Nella tradizione ebraica c’è una preghiera, scritta
in aramaico ed entrata a far parte dei rituali nel XVI secolo, che esalta
l’unione di HaShem (Dio) con la sua divina presenza: la Shekinah. Si è osservato
inoltre che nel Chassidismo l’ondeggiamento del corpo durante la preghiera,
quando si immagina che la Shekinah sia di fronte a chi prega, equivale alla
simulazione di un rapporto sessuale.
Se, d’altra parte, la Qabbalah teosofico-teurgica ricorre spesso a immagini di natura sessuale, la Qabbalah estatica o mistica tende invece a desessualizzare la natura del divino, limitandosi ad una sorta di sublimazione della libido, anche se sembra condividere la concezione del cosmoerotismo che riconosce nell’eros la principale forza unificante dell’universo, come nel noto verso dantesco: l’amor che move il sole e l’altre stelle (Paradiso XXXIII:134). Un esempio, al riguardo, lo offre la cosiddetta “trasformazione del fannullone” quale si legge nel racconto di Ytzach di Acco, un cabbalista vissuto tra il XIII e il XIV secolo.
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