La teoria delle
congiunzioni planetarie conobbe la sua fortuna con gli astrologi dell’Impero
Sasanide (ultimo impero persiano preislamico caduto nel 651 d.C.) che se ne
servivano per conoscere la sorte dei sovrani e delle dinastie regnanti, i
momenti favorevoli per la fondazione di città, i grandi eventi (astrologia
storica). Con l’avvento degli Abbàsidi – una dinastia
araba discendente dallo zio paterno di Maometto – furono gli astrologi
persiani, dal nome arabizzato, come Nawbakt al-farisi (? -777), al-Tabari
(762-812) e soprattutto Mashallah (762-815) – in realtà un ebreo proveniente da
Bashra e il cui nome originario pare fosse Giobbe o Gioele – a trasmettere la
teoria delle congiunzioni planetarie nel mondo islamico e a rendere possibile
il lavoro dei nuovi grandi astrologi del periodo abbaside, come al-Kindi, Abu
Masar, al-Sijzi, al-Qabisi, al-Buruni.
Mashallah fu certamente la
figura che maggiormente contribuì a diffondere le conoscenze dell’astrologia
persiana nel mondo arabo. Per la sua fama fu chiamato a decidere insieme a Nawbakt al-farisi sul momento migliore per fondare la
grande città di Bagdad (anno 762). Gli
studiosi si dividono sul modo di intendere la teoria delle congiunzioni
planetarie di Mashallah. Tutti d’accordo nell’attribuirgli la convinzione che gli eventi del mondo siano scanditi dalle
congiunzioni tra i pianeti, divisi però sul genere e sulla classificazione di
dette congiunzioni. Per alcuni, Mashallah si limita a distinguere la congiunzione
Saturno-Giove o congiunzione maggiore, da Saturno-Marte (o
congiunzione media) e Giove-Marte (o congiunzione minore). Per
altri, egli è un precursore di al-Kindi e soprattutto del grande Abu Masar,
secondo i quali la congiunzione da prendere soprattutto in esame per prevedere i grandi cambiamenti è quella
tra Giove e Saturno – perché nella concezione medievale si tratta dell’unione
dei due pianeti più lenti dello zodiaco (non era ancora stata scoperta
l’esistenza di Urano, Nettuno e Plutone) – ma dovendo tenere presente il
passaggio attraverso le quattro triplicità di Fuoco, Terra, Aria e Acqua: la congiunzione minore tra Giove e Saturno
avviene ogni venti anni circa, cambiando di segno ma nella stessa triplicità di elemento, la congiunzione
media quando i due pianeti si
incontrano mutando però di elemento, il che avviene circa ogni 240 anni e infine la congiunzione maggiore, completando il
ciclo dei quattro elementi, cioè dopo circa 960 anni.
La teoria delle congiunzioni planetarie
ci fa riflettere innanzi tutto sullo stretto collegamento che c’era in passato tra
astrologia e astronomia e che oggi sembra venuto meno a vantaggio di
interpretazioni più o meno psichiche o spiritualistiche dell’astrologia. Non è
un caso che, con qualche significativa eccezione, gli addetti ai lavori si siano disinteressati delle “strane” congiunzioni
con cui si annunciava l’anno bisestile.
Per la verità, la congiunzione di Terra (
nel segno del Capricorno) Saturno-Plutone esisteva già (6°-7° di distanza) sin
dai primi mesi del 2019, ma con il nuovo anno diveniva più stretta (1°-2°) e ai
due veniva ad affiancarsi, nel mese di febbraio, anche Giove e, dall’inizio di
marzo e sino alla fine del mese anche Marte. Un caso simile ma non certo
identico a quello che si verificò nell’estate del 1982 quando Plutone, Saturno
e Marte si trovarono congiunti in Bilancia non troppo distanti da Giove a inizio
dello Scorpione. Un allineamento in fila indiana di certo meno consistente
rispetto alla quadruplice congiunzione di oggi. Fu proprio nell’estate del 1982 che Robert Gallo, direttore del
laboratorio biologico cellulare dei tumori del National Cancer Institute di Bethesda, accertò l’origine del virus
HIV/AIDS che sin qui ha provocato 32 milioni di morti. Da osservare che la congiunzione del
1980-81 di Saturno e Giove in
Bilancia coincise anche con la diffusione
della malattia prima ancora che se ne accertasse l’origine.
Se invece risaliamo più indietro nella
verifica degli eventi occorsi in presenza delle congiunzioni Saturno-Plutone,
c’è la prima guerra mondiale (luglio 1914-novembre 1918), quando i due pianeti
si trovano congiunti nei primi gradi del Cancro tra il giugno del 1914 e
l’autunno del ’15. Come dire, una volta annunciati, gli eventi procedono da
soli… comprendendo anche la terribile pandemia di “spagnola” sul finire della
guerra (cosiddetta, perché la censura di guerra impediva di parlarne e se ne
cominciò a parlare solo in Spagna che non era in guerra), un virus influenzale
che fece 50 milioni di morti, venuto a quanto pare dalla Cina, via Stati Uniti
e Francia.
Quanto alle congiunzioni più antiche di Saturno e Plutone in Capricorno, cioè
nello stesso segno zodiacale di oggi, ci fu quella del 689 a .C. in occasione della
distruzione di Babilonia. La più recente, invece, risale al 1517, l’anno in cui
Lutero affisse le 95 Tesi sulla porta della chiesa del castello di Wittenberg,
inaugurando la riforma protestante e il lungo periodo delle guerre di religione
che ne seguirono. Infine, per pura curiosità, la peste di Milano del 1630 – di
cui tanto si è parlato in questi giorni tanto da portare qualcuno a rileggere i
Promessi Sposi – fu caratterizzata dalla congiunzione in Scorpione di Saturno e
Nettuno, mentre Plutone era ospite del segno opposto del Toro, ancorché a
distanza non di opposizione dagli altri due pianeti.
Per venire a quanto sta accadendo in questi giorni, si può
osservare, naturalmente solo da un punto di vista strettamente
astronomico e astrologico, che già negli ultimi mesi del 2019 il
coronavirus cova per così dire sotto le ceneri [gli astri non sono in grado di
dire se trattasi di fatto naturale, incidente di laboratorio o guerra
batteriologica), per manifestarsi quando Saturno e Plutone sono più vicini
(gennaio), espandersi col fattore Giove (primi di febbraio), esplodere, nel senso di essere riconosciuto
come pandemia ai primi di marzo, quando Marte si aggiunge alla
triplice congiunzione Giove-Saturno-Plutone.
La cosa più interessante, tuttavia, è rappresentata dalla
congiunzione perfetta in Capricorno di Giove e Saturno che avverrà il 17
dicembre 2020 e che di per sé è una congiunzione
piccola, perché rinnova la congiunzione di circa vent’anni fa in Toro
(altro segno di Terra), ma che sarà seguita tre giorni dopo dalla congiunzione
di Giove e Saturno in Acquario, cioè dal
passaggio dalla triplicità di Terra a quella di Aria, prodromo di quello
che avverrà nel 2040 quando i due pianeti si incontreranno nuovamente in
Bilancia. Il che significa che tra il 2020 e il 2040 tanti saranno i
cambiamenti nell’organizzazione sociale dell’umanità. Mutamenti che stiamo già
vivendo e che tuttavia non dobbiamo vedere solo in senso negativo (i morti, i
contagi, la limitazione della libertà), perché possono essere l’occasione per
una trasformazione di società e istituzioni dove già da tempo prevale la
stagnazione e l’inconcludenza. La presenza di Giove attenua la potenzialità
distruttiva di Saturno e Plutone congiunti e, inoltre, dall’incontro di Giove e
Saturno nel segno dell’Acquario c’è da sperare in un maggiore senso di
giustizia e di solidarietà per l’intera umanità e anche in una lenta
regressione del virus con la fine dell’anno in corso, non escludendo neppure la
speranza di miglioramenti già nei prossimi giorni e/o mesi, considerando che
dai primi di aprile Marte lascerà Giove, Saturno e Plutone dopo aver annunciato
al mondo lo scoppio della pandemia.
sergio
magaldi