Gli errori della commissione
arbitrale a Catania fanno guadagnare alla Juve forse qualche punto, ma costano
caro in fatto di immagine. Torna il fantasma di calciopoli, tornano le vecchie sirene
intermilaniste e le nuove della mitologia napoletana. Solo qualcuno si azzarda
a dire: “siamo alle solite… con la Juventus…”, ma la maggior parte, come il
presidente dell’Inter, nel dirsi sicuro questa
volta dell’innocenza delle zebre bianconere, non esita a rievocare il
passato! L’Inter, la squadra che negli ultimi anni ha tratto i maggiori
vantaggi dalle disgrazie juventine e su cui si sono concentrate le “sviste”
arbitrali che hanno privato la Roma sicuramente di uno scudetto e probabilmente
di due! Il Milan e il Napoli, solo di recente gratificate dalla mancata visione
arbitrale – del resto comprensibile quando si dispone solo di occhi umani e si
decide di rinunciare alle moderne tecnologie – di falli da rigore nella propria
area e l’Inter stessa che segna il primo goal contro il Bologna, quando il
gioco andava fermato un attimo prima per un fallo ai danni di un difendente
felsineo!
Venendo al calcio
“giocato”, fa molto discutere l’esibizione della Roma di Zeman, passata dal 2-0
della prima mezz’ora all’ennesima sconfitta per 2-3, anche in virtù di un
calcio di rigore subito negli ultimi minuti e che l’arbitro non ha visto [e
nemmeno io!], ma il guardialinee sì! C’è chi dice che, in base ai giocatori che
gli sono stati messi a disposizione, questa non è la Roma di Zeman, chi invece
sostiene che ci troviamo di fronte al “solito” tecnico boemo che in tanti anni
non ha vinto nulla [promozioni dalla serie B, a parte] e che, come ci si
poteva aspettare, conquista il primato della maggior difesa battuta del
campionato [16 goal in 8 partite, se si esclude la vittoria a tavolino di
Cagliari], ma anche quello del migliore attacco [20 goal come la Juventus,
compresi però i goal fatti “a tavolino”]! Chi ha ragione? Probabilmente entrambi “i
partiti”. Nessuna squadra del campionato italiano è in grado di offrire un
gioco così spettacolare come quello messo in mostra dalla Roma nella prima
mezz’ora contro l’Udinese o nei secondi quarantacinque minuti contro il Genoa!
Ma, al tempo stesso, nessuna ha un’organizzazione difensiva così scarsa come la
Roma di Zeman! La responsabilità, tuttavia, non è solo dei difensori – male
assortiti quanto si vuole, forse per via di una campagna acquisti poco attenta
– ma soprattutto del centrocampo, dove
tre giocatori, senza capacità di interdire il gioco avversario, agiscono in linea e se aggrediti vengono
facilmente scavalcati. Per non parlare delle cosiddette ripartenze avversarie,
causate dagli attaccanti che spesso perdono palla in zone cruciali del campo.
Peccato! Perché questa Roma diverte davvero, persino quando in avvio di secondo tempo schiera otto giocatori sulla linea di centrocampo per intimorire
gli avversari, rischiando ripartenze letali! Diverte e segna ma per 30-40
minuti al massimo, poi sembra non saper che fare con la palla e inoltre sotto
il profilo fisico e psichico è impossibile attaccare per 90 minuti, soprattutto
se sei in vantaggio di goal. Perché allora non fare tesoro della lezione
appresa lo scorso campionato con il ‘possesso palla’ orizzontale di Luis Enrique?
D’accordo, era esasperato e stucchevole e perdeva di vista la profondità, ma nella Roma di
oggi a tratti potrebbe servire. Comunque sia, penso che l’esperienza - Zeman
meriti di continuare, almeno per quest’anno, tanto più che con questi uomini
della difesa e del centrocampo non credo che con un altro allenatore, che
magari giochi all’italiana, la squadra riuscirebbe a far meglio.
Per il resto, la
Juventus continua a non perdere in campionato ormai da 48 partite [Va bene, si dirà che col
Catania…], ma la squadra sembra affaticata in più di un elemento e Sabato
prossimo a Torino arriva l’Inter che un giovane tecnico romano ed ex della Roma calcio [nessuno
è profeta in patria…] ha ricostruito e portato all’ottava vittoria
consecutiva. Cosa non va nella Juve degli ultimi tempi? Vince col Napoli, è
vero, ma senza un gran gioco e rischia la sconfitta in Danimarca contro una
squadra modestissima e la spunta a Catania come sappiamo… Fatica molto a
segnare, anche se l’impegno della squadra è sempre elevato ed encomiabile, ma
la ragione non è difficile da indovinare: il gioco della Juve non è costruito
per gli attaccanti che infatti sono chiamati come qualsiasi altro giocatore a
“tornare” e all’occorrenza a difendere. In ciò la forza della squadra ma anche
il suo limite: se un calo di forma attraversa un difensore o un centrocampista
[non a caso la Juve ha segnato già quest’anno con 13 giocatori diversi], la
fonte da cui scaturiscono i goal rischia di inaridirsi e, nonostante la gran
mole di gioco, si stenta a segnare. L’arrivo di una punta di fama
internazionale risolverebbe il problema? Non ne sono così certo…
sergio
magaldi
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