martedì 30 novembre 2021

L A FILOSOFIA DI ALLEGRI


    

Dalla sommità del suo contratto quadriennale a 9 milioni netti di euro l’anno, l’allenatore juventino snocciola pillole di saggezza del tipo “restiamo calmi” o “non ci agitiamo” che evocano ad un tempo il romano Sor Tranquillo che, com’è noto, per la troppa calma finì sotto un tram, e il cinese Mao Tse-tung in una delle tante massime goliardiche che gli venivano attribuite.

C’è di più. Insieme a queste preziose norme morali di comportamento, il trainer bianconero ha preso ormai a intrattenere la stampa inanellando le perle della sua filosofia del calcio, come: “Il calcio è semplice”, “Vince il campionato chi ha a favore la maggiore differenza reti”(?!), “Il risultato è l’unica cosa che conta”, “Nel calcio bisogna saper stoppare bene la palla, passarsela bene, smarcarsi bene”, oppure lasciandosi andare a vere e proprie rivelazioni, come nella conferenza stampa di ieri, quando ha dichiarato che, contro l’Atalanta, Morata ha fatto una delle sue migliori partite o come in altra circostanza in cui ha rimproverato la squadra di verticalizzare troppo (sic!). E ancora: che le punte bianconere (Morata, Dybala e Kean) vantano un notevole potenziale di goal.

Per la verità, Morata si è dato davvero un gran daffare contro i bergamaschi, giocando a tutto campo come gli chiede il suo allenatore, tant’è che l’unico goal della vittoria atalantina nasce proprio da un tiro dello spagnolo non contro la porta avversaria ma verso la propria e intercettato da Duvan Zapata. Quanto a vedere la Juve che verticalizza persino troppo, solo Allegri ci riesce, perché tutti osservano piuttosto il contrario: passaggi orizzontali o all’indietro a non finire e spesso sbagliati, difesa bassa, punte sempre lontane dall’area di rigore avversaria, rare ripartenze individuali senza mai un vero e proprio gioco offensivo che scaturisca dall’azione del collettivo.

Circa i goal delle punte, in Campionato siamo a 7 in 4: Dybala 3, Morata 2, Kean 2, Chiesa 0. D’altra parte, Morata e Chiesa non hanno mai segnato molto, Dybala, sempre più fragile e prezioso, da tempo ha smesso di essere un goleador  [proprio da quando anni fa Allegri lo trasformò in un mediano di punta] e Kean viene impiegato col contagocce, perché è ancora troppo giovane e la filosofia dell’allenatore bianconero sui giovani campioni in erba è ben nota: primavera, under 23, prestito in Serie B, infine nella rosa per scendere 5 minuti in campo di tanto in tanto. Eppure, i 4 bianconeri farebbero gola a molte squadre, ma per andare a rete avrebbero bisogno di un gioco diverso oppure di una punta d’area da 20-25 goal a stagione cui fare riferimento (Ronaldo segnava anche più di 30 goal in Serie A, un grande campione, ma non è mai stato una punta vera e propria, tale da essere il terminale di un gioco realmente offensivo). Chiesa e Dybala in particolare segnano goal d’autore di tanto in tanto ma non saranno mai dei goleador, e Morata, per quanto apprezzabile per il suo gioco a tutto campo o quasi, non è mai stato una punta centrale da area di rigore. Il risultato è che la Juve abbia il 13° attacco della Serie A, con i suoi 18 goal in 14 partite.

L’ultima perla di Allegri nella conferenza di ieri è stata la rivelazione che la partita di questa sera contro la Salernitana, ultima in classifica, sarà difficilissima… e c’è da credergli!

 sergio magaldi

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