Annalisa Colzi, COME SATANA CORROMPE LA SOCIETA', Città Ideale, Prato, nuova ediz.aggiornata, 2011,pp.300 |
Mi
è capitato tra le mani un libretto che, nel suo piccolo, è una sorta di
manifesto dell’integralismo cattolico. L’avrei subito cestinato, se non fosse
che, sfogliandolo, vi ho trovato ampi riferimenti alla Massoneria. Ho
cominciato a leggerlo dall’inizio. Trecento pagine di formato ridotto, per dire
che?
L’assunto principale, come si comprende dal
titolo, è la personificazione del male nella figura di Lucifero, l’angelo
ribelle e decaduto, invidioso dell’uomo, che l’autrice finisce con
l’identificare con Satana. E sin qui nulla di particolare, perché la tesi è
parte integrante della dottrina e dell’insegnamento cattolici. Dalla sua, la
Colzi cerca l’appoggio delle Sacre Scritture, evocando Isaia [14, 12-15], ma tralasciando
di dire che il profeta parla della caduta del re di Babilonia e non dell’angelo
ribelle. Tant’è che nei versetti da lei riportati ci sono diverse omissioni,
tra cui omessa significativamente è l’interrogazione che conclude il versetto
12:
“Come
mai sei caduto dal cielo, Lucifero, figlio dell’aurora? [Come mai sei stato steso a terra, signore di popoli? – frase omessa con chiaro riferimento al re di Babilonia] Eppure
tu pensavi: Salirò in cielo, sulle stelle di Dio innalzerò il trono. Salirò sulle
regioni superiori delle nubi, mi farò uguale all’Altissimo. Invece sei stato
precipitato negli inferi, nella profondità dell’abisso” [Is 14,12-15].[p.12].
Non
nego certo l’esistenza del male, perché male e bene si corrispondono
nell’economia dell’universo: un mondo – il mondo almeno così come lo conosciamo
– nel quale tutto fosse bene sarebbe
altrettanto invivibile di un mondo
dove tutto fosse male. E non mi
riferisco solo alle scelte e alla libertà degli esseri umani. La vita,
considerata un bene, contiene in se stessa il male metafisico, rappresentato
dalla morte. Poco importa, dunque, sotto certi riguardi, che le religioni
abbiano finito per personificare il male, un’esigenza in fondo persino
necessaria per le menti più semplici. Il problema sorge quando si vede il male
quasi ovunque e per di più lo si ritiene un complotto gestito per conto terzi.
E
questo purtroppo è il caso del libro della Colzi. Nulla viene tralasciato e tutta la
contemporaneità è vista come ricettacolo del Maligno. Si comincia con la televisione, per continuare con internet e la musica rock. La celebre canzone dei Beatles, Lucy in the sky with diamonds, altro non sarebbe che un invito a
consumare droga [Per ascoltarla, clicca sul titolo del post: Lucy ovvero: “Da dove veniamo? Chi siamo?Dove andiamo?]. La denuncia della Colzi comprende anche i cartoons [persino i Simpson e Walt
Disney], i libri [con una sorta di elenco
dei libri proibiti, tra i quali figurano anche Harry Potter e Inchiesta su
Gesù dell’ineffabile Corrado Augias], e le stesse librerie cattoliche dove si fa commercio impunemente di opere considerate
diaboliche. Il perché di queste condanne da inquisizione ce lo spiega la nostra
autrice: si tratta di veicoli ideati da Satana per corrompere la società
spargendo veleni come il sesso, la droga, l’alcool, l’esoterismo, l’astrologia,
la magia, il satanismo e le messe nere.
Non
nego l’abilità con cui sono fornite prove e dati statistici a conforto di tali
argomentazioni. E neppure che i mezzi di comunicazione e quant’altro possano contribuire
a corrompere i giovani, come purtroppo talora avviene. Ma il punto non è quello
di proporre crociate o di voltare la faccia dall’altra parte nel nome di un
integralismo fideistico e neppure quello di consigliare la lettura delle vite dei santi, come l’autrice fa a più riprese
nelle sue pagine. Il fatto è che manca una qualsiasi critica di carattere
storico per spiegare la degenerazione dei valori, manca un’analisi del Potere –
di cui le Chiese sono state e continuano a essere tanta parte – che aiuti a
comprendere interessi e finalità di oligarchie che controllano il mondo e che
traggono energia e profitti dal progressivo spegnersi delle coscienze e dalla
diffusione di bisogni indotti di qualsiasi genere e natura. Manca in sostanza
un benché minimo approccio culturale che serva da discrimine per distinguere e
comprendere. Come in ogni fondamentalismo, si condannano le altre religioni, si
ha il terrore della libertà di pensiero, e l’unica scelta possibile è quella
della sottomissione a ristretti gruppi di potere che sostengono di parlare per bocca
di Dio. Tutto il male è attribuito al demonio, direttamente o indirettamente, e
la teocrazia è la sola forma di
governo possibile.
Le
pagine più inquietanti sono comunque quelle finali, allorché la nostra autrice
si dichiara in possesso di un’intuizione originale. Così come Eva per l’azione
del Maligno tentò e indusse Adamo al peccato, il “principe di questo mondo” si serve della Massoneria per indurre in
tentazione. Insomma, la Massoneria è “l’abile regista” dello spettacolo
allestito da Satana per corrompere la società.
“Molte volte mi chiedo se gli avvenimenti
succedutesi, nel corso degli anni, e che hanno portato alla rovina di tante anime,
soprattutto giovani, fossero dovuti al caso o ad una regia vera e propria. Dopo
aver a lungo pensato e letto qualche libro, mi sono fatta una opinione del
tutto personale, che tale rimarrà, anche se desidero condividerla con voi che
leggerete queste mie parole.
Ho
buone ragioni di credere che ai vertici del mondo mediatico, vi sia un regista
abile, scaltro, pronto a tutto. Egregiamente manovrato dal principe di questo mondo, riesce ad orientare il pensiero di tante
anime, anche cattoliche.
Il
suo non è un nome personale, bensì il nome di una società segreta chiamata
Massoneria.” [p.270].
A riprova degli ideali luciferini della
Massoneria, l’autrice cita una nota contenuta nel libro I Papi e la massoneria [Ares, Milano, 2007, p.126, nota 196] della
cosiddetta storica Angela Pellicciari. Qui si trova – scrive la Colzi – la
notizia che nel 1985 sarebbe stata rinvenuta, all’interno del Palazzo Borghese
di Roma, preso in affitto dal G.O.I [Grande Oriente d’Italia], una stanza
chiusa a chiave, adibita a loggia e contenente un grande arazzo rosso e nero
con la figura di Lucifero. La notizia, riportata dalla nostra autrice a pagina
271 dell’edizione aggiornata del suo libro contiene almeno un errore del proto[?!],
come si diceva una volta. La data non è il 1985 ma il 1895, secondo quanto riferisce
un sito insospettabile quale http://destatevi.org/satanismo-magia-ed-esoterismo-nella-massoneria/ :
«A conferma della presenza del Satanismo
nella Massoneria, c’è anche questa notizia: Nel 1893, il palazzo Borghese, a
Roma, fu dato in affitto al Grand’Oriente d’Italia. Due anni più tardi, in
virtù d’una clausola inscritta nel contratto di locazione, la Frammassoneria
ricevette l’intimazione di sloggiare la parte del palazzo che occupava. Il
Corriere Nazionale pubblicò allora quanto segue: “L’incaricato d’affari della
famiglia Borghese, essendosi presentato per visitare quegli appartamenti e
porli in condizione d’essere occupati da D. Scipione Borghese e dalla duchessa
de Ferrari, una sala rimaneva chiusa e non fu potuta aprire che dietro minaccia
d’invocare la forza pubblica per sfondare la porta. Essa era trasformata in
tempio satanico! Il giornale ne fece questa descrizione: “I muri erano coperti
di damasco rosso e nero; nel fondo vi era un grande arazzo sul quale spiccava
la figura di Lucifero. Lì vicino, era una specie d’altare o di rogo; qua e là
dei triangoli ed altre insegne massoniche. All’intorno erano collocate delle
magnifiche sedie dorate aventi ciascuna sopra la spalliera una specie di occhio
trasparente e illuminato da luce elettrica. Nel mezzo di questo tempio eravi
qualche cosa somigliante ad un trono” (Riportato nel libro di Enrico Delassus:
Il problema dell’ora presente, Desclée e C. Tipografia-Editori, Roma, 1907,
Vol. I, p. 486; citato in L’eletta del dragone http://www.chiesaviva.com/eletta.htm).
»
Non manca nel libro della Colzi il riferimento
al massone Giosuè Carducci e al suo Inno
a Satana. Dimenticando naturalmente di riportare il commento che il poeta
fa all’amico Giuseppe Chiarini nell’inviargli il testo del componimento:
«È inutile - egli scrive - che io avverta aver compreso nel nome
di Satana tutto ciò che di nobile e bello e grande hanno scomunicato gli
ascetici e i preti con la formola "Vade retro Satana"; cioè la
disputa dell'uomo, la resistenza all'autorità e alla forza, la materia e la
forma degnamente nobilitate. È inutile che io segni al tuo giudizio le molte
strofe tirate giù alla meglio per finire: nelle quali è il concetto dilavato ma
non la forma. Bisogna tornarci su, su questa poesia, e con molta attenzione. Ma
non ostante mi pare che pel concetto e pel movimento lirico, io possa
contentarmene. Pigliala adesso com'è [...] Dopo letto ricorda che è il lavoro
di una notte.»
Satana nell’inno del Carducci è solo un
simbolo per risvegliare gli uomini dal sonno della ragione, per rivendicare la
libertà del pensiero di fronte all’oscurantismo di cui per secoli fu portatrice
la religione cattolica, per esaltare il coraggio di Lutero nel ribellarsi a
Roma, annunciando all’Occidente cristiano la religione riformata. Eccone appena
qualche verso:
A te, dell’essere /principio immenso,
/materia e spirito,/ ragione e senso; [vv.1-4]
Gittò la tonaca/ Martin Lutero:/ gitta i tuoi
vincoli,/ uman pensiero, [vv.161-164]
Salute, o Satana, /o ribellione,/o forza
vindice/della ragione! [vv.193-196].
Il complotto satanico-massonico ha origini
remote ma il progetto di corrompere la società cominciò ad avere successo con
la Rivoluzione Francese, con la dichiarazione dei diritti umani, con Napoleone,
e per continuare, solo restando in Italia, con quelli che l’autrice del libro
chiama i cosiddetti eroi del nostro Risorgimento: Cavour, Mazzini, Garibaldi,
D’Azeglio, tutti massoni e dunque agenti di Satana. Sin troppo evidente il suo
rimpianto del Papa-Re. La Massoneria, conclude tra l’altro la Colzi, è riuscita
a infiltrare anche l’ambiente ecclesiastico.
A
nobilitare la materia trattata e le proprie risibili concezioni, l’autrice
pubblica in calce al libretto un'intervista [pp. 282-298] col noto esorcista,
padre Gabriele Amorth. Figura di tutto rispetto, a 18 anni entrò nei partigiani
cattolici della Brigata Italia col soprannome di Alberto e si distinse per il
valor militare, sino a vedersi assegnare una medaglia. Legato al gruppo
politico dei La Pira, Dossetti, Fanfani e Lazzati, fu nel 1947 vice delegato
nazionale del Movimento Giovanile della Democrazia Cristiana. Ordinato
presbitero nel 1954, solo dal 1986 iniziò la sua attività di esorcista nella
Diocesi di Roma per mandato dell’allora cardinal vicario Ugo Poletti.
Dal
suo punto di vista, le argomentazioni di padre Amorth hanno una certa
consequenzialità e se non altro sono prive di rozzezza. Gli scarsi e ossessivi
concetti contenuti nelle domande sono abilmente ampliati e/o lasciati cadere nelle
risposte. Così, per esempio, alla domanda: “Il
1968 è stato un anno forte per la società, e lo è stato anche per il clero.
Possiamo affermare che è stato l’anno in cui satana è uscito allo scoperto?”,
padre Amorth risponde:
“No,
penso di no, perché l’azione del demonio è un’azione sempre lenta, furba,
nascosta, continua, che non cessa mai. Quindi potrà avere dei momenti in cui ha
maggior successo, esplode di più. Il 1968 è stato sicuramente uno di questi
momenti, un’esplosione di idee anche lanciate dal demonio, ma non un anno in
cui il demonio abbia avuto un’attività più forte che in altre epoche […]”. [p.287].
In
conclusione, un lavoro, quello della Colzi, che fa più male al Cattolicesimo di
quanto non ne faccia a Satana. Fortunatamente, si può essere cattolici in modo
diverso da quello proposto dall’autrice di questo libro.
sergio
magaldi