giovedì 25 ottobre 2012

SESSO FAMIGLIA E...AMORE nel film ELLES di M. Szumowska

Elles, film di Malgoska Szumowska, 96 minuti, Francia, Polonia, Germania 2011 [Uscita in Italia 28 Settembre 2012]

 In una Parigi che la macchina da presa inquadra nei suoi grattacieli, piuttosto che nelle tante immagini tradizionali che fanno di questa città il cuore d’Europa, Anne [interpretata da Juliette Binoche, come sempre eccezionale], una giornalista della rivista Elles, conduce un’inchiesta sulle studentesse che si prostituiscono. Un fenomeno del nostro tempo, il segno della decadenza morale ed economica del vecchio continente mentre perdura il mito del benessere ad ogni costo.

















 Ma il film della giovane regista polacca ci trasmette anche un messaggio diverso. L’uomo è doppiamente colpevole: è lui che trasforma in routine il rapporto di coppia ed è sempre lui a ricercare nella sessualità a pagamento, con ragazze che spesso hanno l’età dei propri figli, la relativa e inevitabile compensazione.




  Nasce così il sospetto che Charlotte [Anaïs Demoustier] - la studentessa francese  pronta ad affermare che l’unico squallore che conosca è quello della miseria -  e Alicja [Joanna Kulig] - la ragazza polacca che con la vendita del proprio corpo si paga gli studi di Economia - siano, più o meno consapevolmente, portatrici di una “vendetta” al femminile. Il sesso servito a freddo è la rivincita della condizione cui è costretta la donna: la progressiva frustrazione del desiderio, vissuta all’interno di un ménage borghese e annoiato, di cui è testimone Anne, la giornalista, e la contemporanea disponibilità dell’uomo a cercare altrove l’appagamento dei sensi, quando finisce l’amore. Come il cliente di Alicja che ai riti erotici alterna il canto di Les feuilles mortes. E qui il fatto nuovo è il superamento di una certa faziosità che il film  lasciava intravedere: Alicja accompagna il cliente nel canto quasi a condividere con lui l’impossibilità dell’amore, il suo “eterno” scacco.





 C’è un’alternativa? Sembra chiedersi la Szumowska nel finale. C’è, se così può chiamarsi il cerimoniale borghese di accettazione e di rassegnazione… 
 
 Film crudo e insieme delicato, elegante e cinico, dalle scene erotiche esplicite ma non per questo volgari. E mentre scorrono velocemente le immagini, quadri viventi che raccontano il desiderio del maschio, lo spettatore avverte forte un’assenza: l’amore!

sergio magaldi  

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