giovedì 19 marzo 2020

L'ITALIA E L'IMMUNITA' DI GREGGE






 Il governo italiano ha fatto ricorso alla cosiddetta “immunità di gregge o di branco” per combattere il coronavirus. E ciò è tanto più sorprendente, in quanto gran parte dei mass media, esaltando le misure antivirus adottate da Conte e dai suoi ministri, ha ironizzato sull’uscita del primo ministro inglese Boris Johnson (talora rispolverando anche un “antiangloamericanismo” vecchia maniera, del tipo “Perfida Albione” per intenderci), reo di vagheggiare l’idea di affrontare il nemico venuto dall’Asia – ora con epicentro in Europa e segnatamente in Lombardia – ricorrendo, appunto, all’immunità di gregge.

Davvero – come si sente ripetere da più parti della penisola, per un rigurgito di nazionalismo consolatorio voluto dalle classi dirigenti di questo infelice paese – tutto il mondo dovrebbe prendere esempio da noi per le misure adottate contro il coronavirus? Vediamo: 1)L’Italia ha un numero di morti superiore a quello della stessa Cina, dove l’epidemia ha avuto inizio (3405 morti italiani sino ad oggi, contro i 3237 decessi cinesi, e anche se quello asiatico dovesse essere un “numero di regime”, occorre considerare che la popolazione italiana conta sessanta milioni di abitanti a fronte di un miliardo e mezzo di cinesi); 2)Il numero dei contagi cresce in Italia di giorno in giorno, di ora in ora e si avvia a diventare primato in tutto il mondo; 3)Il sistema produttivo del Belpaese è fermo ed è ormai prossimo al collasso; 4)Lo spread ha raggiunto ieri quota 330; 5)Il deficit pubblico avanzerà in modo vertiginoso e, a bocce ferme, saremo chiamati  a ridurlo con enormi sacrifici di gran parte della collettività. Diverso sarebbe stato, in condizioni di normalità, l’aumento del deficit per incrementare lo sviluppo produttivo del paese.

Ecco ciò di cui dovremmo vantarci di fronte al mondo, secondo la voce del “nostro regime” sostenuto da mass media compiacenti. Il tutto accompagnato, per un verso, da sventolii di tricolori, da canti e balli da finestre e balconi (come per festeggiare un nuovo titolo mondiale del nostro sport nazionale), per altro verso da visioni televisive di morte e disperazione, mentre da ogni parte della penisola si leva il mantra: «Andrà tutto bene» per esorcizzare panico e responsabilità.

A questi “prestigiosi” risultati ci conducono le misure adottate: 1)Chiusura dei voli diretti dalla Cina in cambio di nessun controllo per chi dalla Cina tornava in Italia passando per altre strade; 2) Ritardi nell’allestire la procedura dei controlli e dei tamponi 3)Tardiva individuazione delle zone cosiddette “rosse” dove si sono accesi i focolai; 4)Proclamazione della cosiddetta autoquarantena fiduciaria; 5)Chiusura dell’Italia intera ma permesso accordato a decine e decine di migliaia di potenziali untori di rientrare dalle zone rosse del nord nelle proprie residenze del centrosud, con treni, pullman e taxi presi d’assalto e con la sola incombenza di promettere di doversi attenere alle misure di cui al punto 4.

La verità è che il governo italiano, se in apparenza ha fatto ricorso alle misure cinesi di “Chiusura” per reprimere il morbo, nella sostanza ha seguito le indicazioni del leader inglese che pure hanno suscitato l’ilarità di una parte della nostra stampa. Su tutti, l’articolo di Alessandro Sallusti: “British coglions” su ilGiornale.it dello scorso 15 marzo. Scrive tra l’altro Sallusti:

«Io chiamerei questa ricetta «British coglions», che l'inglese maccheronico a volte rende l'idea meglio di quello accademico e non c'è bisogno di traduzione. Se poi a questo aggiungiamo il fatto che Donald Trump, dopo averci scherzato sopra per settimane, solo nelle ultime ore a epidemia diffusa nel suo Paese è stato punto dal dubbio che in Italia non siamo pazzi e che il virus sia una cosa maledettamente seria, ecco che finalmente capisco in che senso «gli americani sono figli illegittimi degli inglesi»: tale padre, tali figli».

Com’è noto, l’immunità di gregge ha due modalità di funzionamento: con vaccinazione e senza. La vaccinazione di gran parte della popolazione  rende con molta probabilità immuni anche i soggetti non vaccinati, perché il virus non riesce più a trasmettersi con facilità da un soggetto all’altro e alla fine si indebolisce e/o scompare quasi del tutto. In mancanza di vaccinazione, e in presenza di certe caratteristiche del virus, l’immunità di gregge può realizzarsi ugualmente. Nello specifico, il coronavirus si è sin qui presentato: a) con enorme facilità di propagarsi, b) con gran numero di contagiati asintomatici, c) con discrete possibilità di guarigione per chi ne viene colpito d) con una letalità contenuta e limitata per la maggior parte a soggetti afflitti da precedenti patologie e/o comunque di età superiore ai 60 anni.

Date queste premesse, l’idea di ricorrere all’immunità di gregge per sconfiggere il coronavirus si basa – mancando la prospettiva di un vaccino a breve termine – su un processo di rapida circolazione del virus che favorisca lo sviluppo di anticorpi nella maggior parte della popolazione, una volta aumentato il numero dei cosiddetti Rimossi (fattore R in relazione ai fattori S, sani, e I, infetti), cioè i guariti e i deceduti. I punti a-c-d sembrano tutti favorevoli all’immunità di gregge applicata al coronavirus, mentre il punto b si presenta con una certa ambiguità, ma soprattutto manca la prova regina per creare le condizioni dell’immunità di gregge: non si ha certezza che la guarigione dal coronavirus renda immuni una volta per tutte dallo stesso virus. Comunque sia si tratta di una misura per combattere il virus che ha diritto di cittadinanza come quella della Chiusura, tant’è che nel nostro paese sono state utilizzate entrambe:

1)Progressiva chiusura del territorio dalle zone rosse del nord a tutte le altre regioni, 2)Chiusura altrettanto progressiva di gran parte degli esercizi pubblici e privati, di scuole, università, musei, teatri, cinema, parchi e ville, 3)Crescente limitazione al libero movimento dei cittadini all’interno di città e paesi.

Se queste che ho riassunto in tre punti sono misure di Chiusura per isolare il virus, non sono tuttavia mancate misure di Apertura per favorire l’immunità di gregge: 1)Creazione di focolai in Lombardia, Veneto ed Emilia Romagna per effetto di mancati controlli di chi, italiano, cinese o di altra nazionalità rientrava nelle tre regioni del nord senza provenire direttamente dalla Cina, 2)Rientri di massa consentiti al centro e al sud da parte di cittadini provenienti dalle zone rosse del nord, senza prova del tampone né quarantena sorvegliata.



sergio magaldi 

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