Verdana; font-size: 14.0pt; mso-bidi-font-family: Arial;">Sartre filosofo dell’esistenzialismo<o:p></o:p></span></b></p></div><p></p><p style="background: white; text-align: justify;"><span style="color: #333333; font-family: Verdana; mso-bidi-font-family: Arial;"> <span style="font-size: medium;">È però nel dopoguerra che s’impone la fama di
Sartre filosofo esistenzialista, proprio nel momento in cui l'esistenzialismo
ha preso, nella filosofìa francese, il posto privilegiato che era spettato al
bergsonismo. Comprensibile, d'altra parte, il ruolo giocato dalla filosofia
dell'esistenza all'indomani della Liberazione: ci si interroga sull'
«immediatamente vissuto», sul significato dell'esistenza umana in un mondo
sconvolto dal lutto, dalla miseria, dalle rovine; sui vecchi valori che
pretendevano di sfidare il tempo e che sono crollati l’uno dopo l’altro sotto i
primi bombardamenti.<o:p></o:p></span></span></p><p style="background: white; text-align: justify;"><span style="color: #333333; font-family: Verdana; mso-bidi-font-family: Arial;"><span style="font-size: medium;"><br />
La domanda ha per risposta una più inquietante indagine sulla condizione umana,
nei suoi aspetti, per così dire, ritenuti eterni e universali. Ne deriva una
prima riflessione sul significato della «deiezione» o «caduta» dell'uomo nel
mondo, sulla libertà e sull'ambiguità dei valori, mentre si fa strada la
sfiducia nel progresso e nella scienza e si cerca il senso dell’esistenza nella
sua determinazione storica o «situazione», con la critica della società
borghese, del suo facile ottimismo, della sua rispettabilità, del suo sistema
di oppressione. Il risultato è l’anticonformismo e un atteggiamento
esibizionistico di denuncia dei costumi e della moda corrente che, quando non
scade nel grottesco, assume una funzione profondamente liberatoria. <o:p></o:p></span></span></p><p style="background: white; text-align: justify;"><span style="color: #333333; font-family: Verdana; mso-bidi-font-family: Arial;"><span style="font-size: medium;">L'esistenzialismo, benché espressione
di un'epoca, si radica profondamente nella cultura filosofica francese. Da
Montaigne a Bergson, la filosofia francese è sempre stata una filosofia del
pensiero e della coscienza, nel senso di privilegiare la spiritualità dell’uomo
rispetto alla sua materialità, nella visione che il filosofare è innanzi tutto
interrogazione della coscienza, nella determinazione infine che libertà e
soggettività sono i punti costanti di riferimento della riflessione filosofica.
<o:p></o:p></span></span></p><p style="background: white; text-align: justify;"><span style="color: #333333; font-family: Verdana; mso-bidi-font-family: Arial;"><span style="font-size: medium;">D’altra parte Montaigne è già il filosofo della coscienza e
della condizione umana anche se in lui ogni tema è vissuto con il distacco
proprio dell'aristocratico del Rinascimento. Pascal torna con più drammaticità
sulla condizione dell'uomo nel mondo, sulle ragioni del cuore che solo
l'«l’esprit de finesse» (come ciò che ci dà l'oggetto d'un colpo solo con lo
sguardo della mente) può far valere, sul pensiero come la sola dignità dell'uomo.
Descartes può considerarsi il fondatore, con il cogito intuitivo, della
riflessione contemporanea, Rousseau è il filosofo della spontaneità di
coscienza. Il tema della coscienza è ancora l'alfa e l'omega della filosofia di
Bergson. <o:p></o:p></span></span></p><p style="background: white; text-align: justify;"><span style="color: #333333; font-family: Verdana; mso-bidi-font-family: Arial;"><span style="font-size: medium;">Si noti infine come nella letteratura
esistenzialista il malcelato disprezzo per il nostro «essere corpo», derivi da
una ambiguità fondamentale: è con il corpo che ci troviamo nel mondo con gli
altri, è con il corpo che esistiamo, ma il corpo è la cosa, la «fattità», ciò
che si oppone alla nostra libertà.<br />
Va inoltre considerato che l’esistenzialismo contemporaneo nasce e si sviluppa
sullo stesso terreno della fenomenologia, proponendo tuttavia nuovi obiettivi
all'indagine fenomenologica. <o:p></o:p></span></span></p><p style="background: white; text-align: justify;"><span style="color: #333333; font-family: Verdana; mso-bidi-font-family: Arial;"><span style="font-size: medium;">Favorito dal clima politico e
culturale del primo dopoguerra, che segna una svolta profonda nella crisi dei
valori annunciatasi all'inizio del secolo, l'esistenzialismo ha il suo atto di
nascita nel 1927 con <i>Sein una Zeit</i> di
Heidegger. L'esplosione di fermenti irrazionalistici sul piano sociale, che
avranno uno sbocco disordinato e cruento nella nuova razionalizzazione dei
regimi totalitari, ha un riscontro sul piano culturale con la « rinascita
kierkegaardiana », il ritorno a Nietzsche, il collegamento con l'opera
letteraria di Dostojewski e di Kafka (il cui primo romanzo appare postumo, nel
1925). <o:p></o:p></span></span></p><p style="background: white; text-align: justify;"><span style="color: #333333; font-family: Verdana; mso-bidi-font-family: Arial;"><span style="font-size: medium;">Sarà bene osservare che
l'esistenzialismo contemporaneo, come fenomeno culturale complessivo, lungi
dall'identificarsi con la «filosofia» del nazifascismo, con la messa in
questione di ogni certezza, con la critica più o meno esplicita delle forme in
cui si articola il potere, con il sarcasmo con cui colpisce ogni seriosità del
vivere, ne sottolinea implicitamente l'assurdo. Lo stesso irrazionalismo di
cui si colora riguarda esclusivamente l'abbandono nella «fede della ragione»
delle precedenti filosofie (fede comune anche alla fenomenologia husserliana)
e il suo soffermarsi prevalentemente sugli aspetti distruttivi e negativi
dell'esistenza umana: il dolore, la malattia, lo scacco, l'incomunicabilità, la
banalità, la noia, la morte. <o:p></o:p></span></span></p><p style="background: white; text-align: justify;"><span style="color: #333333; font-family: Verdana; mso-bidi-font-family: Arial;"><span style="font-size: medium;">L'esistenzialismo rovescia ed amplia,
per così dire, il campo d’indagine della fenomenologia. Non più un’analisi
limitata alla sfera conoscitiva né estesa al mondo-della-vita (come nell’ultimo
Husserl), considerato solo nella sua positività. Il metodo d’indagine
fenomenologia deve servire per descrivere la realtà esistenziale in tutte le
sue manifestazioni: non la vita al servizio della consapevolezza razionale, ma
la consapevolezza razionale al servizio della vita.<o:p></o:p></span></span></p><p style="background: white; text-align: justify;"><span style="color: #333333; font-family: Verdana; mso-bidi-font-family: Arial;"><span style="font-size: medium;">L'esistenzialismo fìlosofico è anche
il punto d'approdo della riflessione filosofìca francese negli anni Quaranta.
Dell'esistenzialismo francese, d'altra parte, Sartre è uno dei più validi
rappresentanti, se è vero che <i>L'Etre et
le néant</i> è il primo grande libro e, in un certo senso, forse, il solo
grande libro dell'esistenzialismo francese <a href="file:///C:/Users/Sergio/Documents/Sartre%202.doc#_ftn1" name="_ftnref1" title=""><span class="MsoFootnoteReference"><!--[if !supportFootnotes]--><span class="MsoFootnoteReference"><span style="color: #333333;">[1]</span></span><!--[endif]--></span></a>. Proprio per questo,
forse, il sartrismo, che non è la semplice sintesi di Hegel, di Kierkegaard e
di Marx, di Husserl e di Heidegger è in grado di confrontarsi con il marxismo
ortodosso, con quello strutturalistico e, in definitiva, con la «nuova» cultura
francese. In tal senso è del tutto accettabile il giudizio «controcorrente» di
Pier Aldo Rovatti: «mi sembra si possa giungere a una conclusione decisamente
controcorrente: che l'impianto teorico sartriano, pur carente nei contenuti,
non solo resiste al radicale attacco althusseriano, ma è anche in grado di
demistificare ampiamente le affermazioni della cosidetta "nuova"
cultura francese riconducendole alla loro matrice ideologica» <a href="file:///C:/Users/Sergio/Documents/Sartre%202.doc#_ftn2" name="_ftnref2" title=""><span class="MsoFootnoteReference"><!--[if !supportFootnotes]--><span class="MsoFootnoteReference"><span style="color: #333333;">[2]</span></span><!--[endif]--></span></a> <o:p></o:p></span></span></p><p class="MsoNormal" style="text-align: justify;"><span style="color: #333333; font-family: Verdana; mso-bidi-font-family: Arial;"><span style="font-size: medium;"><br />
La disputa attorno all'esistenzialismo e, particolarmente, attorno al
sartrismo è già fervente all'indomani della seconda guerra mondiale, non
soltanto per le polemiche o i riconoscimenti di cui l'opera di Sartre è fatta
oggetto, ma anche per i rapporti che il sartrismo ha con il pensiero francese,
esistenzialista e non, di prima della guerra e del dopoguerra e,
successivamente, con il marxismo. Per questo rispetto, troverà conferma sia la
tesi dell'esistenzialismo e del sartrismo come di filosofie che si radicano al
filone coscienzialistico della filosofia francese, sia la tesi che, da ultimo,
il sartrismo è, in un certo senso, un marxismo che non rinuncia al cogito
cartesiano dell'interpretazione husserliana.<br />
<!--[if !supportLineBreakNewLine]--><br />
<!--[endif]--><o:p></o:p></span></span></p><p class="MsoNormal" style="text-align: justify;"><span style="color: #333333; font-family: Verdana; mso-bidi-font-family: Arial;"><span style="font-size: medium;">Il dibattito su Sartre filosofo si
annuncia già con l'apparizione di <i>L'Etre
et le Néant</i>. Scrive in proposito Michel Tournier (Les Nouvelles Littéraires,
29 ottobre 1964): «L'Etre et le Néant. Ci fu un momento di stupore, poi una
lunga e difficile digestione. L'opera era massiccia, irsuta, straripante, d'una
forza irresistibile, piena di squisite sottigliezze, enciclopedica,
superbamente tecnica, attraversata da un capo all'altro da una intuizione d'una
semplicità diamantina. Già i clamori della canaglia antifilosofica cominciavano
a farsi sentire sulla stampa. Non c'era alcun dubbio: un sistema era nato».<o:p></o:p></span></span></p><p class="MsoNormal" style="text-align: justify;"><span style="color: #333333; font-family: Verdana; mso-bidi-font-family: Arial;"><span style="font-size: medium;"><br />
Bisogna tuttavia attendere ancora due anni prima che il libro cominci a far
parlare di sé nella cultura francese e questo accade quando si è già affermata
la fama di Sartre romanziere e drammaturgo esistenzialista e l'esistenzialismo,
divenuto una moda, si esibisce ormai nelle strade e nei locali notturni di
Parigi.</span><br />
<!--[if !supportLineBreakNewLine]--><br />
<!--[endif]--></span></p><p class="MsoNormal"><span style="font-size: 14.0pt;"> </span></p><p class="MsoNormal"><b><span style="font-size: 14.0pt;">S E G U E<o:p></o:p></span></b></p><p class="MsoNormal"><b><span style="font-size: 14.0pt;"> </span></b></p><p class="MsoNormal"><span style="font-family: "Courier New"; font-size: 14.0pt;">sergio
magaldi<o:p></o:p></span></p><p class="MsoNormal">
</p><div><!--[if !supportFootnotes]--><br clear="all" />
<hr align="left" size="1" width="33%" />
<!--[endif]-->
<div id="ftn1">
<p class="MsoFootnoteText"><a href="file:///C:/Users/Sergio/Documents/Sartre%202.doc#_ftnref1" name="_ftn1" title=""><span class="MsoFootnoteReference"><span style="font-family: Verdana;"><!--[if !supportFootnotes]--><span class="MsoFootnoteReference"><span style="font-size: 10pt;">[1]</span></span><!--[endif]--></span></span></a><span style="font-family: Verdana; mso-ansi-language: EN-GB;"> </span><span lang="EN-GB" style="color: #333333; font-family: Verdana; mso-ansi-language: EN-GB; mso-bidi-font-family: Arial;"> Cfr. J. Wahl, <i>Tableau de la. philosophie française</i>,
Gallimard, <st1:place w:st="on"><st1:city w:st="on">Paris</st1:city></st1:place>,
1962, p. 148.</span><span lang="EN-GB" style="font-family: Verdana; mso-ansi-language: EN-GB;"><o:p></o:p></span></p>
</div>
<div id="ftn2">
<p style="background: white; text-align: justify;"><a href="file:///C:/Users/Sergio/Documents/Sartre%202.doc#_ftnref2" name="_ftn2" title=""><span class="MsoFootnoteReference"><span style="font-family: Verdana; font-size: 10.0pt;"><!--[if !supportFootnotes]--><span class="MsoFootnoteReference"><span style="font-size: 10pt;">[2]</span></span><!--[endif]--></span></span></a><span style="color: #333333; font-family: Verdana; font-size: 10.0pt; mso-bidi-font-family: Arial;">(Cfr. P. A. Rovatti, Sartre e il marxismo strutturalistico, pp.
41-<st1:metricconverter productid="46, in" w:st="on">46, in</st1:metricconverter>
Aut-Aut, n. 136-137, luglio-ottobre 1973, p. 42).<o:p></o:p></span></p>
<p class="MsoFootnoteText"><span style="font-family: Verdana;"> <o:p></o:p></span></p>
</div>
</div><div><br /></div>Sergio Magaldihttp://www.blogger.com/profile/06683710900430631479noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-5368042956865960557.post-23296154550066498562024-01-04T20:02:00.016+01:002024-01-05T16:25:53.500+01:00RILEGGERE SARTRE (P. 1.a: Sartre narratore ) <p></p><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjWHqnaBQVSTQmJSrriqibetUglWwKpE8vNxfShb-2vzeXiVhlFKgvigeTPy6XOv6UWd7VB-Ru1E6Ip5KrMk0MVfZy1aFFsPDZJgJkU8LmxRRu9ygDtZ8D7MoJgvRrB2PbzNgKAtjdeJJBzh1ctbOAdo7jHZUnsC65YQ9BMdAfXKYHqD-hpNgt-hsWiMwWz/s466/La%20Nausea%2071S9B+7NvEL._SY466_.jpg" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="466" data-original-width="287" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjWHqnaBQVSTQmJSrriqibetUglWwKpE8vNxfShb-2vzeXiVhlFKgvigeTPy6XOv6UWd7VB-Ru1E6Ip5KrMk0MVfZy1aFFsPDZJgJkU8LmxRRu9ygDtZ8D7MoJgvRrB2PbzNgKAtjdeJJBzh1ctbOAdo7jHZUnsC65YQ9BMdAfXKYHqD-hpNgt-hsWiMwWz/s16000/La%20Nausea%2071S9B+7NvEL._SY466_.jpg" /></a></div><br /> <p></p><p><br /></p><p></p><p class="MsoNormal" style="background: white; text-align: justify;"><span style="color: black; font-family: Verdana; font-size: 14pt; mso-bidi-font-family: Arial;"><span style="mso-spacerun: yes;"> </span>Meno di un anno fa,
Riccardo De Benedetti su <i style="mso-bidi-font-style: normal;">Avvenire </i>si
poneva un interrogativo a cui dava subito una risposta: “Che cosa resta di
Sartre? Poco, ma decisivo”.<o:p></o:p></span></p>
<p class="MsoNormal" style="background: white; text-align: justify;"><span style="color: black; font-family: Verdana; font-size: 14pt; mso-bidi-font-family: Arial;">Sartre – osserva l’autore dell’articolo – è sempre stato in
“situazione”, con ciò intendendo dire che egli ha quasi ininterrottamente inteso
rappresentare il proprio tempo e quello della società e del mondo in cui
viveva. È<span style="mso-spacerun: yes;"> </span>certamente vero, almeno sino
al maggio francese. E proprio per questo – continua l’autore – Sartre ha finito
col pagare con la dimenticanza o addirittura con l’oblio. Vero anche questo, ma
bisogna tener conto del fallimento politico della rivoluzione che avrebbe
dovuto portare “l’immaginazione al potere” e che invece ha realizzato il
successo di quanti speravano di sbarazzarsi una volta per tutte della lotta
politica, limitandola al terrorismo più o meno compiacente e preparando, attraverso
la liberazione del costume e dei consumi, l’avvento della globalizzazione, del
cosiddetto capitalismo della sorveglianza e dell’era tecnologica.<o:p></o:p></span></p>
<p class="MsoNormal" style="background: white; text-align: justify;"><span style="color: black; font-family: Verdana; font-size: 14pt; mso-bidi-font-family: Arial;">A questo punto, conviene chiedersi con De Benedetti<span style="mso-spacerun: yes;"> </span>se non sia venuto il momento di rileggere
Sartre, tenuto conto che, come dice, “alla sovrabbondanza della tecnica corrisponde un
diminuire, sin quasi alla scomparsa, dell’uomo”.<o:p></o:p></span></p>
<p class="MsoNormal" style="background: white; text-align: justify;"><span style="color: black; font-family: Verdana; font-size: 14pt; mso-bidi-font-family: Arial;">Il “poco” che resta di Sartre è dunque una riflessione sul
significato dell’esistenza in un mondo che ha finito per relegare l’essere
umano ai margini della Storia. L’occasione è offerta, e direi non solo, da una
nuova edizione de <i style="mso-bidi-font-style: normal;">L’essere e il nulla</i>
proposta di recente dal Saggiatore per festeggiare gli ottanta anni dalla sua
pubblicazione (1943-2023).<o:p></o:p></span></p>
<p class="MsoNormal" style="background: white; text-align: justify;"><span style="color: black; font-family: Verdana; font-size: 14pt; mso-bidi-font-family: Arial;"><o:p>------------------</o:p></span></p>
<p class="MsoNormal" style="background: white; text-align: justify;"><span style="color: black; font-family: Verdana; font-size: 14pt; mso-bidi-font-family: Arial;">Per una rilettura, il più possibile completa, di Sartre ripropongo
di seguito in sette post la relazione, con opportune modifiche, a suo tempo
presentata per un convegno di filosofia. <o:p></o:p></span></p>
<h3 style="text-align: justify;"><span style="color: black; font-family: Verdana; font-size: 14pt; font-weight: normal; mso-bidi-font-family: Arial; mso-bidi-font-weight: bold;">Per quanto si riferisce “all’ultimo Sartre” e alle polemiche accese dai
suoi scritti più recenti, suggerisco il post: </span></h3><h3 style="text-align: justify;"><span style="font-weight: normal;"><span style="font-family: verdana; font-size: medium;"><a href="https://zibaldone-sergio.blogspot.com/2019/08/le-ultime-interviste-di-sartre-lespoir.html">https://zibaldone-sergio.blogspot.com/2019/08/le-ultime-interviste-di-sartre-lespoir.html</a><br /></span></span></h3><h3 style="text-align: justify;"><span style="font-family: verdana; font-size: large; font-weight: normal;"><br /></span></h3><h3 style="text-align: justify;"><span style="font-family: verdana; font-size: large; font-weight: normal;">Si vedano ancora, su Sartre in generale, i video youtube seguenti:</span></h3><div><span style="font-weight: normal;"><br /></span></div><div><span style="font-weight: normal;"><span style="font-family: verdana; font-size: medium;"><a href="https://zibaldone-sergio.blogspot.com/2022/03/zibaldone-online-n-23-280322-sartre.html">https://zibaldone-sergio.blogspot.com/2022/03/zibaldone-online-n-23-280322-sartre.html</a><br /></span></span></div><p></p><p class="MsoNormal" style="background: white; text-align: justify;"><span style="font-family: Verdana;"><span style="font-size: medium;"><o:p></o:p></span></span></p><p><br /></p><p><a href="https://zibaldone-sergio.blogspot.com/2022/04/zibaldone-online-n-24-04-04-22-sartre.html"><span style="font-family: verdana;">https://zibaldone-sergio.blogspot.com/2022/04/zibaldone-online-n-24-04-04-22-sartre.html</span></a><br /></p><p><br /></p><p><a href="https://zibaldone-sergio.blogspot.com/2022/04/zibaldone-online-n-25-11-04-22-sartre.html"><span style="font-family: verdana;">https://zibaldone-sergio.blogspot.com/2022/04/zibaldone-online-n-25-11-04-22-sartre.html</span></a><br /></p><p><br /></p><p class="MsoNormal" style="background: white;"><span style="font-family: Verdana; font-size: 14pt;"> </span></p><p class="MsoNormal" style="background: white;"><span style="font-family: Verdana; font-size: 14pt;">RASSEGNA STAMPA
sulla nuova edizione di <i>L’essere e il nulla</i>, pubblicato da Il
Saggiatore il 19 febbraio 2023<o:p></o:p></span></p><p class="MsoNormal" style="background: white;"><span style="font-family: Verdana; font-size: 14pt;"> </span></p><p class="MsoNormal" style="background: white;"><span style="font-family: Verdana; font-size: 14pt;">La riscossa
esistenzialista<a href="https://saggiatore.s3.eu-south-1.amazonaws.com/media/rassegne/2023/2023-05-B/2023_05_07-manifesto-Sartre-1.pdf" target="_blank"></a><o:p></o:p></span></p><p class="MsoNormal" style="background: white;"><i><span style="font-family: Verdana; font-size: 14pt;"><a href="https://saggiatore.s3.eu-south-1.amazonaws.com/media/rassegne/2023/2023-05-B/2023_05_07-manifesto-Sartre-1.pdf" target="_blank"></a>il manifesto<o:p></o:p></span></i></p><p class="MsoNormal" style="background: white;"><span style="font-family: Verdana; font-size: 14pt;"><a href="https://saggiatore.s3.eu-south-1.amazonaws.com/media/rassegne/2023/2023-05-B/2023_05_07-manifesto-Sartre-1.pdf" target="_blank"></a>07 maggio 2023<o:p></o:p></span></p><p class="MsoNormal" style="background: white;"><span style="font-family: Verdana; font-size: 14pt;"> </span></p><p class="MsoNormal" style="background: white;"><span style="font-family: Verdana; font-size: 14pt;">Un'esistenza che
precede l'essenza<a href="https://saggiatore.s3.eu-south-1.amazonaws.com/media/rassegne/2023/2023-03-A/2023_03_05-Sole24ore-Sartre.pdf" target="_blank"></a><o:p></o:p></span></p><p class="MsoNormal" style="background: white;"><i><span style="font-family: Verdana; font-size: 14pt;"><a href="https://saggiatore.s3.eu-south-1.amazonaws.com/media/rassegne/2023/2023-03-A/2023_03_05-Sole24ore-Sartre.pdf" target="_blank"></a>Il Sole 24 Ore<o:p></o:p></span></i></p><p class="MsoNormal" style="background: white;"><span style="font-family: Verdana; font-size: 14pt;"><a href="https://saggiatore.s3.eu-south-1.amazonaws.com/media/rassegne/2023/2023-03-A/2023_03_05-Sole24ore-Sartre.pdf" target="_blank"></a>05 marzo 2023<o:p></o:p></span></p><p class="MsoNormal" style="background: white;"><span style="font-family: Verdana; font-size: 14pt;"> </span></p><p class="MsoNormal" style="background: white;"><span style="font-family: Verdana; font-size: 14pt;">Che cosa resta di
Sartre? Poco, ma decisivo<a href="https://saggiatore.s3.eu-south-1.amazonaws.com/media/rassegne/2023/2023-02-C/2023_02_19-Avvenire-Sartre.pdf" target="_blank"></a><o:p></o:p></span></p><p class="MsoNormal" style="background: white;"><i><span style="font-family: Verdana; font-size: 14pt;"><a href="https://saggiatore.s3.eu-south-1.amazonaws.com/media/rassegne/2023/2023-02-C/2023_02_19-Avvenire-Sartre.pdf" target="_blank"></a>Avvenire<o:p></o:p></span></i></p><p class="MsoNormal" style="background: white;"><span style="font-family: Verdana; font-size: 14pt;"><a href="https://saggiatore.s3.eu-south-1.amazonaws.com/media/rassegne/2023/2023-02-C/2023_02_19-Avvenire-Sartre.pdf" target="_blank"></a>19 febbraio 2023<o:p></o:p></span></p><p class="MsoNormal" style="background: white;"><span style="font-family: Verdana; font-size: 14pt;"> </span></p><p class="MsoNormal" style="background: white;"><span style="font-family: Verdana; font-size: 14pt;">Una nuova veste per
"L' essere e il nulla" di Jean-Paul Sartre<a href="https://www.criticaletteraria.org/2023/02/blog-post_18.html" target="_blank"></a><o:p></o:p></span></p><p class="MsoNormal" style="background: white;"><i><span style="font-family: Verdana; font-size: 14pt;"><a href="https://www.criticaletteraria.org/2023/02/blog-post_18.html" target="_blank"></a>Critica Letteraria<o:p></o:p></span></i></p><p class="MsoNormal" style="background: white;"><span style="font-family: Verdana; font-size: 14pt;"><a href="https://www.criticaletteraria.org/2023/02/blog-post_18.html" target="_blank"></a>18 febbraio 2023<o:p></o:p></span></p><p class="MsoNormal" style="background: white;"><span style="font-family: Verdana; font-size: 14pt;"> </span></p><p class="MsoNormal" style="background: white;"><span style="font-family: Verdana; font-size: 14pt;">Siamo condannati
alla libertà<a href="https://saggiatore.s3.eu-south-1.amazonaws.com/media/rassegne/2023/2023_01_25-Repubblica-Sartre-1-LR.pdf" target="_blank"></a><o:p></o:p></span></p><p class="MsoNormal" style="background: white;"><i><span style="font-family: Verdana; font-size: 14pt;"><a href="https://saggiatore.s3.eu-south-1.amazonaws.com/media/rassegne/2023/2023_01_25-Repubblica-Sartre-1-LR.pdf" target="_blank"></a>la Repubblica<o:p></o:p></span></i></p><p class="MsoNormal" style="background: white;"><span style="font-family: Verdana; font-size: 14pt;"><a href="https://saggiatore.s3.eu-south-1.amazonaws.com/media/rassegne/2023/2023_01_25-Repubblica-Sartre-1-LR.pdf" target="_blank"></a>25 gennaio 2023<o:p></o:p></span></p><p style="background: white;"><strong><span style="color: #333333; font-family: Verdana; font-size: 14pt; mso-bidi-font-family: Arial;"> </span></strong></p><p style="background: white;"><strong><span style="color: #333333; font-family: Verdana; font-size: 14pt; mso-bidi-font-family: Arial;"> </span></strong></p><p style="background: white;"><strong><span style="color: #333333; font-family: Verdana; font-size: 14pt; mso-bidi-font-family: Arial;"> </span></strong><strong><span style="color: #333333; font-family: Verdana; font-size: 14pt; mso-bidi-font-family: Arial;">Sartre narratore</span></strong></p><p style="background: white;"><span style="color: #333333; font-family: Verdana; font-size: 14pt; mso-bidi-font-family: Arial;">
<!--[if !supportLineBreakNewLine]--><br />
<!--[endif]--><o:p></o:p></span></p><p style="background: white; text-align: justify;"><span style="color: #333333; font-family: Verdana; mso-bidi-font-family: Arial;"> </span><span style="color: #333333; font-family: Verdana; font-size: 14pt; mso-bidi-font-family: Arial;">Benché l'opera di
Sartre sia stata in gran parte concepita durante la seconda guerra mondiale (</span><span style="color: #333333; font-family: Verdana; font-size: 14pt; mso-bidi-font-family: "Courier New";">dal settembre del '39 lavora a <i>L'Age de Raison</i> e a <i>L'Etre et
le Néant</i>, nel marzo del '40 pubblica <i>L'Imaginaire</i>,
nell'aprile dello stesso anno riceve per <i>Le</i>
<i>Mur</i> il premio del romanzo populista</span><span style="color: #333333; font-family: Verdana; font-size: 14pt; mso-bidi-font-family: Arial;">) e sotto l'occupazione nazista (</span><span style="color: #333333; font-family: Verdana; font-size: 14pt; mso-bidi-font-family: "Courier New";">nel
'41 termina di scrivere <i>L'Age de Raison</i>,
nel '42 scrive <i>Les Mouches</i> che
pubblica e rappresenta nell'anno successivo, nel '43 pubblica <i>L'Etre et le Néant</i>, scrive <i>Les Jeux sont faits</i>, <i>Le sursis</i>, <i>Huis clos</i>, pièce quest'ultima che rappresenta poco prima della
Liberazione</span><span style="color: #333333; font-family: Verdana; font-size: 14pt; mso-bidi-font-family: Arial;">) ed abbia conosciuto diffusione e successo nel periodo
post-resistenziale, l'ingresso ufficiale di Sartre nella cultura francese deve
ascriversi già al 1938, anno in cui pubblica il romanzo <i>La Nausée</i>. <o:p></o:p></span></p><p style="background: white; text-align: justify;"><span style="color: #333333; font-family: Verdana; font-size: 14pt; mso-bidi-font-family: Arial;">Fu un ingresso
notevole. Senza che il libro divenisse un best-seller (ciò fu dovuto, forse, al
fatto che se ne sottolineò soprattutto l'aspetto filosofìco), Sartre fu tenuto,
per unanime giudizio della critica, per scrittore riguardevole, si parlò di lui
come del Kafka francese (tranne che per un certo moralismo estraneo allo
scrittore ceco) <a href="file:///C:/Users/Sergio/Documents/Sartre%20narratore.doc#_ftn1" name="_ftnref1" title=""><span class="MsoFootnoteReference"><!--[if !supportFootnotes]--><span class="MsoFootnoteReference"><span style="color: #333333; font-size: 14pt;">[1]</span></span><!--[endif]--></span></a>, si
fecero raffronti con Valery e Proust <a href="file:///C:/Users/Sergio/Documents/Sartre%20narratore.doc#_ftn2" name="_ftnref2" title=""><span class="MsoFootnoteReference"><!--[if !supportFootnotes]--><span class="MsoFootnoteReference"><span style="color: #333333; font-size: 14pt;">[2]</span></span><!--[endif]--></span></a>, si collocò <i>La Nausée</i> tra le opere più significative
dell'epoca<a href="file:///C:/Users/Sergio/Documents/Sartre%20narratore.doc#_ftn3" name="_ftnref3" title=""><span class="MsoFootnoteReference"><!--[if !supportFootnotes]--><span class="MsoFootnoteReference"><span style="color: #333333; font-size: 14pt;">[3]</span></span><!--[endif]--></span></a>.<br />
<!--[if !supportLineBreakNewLine]--><br />
<!--[endif]--><o:p></o:p></span></p><p style="background: white; text-align: justify;"><i><span style="color: #333333; font-family: Verdana; font-size: 14pt; mso-bidi-font-family: Arial;">La Nausée</span></i><span style="color: #333333; font-family: Verdana; font-size: 14pt; mso-bidi-font-family: Arial;"> di Sartre è in
un certo senso l'atto di nascita del romanzo esistenzialista anche se
precedenti nella tematica e nello stile della narrativa dell'esistenzialismo
sono ben visibili in Joyce, Conrad, Meredith, Galsworthy, Kafka, nel romanzo
francese della condizione umana e nel romanzo americano del Novecento. </span></p><p style="background: white; text-align: justify;"><span style="color: #333333; font-family: Verdana; font-size: 14pt; mso-bidi-font-family: Arial;">Nella
narrativa francese il romanzo esistenzialista fa epoca abbracciando gli anni
dell'anteguerra, il periodo bellico e il dopoguerra sino alla metà degli anni
Cinquanta. Con <i>Les Mandarins</i> del 1954
di Simone de Beauvoir l'epoca del romanzo esistenzialista può dirsi conclusa:
già nel 1953 con <i>Les Gommes</i> di Alain
Robbe-Grillet si viene affermando le «nouveau roman» di cui, d'altra parte, si
era cominciato a parlare nel 1950 con <i>Le
Hussard bleu </i>di Roger Nimier e con l'offensiva scatenata contro il romanzo
esistenzialista come letteratura della disperazione e dell'assurdo, o
addirittura nel 1947 con <i>Portrait d'un
inconnu</i> di Nathalie Sarraute, presentato al pubblico dallo stesso Sartre
come un anti-romanzo, come un romanzo che si contesta da solo, che cerca di
distruggersi nello stesso momento in cui sembra doversi realizzare, che narra
la storia del suo stesso fallimento come romanzo <a href="file:///C:/Users/Sergio/Documents/Sartre%20narratore.doc#_ftn4" name="_ftnref4" title=""><span class="MsoFootnoteReference"><!--[if !supportFootnotes]--><span class="MsoFootnoteReference"><span style="color: #333333; font-size: 14pt;">[4]</span></span><!--[endif]--></span></a>. </span></p><p style="background: white; text-align: justify;"><span style="color: #333333; font-family: Verdana; font-size: 14pt; mso-bidi-font-family: Arial;">Si tratta, proprio come
nelle opere divenute ormai classiche del «nouveau roman», di esprimere la
malafede del romanziere attraverso l'impossibilità stessa del raccontare e la
gratuità della finzione letteraria in un universo trasbordante di realtà. Il
«nouveau roman» diviene così sempre più rifiuto del genere romanzesco: lo
scrittore non ci offre una storia ma solo delle briciole che il lettore può
tentare di mettere insieme come in un «puzzle» <a href="file:///C:/Users/Sergio/Documents/Sartre%20narratore.doc#_ftn5" name="_ftnref5" title=""><span class="MsoFootnoteReference"><!--[if !supportFootnotes]--><span class="MsoFootnoteReference"><span style="color: #333333; font-size: 14pt;">[5]</span></span><!--[endif]--></span></a><o:p></o:p></span></p><p style="background: white; text-align: justify;"><span style="color: #333333; font-family: Verdana; font-size: 14pt; mso-bidi-font-family: Arial;">Così, nonostante
tutto, il «nouveau roman» non rappresenta la soluzione di continuità della
narrativa francese, perché nella sua struttura permane un’interrogazione
esistenziale di tipo collettivo circa un genere culturale prodotto dall'uomo e,
perciò, in definitiva sull'uomo stesso. D'altra parte, neppure il romanzo
esistenzialista s’impone con brusca rottura del passato, il romanzo della
condizione umana che lo precede si caratterizza come opera di testimonianza e
di denuncia proprio come il romanzo esistenzialista. Il gusto per
l'autobiografia romanzata, la descrizione di eventi d'importanza internazionale
ai quali partecipa lo stesso autore, la scelta di personaggi tratti dall’esperienza
vissuta, l'esaltazione quasi eroica dell'individuale, la critica e il sarcasmo
della società borghese e dei suoi valori sono temi che si ritrovano, con
diversa accentuazione, tanto nel romanzo della condizione umana che nel romanzo
esistenzialista. Naturalmente, gli stessi temi non sempre hanno lo stesso
significato e lo stile è spesso diverso. All'eroe positivo dei romanzi di
Montherlant, Saint-Exupéry, Mairaux, Aragon, Giono ecc., si contrappone spesso
l'eroe negativo del romanzo esistenzialista: Roquentin, Mathieu, Mersault ecc. <a href="file:///C:/Users/Sergio/Documents/Sartre%20narratore.doc#_ftn6" name="_ftnref6" title=""><span class="MsoFootnoteReference"><!--[if !supportFootnotes]--><span class="MsoFootnoteReference"><span style="color: #333333; font-size: 14pt;">[6]</span></span><!--[endif]--></span></a>. </span></p><p style="background: white; text-align: justify;"><span style="color: #333333; font-family: Verdana; font-size: 14pt; mso-bidi-font-family: Arial;">Alla vita come intrapresa
eroica si contrappone spesso la vita come disperazione del romanzo esistenzialista,
all'esaltazione romantica dell'avventura e dell'amore, l'impotenza e lo
squallore dell'esistenza umana. Va detto, tuttavia che dietro l'angoscia dei
personaggi del romanzo esistenzialista si nasconde spesso il rimpianto per la
«caduta» originaria, quasi la nostalgia di un paradiso perduto. Lo stile è
certamente diverso: sotto l'influenza del romanzo americano, il romanzo
esistenzialista oppone alla prosa fluente della narrativa precedente, un
linguaggio scarno ed essenziale volto ad eliminare l'infinita mediazione tra le
parole e le cose. Anche la tecnica romanzesca muta: si ricorre al simultaneismo
che consente di descrivere contemporaneamente ma su piani diversi e secondo
distinti punti di vista i medesimi avvenimenti <a href="file:///C:/Users/Sergio/Documents/Sartre%20narratore.doc#_ftn7" name="_ftnref7" title=""><span class="MsoFootnoteReference"><!--[if !supportFootnotes]--><span class="MsoFootnoteReference"><span style="color: #333333; font-size: 14pt;">[7]</span></span><!--[endif]--></span></a>.<o:p></o:p></span></p><p class="MsoNormal"></p><div style="text-align: justify;"><span style="color: #333333; font-family: Verdana; font-size: 14pt;">La fortuna del romanzo
esistenzialista si lega alla fortuna stessa di Sartre che ne è l'autorevole
rappresentante, né appare credibile la tesi dell'esistenzialismo come di una
moda viziata sin dalla nascita dalla tabe del dopoguerra. Il romanzo
esistenzialista si colloca dunque con piena legittimità nel filone della
narrativa francese </span><a href="file:///C:/Users/Sergio/Documents/Sartre%20narratore.doc#_ftn8" name="_ftnref8" style="font-family: Verdana; font-size: 14pt;" title=""><span class="MsoFootnoteReference"><span class="MsoFootnoteReference"><span style="color: #333333; font-size: 14pt;">[8]</span></span></span></a><span style="color: #333333; font-family: Verdana; font-size: 14pt;">,
presentando per un verso notevoli punti di contatto almeno con il romanzo della
condizione umana e con il romanzo naturalista </span><a href="file:///C:/Users/Sergio/Documents/Sartre%20narratore.doc#_ftn9" name="_ftnref9" style="font-family: Verdana; font-size: 14pt;" title=""><span class="MsoFootnoteReference"><span class="MsoFootnoteReference"><span style="color: #333333; font-size: 14pt;">[9]</span></span></span></a><span style="color: #333333; font-family: Verdana; font-size: 14pt;">, per altro verso fornendo
notevoli spunti alla messa in crisi dello stesso genere romanzesco e perciò,
come ho già detto, alla nascita del cosiddetto «nouveau roman»</span><a href="file:///C:/Users/Sergio/Documents/Sartre%20narratore.doc#_ftn10" name="_ftnref10" style="font-family: Verdana; font-size: 14pt;" title=""><span class="MsoFootnoteReference"><span class="MsoFootnoteReference"><span style="color: #333333; font-size: 14pt;">[10]</span></span></span></a><span style="color: #333333; font-family: Verdana; font-size: 14pt;">.</span></div><span style="color: #333333; font-family: Verdana; font-size: 14pt; mso-bidi-font-family: Arial;">
<!--[if !supportLineBreakNewLine]--><div><span style="color: #333333; font-family: Verdana; font-size: 14pt; mso-bidi-font-family: Arial;"><br /></span></div>S E G U E</span><div><span style="color: #333333; font-family: Verdana; font-size: 14pt; mso-bidi-font-family: Arial;"><br /></span></div><div><span style="font-family: courier;"><span style="color: #333333; mso-bidi-font-family: Arial;">sergio magaldi<br />
<!--[endif]--></span><span><o:p></o:p></span></span><p></p><p>
</p><div><!--[if !supportFootnotes]--><br clear="all" />
<hr align="left" size="1" width="33%" />
<!--[endif]-->
<div id="ftn1">
<p class="MsoFootnoteText"><a href="file:///C:/Users/Sergio/Documents/Sartre%20narratore.doc#_ftnref1" name="_ftn1" title=""><span class="MsoFootnoteReference"><span style="font-family: Verdana;"><!--[if !supportFootnotes]--><span class="MsoFootnoteReference"><span style="font-size: 10pt;">[1]</span></span><!--[endif]--></span></span></a><span style="font-family: Verdana;"> </span><span style="color: #333333; font-family: Verdana; mso-bidi-font-family: Arial;">Cfr. P. Nizan, Ce Soir, 16 maggio
1938. Più in generale, per il rapporto Kafka-Sartre nel contesto della
letteratura francese del primo e del secondo dopoguerra, si veda: M. Gotti,
Franz Kafka et les lettres françaises (1929-55), Paris, 1956.<br />
<br />
</span><span class="MsoFootnoteReference"><span style="font-family: Verdana;">2</span></span><span style="color: #333333; font-family: Verdana; mso-bidi-font-family: Arial;"> Cfr. J.
Daniélou, Etudes, t. CCCXXVII, ottobre 1938.</span><span style="font-family: Verdana;"><o:p></o:p></span></p>
</div>
<div id="ftn2">
<p class="MsoFootnoteText"><a href="file:///C:/Users/Sergio/Documents/Sartre%20narratore.doc#_ftnref2" name="_ftn2" title=""></a><span style="color: #333333; font-family: Verdana; mso-bidi-font-family: Arial;"><br />
<!--[if !supportLineBreakNewLine]--><br />
<!--[endif]--></span><span style="font-family: Verdana;"><o:p></o:p></span></p>
</div>
<div id="ftn3">
<p class="MsoFootnoteText"><a href="file:///C:/Users/Sergio/Documents/Sartre%20narratore.doc#_ftnref3" name="_ftn3" title=""><span class="MsoFootnoteReference"><span style="font-family: Verdana;"><!--[if !supportFootnotes]--><span class="MsoFootnoteReference"><span style="font-size: 10pt;">[3]</span></span><!--[endif]--></span></span></a><span style="font-family: Verdana;"> </span><span style="color: #333333; font-family: Verdana; mso-bidi-font-family: Arial;">Cfr. A. Robin, Esprit, n. 70, Luglio
1938.<br />
<!--[if !supportLineBreakNewLine]--><br />
<!--[endif]--></span><span style="font-family: Verdana;"><o:p></o:p></span></p>
<p class="MsoFootnoteText"><span style="font-family: Verdana;"> </span></p>
</div>
<div id="ftn4">
<p class="MsoFootnoteText"><a href="file:///C:/Users/Sergio/Documents/Sartre%20narratore.doc#_ftnref4" name="_ftn4" title=""><span class="MsoFootnoteReference"><span style="font-family: Verdana;"><!--[if !supportFootnotes]--><span class="MsoFootnoteReference"><span style="font-size: 10pt;">[4]</span></span><!--[endif]--></span></span></a><span style="font-family: Verdana;"> </span><span style="color: #333333; font-family: Verdana; mso-bidi-font-family: Arial;">Cfr. J.P. Sartre, préface à Portrait
d'un inconnu di N. Sarraute, in Situations IV, Gallimard, Paris, 1964, pp. 10 e
ss. Sulla narrativa francese del secondo dopoguerra, con particolare riguardo a
Sartre, cfr.: M. Nadeau, Le roman francais de.pu.is la guerre, Paris, 1963; H.
Peyre, The Contemporary French Novel, Oxford, 1955.<br />
<!--[if !supportLineBreakNewLine]--><br />
<!--[endif]--></span><span style="font-family: Verdana;"><o:p></o:p></span></p>
</div>
<div id="ftn5">
<p style="background: white;"><a href="file:///C:/Users/Sergio/Documents/Sartre%20narratore.doc#_ftnref5" name="_ftn5" title=""><span class="MsoFootnoteReference"><span style="font-family: Verdana; font-size: 10pt;"><!--[if !supportFootnotes]--><span class="MsoFootnoteReference"><span style="font-size: 10pt;">[5]</span></span><!--[endif]--></span></span></a><span style="font-family: Verdana; font-size: 10pt;"> </span><span style="color: #333333; font-family: Verdana;">Tra le
opere teoriche sul « nouveau roman » citiamo: A. Robbe-Grillet, Une voie pour
le roman futur, Nouvelle Revue Francaise, luglio 1956, di A.A.V.V., A la
recherche du roman, numero speciale di Cahiers du sud, 1956 (si veda
soprattutto di N. Butor: Le Roman coamme recherche), di B. Pingaud, L'Ecole de
Refus, Esprit, luglio-agosto 1958, numero speciale dedicato al « nouveau roman
».<span style="font-size: 10pt;"><o:p></o:p></span></span></p>
<p class="MsoFootnoteText"><span style="font-family: Verdana;"> </span></p>
</div>
<div id="ftn6">
<p style="background: white;"><a href="file:///C:/Users/Sergio/Documents/Sartre%20narratore.doc#_ftnref6" name="_ftn6" title=""><span class="MsoFootnoteReference"><span style="font-family: Verdana; font-size: 10pt;"><!--[if !supportFootnotes]--><span class="MsoFootnoteReference"><span style="font-size: 10pt;">[6]</span></span><!--[endif]--></span></span></a><span style="font-family: Verdana; font-size: 10pt; mso-ansi-language: EN-GB;"> </span><span lang="EN-GB" style="color: #333333; font-family: Verdana;">Sull'eroe negativo,in Sartre si
vedano: W. Fowle, Existential hero: a study of l'Age de raison, in « Yale
French Studies » (primav.-est., 1948), pp. 62-65; D.J. Conacher, Oreste as
existentialist hero, in « Philosophical Quarterly », XXXIII, n. 4, ott. 1954,
pp. 404-417; R. Girard, L'anti-héros et les salauds, in « Mercure de France »,
marzo, 1965, pp. 427-450; A. Leclerc, De Roquentin à Mathieu, su « L'Arc », n.
30, gen.-marzo, 1967, pp. 71-76; C. Llech Walter, Héros existentialistes dans
l'oeuvre littéraire de J.-P. Sartre, <st1:place w:st="on"><st1:city w:st="on">Perpignan</st1:city></st1:place>,
1967; V. Brombert, The Intellectual Hero, Phila-delphia, 1961.<span style="font-size: 10pt;"><o:p></o:p></span></span></p>
<p class="MsoFootnoteText"><span lang="EN-GB" style="font-family: Verdana; mso-ansi-language: EN-GB;"> </span></p>
</div>
<div id="ftn7">
<p style="background: white; margin-bottom: 12pt;"><a href="file:///C:/Users/Sergio/Documents/Sartre%20narratore.doc#_ftnref7" name="_ftn7" title=""><span class="MsoFootnoteReference"><span style="font-family: Verdana; font-size: 10pt;"><!--[if !supportFootnotes]--><span class="MsoFootnoteReference"><span style="font-size: 10pt;">[7]</span></span><!--[endif]--></span></span></a><span style="font-family: Verdana; font-size: 10pt; mso-ansi-language: EN-GB;"> </span><span lang="EN-GB" style="color: #333333; font-family: Verdana;">Sulla tecnica letteraria di
Sartre: S. John, The Literary Technique of Sartre, with Special Reference to
Imagery, Doct. Diss., <st1:country-region w:st="on">Wales</st1:country-region>,
1957-58; F.S. Jameson, The Origin of a Style, <st1:place w:st="on"><st1:city w:st="on">New Haven</st1:city></st1:place>, 1961; R. Champigny. Langage et
littérature selon Sartre, in « Revue d'Esthétique », 1966, pp. 131-148; G.
Prince, Métaphysique et technique dans l'oeuvre romanesque de Sartre, Genève,
1968.<span style="font-size: 10pt;"><o:p></o:p></span></span></p>
<p class="MsoFootnoteText"><span lang="EN-GB" style="font-family: Verdana; mso-ansi-language: EN-GB;"> </span></p>
</div>
<div id="ftn8">
<p class="MsoFootnoteText"><a href="file:///C:/Users/Sergio/Documents/Sartre%20narratore.doc#_ftnref8" name="_ftn8" title=""><span class="MsoFootnoteReference"><span style="font-family: Verdana;"><!--[if !supportFootnotes]--><span class="MsoFootnoteReference"><span style="font-size: 10pt;">[8]</span></span><!--[endif]--></span></span></a><span style="font-family: Verdana;"> </span><span style="color: #333333; font-family: Verdana; mso-bidi-font-family: Arial;"> “Nella storia del romanzo francese, La Nausée
è come l’ultima vetta di una vasta catena: Balzac, Flaubert, Proust, Sartre”,
scrive Marcel Raymond (Le Roman depuis la révolution - Ub. A. Colin, 1971 p.
211).<br />
<!--[if !supportLineBreakNewLine]--><br />
<!--[endif]--></span><span style="font-family: Verdana;"><o:p></o:p></span></p>
<p class="MsoFootnoteText"><span style="font-family: Verdana;"> </span></p>
</div>
<div id="ftn9">
<p class="MsoFootnoteText"><a href="file:///C:/Users/Sergio/Documents/Sartre%20narratore.doc#_ftnref9" name="_ftn9" title=""><span class="MsoFootnoteReference"><span style="font-family: Verdana;"><!--[if !supportFootnotes]--><span class="MsoFootnoteReference"><span style="font-size: 10pt;">[9]</span></span><!--[endif]--></span></span></a><span style="font-family: Verdana;"> </span><span style="color: #333333; font-family: Verdana; mso-bidi-font-family: Arial;">La critica ha messo in evidenza
l'ispirazione comune di Mort à crédit (1936) di L. F. Céline o di La Nausée di
Sartre. Marcel Raymond (op. cit., p. 207) rilevando i punti di contatto
esistenti tra romanzo naturalista e romanzo esistenzialista (gli spettacoli
sordidi, la tristezza della vita quotidiana, ecc.) parla di La Mort dans l’âme
di Sartre e di La Débâcle di Zola come di due testimonianze (in epoche diverse)
sulla disfatta di un paese e il crollo d'un regime. Osserva tuttavia Sartre: «
In Zola tutto obbedisce al più rigoroso determinismo. I libri di Zola sono
scritti al passato, mentre i miei personaggi hanno un avvenire ». (Qu'est-ce
que l'existentialisme? Bilan d'une offensive, in Les lettres françaises, 24
novembre 1945).<br />
<!--[if !supportLineBreakNewLine]--><br />
<!--[endif]--></span><span style="font-family: Verdana;"><o:p></o:p></span></p>
</div>
<div id="ftn10">
<p class="MsoFootnoteText"><a href="file:///C:/Users/Sergio/Documents/Sartre%20narratore.doc#_ftnref10" name="_ftn10" title=""></a><span style="font-family: Verdana;"> </span></p>
<p class="MsoFootnoteText"><span class="MsoFootnoteReference"><span style="font-family: Verdana;"><!--[if !supportFootnotes]--><span class="MsoFootnoteReference"><span style="font-size: 10pt;">[10]</span></span><!--[endif]--></span></span><span style="font-family: Verdana;"> </span><span style="color: #333333; font-family: Verdana; mso-bidi-font-family: Arial;">Scrive ancora il Raymond (op. cit.,
pp. 209 e 210): «Si sarebbe tentati di dire che si assiste con la Nausée alla
morte del romanzesco » e: « Con Roquentin si sottolinea il contrasto tra il
"romanesque" e il "vécu" ».<br />
<!--[if !supportLineBreakNewLine]--><br />
<!--[endif]--></span><span style="font-family: Verdana;"><o:p></o:p></span></p>
</div>
</div><p><br /></p></div>Sergio Magaldihttp://www.blogger.com/profile/06683710900430631479noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-5368042956865960557.post-39962322267801866572023-12-19T19:24:00.002+01:002023-12-19T19:24:45.358+01:00Viaggio nella Qabbalah - Il problema del male (p.4ª)<iframe frameborder="0" height="270" src="https://youtube.com/embed/NeB4L1-45tU?si=lj9ksPJwgmUYP8GM" width="480"></iframe><div><br /></div><div><br /></div><div><br /></div><div><br /></div><div style="text-align: justify;"><span class="yt-core-attributed-string yt-core-attributed-string--white-space-pre-wrap"><span class="yt-core-attributed-string--link-inherit-color" style="color: #131313;"><span style="font-size: medium;">Lasciata Tipheret, centro e cuore dell’Albero, con la sua funzione riparatrice
delle Sephirot cosiddette emotive, il quarto viaggio nella realtà della Qabbalah
ci conduce a Gheburah, la 5.a Sephirah dell’Albero della vita, con le implicazioni
che ne derivano per la questione della presenza del male nel mondo.
La “Vexata quaestio” della Teodicea o “giustificazione divina” è così affrontata
alla luce del racconto biblico e delle successive interpretazioni cabbalistiche.
—————————————————————————————— </span></span></span></div><div style="text-align: justify;"><span class="yt-core-attributed-string yt-core-attributed-string--white-space-pre-wrap"><span class="yt-core-attributed-string--link-inherit-color" style="color: #131313;"><span style="font-size: medium;"> <b>Versetti citati</b>:
<i>Isaia 45, 6-7</i>
"… perché sappiano dall'oriente fino all'occidente
che non esiste dio fuori di me.
Io sono il Signore e non v'è alcun altro.
Io faccio il bene e provoco la sciagura;
Io, il Signore, compio tutto questo". </span></span></span></div><div style="text-align: justify;"><span class="yt-core-attributed-string yt-core-attributed-string--white-space-pre-wrap"><span class="yt-core-attributed-string--link-inherit-color" style="color: #131313;"><span style="font-size: medium;"> <i>Lamentazioni di Geremia 3, 38-39</i> "Dalla bocca dell'Altissimo non procedono forse
le sventure e il bene?
Perché si rammarica un essere vivente,
un uomo, per i castighi dei suoi peccati?"</span></span></span></div><div style="text-align: justify;"><span class="yt-core-attributed-string yt-core-attributed-string--white-space-pre-wrap"><span class="yt-core-attributed-string--link-inherit-color" style="color: #131313;"><span style="font-size: medium;"> <i>Deuteronomio 30, 15
</i>
"Vedi, io pongo oggi davanti a te la vita e il bene, la morte e il male". </span></span></span></div><div style="text-align: justify;"><span class="yt-core-attributed-string yt-core-attributed-string--white-space-pre-wrap"><span class="yt-core-attributed-string--link-inherit-color" style="color: #131313;"><span style="font-size: medium;"> <i>Qoelet </i>7, 13-14 "Osserva l'opera di Dio: chi può raddrizzare ciò che egli ha fatto curvo?
Nel giorno lieto sta' allegro e nel giorno triste rifletti:
Dio ha fatto tanto l'uno quanto l'altro,
perché l'uomo non trovi nulla da incolparlo". </span></span></span></div>Sergio Magaldihttp://www.blogger.com/profile/06683710900430631479noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-5368042956865960557.post-89245141146558501072023-12-06T18:51:00.000+01:002023-12-06T18:51:43.625+01:00Viaggio nella Qabbalah - I frutti dell'Albero della vita (p.3ª)<iframe frameborder="0" height="270" src="https://youtube.com/embed/NR09h6YCn5s?si=ASzKelevH5bt8nYl" width="480"></iframe><div><br /></div><div><br /></div><div><br /></div><div><p class="MsoNormal" style="text-align: justify;"><span style="font-family: Verdana; font-size: 14.0pt;">Le Sephirot sono i frutti che crescono sull’albero della
vita, senza gustarne è impossibile operare la <i style="mso-bidi-font-style: normal;">rettificazione</i> (<b style="mso-bidi-font-weight: normal;">Tiqqun</b> da
destra a sinistra formata dalle lettere ebraiche <b style="mso-bidi-font-weight: normal;">Taw</b> 400+<b style="mso-bidi-font-weight: normal;">Yud </b>10+<b style="mso-bidi-font-weight: normal;">Quf</b> 100+<b style="mso-bidi-font-weight: normal;">Waw </b>6+<b style="mso-bidi-font-weight: normal;">Nun</b> 50 = 566) di
se stessi e del mondo intero (<b style="mso-bidi-font-weight: normal;">Tiqqun’olam</b>).<o:p></o:p></span></p>
<p class="MsoNormal" style="text-align: justify;"><span style="font-family: Verdana; font-size: 14pt;">Non cibarsi dei frutti dell’albero significa lasciare</span><span style="font-family: Verdana; font-size: 14pt;"> </span><span style="font-family: Verdana; font-size: 14pt;">che su di noi e sul mondo aleggi </span><i style="font-family: Verdana; font-size: 14pt;">l’ombra della morte</i><span style="font-family: Verdana; font-size: 14pt;"> (</span><b style="font-family: Verdana; font-size: 14pt;">Tzalmavet</b><span style="font-family: Verdana; font-size: 14pt;"> da destra a sinistra formata
dalle lettere ebraiche </span><b style="font-family: Verdana; font-size: 14pt;">Tzadé </b><span style="font-family: Verdana; font-size: 14pt;">90+</span><b style="font-family: Verdana; font-size: 14pt;">Lamed </b><span style="font-family: Verdana; font-size: 14pt;">30+</span><b style="font-family: Verdana; font-size: 14pt;">Mem </b><span style="font-family: Verdana; font-size: 14pt;">40+</span><b style="font-family: Verdana; font-size: 14pt;">Waw </b><span style="font-family: Verdana; font-size: 14pt;">6+</span><b style="font-family: Verdana; font-size: 14pt;">Taw </b><span style="font-family: Verdana; font-size: 14pt;">400 =566, lo stesso valore numerico
di </span><b style="font-family: Verdana; font-size: 14pt;">Tiqqun</b><span style="font-family: Verdana; font-size: 14pt;">).</span></p><br /></div>Sergio Magaldihttp://www.blogger.com/profile/06683710900430631479noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-5368042956865960557.post-75565580588644254552023-11-30T18:41:00.000+01:002023-11-30T18:41:24.672+01:00 IL SOSIA DI MUSSOLINI<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjy-KqnssAoV2CSojcnc9nHpfo4dqOYyCt66HVYvFpq8ZOAacIwcUdAAruJAy6hXU9z6e4DsPJiDMrTM1IVxQjleHeVX_ThEzzkIzG1f9PZohsjnMmZEfgZ5XSMgOlYIU4BrK_k3WlwWQJgsYPYBhFOkvvdD55pIR6jQEcQ1YRupRMkViNzjooDKeVVovcR/s561/Numero%20Zero%202%20B08572%20(1).jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="561" data-original-width="400" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjy-KqnssAoV2CSojcnc9nHpfo4dqOYyCt66HVYvFpq8ZOAacIwcUdAAruJAy6hXU9z6e4DsPJiDMrTM1IVxQjleHeVX_ThEzzkIzG1f9PZohsjnMmZEfgZ5XSMgOlYIU4BrK_k3WlwWQJgsYPYBhFOkvvdD55pIR6jQEcQ1YRupRMkViNzjooDKeVVovcR/s16000/Numero%20Zero%202%20B08572%20(1).jpg" /></a></div><div class="separator" style="clear: both; text-align: justify;"><span style="background: white; font-family: Verdana; font-size: 24px;"><span style="color: blue;"> </span></span><span style="background: white; font-family: Verdana; font-size: 14pt; font-style: italic;">Mussolini,
la morte del duce</span><span style="background: white; font-family: Verdana; font-size: 14pt;">, una delle pregevoli “giornate particolari” di Aldo
Cazzullo, andata in onda su <i>La 7 </i>circa
un mese fa mi ha richiamato alla mente <i>Numero
Zero</i>, l’ultimo romanzo di Umberto Eco che risale a otto anni fa.
Semplicemente perché Cazzullo cita sorridente dal teleschermo il grande
scrittore a proposito della leggenda che a Piazzale Loreto non c’era il
cadavere di Mussolini ma quello del suo sosia.</span></div><p class="MsoNormal" style="text-align: justify;"><span style="background: white; font-family: Verdana; font-size: 14.0pt;"><o:p></o:p></span></p><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<p class="MsoNormal" style="text-align: justify;"><i><span style="background: white; font-family: Verdana; font-size: 14.0pt;">Numero
Zero</span></i><span style="background: white; font-family: Verdana; font-size: 14pt;"> raccoglie i ricordi di un giornalista che lavora tra quotidiani di
provincia, correzione di bozze, letture di manoscritti che non saranno mai
pubblicati e che le case editrici non hanno voglia di leggere, tentativi
falliti di scrittura in proprio. Sempre alla ricerca di una collocazione
ufficiale, egli è infine avvicinato dal dottor Simei, un oscuro personaggio
che, per conto terzi, gli offre per un anno ottanta milioni di lire esentasse
[siamo nella Milano del 1992] per scrivere al suo posto un libro di cui poi si
approprierà. Sarà il memoriale del direttore di un giornale, circa il lavoro di
redazione di un quotidiano che non verrà mai alla luce e di cui saranno
stampati, in pochissime copie, 12 numeri zero. Serviranno a chi paga – tale
commendator Vimercate – per entrare nel salotto buono del potere. Si tratta di <i>“un nuovo quotidiano disposto a dire la
verità su tutto”</i>. S’intitola <i>Domani</i> e avrà lo scopo di
gettare nel panico il mondo della politica e della finanza. <i>Non uscirà mai</i> – ma questo per il
momento deve restare segreto – perché sarà solo lo strumento per una
sorta di ricatto politico.</span></p>
<p class="MsoNormal" style="text-align: justify;"><span style="background-color: white; font-family: Verdana; font-size: 14pt;">Per inciso: un quotidiano dall’omonimo
titolo, “Domani”, sarà fondato cinque anni più tardi e chissà che ne avrebbe
pensato Umberto Eco se fosse stato ancora vivo. Ma, naturalmente, il quotidiano
mai nato del romanzo nulla ha a che vedere con il quotidiano della realtà in
uscita il 15 settembre del 2020!</span></p>
<p class="MsoNormal" style="text-align: justify;"><span style="background: white; font-family: Verdana; font-size: 14pt;">Tra i redattori del fantomatico
quotidiano c’è tale Romano Braggadocio (l’inglesismo del cognome non a caso
significa “spaccone”, “fanfarone”), che sembra specializzato in scoop
soprattutto storici. Braggadocio rivela confidenzialmente (anche se poi finisce
per parlarne col direttore di <i>Domani</i>
e nella “data fatidica” del 25 aprile si incontrerà con qualcuno che su quei
giorni del ’45 la sapeva lunga) al giornalista incaricato di scrivere il memoriale
che gli sarà scippato di avere uno scoop “da far vendere centomila copie a <i>Domani</i>, se fosse già in vendita”. Si
tratta della chiave di volta per comprendere tutti complotti della Prima
Repubblica, tra i quali si annovera il golpe di Junio Valerio Borghese del ‘70
e la vicenda di Gladio. “</span><span style="font-family: Verdana; font-size: 14pt;">È<span style="background: white;"> dinamite e riguarda Mussolini”, rivela Braggadocio al
suo interlocutore, per poi continuare col racconto della “vulgata comune” sugli
ultimi giorni di Benito Mussolini (pp. 103-123 di <i>Numero Zero</i>).</span></span></p>
<p class="MsoNormal" style="text-align: justify;"><span style="background-color: white; font-family: Verdana; font-size: 14pt;">“Vulgata comune” ma per la verità assai
poco diffusa, direi, visto che i libri di storia per le scuole medie e
superiori vi accennano appena e l’iniziativa lodevole di Aldo Cazzullo la
propone ma solo parzialmente per la TV soltanto oggi. Più generiche ancora le
ricostruzioni televisive del passato. Naturalmente non mancano le monografie
sull’argomento, anche con documenti d’archivio dei servizi segreti americani,
ma si tratta di lavori destinati alle élite.</span></p>
<p class="MsoNormal" style="text-align: justify;"><span style="background: white; font-family: Verdana; font-size: 14pt;">Ma ecco lo scoop di Braggadocio: il
Mussolini arrestato a Dongo dai
partigiani Bill e Pedro (rispettivamente Urbano Lazzaro </span><span style="background: white; color: #1c1f24; font-family: Verdana; font-size: 14pt;">vice-commissario dei partigiani della 52a
Brigata Garibaldi e il conte Pier Luigi Bellini delle Stelle, comandante della
52a Brigata Clerici, facente parte della I Divisione Garibaldi), </span><span style="background: white; font-family: Verdana; font-size: 14pt;">mentre travestito
da soldato dell’esercito tedesco in ritirata tenta di lasciare l’Italia, non è
il vero Mussolini, così come non lo è quello ucciso a colpi di mitra in un
vialetto di Giulino di Mezzegra. Non è lui ma il suo sosia. Le prove?
Braggadocio dice di avere molte frecce al suo arco e in particolare: 1)La
testimonianza del giornalista repubblichino Gaetano Cabella al quale Mussolini
concede l’ultima intervista qualche giorno prima della cattura e quella
successiva del partigiano Pedro:</span></p>
<p class="MsoNormal" style="text-align: justify;"><span style="background: white; font-family: Verdana; font-size: 14.0pt;">«Cabella annota nelle sue memorie: “Subito
osservai che Mussolini stava benissimo in salute, contrariamente alle voci che
correvano. Stava infinitamente meglio dell’ultima volta che l’avevo visto… andiamo
a leggere le memorie di Pedro… </span><span style="font-family: Verdana; font-size: 14.0pt;">È seduto a destra della porta,
vicino a una grande tavola. Non sapessi che è lui, non lo riconoscerei, forse.
È vecchio, emaciato, impaurito… Ti pare che un uomo possa dimagrire così in
sette giorni? Dunque l’uomo che parlava con Cabella e quello che parlava con
Pedro non erano la stessa persona” (pp.116-117) <span style="background: white;">»
<o:p></o:p></span></span></p>
<p class="MsoNormal" style="text-align: justify;"><span style="background: white; font-family: Verdana; font-size: 14.0pt;">2)”… l’ipotesi del sosia è l’unica che
spieghi perché lo pseudo-Mussolini abbia evitato di farsi vedere dalla famiglia
a Como. Non si poteva permettere che il segreto della sostituzione si
allargasse all’intera cerchia famigliare.”<o:p></o:p></span></p>
<p class="MsoNormal" style="text-align: justify;"><span style="background: white; font-family: Verdana; font-size: 14.0pt;">A questo punto l’obiezione del suo
ascoltatore. E Claretta Petacci, che lo raggiunge quando già non è più a Como,
perché si sarebbe fatta ammazzare con lui, se era il sosia di Mussolini? Chi lo
aveva arrestato e lo stesso colonnello Valerio (alias Walter Audisio deputato
dal ’48 al ’62 e senatore dal ’63 al ’68)
che gli aveva sparato non lo avevano mai visto di persona, ma lei non
poteva essersi ingannata!<o:p></o:p></span></p>
<p class="MsoNormal" style="text-align: justify;"><span style="font-family: Verdana; font-size: 14.0pt;">Replica Braggadocio: “È la storia più patetica: lei lo
raggiunge pensando di ritrovare lui, quello vero, e subito viene istruita da
qualcuno, deve far finta di prendere il sosia per il vero Mussolini, per
rendere ancor più credibile la storia…” <o:p></o:p></span></p>
<p class="MsoNormal" style="text-align: justify;"><span style="font-family: Verdana; font-size: 14.0pt;">“Ma tutta la scena finale – replica il suo interlocutore –
, con lei che gli si aggrappa e vuole morire con lui?”(pp.119-120)<o:p></o:p></span></p>
<p class="MsoNormal" style="text-align: justify;"><span style="font-family: Verdana; font-size: 14.0pt;">E Braggadocio osserva che questo è solo quello che il
colonnello Valerio ci ha raccontato.<o:p></o:p></span></p>
<p class="MsoNormal" style="text-align: justify;"><span style="font-family: Verdana; font-size: 14.0pt;">3)La perizia medica sul cadavere di Mussolini dopo
l’esposizione a piazzale Loreto: “…E se continui a leggere vedrai che nello
stomaco non è stata rinvenuta traccia di ulcera, e però tutti sappiamo che
Mussolini ne soffriva, né si parla di tracce di sifilide, eppure era voce
corrente che il defunto fosse sifilitico a uno stato avanzato. Nota inoltre che
Georg Zachariae, il medico tedesco che aveva curato il Duce a Salò, avrebbe
poco dopo testimoniato che il suo paziente aveva la pressione bassa, anemia,
fegato ingrossato, crampi allo stomaco, intestini rattrappiti e stitichezza
acuta. E invece, secondo l’autopsia, tutto era a posto, fegato di volume e di aspetto
regolare sia in superficie che al taglio, vie biliari sane, reni e surreni
indenni, vie urinarie e genitali normali.” (p.144)<o:p></o:p></span></p>
<p class="MsoNormal" style="text-align: justify;"><span style="font-family: Verdana; font-size: 14pt;">Secondo Braggadocio, Mussolini era stato salvato dal
Vaticano, per tramite del cardinale Schuster, arcivescovo di Milano dal ’29 al
’54 dello secolo scorso e che l’ormai santo Giovanni Paolo II aveva proclamato
“beato” il 12 maggio del ’96. Lo stesso cardinale </span><span style="font-family: Verdana; font-size: 14pt;"> </span><span style="font-family: Verdana; font-size: 14pt;">che pochi giorni prima della cattura aveva
fatto incontrare il Duce con una delegazione del Comitato di Liberazione Nazionale,
nel vano tentativo si salvargli la vita. E nel Vaticano era stato nascosto o
più probabilmente fatto emigrare in Argentina come tanti criminali nazisti e
fascisti.</span></p>
<p class="MsoNormal" style="text-align: justify;"><span style="font-family: Verdana; font-size: 14pt;">A questo punto della narrazione entra in gioco il
collegamento con le drammatiche vicende della Prima Repubblica: Gladio tenta di
conquistare il potere in Italia e si serve di Junio Valerio Borghese che tra il
7 e l’8 dicembre del ’70 ha preparato il colpo di stato che riporterà al
governo Mussolini, fatto tornare in gran fretta dall’Argentina o già presente
in Italia. Ma quando tutto è pronto, e i congiurati hanno già occupato
posizioni strategiche, il golpe è annullato e Borghese si rifugia in Spagna. Che
è successo? Il vecchio Duce, che ormai ha 87 anni, è improvvisamente scomparso,
questa volta definitivamente. E così conclude Braggadocio la sua narrazione:</span></p>
<p class="MsoNormal" style="text-align: justify;"><span style="font-family: Verdana; font-size: 14.0pt;">“Mancando la figura del Duce, nessuna Gladio poteva più
sperare di conquistare il potere… Gladio si unisce a tutte quelle forze occulte
che tentano di destabilizzare l’Italia per rendere insopportabile l’ascesa
delle sinistre e preparare le condizioni per nuove forme di repressione, fatte
con tutti i crismi della legalità.” (p.181)<o:p></o:p></span></p>
<p class="MsoNormal" style="text-align: justify;"><span style="font-family: Verdana; font-size: 14pt;">I fatti narrati in Numero Zero si svolgono tra il lunedì 6
aprile 1992 e l’11 giugno dello stesso anno. I giornali di domenica 7 giugno
1992 recano in cronaca la notizia dell’omicidio di Romano Braggadocio.
L’ipotesi è che indagando sul circuito della prostituzione sia stato punito da
qualche “magnaccia”.</span></p>
<p class="MsoNormal" style="text-align: justify;"><span style="background-color: white; color: #1c1f24; font-family: Verdana; font-size: 14pt;">In
conclusione, direi che il paradosso del sosia di Mussolini serva ad Umberto Eco
per siglare, sottoforma di romanzo fantastico, venato di ironia ma anche di
garbata amarezza, il suo testamento politico: nessuno dei tanti misteri della
Prima Repubblica è stato o sarà mai svelato, l’unica verità è che ognuno di
questi misteri è costellato di cadaveri più o meno eccellenti che hanno spento
un poco alla volta, per così dire, la volontà di sapere.</span></p>
<p class="MsoNormal" style="background: white; text-align: justify;"><span style="color: blue; font-family: Verdana; font-size: 18.0pt; mso-bidi-font-family: Arial;"> </span><span style="font-family: "Courier New";">sergio magaldi</span></p>
<p class="MsoNormal" style="background: white; text-align: justify;"><span style="color: blue; font-family: Verdana; font-size: 18.0pt; mso-bidi-font-family: Arial;"> </span></p>
<p class="MsoNormal" style="background: white; text-align: justify;"><span style="color: blue; font-family: Verdana; font-size: 18.0pt; mso-bidi-font-family: Arial;"> </span></p>
<p class="MsoNormal" style="background: white; text-align: justify;"><span style="color: #333333; font-family: Arial; font-size: 9.0pt;"> </span></p>
<p class="MsoNormal"><o:p> </o:p></p>
<p class="MsoNormal" style="background: white; text-align: justify;"><span style="color: blue; font-family: Verdana; font-size: 18.0pt; mso-bidi-font-family: Arial;"> </span></p>
<p class="MsoNormal" style="background: white; text-align: justify;"><span style="color: #333333; font-family: Arial; font-size: 9.0pt;"> </span></p>
<p class="MsoNormal"><o:p> </o:p></p></div><p></p><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><br /></div><br /> <p></p>Sergio Magaldihttp://www.blogger.com/profile/06683710900430631479noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-5368042956865960557.post-47664076442613262042023-11-21T10:13:00.003+01:002023-11-21T10:13:41.302+01:00Viaggio nella Qabbalah – L'ascesa lungo l'Albero della Vita (p.2ª)<iframe frameborder="0" height="270" src="https://youtube.com/embed/2scKy5NNwcU?si=uhvxBWZnqM0EpBeL" width="480"></iframe><div><br /></div><div><br /></div><div><p class="MsoNormal" style="text-align: justify;"><span style="font-family: Verdana;">Abbiamo
iniziato questo “viaggio” soffermandoci sul significato di “Qabbalah” e
l’abbiamo proseguito introducendo il discorso sulle 10 Sephiroth, con
particolare riferimento a Da’at che, pur non essendo una Sephirah, fa parte
ugualmente dell’Albero della Vita. Per questa analisi, ci siamo serviti anche
del commento dei versetti di <i style="mso-bidi-font-style: normal;">Genesi</i>,
II, 8-9.<o:p></o:p></span></p>
<p class="MsoNormal" style="text-align: justify;"><span style="font-family: Verdana;">Riprendiamo
il cammino ancora con uno sguardo in generale sull’Albero della Vita e
sulle sue caratteristiche per poi assaporare uno per uno “i frutti” che
dell’Albero fanno parte, a cominciare da Malchuth.</span><span style="font-family: Verdana;"> </span></p><br /></div>Sergio Magaldihttp://www.blogger.com/profile/06683710900430631479noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-5368042956865960557.post-8294818452943305592023-11-06T23:36:00.000+01:002023-11-06T23:36:07.650+01:00Viaggio nella Qabbalah<iframe frameborder="0" height="270" src="https://youtube.com/embed/_U2H3OcmPis?si=2ePEfGrMwGN4EyrB" width="480"></iframe><div><br /></div><div>Iniziando il viaggio nella Qabbalah sorgono subito i primi interrogativi: che significa Qabbalah? Quali altri significati ha questa parola se si considerano le sue ghematrie?</div><div>L'albero della vita ha dieci sephiroth, in realtà però sembra contenerne undici. Che significa? Cos'è esattamente l'undicesima che non è una sephirah?</div><div>Attraverso le 231 Porte della Conoscenza si poteva fabbricare un Golem. Com'era possibile?</div>Sergio Magaldihttp://www.blogger.com/profile/06683710900430631479noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-5368042956865960557.post-58432620406224015762023-10-27T16:27:00.000+02:002023-10-27T16:27:18.241+02:00IL CENTRO SAPIENZIALE DELL' UNIVERSO<p></p><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhCzxLbfF6Je_SkR4L_v_hR4BqeLwLs2npU-QVMK7HY-Z3BTWfpV32ViUu0K8BjeDngFGi9pIJTT1EiDSF224qTKvuPKZxmrpJjxHi-gDQH7AUQv5M6fPKGoeVSqe3i0DpebtTb4-_U2sDXcza8qMvjYIoK2V1RMcHlS2ssVy0xwqKYpSNG6NdyHPXAHme2/s1460/ZEI%20Quadr.%20esot.png" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="1114" data-original-width="1460" height="305" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhCzxLbfF6Je_SkR4L_v_hR4BqeLwLs2npU-QVMK7HY-Z3BTWfpV32ViUu0K8BjeDngFGi9pIJTT1EiDSF224qTKvuPKZxmrpJjxHi-gDQH7AUQv5M6fPKGoeVSqe3i0DpebtTb4-_U2sDXcza8qMvjYIoK2V1RMcHlS2ssVy0xwqKYpSNG6NdyHPXAHme2/w400-h305/ZEI%20Quadr.%20esot.png" width="400" /></a></div><br /> <p></p><p class="MsoNormal" style="line-height: 12.0pt; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; mso-line-height-rule: exactly; text-align: justify;"><b><span style="font-family: Verdana;">Talvolta gli inaspettati incontri che si fanno
sembrano quasi pilotati da rare coincidenze; come quella che ha portato chi scrive ad individuare un
quadro fra i tanti esposti nei vari locali di una nave da crociera.<o:p></o:p></span></b></p><p class="MsoNormal" style="line-height: 12.0pt; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; mso-line-height-rule: exactly; text-align: justify;"><b><span style="font-family: Verdana;"> </span></b></p><p class="MsoNormal" style="line-height: 12.0pt; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; mso-line-height-rule: exactly; text-align: justify;"><span style="font-family: "Courier New"; font-size: 16.0pt; mso-bidi-font-weight: bold;"> </span></p><p class="MsoNormal" style="line-height: 12.0pt; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; mso-line-height-rule: exactly; text-align: justify;"><span style="font-family: "Courier New"; font-size: 16.0pt; mso-bidi-font-weight: bold;">di
Alberto Zei</span><span style="font-family: "Courier New"; font-size: 16.0pt;"><o:p></o:p></span></p><p class="MsoNormal" style="line-height: 12.0pt; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; mso-line-height-rule: exactly; text-align: justify;"><span style="font-family: Verdana;"> </span></p><p class="MsoNormal" style="line-height: 12.0pt; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; mso-line-height-rule: exactly; text-align: justify;"><span style="font-family: Verdana;"> </span></p><p class="MsoNormal" style="line-height: 12.0pt; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; mso-line-height-rule: exactly; text-align: justify;"><span style="font-family: Verdana;"> Il quadro
qui rappresentato del pittore Raimondo
Briata si esprime attraverso la caratteristica di un’arte figurativa simbolica
a cui professionalmente egli si dedica.
Si tratta di un quadro esposto in una nave da crociera, nel luogo più
rappresentativo e conviviale in cui si concentrano i massimi simboli attrattivi
degli ospiti di bordo. <o:p></o:p></span></p><p class="MsoNormal" style="line-height: 12.0pt; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; mso-line-height-rule: exactly; text-align: justify;"><span style="font-family: Verdana;"> </span></p><p class="MsoNormal" style="line-height: 12.0pt; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; mso-line-height-rule: exactly; text-align: justify;"><span style="font-family: Verdana;">Questo artista che in genere stilizza nelle sue
opere le caratteristiche emblematiche
delle grandi strutture, da quelle interne delle gigantesche navi da
crociera che solcano i sette mari, a
quelle che con pochi segni ritraggono visioni emblematiche nelle varie città
del mondo, questa volta ha inteso
ritrarre con una efficace chiave semiotica la rappresentazione universale
del mondo intero in difesa della vita.
Cosa questa che da un punto di vista massonico si accosta anche per i
simbolismi di contorno, con la Gerusalemme Terrena. L’ autore, infatti,
espone i simboli dell‘ esistenza e
gli attuali pericoli ecologici tra i
quali, come si vedrà, inserisce metaforicamente il significato </span><span style="font-family: Verdana; mso-bidi-font-family: Arial;">sapienziale dell’ Universo. Alla architettura
delle immagini stilizzate e apparentemente scollegate, il pittore ha saputo esprimere in tutta coerenza con il senso dell’ opera anche la sintesi che simboleggia un importante aspetto dello spirito
massonico. <o:p></o:p></span></p><p class="MsoNormal" style="line-height: 12.0pt; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; mso-line-height-rule: exactly; text-align: justify;"><span style="font-family: Verdana; mso-bidi-font-family: Arial;"> </span></p><p class="MsoNormal" style="line-height: 12.0pt; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; mso-line-height-rule: exactly; text-align: justify;"><span style="font-family: Verdana; mso-bidi-font-family: Arial;">Attraverso le varie
figure stilizzate che compongono il
quadro l’ opera è simbolicamente
improntata sull’ inizio del “tutto” nel contesto dell’esistenza umana. Il
quadro si compone di numerose figure di soggetti, di tratteggi, di globi parzialmente accennati, del contorno
delle circonferenze in configurazione spaziale,
di decorazioni tipo gran pavese in verticale del dipinto, di una grande
spirale e di piccole sezioni circolari all’interno di una più grande da cui
dipartono filamenti curvilinei. <o:p></o:p></span></p><p class="MsoNormal" style="line-height: 12.0pt; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; mso-line-height-rule: exactly; text-align: justify;"><b><span style="font-family: Verdana; mso-bidi-font-family: Arial;"> </span></b></p><p class="MsoNormal" style="line-height: 12.0pt; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; mso-line-height-rule: exactly; text-align: justify;"><b><span style="font-family: Verdana; mso-bidi-font-family: Arial;">“Picture in picture” - </span></b><span style="font-family: Verdana; mso-bidi-font-family: Arial;">In ogni espressione creativa, al di là del <i>“tale
e quale”</i>, è sempre contenuta
l’intenzione recondita dell’autore di celare
il significato, talvolta anche inconscio, che offre però all’osservatore
che intende approfondire il contenuto, una diversa chiave di lettura per
il risultato finale. Ecco che anche nel
quadro così realizzato, ad una più
attenta analisi, emerge nei tratteggi, nelle figure di sub-assieme e nelle connessioni tra di loro, l’altra
faccia della stessa medaglia. E’ questa soprattutto che conferisce al quadro con il simbolismo dell’intera
creazione il valore aggiunto di una lettura supplementare a cui l’autore si
riferisce.<o:p></o:p></span></p><p class="MsoNormal" style="line-height: 12.0pt; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; mso-line-height-rule: exactly; text-align: justify;"><span style="font-family: Verdana; mso-bidi-font-family: Arial;"> </span></p><p class="MsoNormal" style="line-height: 12.0pt; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; mso-line-height-rule: exactly; text-align: justify;"><span style="font-family: Verdana; mso-bidi-font-family: Arial;">In questo quadro di Briata, la quasi totalità
di figure allegoriche costituiscono un interessante messaggio dell’attuale
pericolo ecologico che incombe sul nostro pianeta. <o:p></o:p></span></p><p class="MsoNormal" style="line-height: 12.0pt; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; mso-line-height-rule: exactly; text-align: justify;"><span style="font-family: Verdana; mso-bidi-font-family: Arial;"> </span></p><p class="MsoNormal" style="line-height: 12.0pt; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; mso-line-height-rule: exactly; text-align: justify;"><b><span style="font-family: Verdana; mso-bidi-font-family: Arial;">Il valore simbolico</span></b><span style="font-family: Verdana; mso-bidi-font-family: Arial;"> <b>-</b> La raffigurazione circolare al centro del
quadro, di colore biancastro con appendici filamentose esterne, richiama l’opalescenza tipica del riferimento
vitale dell’ origine umana della vita; mentre i tre punti che il pittore ha
dipinto non a caso proprio all’interno
del cerchio, esprimono a loro volta, il simbolismo pitagorico che conduce alla
formazione della “Sacra Tetractis”, ossia del Tutto.<o:p></o:p></span></p><p class="MsoNormal" style="line-height: 12.0pt; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; mso-line-height-rule: exactly; text-align: justify;"><span style="font-family: Verdana; mso-bidi-font-family: Arial;"> </span></p><p class="MsoNormal" style="line-height: 12.0pt; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; mso-line-height-rule: exactly; text-align: justify;"><span style="font-family: Verdana; mso-bidi-font-family: Arial;">In effetti, l’Uno si
identifica con la “Monade” pitagorica,
ossia con il generatore del “Tutto” il quale,
esclude per definizione che qualsiasi altro riferimento possa avere la
medesima capacità creatrice. Infatti la “Diade”, che contiene il primo plurale, non potrebbe esistere se non
si componesse con l’immagine speculare della stessa Monade. La “Diade” a sua
volta, unita alla Monade, forma la “Triade”: il numero considerato perfetto in
quanto completo; è così via fino alla “Sacra Tetractis” che rappresenta l’
intero universo e il suo significato sapienziale costituito dalla presenza</span><span style="font-family: Verdana;"> umana. Essere uomo però, non significa invocare il libero arbitrio
per sottrarsi alle leggi cosmiche ma, viceversa, esserne condizionato e nello
stesso tempo custode.<o:p></o:p></span></p><p class="MsoNormal" style="line-height: 12.0pt; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; mso-line-height-rule: exactly; text-align: justify;"><span style="font-family: Verdana;"> </span></p><p class="MsoNormal" style="line-height: 12.0pt; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; mso-line-height-rule: exactly; text-align: justify;"><span style="font-family: Verdana;">Nella raffigurazione simbolica delle figure dipinte nel quadro, si nota alla destra,
l’emblematico segno spiralizzante del Sole che espande luce e vita sulla Terra
attraverso lo spazio dove sono tratteggiati in modo incompleto altri pianeti,
posti dietro il simbolo dell’esistenza umana.<o:p></o:p></span></p><p class="MsoNormal" style="line-height: 12.0pt; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; mso-line-height-rule: exactly; text-align: justify;"><span style="font-family: Verdana;"> </span></p><p class="MsoNormal" style="line-height: 12.0pt; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; mso-line-height-rule: exactly; text-align: justify;"><b><span style="font-family: Verdana;">Il valore del verde -</span></b><span style="font-family: Verdana;"> Tutto avviene così, e così continuerà ad avvenire se le condizioni di contorno a quelle del
nostro pianeta saranno compatibili con
il principio naturale necessario per mantenere la sopravvivenza. Questi vincoli
riferiti alla maggior cura necessaria alla vegetazione della Terra sono
raffigurati nel quadro da un filare di verdi globi con sopra un cenno di fiore punteggiato in
giallo. Il filare è posto tra la spirale generatrice del Sole e il simbolo
della vita al centro del quadro. Si
tratta del restante verde sulla Terra ormai subordinato non più alla natura ma
alla tecnologia umana a cui il pittore
allude con lo squadrato supporto
metallico di sostegno.<o:p></o:p></span></p><p class="MsoNormal" style="line-height: 12.0pt; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; mso-line-height-rule: exactly; text-align: justify;"><span style="font-family: Verdana;"> </span></p><p class="MsoNormal" style="line-height: 12.0pt; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; mso-line-height-rule: exactly; text-align: justify;"><b><span style="font-family: Verdana;">La semantica dell’ opera -</span></b><span style="font-family: Verdana;"> Il riferimento semantico, a cui allude l’ autore
nel contesto pittorico, è simboleggiato come un ammonimento sulla necessità di
non alterare le risorse naturali che la Terra offre. In tal senso alla sinistra
del dipinto il pittore ha ritratto la
raffigurazione di micidiali ingranaggi cosmici che in caso contrario, alludono
per la loro dimensione, alle conseguenze drammatiche di una catastrofe senza
scampo. <o:p></o:p></span></p><p class="MsoNormal" style="line-height: 12.0pt; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; mso-line-height-rule: exactly; text-align: justify;"><span style="font-family: Verdana;"> </span></p><p class="MsoNormal" style="line-height: 12.0pt; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; mso-line-height-rule: exactly; text-align: justify;"><span style="font-family: Verdana;">In sintesi l’ opera così costruita al di là della
sua caratteristica dei tratti, delle forme e dello stile, ha un profondo
contenuto simbolico che non sembra però finalizzato alla interpretazione di un pubblico generico,
in quanto il significato dell’opera non potrà essere penetrato facilmente da
chiunque in transito su una nave da crociera.<o:p></o:p></span></p><p class="MsoNormal" style="line-height: 12.0pt; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; mso-line-height-rule: exactly; text-align: justify;"><span style="font-family: Verdana;"> </span></p><p>
</p><p class="MsoNormal" style="line-height: 12.0pt; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; mso-line-height-rule: exactly; text-align: justify;"><span style="font-family: Verdana;">Forse proprio per questo il dipinto assume maggior
valore in quanto l’ autore
identificabile in un “uomo libero e di buoni costumi”, ha creato una
rappresentazione dell’architettura finalizzata, come detto, alla Gerusalemme
Terrena senza preoccuparsi del riconoscimento del significato semantico da
parte del pubblico, ma per l’ intima sua coerenza ad una scuola universale di
pensiero. <o:p></o:p></span></p><p><br /></p>Sergio Magaldihttp://www.blogger.com/profile/06683710900430631479noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-5368042956865960557.post-1187106936819278352023-10-24T11:22:00.000+02:002023-10-24T11:22:20.137+02:00Una Milonga a Portopiccolo<iframe frameborder="0" height="270" src="https://youtube.com/embed/Y4FqrGTszJg?si=SNakx5zHTF2EiIVY" width="480"></iframe><div><br /></div><div><br /></div><div style="text-align: justify;"> <span style="font-family: verdana; font-size: large;">Un commissario di polizia - amante del tango e della milonga, una variazione popolare più veloce e appassionata della celebre danza - risolve proprio alla vigilia della pensione il caso di due ragazze scomparse a distanza di pochi mesi l'una dall'altra.</span></div><div style="text-align: justify;"><span style="font-family: verdana; font-size: large;"><br /></span></div><div style="text-align: justify;"><span style="font-family: verdana; font-size: large;">La narrazione si svolge per lo più in quella che Umberto Saba definisce una città di "scontrosa grazia": Trieste e i suoi dintorni. </span></div>Sergio Magaldihttp://www.blogger.com/profile/06683710900430631479noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-5368042956865960557.post-80305346803220737372023-10-22T11:48:00.001+02:002023-10-22T11:48:46.419+02:00I NUMERI SACRI DELLA TRADIZIONE OCCIDENTALE (Parte II)<p></p><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjeZD748uQ7SgHM_hYYGTjQh0U0m20pHERaoOTfLczo_bSF8KXx_2vk9Zp787zr8KRvTYVmQnLXh5A9yF7GnVn-W3U2tADcToCmXhL6OHcF48EpIba4ccy2ricV3WzwyE2bhFcoHKjD-syAH9i38u7YBmPX3vNkwUopm9PNaaR1Vm2reD81hGouZitr6ytS/s410/tetraktys-a-piramide.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="410" data-original-width="410" height="400" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjeZD748uQ7SgHM_hYYGTjQh0U0m20pHERaoOTfLczo_bSF8KXx_2vk9Zp787zr8KRvTYVmQnLXh5A9yF7GnVn-W3U2tADcToCmXhL6OHcF48EpIba4ccy2ricV3WzwyE2bhFcoHKjD-syAH9i38u7YBmPX3vNkwUopm9PNaaR1Vm2reD81hGouZitr6ytS/w400-h400/tetraktys-a-piramide.jpg" width="400" /></a></div><br /> <p></p><p></p><p class="MsoNormal" style="tab-stops: 57.6pt; text-align: justify;"><span style="font-family: Verdana;"><o:p> S E G U E DA:</o:p></span></p><p class="MsoNormal" style="tab-stops: 57.6pt; text-align: justify;"><span style="font-family: Verdana;"><o:p><br /></o:p></span></p><p class="MsoNormal" style="tab-stops: 57.6pt; text-align: justify;"><span style="font-family: Verdana;"><o:p><a href="https://zibaldone-sergio.blogspot.com/2023/10/i-numeri-sacri-della-tradizione.html">I NUMERI SACRI DELLA TRADIZIONE OCCIDENTALE (Parte I)</a></o:p></span></p>
<p class="MsoNormal" style="tab-stops: 57.6pt; text-align: justify;"><span style="font-family: Verdana;"><o:p> </o:p></span></p>
<p class="MsoNormal" style="tab-stops: 57.6pt; text-align: justify;"><span style="font-family: Verdana;"><span style="mso-spacerun: yes;"> </span>Sinonimo di
spiritualità, la triade fu posta sin dall’antichità a fondamento del Pantheon
di molte religioni. I pitagorici si limitavano a rappresentarla e onorarla con
la quarta lettera maiuscola dell’alfabeto greco: il Delta. La Massoneria pone
il Delta ad Oriente tra il Sole e la Luna. Il manoscritto rinvenuto dal Locke
nel 1696, pubblicato solo nel 1748 e attribuito alla mano di Enrico VI
d’Inghilterra [1421-1471], nel definire la Massoneria “la conoscenza della
natura<span style="mso-spacerun: yes;"> </span>e la comprensione delle forze che
sono in essa”, dichiara espressamente l’esistenza di un legame tra la
Massoneria e la scuola pitagorica di Crotone [530 a. C.]. Le Costituzioni di
Anderson fanno esplicito riferimento a Pitagora e le <i>Old Charges</i>
riconoscono, sulla scia della tradizione pitagorica, il primato in Massoneria
dei numeri dispari sui numeri pari. È così che nella tradizione della libera
muratoria il 3, il 5 e il 7 assumono una particolare rilevanza. Il 3, innanzi
tutto, che rappresenta la cifra dell’apprendista e la sua età massonica e del
cui simbolismo il Tempio è colmo, come testimonia già la “Spiegazione della
Tavola di Tracciamento di Primo Grado” del Rituale Emulation: <o:p></o:p></span></p>
<p class="MsoNormal" style="tab-stops: 57.6pt; text-align: justify;"><span style="font-family: Verdana;"><o:p> </o:p></span></p>
<p class="MsoNormal" style="tab-stops: 57.6pt; text-align: justify;"><span style="font-family: Verdana;">«<i style="mso-bidi-font-style: normal;">La copertura
della Loggia di Liberi Muratori</i> – vi si dice tra l’altro – <i style="mso-bidi-font-style: normal;">è una volta celeste di diversi colori, alta
quanto il Cielo. Noi, come Muratori, speriamo di arrivarvi con l’aiuto di una
Scala, nelle Scritture chiamata Scala di Giacobbe. Essa è fatta di molti
gradini o pioli, che indicano altrettante virtù morali e specialmente le tre
principali: la Fede, la Speranza e la Carità. Fede nel Grande Architetto
dell’Universo, Speranza nella salvezza e l’essere in spirito di Carità con
tutti gli uomini. Essa sale fino al Cielo poggiando sul Volume della Legge
Sacra poiché, mediante le dottrine contenute in quel Libro Sacro, ci viene
insegnato a credere negli ordinamenti della Divina Provvidenza, la quale
credenza fortifica la nostra Fede e ci rende capaci di salire il primo scalino.
Questa Fede crea spontaneamente in noi la Speranza di diventare compartecipi
delle promesse benedette lì indicate; questa Speranza ci mette in grado di
salire il secondo gradino; ma il terzo ed ultimo, che è la Carità, racchiude il
tutto. Il Muratore che possiede questa virtù nel suo senso più ampio può essere
giustamente ritenuto colui che ha raggiunto l’apice della sua professione:
figurativamente parlando, una Casa Eterea velata agli occhi mortali dal cielo
stellato, qui emblematicamente indicato da sette stelle che alludono ad
altrettanti Muratori regolarmente costituiti, senza il cui numero nessuna
Loggia è perfetta né alcun candidato può essere legalmente iniziato nell’Ordine</i></span>»<span style="font-family: Verdana;">. <o:p></o:p></span></p>
<p class="MsoNormal" style="tab-stops: 57.6pt; text-align: justify;"><span style="font-family: Verdana;"><o:p> </o:p></span></p>
<p class="MsoNormal" style="tab-stops: 57.6pt; text-align: justify;"><span style="font-family: Verdana;"><span style="mso-spacerun: yes;"> </span>Il
riferimento alla sacra triade è così evidente nel tempio che per l’iniziato
della Massoneria è sufficiente la semplice osservazione. È presente anche nel
catechismo degli antichi rituali, così, per esempio nel Manoscritto di
Wilkinson del 1727 [rinvenuto nel 1946 da un fratello della Gran Loggia Unita
d’Inghilterra] si legge tra l’altro:<o:p></o:p></span></p>
<p style="background: white; margin-bottom: .0001pt; margin: 0cm;"><span class="notranslate"><span style="color: #111111; font-family: Georgia; font-size: 10.5pt;"><o:p> </o:p></span></span></p>
<p style="background: white; margin-bottom: .0001pt; margin: 0cm;"><span class="notranslate"><span style="color: #111111; font-family: Verdana;"><o:p> </o:p></span></span></p>
<p style="background: white; margin-bottom: .0001pt; margin: 0cm;"><span class="notranslate"><span style="color: #111111; font-family: Verdana;">DOMANDA -
Come sei stato ammesso nella Loggia?</span></span><span style="font-family: Verdana;"><o:p></o:p></span></p>
<p style="background: white; margin-bottom: .0001pt; margin: 0cm;"><span class="notranslate"><span style="color: #111111; font-family: Verdana;">A. - Con tre
grandi colpi.</span></span><span style="color: #111111; font-family: Verdana;"><o:p></o:p></span></p>
<p class="MsoNormal"><b style="mso-bidi-font-weight: normal;"><span style="font-family: Verdana;"><o:p> </o:p></span></b></p>
<p style="background: white; margin-bottom: .0001pt; margin: 0cm;"><span class="notranslate"><span style="color: #111111; font-family: Verdana;">DOMANDA - Che
cosa hai visto quando ti sei introdotto nella Loggia?</span></span><span style="color: #111111; font-family: Verdana;"><o:p></o:p></span></p>
<p style="background: white; margin-bottom: .0001pt; margin: 0cm;"><span class="notranslate"><span style="color: #111111; font-family: Verdana;">A. - Tre
grandi luci.</span></span><span style="color: #111111; font-family: Verdana;"><o:p></o:p></span></p>
<p style="background: white; margin-bottom: .0001pt; margin: 0cm;"><span style="color: #111111; font-family: Verdana;"><o:p> </o:p></span></p>
<p style="background: white; margin-bottom: .0001pt; margin: 0cm;"><span class="notranslate"><span style="color: #111111; font-family: Verdana;">DOMANDA. -
Cosa rappresentano?</span></span><span style="color: #111111; font-family: Verdana;"><o:p></o:p></span></p>
<p style="background: white; margin-bottom: .0001pt; margin: 0cm;"><span class="notranslate"><span style="color: #111111; font-family: Verdana;">A. - Il Sole,
</span></span><span style="color: #111111; font-family: Verdana;">la<span style="mso-spacerun: yes;"> </span><span class="notranslate">Luna<span style="mso-spacerun: yes;"> </span>e un maestro muratore.</span><o:p></o:p></span></p>
<p style="background: white; margin-bottom: .0001pt; margin: 0cm;"><span style="color: #111111; font-family: Verdana;"><o:p> </o:p></span></p>
<p style="background: white; margin-bottom: .0001pt; margin: 0cm;"><span class="notranslate"><span style="color: #111111; font-family: Verdana;">DOMANDA -
Perché così?</span></span><span style="color: #111111; font-family: Verdana;"><o:p></o:p></span></p>
<p style="background: white; margin-bottom: .0001pt; margin: 0cm;"><span class="notranslate"><span style="color: #111111; font-family: Verdana;">A. - Il Sole
regola il giorno, la Luna<span style="mso-spacerun: yes;"> </span>la Notte<span style="mso-spacerun: yes;"> </span>e il Maestro Muratore la Loggia.</span></span><span style="color: #111111; font-family: Verdana;"><o:p></o:p></span></p>
<p class="MsoNormal" style="tab-stops: 57.6pt; text-align: justify;"><span style="font-family: Verdana;"><o:p> </o:p></span></p>
<p class="MsoNormal" style="tab-stops: 57.6pt; text-align: justify;"><span style="font-family: Verdana;"><span style="mso-spacerun: yes;"> </span>Platone
inizia il dialogo del Timeo con Socrate che rivolge al filosofo pitagorico
Timeo di Locri questa domanda:<o:p></o:p></span></p>
<p class="MsoNormal" style="tab-stops: 57.6pt; text-align: justify;"><span style="font-family: Verdana;"><span style="mso-spacerun: yes;"> </span><o:p></o:p></span></p>
<p class="MsoNormal" style="tab-stops: 57.6pt; text-align: justify;"><span style="font-family: Verdana;">“<i style="mso-bidi-font-style: normal;">Uno, due,
tre: e dov'è, caro Timeo, il quarto</i>?”<o:p></o:p></span></p>
<p class="MsoNormal" style="tab-stops: 57.6pt; text-align: justify;"><span style="font-family: Verdana;"><o:p> </o:p></span></p>
<p class="MsoNormal" style="tab-stops: 57.6pt; text-align: justify;"><span style="font-family: Verdana;"><span style="mso-spacerun: yes;"> </span>Socrate si
riferisce qui ad un quarto ospite, ma argutamente pone implicitamente a Timeo
una domanda ben diversa: come si passa dal 3 al 4? Dallo spirito alla materia?
Probabilmente a Socrate non bastava sapere che il 4 era per i pitagorici il
primo numero pari né che, se si passa dal punto alla linea, dalla linea al
piano e si aggiunge un quarto punto si ottiene lo spazio, il quadrato, le 4
direzioni, i 4 punti cardinali, i 4 angoli della terra [<i style="mso-bidi-font-style: normal;">Isaia 11:12</i>], in una parola il quaternario, il mondo nel quale
viviamo. Ciò che preme a Socrate e, attraverso di lui, a Platone è sapere dello
spirito che dà vita alla materia, dell’anima che vivifica il corpo. <o:p></o:p></span></p>
<p class="MsoNormal" style="tab-stops: 57.6pt; text-align: justify;"><span style="font-family: Verdana;"><o:p> </o:p></span></p>
<p class="Normale2" style="text-align: justify;"><span style="font-family: Verdana;">Giunti
al quattro, tutto è compiuto: <span style="color: black;">dal punto o uno siamo
passati al due e abbiamo ricavato la linea, dal due al tre e ne abbiamo
ricavato il piano, dal tre al quattro e abbiamo trovato lo spazio, oltre non si
può andare, tanto nella prospettiva della manifestazione dall’uno che con i
numeri creativi e la loro rappresentazione geometrica che di necessità avviene
nello spazio. Nella somma di<span style="mso-spacerun: yes;"> </span>1 + 2 + 3 +
4 = 10, che i pitagorici rappresentavano con la la tetractys sacra, sulla quale
l’iniziato della scuola pitagorica era chiamato a giurare, sono presenti tutti
i numeri e insieme la molteplicità infinita. Anzi, a guardar bene i numeri
primordiali da cui tutto discende sono soltanto nove, il dieci altro non
essendo che la riproposizione dell’unità su un altro piano, e del nulla [1 e 0,
uno e zero], esattamente come nell’albero della vita o albero delle Sephiroth [<i style="mso-bidi-font-style: normal;">sepher </i>=numero]: da Kether, attraverso
un processo che va da sinistra a destra passando per Binah, Hochmah [che
insieme alla prima Sephirah costituiscono la triade suprema], Gheburah, Chesed,
Tipheret, Hud, Netzach e Yesod e sino alla decima Sephirah, cioè Malchut, il
regno o la terra. <o:p></o:p></span></span></p>
<p class="MsoNormal"><o:p> </o:p></p><span style="font-family: courier; font-size: medium;"><b>S E G U E</b></span><p></p><p><span style="font-family: courier; font-size: medium;"><br /></span></p><p><span style="font-family: courier; font-size: medium;">sergio magaldi</span></p>Sergio Magaldihttp://www.blogger.com/profile/06683710900430631479noreply@blogger.com2tag:blogger.com,1999:blog-5368042956865960557.post-28671887737247560962023-10-16T17:15:00.035+02:002023-10-16T17:28:27.305+02:00I NUMERI SACRI DELLA TRADIZIONE OCCIDENTALE<p></p><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhpzfCXHlOMf0n37tqjbdTTVJb-QYXvNLn7fKYo1u5xDViQnK9qcH5yn4HQ3Xk9sAAOxbjD40mIptbN8tTJtL2qTKSB40Rt3GHHlSBcsM9TAYfCIY0U6zQGsoSklQ728RTqp9OU3aKY6HKrh26Km1pZipa6eb0kwhbcH9aVQINspKvQwyZAQ5q3EwqnT6ml/s1280/numeri%20maxresdefault.jpg" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="720" data-original-width="1280" height="225" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhpzfCXHlOMf0n37tqjbdTTVJb-QYXvNLn7fKYo1u5xDViQnK9qcH5yn4HQ3Xk9sAAOxbjD40mIptbN8tTJtL2qTKSB40Rt3GHHlSBcsM9TAYfCIY0U6zQGsoSklQ728RTqp9OU3aKY6HKrh26Km1pZipa6eb0kwhbcH9aVQINspKvQwyZAQ5q3EwqnT6ml/w400-h225/numeri%20maxresdefault.jpg" width="400" /></a></div><br /> <p></p><p></p><h1 style="text-align: justify;"><span style="font-family: Verdana; font-size: medium; text-decoration: none; text-underline: none;"><span style="mso-spacerun: yes;"> </span><span style="font-weight: normal;">Se s’intende per sacro ciò che per sua propria
natura si sottrae al senso comune della percezione ordinaria e che tuttavia
s’impone alla coscienza dell’uomo, suscitando in lui un sentimento di stupore e
insieme di vaga dipendenza, si può comprendere la sacralità attribuita a certi
numeri della tradizione occidentale e non solo. Innanzi tutto l’uno, che
Pitagora chiamava <i>A-pollo</i> [dall’alfa privativo greco e dunque “senza
molteplicità”] e fonte di ogni altro numero e che egli rappresentava con un
punto. <o:p></o:p></span></span></h1>
<h1 style="text-align: justify;"><span style="font-family: Verdana; font-size: medium; font-weight: normal; text-decoration: none;"><o:p> </o:p></span></h1>
<h1 style="text-align: justify;"><span style="font-family: Verdana; font-size: medium; font-weight: normal; text-decoration: none;">L’uno, principio creatore per
Platone, condizione essenziale di ogni altro essere per i neoplatonici,
sinonimo di Dio nelle religioni monoteistiche, punto di luce generato dallo <i>Tzimtzum</i><span style="mso-bidi-font-style: italic;"> nella tradizione cabbalistica,</span> parola
formata da destra a sinistra dalle lettere ebraiche, Tzadé-Mem-Tzadé-Waw-Mem,
con valore numerico di 266 che si ricava dalla somma di ciascuna lettera che la
compone e cioè, sempre da destra a sinistra: 90+40+90+6+40=266. <o:p></o:p></span></h1>
<h1 style="text-align: justify;"><span style="font-weight: normal;"><span style="font-family: Verdana; text-decoration: none; text-underline: none;"><span style="font-size: medium;">Solo per chi legge il font ebraico: </span><span style="font-size: large; mso-spacerun: yes;"> </span></span><span style="font-family: hebrew; mso-bidi-font-size: 12.0pt; text-decoration: none; text-underline: none;"><span style="font-size: x-large;"><span>\ w x m x</span><span style="mso-spacerun: yes;"> </span></span><span style="font-size: large; mso-spacerun: yes;"> </span></span><i style="font-size: large; mso-bidi-font-style: normal;"><span style="font-family: Verdana; text-decoration: none; text-underline: none;">Tzimtzum</span></i><span style="font-family: Verdana; font-size: large; text-decoration: none; text-underline: none;"><o:p></o:p></span></span></h1>
<h1 style="text-align: justify;"><span style="font-family: Verdana; font-size: medium; font-weight: normal; text-decoration: none;">Per ghematria <a href="file:///C:/Users/Sergio/Documents/I%20numeri%20sacri%20della%20tradizione%20occidentale%20(2).doc#_ftn1" name="_ftnref1" style="mso-footnote-id: ftn1;" title=""><span class="MsoFootnoteReference"><span style="mso-special-character: footnote;"><!--[if !supportFootnotes]--><span class="MsoFootnoteReference"><span style="font-family: Verdana; mso-ansi-language: IT; mso-bidi-font-family: "Times New Roman"; mso-bidi-language: AR-SA; mso-fareast-font-family: "Times New Roman"; mso-fareast-language: IT;">[1]</span></span><!--[endif]--></span></span></a>
<i style="mso-bidi-font-style: normal;">Tzimtzum</i> ha lo stesso valore numerico
di <i>Matzpun</i>, coscienza,<span style="mso-spacerun: yes;"> </span>formato da
destra a sinistra dalle lettere ebraiche: Mem-Tzadé-Pe-Waw-Nun, cioè: 40+90+80+6+50=266.<o:p></o:p></span></h1>
<h1 style="text-align: justify;"><span><span style="font-family: Verdana; font-weight: normal; text-decoration: none; text-underline: none;"><span style="font-size: medium;">Solo per chi legge il font ebraico: </span><span style="font-size: x-large; mso-spacerun: yes;"> </span></span><span style="font-family: hebrew; font-size: x-large; font-weight: normal; mso-bidi-font-size: 12.0pt; text-decoration: none; text-underline: none;">} w p x m</span><span style="font-family: hebrew; text-decoration: none; text-underline: none;"><span style="mso-spacerun: yes;"><span style="font-size: large; font-weight: normal;"> </span>
</span><span style="font-size: large; font-weight: normal; mso-spacerun: yes;"> </span></span><i style="font-size: large; font-weight: normal; mso-bidi-font-style: normal;"><span style="font-family: Verdana; text-decoration: none; text-underline: none;">Matzpun</span></i><span style="font-family: hebrew; font-size: large; font-weight: normal; text-decoration: none; text-underline: none;"><o:p></o:p></span></span></h1>
<h1 style="text-align: justify;"><span style="font-family: Verdana; font-size: medium; font-weight: normal; text-decoration: none;">In Qabbalah, con lo <i>Tzimtzum</i>
si suole rappresentare il <i>ritrarsi </i>di Dio, inteso come totalità, per
lasciare libero un punto, generatore di un <i style="mso-bidi-font-style: normal;">Cosmo</i>
di cui l’uomo prenderà progressivamente <i style="mso-bidi-font-style: normal;">coscienza</i>
in tutti i suoi aspetti e significati.<o:p></o:p></span></h1>
<h1 style="text-align: justify;"><span style="font-size: medium;"><span style="font-family: Verdana; font-weight: normal; text-decoration: none;"><o:p> </o:p></span><span style="font-weight: normal;"><span><span style="font-family: verdana;">Tuttavia, il punto nato dalla
ritrazione divina, se lo si riguarda dalla parte della totalità non è più 1, ma
2.</span> Non a caso il</span></span> <i style="font-family: Verdana; font-weight: normal;">Genesi </i><span style="font-family: Verdana; font-weight: normal;">inizia con “</span><i style="font-family: Verdana; font-weight: normal;">Bereshit barà Elohim…</i><span style="font-family: Verdana; font-weight: normal;">”</span><span style="font-family: Verdana; font-weight: normal;"> cioè con la lettera Beth che vale 2
e che è una lettera chiusa davanti e aperta dopo di sé ad indicare </span><i style="font-family: Verdana; font-weight: normal;">che in principio è 2 e che nulla si può dire
di ciò che lo precede</i><span style="font-family: Verdana; font-weight: normal;">. In questo senso, 1 e 2 già per i pitagorici non sono
numeri, perché l’uno è il principio dei numeri dispari, mentre il due lo è dei
numeri pari. Il 2 però non è autonomo dall’unità perché, in senso aritmetico lo
si ricava addizionando l’uno all’uno e in senso geometrico tracciando una linea
da un punto ad un altro punto. Insomma perché si manifesti la dualità occorre
la volontà dell’uno di manifestarsi, facendosi altro da sé, ma nel farsi altro
l’uno dà vita al 2 che rappresenta ciò che gli si contrappone e genera la
coppia degli opposti. </span></span></h1><h1 style="text-align: justify;"><span style="font-size: medium;"><span style="font-family: Verdana; font-weight: normal;">Non a caso il </span><i style="font-family: Verdana; font-weight: normal;">Genesi </i><span style="font-family: Verdana; font-weight: normal;">esprime la parziale
negatività del 2, allorché parlando dei giorni della creazione, solo per il
secondo giorno, all’apparire delle acque, Dio omette di dire “che era cosa
buona”.</span></span></h1>
<h1 style="text-align: justify;"><span style="font-family: Verdana; font-size: medium; font-weight: normal; text-decoration: none;"><span style="mso-spacerun: yes;"> </span><o:p></o:p></span></h1>
<h1 style="text-align: justify;"><span style="font-family: Verdana; font-size: medium; font-weight: normal; text-decoration: none;"><span style="mso-spacerun: yes;"> </span>Il 2 è il solo numero che moltiplicato o
sommato per se stesso dia lo stesso risultato. Su un piano sottile questo
significa che, senza un “elemento” che gli si aggiunga per vivificarlo, la condizione
umana è destinata a permanere nella contrapposizione e nella conflittualità. <o:p></o:p></span></h1>
<h1 style="text-align: justify;"><i><span style="font-family: Verdana; font-size: medium; font-weight: normal; text-decoration: none;"><o:p> </o:p></span></i></h1>
<h1 style="text-align: justify;"><span style="font-size: medium; font-weight: normal;"><span style="font-family: Verdana; mso-bidi-font-style: italic; text-decoration: none; text-underline: none;">Non a caso
Il tempio massonico ricorda la legge binaria che caratterizza<i> </i>la realtà
con la colonna di<i> Boaz</i></span><span style="font-family: Verdana; text-decoration: none; text-underline: none;">, <i>forza</i>, formata da destra a
sinistra dalle lettere o consonanti ebraiche Bet-Ayin-Zain con valore numerico
di 79, cioè 2+70+7, lo stesso per ghematria di <i style="mso-bidi-font-style: normal;">Deah</i>, <i style="mso-bidi-font-style: normal;">conoscenza</i>, formata
da Daleth-Ayin-He cioè 4+70+5=79.<o:p></o:p></span></span></h1>
<h1 style="text-align: justify;"><span style="font-weight: normal;"><span style="font-family: verdana; font-size: medium; text-decoration: none; text-underline: none;">Solo per chi legge il font ebraico
rispettivamente:</span><span style="font-family: Verdana; font-size: large; text-decoration: none; text-underline: none;"> </span><span style="font-family: hebrew; font-size: x-large; mso-bidi-font-size: 12.0pt; text-decoration: none; text-underline: none;">z<span style="mso-spacerun: yes;"> </span>u b</span><span style="font-family: hebrew; font-size: large; text-decoration: none; text-underline: none;"> </span><span style="font-family: Verdana; text-decoration: none; text-underline: none;"><span style="font-size: x-large; mso-spacerun: yes;"> </span><span style="font-size: medium;"><span style="mso-bidi-font-style: normal;">Boaz</span> e</span><span style="font-size: large;"><o:p></o:p></span></span></span></h1>
<h1 style="text-align: justify;"><span style="font-weight: normal;"><span style="font-family: hebrew; font-size: large; text-decoration: none; text-underline: none;"><span style="mso-spacerun: yes;"> </span></span><span style="font-family: hebrew; font-size: x-large; mso-bidi-font-size: 12.0pt; text-decoration: none; text-underline: none;">h u d</span><span style="font-family: hebrew; text-decoration: none; text-underline: none;"><span style="mso-spacerun: yes;"><span style="font-size: x-large;"> </span><span style="font-size: large;"> </span></span></span><span style="mso-bidi-font-style: normal;"><span style="font-family: Verdana; font-size: medium; text-decoration: none; text-underline: none;">Deah</span></span><span style="font-family: Verdana; text-decoration: none; text-underline: none;"><span style="font-size: medium;">.</span><span style="font-size: large;"><o:p></o:p></span></span></span></h1>
<h1 style="text-align: justify;"><span style="font-family: Verdana; font-size: medium; font-weight: normal; text-decoration: none;"><o:p> </o:p></span></h1>
<h1 style="text-align: justify;"><span style="font-family: Verdana; font-size: medium; font-weight: normal; text-decoration: none;">L’altra colonna del tempio massonico
è <i>Yakhin</i>, <i style="mso-bidi-font-style: normal;">rettitudine</i>, <i style="mso-bidi-font-style: normal;">stabilità</i>, formata dalle lettere
Yud-Kaf-Yud-Nun, cioè: 10+20+10+50=90, lo stesso valore numerico di <i>Maim</i>, acqua, Mem-Yud-Mem: 40+10+40=90 e
<i>Man</i>, manna, Mem-Nun: 40+50=90.<o:p></o:p></span></h1>
<p class="MsoNormal"><span style="font-family: Verdana; font-size: medium;">Solo per chi legge il font
ebraico rispettivamente:</span><span style="font-family: hebrew; mso-bidi-font-size: 12.0pt;"><span style="font-size: medium;"> </span><span style="font-size: x-large;">} y k y </span><span style="font-size: large;"> </span></span><span style="font-family: Verdana;"><span style="font-size: medium;">Yakhin,</span><span style="font-size: large;"><o:p></o:p></span></span></p>
<h1 style="text-align: justify;"><span style="font-weight: normal;"><span lang="EN-GB" style="font-family: hebrew; mso-ansi-language: EN-GB; mso-bidi-font-size: 12.0pt; text-decoration: none; text-underline: none;"><span style="font-size: x-large;">\ y m</span> </span><span lang="EN-GB" style="font-family: Verdana; font-size: medium; mso-ansi-language: EN-GB; text-decoration: none; text-underline: none;">Maim e</span><span lang="EN-GB" style="font-family: Verdana; font-size: large; mso-ansi-language: EN-GB; text-decoration: none; text-underline: none;"> <span style="mso-spacerun: yes;"> </span></span><span lang="EN-GB" style="font-family: hebrew; font-size: x-large; mso-ansi-language: EN-GB; mso-bidi-font-size: 12.0pt; text-decoration: none; text-underline: none;">} m</span><span lang="EN-GB" style="font-family: hebrew; font-size: large; mso-ansi-language: EN-GB; mso-bidi-font-size: 12.0pt; text-decoration: none; text-underline: none;"> </span><st1:place style="font-size: large;" w:st="on"><st1:state w:st="on"><span lang="EN-GB" style="font-family: Verdana; mso-ansi-language: EN-GB; text-decoration: none; text-underline: none;">Man.</span></st1:state></st1:place><span lang="EN-GB" style="font-family: Verdana; font-size: large; mso-ansi-language: EN-GB; text-decoration: none; text-underline: none;"><o:p></o:p></span></span></h1>
<h1 style="text-align: justify;"><span lang="EN-GB" style="font-family: Verdana; font-size: medium; font-weight: normal; text-decoration: none;"><o:p> </o:p></span></h1>
<h1 style="text-align: justify;"><span style="font-family: Verdana; font-size: medium; font-weight: normal; text-decoration: none;">Inoltre, il valore numerico di
entrambe le colonne, Boaz e Yakhin, 79+90, dà 169, che è la ghematria di <i style="mso-bidi-font-style: normal;">Taamim</i>, le note musicali che formano la
melodia per cantare la Torah: Teth-Ayin-Mem-Yud-Mem cioè:9+70+40+10+40=169; la
stessa di <i style="mso-bidi-font-style: normal;">Teqes</i>, <i style="mso-bidi-font-style: normal;">rito</i>, formata da Teth-Qof-Samekh, 9+100+60=169.<o:p></o:p></span></h1>
<h1 style="text-align: justify;"><span style="font-family: Verdana; font-size: medium; font-weight: normal; text-decoration: none;"><o:p> </o:p></span></h1>
<h1 style="text-align: justify;"><span style="font-size: medium; font-weight: normal;"><span style="font-family: Verdana; mso-bidi-font-style: italic; text-decoration: none; text-underline: none;">Altri
simboli della dualità sono nel tempio massonico <i>il pavimento a scacchi
bianchi e neri dell’interno</i>,</span><span style="font-family: Verdana; text-decoration: none; text-underline: none;"> nonché la <i style="mso-bidi-font-style: normal;">squadra</i> e il <i style="mso-bidi-font-style: normal;">compasso</i>, posti sull’ara, ma unificati e vivificati dal Volume
della Legge Sacra.<o:p></o:p></span></span></h1>
<h1 style="text-align: justify;"><span style="font-size: medium; font-weight: normal;"><span style="font-family: Verdana; text-decoration: none; text-underline: none;"><span style="mso-spacerun: yes;"> </span></span><span style="font-family: hebrew; text-decoration: none; text-underline: none;"><o:p></o:p></span></span></h1>
<p class="MsoNormal" style="tab-stops: 57.6pt; text-align: justify;"><span><span style="font-size: medium;"><span style="font-family: Verdana; mso-spacerun: yes;"> </span><span style="font-family: verdana;">Infatti,
solo con il 3 si opera la riconciliazione della dualità e della
contrapposizione:1+2=3. Per Pitagora il 3 è anche il primo numero vero e
proprio ed è dispari, è l’uno nella forma dell’<i style="mso-bidi-font-style: normal;">unificato</i>. Rappresenta il mistero che riconcilia la manifestazione
con la propria fonte. È il numero sacro per eccellenza dei pitagorici nel quale l’uno si
autorivela e diviene conoscibile. In geometria si realizza con il passaggio dal
punto alla linea, dalla linea al piano e alla figura del triangolo. La triade,
come unione della monade con la diade, manifesta il principio [1], il mezzo [2]
e il fine [3], ed esprime anche dal punto di vista aritmetico la completezza
dello spirito: sommando o moltiplicando tra loro l’uno, il due e il tre, il
loro prodotto non cambia [1+2+3 =6, 1x2x3=6]. </span></span><span style="font-family: Verdana;"><o:p></o:p></span></span></p>
<p class="MsoNormal" style="tab-stops: 57.6pt; text-align: justify;"><span style="font-family: Verdana;"><o:p> <span style="font-size: medium;">S E G U E</span></o:p></span></p><p class="MsoNormal" style="tab-stops: 57.6pt; text-align: justify;"><span style="font-family: Verdana;"><o:p><br /></o:p></span></p><p class="MsoNormal" style="tab-stops: 57.6pt; text-align: justify;"><o:p><span style="font-family: courier;">sergio magaldi</span></o:p></p>
<div style="mso-element: footnote-list;"><!--[if !supportFootnotes]--><br clear="all" />
<hr align="left" size="1" width="33%" />
<!--[endif]-->
<div id="ftn1" style="mso-element: footnote;">
<p class="MsoFootnoteText" style="text-align: justify;"><a href="file:///C:/Users/Sergio/Documents/I%20numeri%20sacri%20della%20tradizione%20occidentale%20(2).doc#_ftnref1" name="_ftn1" style="mso-footnote-id: ftn1;" title=""><span class="MsoFootnoteReference"><span style="mso-special-character: footnote;"><!--[if !supportFootnotes]--><span class="MsoFootnoteReference"><span style="font-family: "Times New Roman"; font-size: 10pt; mso-ansi-language: IT; mso-bidi-language: AR-SA; mso-fareast-font-family: "Times New Roman"; mso-fareast-language: IT;">[1]</span></span><!--[endif]--></span></span></a> Con <i style="mso-bidi-font-style: normal;">Ghematria</i><span style="mso-spacerun: yes;"> </span>nella Qabbalah si intende l’identico valore
numerico attribuito a due o più parole o ad un’intera frase: dall’ identità
numerica nasce una corrispondenza concettuale tra parole e/o frasi.</p>
</div>
</div><br /><p></p>Sergio Magaldihttp://www.blogger.com/profile/06683710900430631479noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-5368042956865960557.post-46512772460552194212023-10-09T15:46:00.000+02:002023-10-09T15:46:10.910+02:00SERIE A: LE MAGIE DEI DIAVOLI ROSSONERI<p></p><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgEnwqyCx0f_gYSAhB63JwOWN3KF00Y7thf3ugENRcQhrQVQAtzZluAtgr2w6MwweyCNgYPMLMLrCkqdNYbCOCnaGGjnC4_plal3Kopu70XPyWpbdiy4AU58EDvOHCtJuSWknX7DEUwvN4MTbFNyYYk6-xiQ8Gr-NP4woQ8mQTyWDaWKgQHI2xWIa8zAjhu/s267/Devil%20Milan%20football%20download.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="189" data-original-width="267" height="283" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgEnwqyCx0f_gYSAhB63JwOWN3KF00Y7thf3ugENRcQhrQVQAtzZluAtgr2w6MwweyCNgYPMLMLrCkqdNYbCOCnaGGjnC4_plal3Kopu70XPyWpbdiy4AU58EDvOHCtJuSWknX7DEUwvN4MTbFNyYYk6-xiQ8Gr-NP4woQ8mQTyWDaWKgQHI2xWIa8zAjhu/w400-h283/Devil%20Milan%20football%20download.jpg" width="400" /></a></div><br /> <p></p><p></p><p class="MsoNormal"><o:p> </o:p></p>
<p class="MsoNormal"><o:p> </o:p></p>
<p class="MsoNormal" style="text-align: justify;"><span style="font-family: Verdana; font-size: 14.0pt;"><span style="mso-spacerun: yes;"> </span>Alla seconda sosta
del Campionato per le qualificazioni nazionali agli Europei del 2024, il Milan
si ritrova in testa alla classifica con 21 punti dopo 8 partite disputate, di
cui 7 vinte e una persa clamorosamente per 5-1. <o:p></o:p></span></p>
<p align="center" class="MsoNormal" style="text-align: center;"><span style="font-family: Verdana; font-size: 14.0pt;"><o:p> </o:p></span></p>
<p class="MsoNormal" style="text-align: justify;"><span style="font-family: Verdana; font-size: 14.0pt;">Ebbene sì, i diavoli rossoneri sono riusciti a vincere
anche sabato scorso a Marassi contro il Genoa con una rete di Pulisic che,
realizzata grazie all’apporto dell’avambraccio visibile anche ad occhio nudo,<span style="mso-spacerun: yes;"> </span>ha ingannato non solo l’arbitro ma
anche i giudici del VAR. E non soltanto loro, dal momento che l’esperto di
Dazn, l’ex arbitro Luca Marelli, ha commentato l’episodio citando il
regolamento il quale dispone che senza certezze il goal non possa essere
annullato! Il bello è che mentre l’ex arbitro ripeteva più volte la norma
regolamentare ai suoi interlocutori, Dazn faceva scorrere opportunamente le
immagini dove era visibile in tutta evidenza il pallone che Pulisic prima controlla
con l’avambraccio, poi sfiora col braccio per indirizzarlo infine sul piede e
battere a rete. Per la verità, Parolo e gli altri ex calciatori chiamati a
commentare l’episodio con Marelli – evidentemente <span style="mso-spacerun: yes;"> </span>meno suscettibili degli altri alle “magie” –
facevano inutilmente notare, non solo per la loro esperienza di campo ma
soprattutto in ossequio alla fisica, che se il pallone fosse stato aggiustato
solo col petto non sarebbe ricaduto sul piede di Pulisic in linea retta come
invece è accaduto.<o:p></o:p></span></p>
<p class="MsoNormal" style="text-align: justify;"><span style="font-family: Verdana; font-size: 14.0pt;"><o:p> </o:p></span></p>
<p class="MsoNormal" style="text-align: justify;"><span style="font-family: Verdana; font-size: 14.0pt;">Da notare poi che l’episodio clamoroso del goal segnato
grazie all’aiuto dell’avambraccio è passato nei commenti di gran parte dei <i style="mso-bidi-font-style: normal;">media </i>in seconda linea, preceduto dalla
narrazione/visione del rocambolesco finale di partita, dove Giroud
s’improvvisa grande portiere in sostituzione di Maignan, espulso (non per
l’intervento diretto dell’arbitro, ma grazie al VAR che questa volta non si è
lasciato ingannare!) per aver involontariamente affondato un ginocchio sulla
gola di un avversario.<o:p></o:p></span></p>
<p class="MsoNormal" style="text-align: justify;"><span style="font-family: Verdana; font-size: 14.0pt;"><o:p> </o:p></span></p>
<p class="MsoNormal" style="text-align: justify;"><span style="font-family: Verdana; font-size: 14.0pt;">Così, i diavoli rossoneri mettono in cascina 2 punti in
più che si aggiungono agli altri 2+2, frutto di tre rigori inesistenti delle
gare contro Torino e Roma, tutti evidentemente prodotti da altrettante “magie”.
D’altra parte, il Milan per la grande mole di gioco che produce ha una notevole
capacità di procurarsi rigori, tant’è che ne detiene il record della serie A
con i 20 ottenuti nel Campionato 2020/2021. C’è da dire, tuttavia, che i
rossoneri – a differenza della gara contro il Genoa – disputarono a Roma una
grande partita meritando certo sul piano del gioco la vittoria che, tuttavia,
non sarebbe arrivata senza il “rigore magico”. In totale fanno 6 punti che
sottratti ai 21 porterebbero a 15 il punteggio reale del Milan. Punti che non
gli consentirebbero oggi lo scavalcamento dell’Inter (con cui ha perso di
recente per 5-1) e il relativo primato in classifica. <o:p></o:p></span></p>
<p class="MsoNormal" style="text-align: justify;"><span style="font-family: Verdana; font-size: 14.0pt;"><o:p> </o:p></span></p>
<p class="MsoNormal" style="text-align: justify;"><span style="font-family: Verdana; font-size: 14.0pt;">Del resto, anche l’Inter nella stessa giornata di sabato 7
ottobre ha goduto della sua piccola “magia”: ha evitato l’espulsione di Lautaro
Martinez ammonito per un fallo al <st1:metricconverter productid="58’" w:st="on">58’</st1:metricconverter>,
ma non per quello precedente al <st1:metricconverter productid="19’" w:st="on">19’</st1:metricconverter>
quando cinturava platealmente Ferguson in piena area di rigore. La verifica del
VAR portava al sacrosanto rigore a favore del Bologna ma a nessuna ammonizione!
Anche in questo caso c’entra il regolamento?!<o:p></o:p></span></p>
<p class="MsoNormal" style="text-align: justify;"><span style="font-family: Verdana; font-size: 14.0pt;"><o:p> </o:p></span></p>
<p class="MsoNormal" style="text-align: justify;"><span style="font-family: Verdana; font-size: 14.0pt;">Subito dopo la sosta il Milan attende la Juventus a San
Siro. Da sportivo mi auguro che i bianconeri abbiano gli occhi ben aperti
nell’eventualità di nuove “insidie magiche” e che altrettanto facciano tutti i
giudici di gara.<span style="mso-spacerun: yes;"> </span><o:p></o:p></span></p>
<p class="MsoNormal" style="text-align: justify;"><span style="font-family: Verdana; font-size: 14.0pt;"><o:p> </o:p></span></p>
<p class="MsoNormal" style="text-align: justify;"><span style="font-family: "Courier New"; font-size: 14.0pt;">sergio magaldi <o:p></o:p></span></p><br /><p></p>Sergio Magaldihttp://www.blogger.com/profile/06683710900430631479noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-5368042956865960557.post-77633697589536556472023-10-08T11:37:00.000+02:002023-10-08T11:37:20.010+02:00M O U R I N H O E S O N E R A T O ?!<p></p><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEg2pPelfC24x2ojh-wfW2PrfoncKKuoKpCzNN26JaYIoln2-oJKRVC6AMnYaVlglLSs0GWxd-BrfvQwaA3JMF2-XTyCOtBUjtkT0954nZRNHpgU3QbqGN9qFO02AP5209AlOVIe2s_lQkF4q3E2yI2itGCYPSjyYfaKjgJWuyiUZlkOFPTM732Q7T7IPtiX/s3878/Mourinho%20FC_Salzburg_gegen_AS_Roma_(UEFA_Euroleague_play-off,_2023-02-16)_41.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="3878" data-original-width="3729" height="320" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEg2pPelfC24x2ojh-wfW2PrfoncKKuoKpCzNN26JaYIoln2-oJKRVC6AMnYaVlglLSs0GWxd-BrfvQwaA3JMF2-XTyCOtBUjtkT0954nZRNHpgU3QbqGN9qFO02AP5209AlOVIe2s_lQkF4q3E2yI2itGCYPSjyYfaKjgJWuyiUZlkOFPTM732Q7T7IPtiX/s320/Mourinho%20FC_Salzburg_gegen_AS_Roma_(UEFA_Euroleague_play-off,_2023-02-16)_41.jpg" width="308" /></a></div><br /> <p></p><blockquote style="border: none; margin: 0 0 0 40px; padding: 0px;"><p class="MsoNormal" style="text-align: left;"><span style="font-family: Verdana; font-size: 14pt; text-align: justify;"> </span></p><p class="MsoNormal" style="text-align: justify;"><span style="font-family: Verdana; font-size: 14.0pt;"><o:p></o:p></span></p></blockquote>
<p class="MsoNormal" style="text-align: justify;"><span style="font-family: Verdana; font-size: 14.0pt;"> La notizia apparsa
ieri a tutta pagina sul “Corriere dello Sport”, secondo cui José Mourinho
sarebbe esonerato in caso di sconfitta di oggi a Cagliari, offre l’opportunità
per una riflessione sull’operato della proprietà nonché su quella del direttore
sportivo e dell’allenatore della società giallorossa.<o:p></o:p></span></p><p class="MsoNormal" style="text-align: justify;"><span style="font-family: Verdana; font-size: 14.0pt;">Innanzi tutto è implicita una domanda: in caso di vittoria
della Roma a Cagliari la questione si ripresenterebbe all’indomani della sosta
per le partite della nazionale, con la sfida casalinga contro il Monza? Per
quanto nell’articolo nulla si dica in proposito, tutto lascia pensare che la
risposta sia affermativa se è vera l’altra notizia e cioè che il sostituto di
Mourinho sarebbe stato già individuato nella persona di </span><span style="background: white; color: #202124; font-family: Verdana; font-size: 14.0pt; mso-bidi-font-family: Arial;">Hans-Dieter Flick, noto soprattutto per il <i>Sextuple</i>, cioè per la vittoria in sei
competizioni nella stessa stagione (2020) e per la successiva nomina a
direttore tecnico della nazionale tedesca (2021-2023), sino al recente esonero
dopo la sconfitta casalinga per 4-1 della Germania contro il Giappone.<o:p></o:p></span></p><p class="MsoNormal" style="text-align: justify;"><span style="background-color: white; color: #202124; font-family: Verdana; font-size: 14pt;">Per
la verità la società giallorossa ha subito respinto come “fake” la notizia e,
d’altra parte, che una società che non ha speso un soldo per il mercato di
quest’anno (e solo </span><st1:metricconverter productid="7 in" style="color: #202124; font-family: Verdana; font-size: 14pt;" w:st="on">7 in</st1:metricconverter><span style="background-color: white; color: #202124; font-family: Verdana; font-size: 14pt;">
quello di un anno fa), in ossequio alle norme europee riguardanti le squadre
indebitate, possa licenziare Mourinho pagandogli stipendio e penale e poi
pagare un altro allenatore costoso come Flick era sembrato subito poco
credibile. Nondimeno resta valida la necessità di qualche chiarimento in
merito.</span></p><p class="MsoNormal" style="text-align: justify;"><span style="background-color: white; color: #202124; font-family: Verdana; font-size: 14pt;">Il
ventilato esonero di Mourinho sarebbe motivato dal rendimento della squadra
nelle nove partite ufficiali fin qui disputate tra Campionato ed Europa League,
con 4 vittorie, 2 pareggi e 3 sconfitte, ma soprattutto dal magro bottino
raccolto in Campionato con 2 vittorie, 2 pareggi e 3 sconfitte. Nulla invece da
rimproverare all’allenatore portoghese per i due anni precedenti, al contrario!
Con la vittoria nella Conference League e la finale dell’ultima edizione
dell’Europa League, tenendo soprattutto conto che la Roma non vinceva e/o non
disputava una finale europea da tempo quasi immemorabile!</span></p><p class="MsoNormal" style="text-align: justify;"><span style="background-color: white; color: #202124; font-family: Verdana; font-size: 14pt;">Tutto
ciò premesso, c’è da chiedersi come la proprietà non si renda conto che la
squadra risulta notevolmente indebolita rispetto all’anno scorso. Forse ingannata
da chi ha parlato addirittura di un mercato da </span><st1:metricconverter productid="8 in" style="color: #202124; font-family: Verdana; font-size: 14pt;" w:st="on">8 in</st1:metricconverter><span style="background-color: white; color: #202124; font-family: Verdana; font-size: 14pt;"> pagella! Vediamo: In
difesa mancano Ibañez venduto per circa 30 milioni e Smalling che, infortunato,
sin qui non ha praticamente mai giocato. L’arrivo di Ndicka non può aver
compensato le mancanze, anche tenendo conto del recente infortunio di Llorente,
peraltro solo confermato rispetto all’anno scorso. Sulle fasce, l’unica novità
è l’acquisto di Kristensen, sin qui apparso solo un’alternativa a Karsdop. A
centrocampo vanno via Matic, Wijnaldum, Darboe e Camara e arrivano Paredes,
Renato Sanchez e Aouar. Il primo deludente nella Juventus dell’anno scorso, il
secondo e il terzo reduci da infortuni, nuovamente infortunati e quindi poco
utilizzati, soprattutto un campione come Renato Sanchez per il quale il
direttore sportivo ha parlato di una scommessa! In attacco invece l’unico
grande vero colpo di mercato: l’arrivo di Lukaku (in sostituzione di Abraham
infortunato e, peraltro, per un anno soltanto, senza garanzie in assoluto per
il futuro), giunto a Roma per merito esclusivo di Dan Friedkin, che con un
colpo di teatro è andato a prelevarlo a Londra guidando personalmente il
proprio aereo. Infine, l’altro attaccante giunto al posto del partente
Solbakken, è l’iraniano Azmoun, in 9 partite visto in campo più o meno e </span><i style="color: #202124; font-family: Verdana; font-size: 14pt;">in tutto</i><span style="background-color: white; color: #202124; font-family: Verdana; font-size: 14pt;"> per circa mezz’ora!</span></p><p class="MsoNormal" style="text-align: justify;"><span style="background-color: white; color: #202124; font-family: Verdana; font-size: 14pt;">Alla
luce di quanto sopra, come è possibile imputare a Mourinho il calo di
rendimento della squadra? Probabilmente la proprietà non conosce in modo
approfondito il mondo del calcio, ma perché ha consentito la politica del
“Vorrei ma non posso” che ha portato all’ingaggio di giocatori più o meno
considerati importanti o addirittura campioni, liberi sul mercato e dunque a
parametro zero perché reduci da infortuni anche gravi? Non sarebbe stato meglio
qualche acquisto mirato di giocatori </span><i style="color: #202124; font-family: Verdana; font-size: 14pt;">sani</i><span style="background-color: white; color: #202124; font-family: Verdana; font-size: 14pt;">,
magari utilizzando una parte degli oltre 60 milioni ricavati dalla vendita di
Ibañez</span><span style="background-color: white; color: #202124; font-family: Verdana; font-size: 14pt;"> </span><span style="background-color: white; color: #202124; font-family: Verdana; font-size: 14pt;">e di giovani promettenti come
Volpato, Tahirovic e Missori?</span></p><p class="MsoNormal" style="text-align: justify;"><span style="background-color: white; color: #202124; font-family: Verdana; font-size: 14pt;">In
definitiva, se proprio qualcosa si vuole rimproverare a Mourinho, riguarda il
suo primo anno alla Roma quando mise fuori rosa, tra gli altri, giocatori come
Pedro e Kluivert. Troppo poco per chiedere oggi l’esonero di un allenatore che
non solo ha la fiducia della squadra e del pubblico (sempre più numeroso
all’Olimpico, con relativi maggiori incassi), ma che soprattutto ha dimostrato
di saper vincere pur tra tante difficoltà e sviste arbitrali.</span></p><p class="MsoNormal" style="text-align: justify;"><span style="background: white; color: #202124; font-family: Verdana; font-size: 14.0pt; mso-bidi-font-family: Arial;"><o:p> </o:p></span></p><p class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
</p><p class="MsoNormal" style="text-align: justify;"><span style="background: white; color: #202124; font-family: "Courier New"; font-size: 14.0pt;">sergio magaldi<o:p></o:p></span></p><p class="MsoNormal" style="text-align: justify;"><br /></p>Sergio Magaldihttp://www.blogger.com/profile/06683710900430631479noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-5368042956865960557.post-28016173165796735502023-07-30T10:16:00.001+02:002023-07-30T10:16:53.419+02:00IL MITO DELL'ANROGINO E LA PIETRA FILOSOFALE (Parte terza)<p></p><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjjr8c_4_GetA6HExd5KrxGdKdvzYpex4J22pft7u1OPIk6IJgXwlP7cmyX_XQOOlwQgRRNiA6SFPSs72SlEJdhGOGbS-LNUobNftPxauAPnMje7RjpkFGdLbFcOhb3XSFsCA_ZU9BAvaSB8rYwqcLDbjBVIRmRwthpR-QZuyKNYssXd8RctpH5oCB4Vmxi/s252/androgino%20Cristo%20pietra%20filosofale%20images.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="252" data-original-width="200" height="400" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjjr8c_4_GetA6HExd5KrxGdKdvzYpex4J22pft7u1OPIk6IJgXwlP7cmyX_XQOOlwQgRRNiA6SFPSs72SlEJdhGOGbS-LNUobNftPxauAPnMje7RjpkFGdLbFcOhb3XSFsCA_ZU9BAvaSB8rYwqcLDbjBVIRmRwthpR-QZuyKNYssXd8RctpH5oCB4Vmxi/w317-h400/androgino%20Cristo%20pietra%20filosofale%20images.jpg" width="317" /></a></div><br /> S E G U E D A:<p></p><p></p><p><br /></p><p><a href="https://zibaldone-sergio.blogspot.com/2023/07/il-mito-dell-androgino-e-la-pietra.html">IL MITO DELL'ANDROGINO E LA PIETRA FILOSOFALE (Parte prima)</a></p><p><br /></p><p><a href="https://zibaldone-sergio.blogspot.com/2023/07/il-mito-dell-androgino-e-la-pietra_21.html">IL MITO DELL'ANDROGINO E LA PIETRA FILOSOFALE (Parte seconda)</a></p><p><br /></p><p><br /></p><p></p><p class="MsoNormal" style="background: white; text-align: justify;"><span style="font-family: Verdana; mso-bidi-font-family: Arial;"><o:p> </o:p></span><span style="font-family: Verdana;"> </span><span style="font-family: Verdana;">Dio-</span><i style="font-family: Verdana;">Uno</i><span style="font-family: Verdana;"> è davvero il Grande
Androgino descritto nel primo capitolo del </span><i style="font-family: Verdana;">Genesi</i><span style="font-family: Verdana;">, in alcuni
trattati ermetici e nel pantheon delle diverse religioni? In contrasto con
quanto si afferma sia nel </span><i style="font-family: Verdana;">Pimandro </i><span style="font-family: Verdana;">che nell' </span><i style="font-family: Verdana;">Asclepio</i><span style="font-family: Verdana;">,
nel già menzionato discorso del </span><i style="font-family: Verdana;">nous</i><span style="font-family: Verdana;"> ad Ermete, la soluzione
prospettata, nonostante l'apparente dualismo, è decisamente in armonia col
pensiero complessivo dell'ermetismo. Per un verso Dio, come principio
trascendente, è incorporeo e dunque privo di forma, per altro verso Dio, creatore
del cosmo, presenta tutte le forme attraverso i corpi.</span></p>
<p class="MsoNormal" style="background: white; text-align: justify;"><span style="font-family: Verdana; mso-bidi-font-family: Arial;">Poiché, dunque, c'è
forma solo per rapporto alla materia, Dio non ha forma, né può improntare di sé
una qualsiasi forma da trasmettere all'uomo. </span><span style="font-family: Verdana; mso-bidi-font-family: "Courier New";">Analogamente per
gli Stoici Dio non ha forma umana: "<i>Omitto de figura dei dicere, quia
Stoici negant habere ullam formam deum</i> (</span><i style="mso-bidi-font-style: normal;"><span style="font-family: "Courier New"; font-size: 14.0pt;">Preferisco non
parlare dell'aspetto di dio, perché<span style="color: red;"> </span>gli Stoici
escludono del tutto che Dio<span style="color: red;"> </span>abbia forma</span></i><span style="font-family: Verdana; mso-bidi-font-family: "Courier New";">)", scrive
Lattanzio (<i>Stoici antichi</i>, cit., fr. (B.f)1057, p. 899) e Clemente
Alessandrino annota: "</span><span style="font-family: "Courier New"; font-size: 14.0pt;">Dio per ascoltare non ha bisogno di avere forma umana, né gli
servono i sensi, come dicevano gli Stoici, in specie quello della vista e
dell'udito...</span><span style="font-family: Verdana; mso-bidi-font-family: "Courier New";">" (<i>Ibid</i>.,
fr. (B.f)1058, p.901).</span><span style="color: #333333; font-family: "Courier New";"> <o:p></o:p></span></p>
<p class="MsoNormal" style="text-align: justify;"><span style="background-color: white; font-family: Verdana; text-align: justify;">Del pari si osservi che
anche Giordano Bruno, nel </span><i style="background-color: white; font-family: Verdana; text-align: justify;">De la causa, principio et Uno</i><span style="background-color: white; font-family: Verdana; text-align: justify;">, ma anche
negli altri dialoghi londinesi esclude che a Dio appartenga la forma
umana, vuoi che questo significhi un comune sentire con l'eleatismo e il
pitagorismo, vuoi magari con l’ermetismo o piuttosto con lo stoicismo.</span></p>
<p class="MsoNormal" style="background: white; text-align: justify;"><span style="font-family: Verdana; mso-bidi-font-family: Arial;">D’altra parte, in Bruno
non si tratta di una totale identificazione di Dio e Universo (Cosmo), come
vorrebbe un’interpretazione panteistica della “nolana filosofia”, neppure si
tratta tuttavia di una trascendenza divina rispetto allo stesso Universo: Dio è
Uno e Tutto in Tutto (in ogni aspetto della realtà), l’Universo è Uno e Tutto
ma non è in Tutto perché è composto di parti.</span><span style="font-family: "Courier New";"> </span><span style="font-family: Arial;"> <o:p></o:p></span></p>
<p class="MsoNormal" style="background: white; text-align: justify;"><span style="font-family: Verdana;">In conclusione dunque androgino
è il Cosmo, non l'uomo, nel senso che si manifesta nell'azione congiunta o
separata della femmina e del maschio, e benché si dica che il Cosmo è formato a
immagine di Dio, la sua somiglianza, poiché Dio è privo di forma, si
estrinseca nell'unicità e nell'immortalità, ma già differisce nel principio
stesso della sua esistenza, armonico in sé ma suscettibile di contrasto e
separazione nell'individuazione delle forme del divenire. Tant'è che gli
ermetici lo dicono bello, ma non buono ad indicare che è soggetto a
passione e corruzione, non in sé, ma nel tempo e nello spazio. </span></p>
<p class="MsoNormal" style="background: white; text-align: justify;"><span style="font-family: Verdana;">Cosa, d'altra parte, ci
fa persuasi che il cosmo è uno, visto che la realtà si manifesta sempre nella
forma della polarità e della contrapposizione (</span><i style="font-family: Verdana;">maschio - femmina, male -
bene, odio - amore, luce - tenebre, giorno - notte, vita - morte</i><span style="font-family: Verdana;">...)? Non
potendo creare un altro se stesso, se non come identità di sé, Dio scelse di
formare, sì un dio, perché, a propria immagine e somiglianza, lo fece uno e
immortale, ma un dio visibile e sensibile nella dualità, non tanto perché
costui percepisse ma perché potesse essere percepito</span><span style="color: red; font-family: Verdana;"> </span><span style="font-family: Verdana;">(</span><a href="file:///C:/Users/Sergio/Documents/Il%20mito%20dell'androgino%203.doc#_ftn1" name="_ftnref1" style="font-family: Verdana;" title=""><span class="MsoFootnoteReference"><span class="MsoFootnoteReference"><span style="font-size: 12pt;">[1]</span></span></span></a><span style="font-family: Verdana;">): nacque
così l'</span><i style="font-family: Verdana;">androgino</i><span style="font-family: Verdana;">, primo mattone della costruzione del cosmo,
mirabile </span><i style="font-family: Verdana;">pietra grezza </i><span style="font-family: Verdana;">in cui la trinità converge nell'unità
ancora indistinta e caotica (</span><a href="file:///C:/Users/Sergio/Documents/Il%20mito%20dell'androgino%203.doc#_ftn2" name="_ftnref2" style="font-family: Verdana;" title=""><span class="MsoFootnoteReference"><span class="MsoFootnoteReference"><span style="font-size: 12pt;">[2]</span></span></span></a><span style="font-family: Verdana;">), unico
e vero figlio di Dio, </span><i style="font-family: Verdana;">logos</i><span style="font-family: Verdana;"> divino in cui Dio si è fatto </span><i style="font-family: Verdana;">carne</i><span style="font-family: Verdana;">.
Questi e solo questi è l' </span><i style="font-family: Verdana;">Adam Qadmon</i><span style="font-family: Verdana;">, l'androgino primordiale,
il </span><i style="font-family: Verdana;">caos</i><span style="font-family: Verdana;"> primigenio che contiene indifferenziati il principio
maschile e il principio femminile, e per mezzo del quale nasce l'</span><i style="font-family: Verdana;">ordine</i><span style="font-family: Verdana;"> (kosmos)
e si conoscono le forme transeunti e molteplici del reale.</span></p>
<p class="MsoNormal" style="background: white; text-align: justify;"><span style="font-family: Verdana;">Sotto questo profilo,
l'intera storia, non solo dell'umanità, ma di tutte le forme esistenti e di
quelle di là da venire, altro non è che la grande epopea dell'Ermete
Trismegisto, il mercurio </span><i style="font-family: Verdana;">tre volte grande</i><span style="font-family: Verdana;">, non perché - come è
stato detto - egli sia figura umana dotata di straordinaria saggezza e signore
nei tre regni, bensì, perché è l'anima di tutte le fasi della </span><i style="font-family: Verdana;">Grande
Opera</i><span style="font-family: Verdana;">. Dove il mercurio è tre volte grande? Nell'essere </span><i style="font-family: Verdana;">materia
prima</i><span style="font-family: Verdana;"> dell'</span><i style="font-family: Verdana;">Opera</i><span style="font-family: Verdana;">, nel morire e nel saper rinascere. Egli è ad
un tempo la pietra </span><i style="font-family: Verdana;">grezza</i><span style="font-family: Verdana;">, la pietra </span><i style="font-family: Verdana;">lavorata </i><span style="font-family: Verdana;">e la
pietra </span><i style="font-family: Verdana;">filosofale</i><span style="font-family: Verdana;">. Non a caso il suo nome greco, Ermes,
significa </span><i style="font-family: Verdana;">pilastro di pietra</i><span style="font-family: Verdana;"> e in tale forma veniva spesso
rappresentato. Nella mitologia greca, egli è padre di </span><i style="font-family: Verdana;">Ermafrodito</i><span style="font-family: Verdana;"> (l'androgino,
la pietra grezza), generatogli da Afrodite </span><i style="font-family: Verdana;">nata dalla spuma</i><span style="font-family: Verdana;"> del
mare, fecondata dai genitali recisi di Urano.</span></p>
<p class="MsoNormal" style="background: white; text-align: justify;"><span style="font-family: Verdana;">Cosa fa l'alchimista
con </span><i style="font-family: Verdana;">arte spagirica</i><span style="font-family: Verdana;">? Egli </span><i style="font-family: Verdana;">separa </i><span style="font-family: Verdana;">l'unità indistinta
e caotica degli elementi (</span><i style="font-family: Verdana;">sale, zolfo e mercurio</i><span style="font-family: Verdana;">) che formano </span><i style="font-family: Verdana;">la
pietra che non è una pietra</i><span style="font-family: Verdana;"> e li ricompone nell'unità mirabile e </span><i style="font-family: Verdana;">aurea </i><span style="font-family: Verdana;">della </span><i style="font-family: Verdana;">pietra
filosofale</i><span style="font-family: Verdana;">.</span></p>
<p class="MsoNormal" style="background: white; text-align: justify;"><span style="font-family: Verdana;">Analogamente nella
tradizione ebraica, il sigillo o esagramma di Salomone contiene, racchiusi in
un cerchio (</span><i style="font-family: Verdana;">sale - terra</i><span style="font-family: Verdana;">), due triangoli contrapposti e incrociati,
simboli del fuoco (</span><i style="font-family: Verdana;">zolfo</i><span style="font-family: Verdana;">) e dell'acqua (</span><i style="font-family: Verdana;">mercurio</i><span style="font-family: Verdana;">). L'esortazione
contenuta nella </span><i style="font-family: Verdana;">Tavola di Smeraldo</i><span style="font-family: Verdana;"> può essere compiuta: '</span><i style="font-family: Verdana;">lavare
col fuoco e bruciare con l'acqua</i><span style="font-family: Verdana;">'. E lo </span><i style="font-family: Verdana;">Zohar</i><span style="font-family: Verdana;">, in un passo che
ha per tema la dialettica luce - oscurità, così ripropone il significato della
creazione umana fatta a immagine e somiglianza di Dio:</span></p>
<p class="MsoNormal" style="background: white; text-align: justify;"><span style="font-family: Arial;"><o:p> </o:p></span><span style="font-family: Arial;"> </span><span style="font-family: Verdana;"> </span><span style="font-family: "Courier New";"> </span><span style="font-family: "Courier New"; font-size: 14pt;">"‘A nostra immagine'
corrisponde alla luce (principio maschile). 'A nostra somiglianza' corrisponde
all'oscurità (principio femminile), che è una veste per la luce</span><span style="font-family: "Courier New";"> "(</span><a href="file:///C:/Users/Sergio/Documents/Il%20mito%20dell'androgino%203.doc#_ftn3" name="_ftnref3" title=""><span class="MsoFootnoteReference"><span style="font-family: Arial;"><span class="MsoFootnoteReference"><span style="font-size: 12pt;">[3]</span></span></span></span></a><span style="font-family: "Courier New";">).</span></p>
<p class="MsoNormal" style="background: white; text-align: justify;"><span style="font-family: Verdana;">Nell'androgino ermetico,
il maschio (la luce, il fuoco, il sole) è oscurato (velato) dalla femmina (la
veste </span><i style="font-family: Verdana;">bianca</i><span style="font-family: Verdana;"> della luna).</span></p>
<p class="MsoNormal" style="background: white; text-align: justify;"><span style="color: #333333; font-family: Verdana;">La
tradizione cristiana si spinge anche oltre. Sa che può vincere </span><i style="color: #333333; font-family: Verdana;">osando</i><span style="color: #333333; font-family: Verdana;"> attribuire alla figura umana le
caratteristiche di Dio. Nella </span><i style="color: #333333; font-family: Verdana;">Lettera agli Efesini</i><span style="color: #333333; font-family: Verdana;">, Paolo di Tarso
chiama Cristo </span><i style="color: #333333; font-family: Verdana;">pietra principale</i><span style="color: #333333; font-family: Verdana;">. Con Cristo (poco importa, sotto
questo riguardo, se egli sia davvero esistito), la chiesa di Pietro ha inteso realizzare
il 'sogno divino' di Adamo di trasformare la terra nell'oro dello spirito.
Cristo, come Adamo, non nasce di donna, egli è figlio unigenito di Dio. A
differenza di Adamo, egli finisce con l’ubbidire al padre: accetta infine la
morte, ma per avere vita eterna. Il suo calvario addita la via da seguire per
trasformare il piombo in oro, la pietra grezza in pietra filosofale. Risorge,
infine, dalla tomba per essere lievito di vita. Egli è sì 'la via, la verità e
la vita' ma solo come metafora dello </span><i style="color: #333333; font-family: Verdana;">spirito</i><span style="color: #333333; font-family: Verdana;"> immortale
presente nel </span><i style="color: #333333; font-family: Verdana;">primo</i><span style="color: #333333; font-family: Verdana;"> </span><i style="color: #333333; font-family: Verdana;">mattone</i><span style="color: #333333; font-family: Verdana;"> con cui Dio ha formato
il Cosmo. </span></p>
<p class="MsoNormal" style="text-align: justify;"><span style="color: red; font-family: Verdana; mso-bidi-font-family: Arial;"><o:p> </o:p></span></p>
<p class="MsoNormal" style="text-align: justify;"><span style="font-family: "Courier New";">sergio
magaldi<o:p></o:p></span></p>
<p class="MsoNormal" style="text-align: justify;"><span style="color: red; font-family: Verdana; mso-bidi-font-family: Arial;"><o:p> </o:p></span></p><div style="mso-element: footnote-list;">
<hr align="left" size="1" width="33%" />
<!--[endif]-->
<div id="ftn1" style="mso-element: footnote;">
<p class="MsoFootnoteText"><a href="file:///C:/Users/Sergio/Documents/Il%20mito%20dell'androgino%203.doc#_ftnref1" name="_ftn1" style="mso-footnote-id: ftn1;" title=""></a><o:p> </o:p></p>
<p class="MsoFootnoteText"><span class="MsoFootnoteReference"><span style="font-family: "Courier New"; font-size: 12.0pt;"><span style="mso-special-character: footnote;"><!--[if !supportFootnotes]--><span class="MsoFootnoteReference"><span style="font-family: "Courier New"; font-size: 12.0pt; mso-ansi-language: IT; mso-bidi-language: AR-SA; mso-fareast-font-family: "Times New Roman"; mso-fareast-language: IT;">[1]</span></span><!--[endif]--></span></span></span><span style="font-family: "Courier New"; font-size: 12.0pt;"> <span style="color: #333333;">Cfr., <i>Asclepio</i>,
8, in <i>Discorsi</i>, cit., p. 183</span><o:p></o:p></span></p>
</div>
<div id="ftn2" style="mso-element: footnote;">
<p class="MsoFootnoteText" style="text-align: justify;"><a href="file:///C:/Users/Sergio/Documents/Il%20mito%20dell'androgino%203.doc#_ftnref2" name="_ftn2" style="mso-footnote-id: ftn2;" title=""></a><span class="MsoFootnoteReference"><span style="font-family: "Courier New"; font-size: 12.0pt;"><span class="MsoFootnoteReference"><span style="font-size: 12pt;">[2]</span></span></span></span><span style="font-family: "Courier New"; font-size: 12pt;"> <span style="color: #333333;">A
Roma, sull'architrave della Porta Ermetica di piazza Vittorio, è inciso il
sigillo di Salomone sormontato da una croce. Ai piedi della croce, un cerchio
che al centro ne contiene uno più piccolo. Sigillo e cerchi sono chiusi da un cerchio
più grande dove tutt'attorno è scritto in latino: "Tre sono le meraviglie:
Dio e l'uomo, la madre e la vergine, il trino e l'uno". Ecco 'il miracolo
della cosa una' di cui si parla nella <i>Tavola smeraldina</i> di
Ermete Trismegisto.</span></span></p>
</div>
<div id="ftn3" style="mso-element: footnote;">
<p class="MsoNormal" style="background: white; text-align: justify;"><a href="file:///C:/Users/Sergio/Documents/Il%20mito%20dell'androgino%203.doc#_ftnref3" name="_ftn3" style="mso-footnote-id: ftn3;" title=""></a><span class="MsoFootnoteReference"><span style="font-family: "Courier New";"><span class="MsoFootnoteReference"><span style="font-size: 12pt;">[3]</span></span></span></span><span lang="EN-GB" style="font-family: "Courier New";">
Cfr., <i>Zohar</i>, I, 22a-b.</span></p>
</div>
</div><br /><p></p>Sergio Magaldihttp://www.blogger.com/profile/06683710900430631479noreply@blogger.com0