Lo zibaldone di Sergio Magaldi
martedì 9 luglio 2024
Le Linee del Drago
domenica 30 giugno 2024
GLI AZZURRI AGLI EUROPEI E IL SENSO DEL RIDICOLO
Ieri, alla vigilia di Svizzera-Italia, avevo
parlato di mancanza di senso della realtà da parte di chi, vista l’apparente
facilità del Tabellone in cui era finita Italia, vagheggiava già l’approdo in
finale. Oggi parlo piuttosto di senso del ridicolo dei protagonisti fuori e
dentro il campo.
Per
la verità, nei primi venti minuti dell’incontro, qualcosa sembrava cambiato
rispetto alle precedenti esibizioni degli azzurri, ma forse era solo il timore
reverenziale degli avversari di fronte ai campioni d’Europa in carica. Quando
gli elvetici si sono resi conto di che pasta era fatta la nostra nazionale
hanno preso in mano il pallino della partita (si fa per dire) senza più
mollarlo: Di Lorenzo letteralmente saltato ha dato il via al primo goal degli
svizzeri, quando subito dopo è partito un tiro intercettato a rete da uno
stordito ancorché incolpevole Mancini; buchi al centro della difesa e ampio spazio
lasciato libero all’altro marcatore svizzero per segnare da lontano appena
all’inizio del secondo tempo, proprio quando si sperava in una reazione degli
azzurri dopo la delusione dell’ultima mezzora del primo tempo. Una squadra
quella italiana che camminava e non indovinava due passaggi di fila e che nelle
rare occasioni in cui ha tirato in porta, lo ha fatto per così dire con delle
incredibili mezze “ciabattate”; giocatori che allargavano le braccia non
sapendo cosa fare con la palla, nessuna carica agonistica tanto da far pensare
ai maligni che c’era tra i nostri un solo desiderio: andare in vacanza al più
presto! Su questo non sono d’accordo, perché il peggio si era già visto contro
la Spagna e nessuno può ragionevolmente pensare che gli azzurri pensassero al
ritorno a casa già alla seconda partita degli Europei! Parlerei dunque più di
senso del ridicolo che di senso della vergogna. Ma è tutta colpa dei giocatori
(escludendo il solo Donnarumma)?
Non
direi, perché è vero che Spalletti ha cambiato qualcosa in questa partita
decisiva, ma sembra averlo fatto a caso e senza avere in mente
un’organizzazione di gioco appena plausibile. Testardo come sempre nel
riproporre “suo figlio” Di Lorenzo che ha puntualmente confermato il rendimento
delle tre precedenti prestazioni e quelle di tutto l’anno nel Napoli; dietro ha
giocato a quattro, con un incerto Darmian terzino a sinistra (?!), un Mancini
apparso spossato già nelle ultime di Campionato al posto di Calafiori (non
Gatti come sarebbe stato auspicabile) e con Bastoni che alla vigilia aveva
avuto la febbre. A centrocampo l’unica vera novità è stata aver lasciato (finalmente?)
fuori Jorginho ma non poteva bastare, nonostante l’impegno mostrato da Fagioli,
vista la lentezza di Cristante, l’eccessivo individualismo di Barella, dolente
anche per un infortunio subito nella prima parte della gara, e lo scarso
rendimento complessivo della difesa. Il capolavoro Spalletti l’ha poi perfezionato
in attacco rinunciando a Zaccagni e schierando per la prima volta Al Shaarawy (peraltro,
si è saputo dopo, poco in condizione) però non in sostituzione di Chiesa a sinistra, magari nel secondo tempo,
quando il bianconero fosse stato stanco come spesso gli accade, ma sin
dall’inizio.
Perché
cambiare ancora modulo? Perché le idee sono state così poche e confuse? Perché
non giocare a tre dietro come nella precedente partita contro la Croazia, mettendo
finalmente da parte “suo figlio” e con due esterni veri come Bellanova e Di
Marco o Cambiaso? Perché far fuori Zaccagni che pure Spalletti aveva
abbracciato e baciato dopo il goal salvezza contro i croati? Perché insistere
per la quarta volta con Chiesa a destra? Interrogativi che resteranno senza
risposta, ma che lasciano l’amaro in bocca e più di una inquietudine in vista
delle prossime qualificazioni ai mondiali, dove sarebbe clamorosa la terza esclusione
di fila degli azzurri.
Inutile
ripetere i discorsi di sempre, forse però vale la pena di ricordarne le
tematiche ancora una volta: pochi anzi pochissimi i giocatori italiani
impiegati nel Campionato di serie A e persino di B, scarso o nullo in particolare
lo spazio lasciato ai giovani, nessuna politica per integrare nel calcio le
minoranze etniche, africane e non, ciò che pure è avvenuto per l’atletica dove
non è necessario, come nel calcio, frequentare costose scuole per farsi notare.
sergio
magaldi
venerdì 28 giugno 2024
Europei di calcio 2024: gli azzurri e il senso della realtà
Dopo la qualificazione agli ottavi grazie al
goal segnato al settimo di otto minuti di recupero nella partita contro la
Croazia, l’ottimismo è diventato contagioso, soprattutto tra gli addetti ai
lavori della Rai (con l’eccezione di Tony Damascelli, giornalista di rango, e
tuttavia anche lui meno pessimista del solito), nel ritenere possibile che
l’Italia disputi addirittura la finale. Si fanno calcoli guardando il Tabellone
nel quale gli azzurri sono finiti dalla parte considerata più facile dal
momento che – si dice – comprende sette
squadre che sono alla nostra portata: Svizzera (che incontreremo subito),
Inghilterra (probabilmente nei quarti di finale), Austria (forse in
semifinale), Turchia, Slovacchia, Olanda e Romania, mentre dall’altro lato del
Tabellone se la vedranno Spagna, Georgia, Belgio, Francia, Portogallo, Slovenia,
Germania e Danimarca.
Una
lettura questa, forse in altri tempi possibile, non oggi dopo aver visto la
squadra azzurra all’opera, prima contro l’Albania dove subisce un goal dopo 24
secondi e con un pareggio evitato all’ultimo minuto, poi contro la Spagna
perdendo senza nemmeno giocare, infine con la Croazia in una partita mal
giocata e fortunosamente recuperata all’ultimo minuto con il pareggio di
Zaccardi su assist di Calafiori, celebrato come un grande campione, lui che
pure aveva rischiato l’autogol del pareggio contro l’Albania, sventato da una
prodezza di Donnarumma, e che l’autogol della sconfitta l’ha fatto nella
partita successiva contro la Spagna.
L’unico
rammarico sembra proprio la squalifica di Calafiori – un calciatore che, per il
gioco complessivamente espresso e per l’assist che ha evitato di buttarci fuori
dagli Europei già prima degli ottavi, considero anch’io una risorsa per la
nazionale del futuro – mentre sale forte l’interrogativo su chi sia in grado di
sostituirlo: Mancini o Buongiorno? Nessuno pensa a Gatti che pure è quello che
per caratteristiche: carica agonistica, velocità, attacco all’area avversaria
(e paradossalmente persino per goal e autogol!), più somiglia all’azzurro
squalificato anche se di lui è meno elegante. Eppure di un giocatore così c’è
bisogno in campo dove tutti o quasi tutti viaggiano a velocità ridotta e con
scarso vigore. Spalletti, però, Gatti non lo vede neppure, tant’è che l’ha
portato in Germania solo all’ultimo minuto in sostituzione dell’infortunato
Acerbi.
Purtroppo
altre cose non vede il nostro commissario tecnico e di sicuro negli ottavi
contro la Svizzera schiererà ancora, dopo tre partite inguardabili, “suo
figlio” Di Lorenzo, ignorando Bellanova utile soprattutto come esterno se
dietro, come sembrerebbe più logico, si dovesse giocare a tre. Per inciso,
stento a credere che la nuova Juve scambierebbe Chiesa (27 anni a ottobre) con
un difensore che il 4 agosto avrà 31 anni e che ha alle spalle un campionato di
serie A a dir poco sconcertante! Fortuna, pare, che Conte lo consideri
incedibile. Ecco, ci lavori lui per farlo tornare quello dello scudetto!
A
centrocampo Spalletti riproporrà Jorginho, il “suo regista” in campo, che poco
ha giocato quest’anno nell’Arsenal e che purtroppo appare sempre più lento. Si
guarderà bene dall’utilizzare Fagioli prima degli ultimi minuti, visto che lo
considera il vice di Jorginho, laddove secondo me l’alternativa all’italo
brasiliano è Cristante, neanche lui velocissimo ma almeno dotato di potenza
fisica e talora pericoloso per l’area avversaria. Né farà giocare di sicuro
Folorunsho l’altro centrocampista veloce che vedrei bene in coppia con Fagioli
per dare maggiore dinamismo. E neppure farà scendere in campo El Shaarawy,
l’unico degli attaccanti sin qui mai utilizzato, che è un’ottima alternativa a Chiesa
(se il bianconero giocasse nel suo ruolo naturale!) nell’ultima mezzora di
partita quando lo juventino è ormai stanco. E molto probabilmente all’inizio
vedremo di nuovo Pellegrini e non Zaccagni. Insomma la solita nazionale senza
capo né coda con giocatori fuori ruolo e che tanto ha ben meritato nelle tre
partite sin qui disputate!
Tutto
ciò premesso, spero invece che Spalletti consideri tutte le alternative
possibili per il riscatto di questa nazionale, perché senza qualche improvvisa
illuminazione del nostro tecnico, il ritorno a casa degli azzurri si può dare
per scontato già da domenica.
Forse
è persino superfluo aggiungere che l’augurio è quello di sbagliarmi!
sergio
magaldi
lunedì 24 giugno 2024
ITALIA FLOP AGLI EUROPEI DI CALCIO
Sperando che il flop non sia definitivo, dopo l’incredibile partita contro la Spagna in cui raramente siamo usciti dalla nostra metà campo, abbiamo conquistato un corner a pochi minuti dalla fine e fatto un solo tiro sbilenco fuori della porta degli iberici. Eppure, ci sono tutte le premesse perché questa sera le cose non migliorino contro la Croazia:
1)
Non abbiamo
mai battuto questa nazionale: 8 partite con 3 sconfitte e 5 pareggi.
2) L’insistenza
nello schierare Di Lorenzo, sistematicamente
scavalcato in campo da Williams, semisconosciuto ai più e tuttavia apparso come
un gigante, e che Spalletti farà giocare terzino destro anche contro i croati,
dichiarando che per lui è “un figlio”, con ciò facendo pensare che lo ritenga intoccabile
in questa formazione!
3) Tenere fuori
Fagioli e Folorunsho, gli unici della rosa di centrocampo portata in
Germania, che sembrano capaci di correre e di verticalizzare.
4) Schierare
sempre a centrocampo giocatori lenti come Cristante e Jorginho e magari
Pellegrini, più lento di tutti e due e considerato dal selezionatore azzurro un
centrocampista.
5) Insistere con
Calafiori centrale difensivo, il quale avrà pure giocato meno peggio di altri
come si sente ripetere ma che, forse anche per inesperienza, stava per farci
pareggiare al
È vero d’altra parte che per andare agli ottavi all’Italia basta un pareggio ma è altrettanto vero che ai croati serve una vittoria. Si spera che Spalletti riveda almeno la posizione di Chiesa in campo, schierandolo finalmente a sinistra e che porti qualche altra correzione ai suoi tanti errori che per la verità iniziano già dalla scelta dei 26 da portare in Germania, non tenendo conto del rendimento tenuto in campo da alcuni giocatori durante tutto l’anno. Tanto per fare solo un esempio, dei suoi dello scudetto ha portato Di Lorenzo e Raspadori e tenuto fuori Politano!
In caso di sconfitta contro la Croazia, resta la
speranza che la Spagna, già qualificata come prima per gli ottavi, faccia il
suo contro l’Albania, ma anche qui nulla è scontato, intanto perché gli
albanesi potrebbero fare il pieno contro una Spagna ampiamente rimaneggiata e
poi perché l’eventuale terzo posto a 3 punti potrebbe non bastare per il
ripescaggio delle quattro terze su sei.
Comunque vadano le cose, le prospettive italiane di
andare avanti in questi Europei sono tutt’altro che rosee dopo aver visto gli
azzurri completamente in balia degli spagnoli, in quella che può essere
definita in assoluto la più brutta partita giocata dalla nostra nazionale, persino
peggiore di quella che determinò la storica sconfitta contro la Corea.
sergio magaldi
venerdì 7 giugno 2024
QABBALAH: Il 32°Sentiero dell’Albero della vita: Malkhuth-Yesod
lunedì 27 maggio 2024
Qabbalah: i 32 Sentieri dell'Albero della Vita
domenica 19 maggio 2024
LO STILE JUVENTUS
Nulla
di nuovo sotto il sole per quanto si è già visto sui campi di calcio anche da
parte di nomi illustri tra gli allenatori e infatti la gravità della protesta,
più che altro appariscente e teatrale, è stata sanzionata con due sole giornate
di squalifica.
Lo
stile Juventus non è compatibile con il battibecco che ne è seguito in campo e che
poi è proseguito nei corridoi dello stadio nei confronti di giornalisti e
addetti ai lavori, con cui peraltro risulta che Allegri si sia scusato.
C’
è di più: a leggere le poche righe del comunicato del licenziamento si resta di
sasso: una stringata cronologia del lungo rapporto di Allegri con la Juve,
senza parlare dei trofei vinti e per annunciare soltanto che la sua attività
con la squadra cessa con la finale di Coppa Italia 2024, senza neanche
menzionare la vittoria. E’ questo lo stile Juventus?
Ma
qual è lo stile Juventus? Quello dell’avvocato Agnelli? Siamo certi che lui
avrebbe – non semplicemente esonerato a fine campionato e senza tanto clamore –
licenziato in tronco un allenatore che ha vinto 5 scudetti 5 coppe Italia, 2
supercoppe e che per ben due volte ha portato la Juve alla finale di Champions?!
Corre
voce da più parti – ma forse si tratta solo di malignità – che il cosiddetto
stile Juventus abbia trovato nel “licenziamento in tronco” dell’allenatore, che
insieme a Trapattoni e Lippi è tra i più vincenti della storia bianconera, un
espediente per risparmiare sull’ultimo anno di contratto di Allegri.
Tutto
ciò premesso, devo aggiungere che non sono mai stato un ammiratore del tecnico
livornese [vedi di seguito il post del
21 novembre 2021 dal titolo “La filosofia di Allegri”, cliccando sul link seguente: https://zibaldone-sergio.blogspot.com/2021/11/l-filosofia-di-allegri.html ] anche se gli sono stato grato per i tanti
trofei. Ho spesso pensato – e non sono il solo – che negli ultimi tre anni,
nonostante le numerose vittorie di “corto muso”, il gioco espresso dalla Juve
fosse il più brutto della Serie A, ma occorre riflettere che anche in questi anni della
“seconda volta” di Allegri alla Juve gli obiettivi sono stati sempre raggiunti
e che, in particolare lo scorso anno, l’allenatore ha saputo mantenere dritta la barra delle
squadra nell’infuriare di una crisi societaria non indifferente, raggiungendo
ugualmente il 3° posto nella classifica, utile per partecipare alla Champions,
salvo poi la penalizzazione nel punteggio e la squalifica UEFA che ha
estromesso la squadra dalle competizioni europee per i noti fatti di bilancio. Realizzati
tutti gli obiettivi anche quest’anno, con l’ultimo raggiunto proprio nel giorno
del licenziamento in tronco: qualificazione alla Champions 2024-2025, al primo
Mondiale per Club, e vittoria della Coppa Italia contro una squadra come
l’Atalanta, prossima finalista di Europa
League e che, alla vigilia, davano tutti per favorita.