Edito in lingua
inglese nel 1714, mai pubblicato in italiano, Aesh mezareph fonde in
mirabile sintesi i segreti della dottrina esoterica degli Ebrei [Qabalah], con la tradizione
ermetico-alchemica nota in Occidente.
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Aesh
mezareph
[Fuoco purificatore]
Capitolo
I
u c y l a Eliseo [1] fu
profeta notissimo, esempio di naturale saggezza, sprezzante dei beni mondani,
come dimostra la storia della guarigione di Naaman, II Re 5, 6, [2]
e dunque veramente ricco, secondo quanto è detto in Pirque Aboth, [3] cap.
4: “Chi è ricco? Colui che si rallegra di
ciò che gli appartiene”.
Così, infatti, colui che è
realmente capace di risanare i metalli impuri non fa sfoggio di ricchezze, ma è
piuttosto simile al Tohu [4] w h t della natura primordiale,
libero e vuoto. Questa parola [Tohu] ha lo stesso valore numerico di Eliseo u c y l a cioè 411 [5].
Verissimo è infatti il detto che si trova in Baba Kama, 6 fol. 71,
col. 2: “Le cose che fanno ricchi
(come la saggezza naturale) stanno al
posto della ricchezza”.
Impara pertanto a purificare
Naaman che proviene dal nord della Siria [7], e
riconosci i poteri del Giordano che è, come era, Yar Din
} y d r a y il
Fiume del Giudizio [8]
che scorre dal nord [9]. E
ricorda quel che è detto in Baba Bathra,
fol. 25, col. 2: “Colui che vuol diventare saggio, lascialo vivere al sud;
e quello che vuole arricchire, lascia
che si diriga verso il nord, etc.” Sebbene nello stesso passo Rabbi Joshuah Ben
Levi dica: “Lascialo per sempre al sud perché nel farsi saggio egli si farà
ricco al tempo stesso; com’è detto (Proverbi,
3, 16): “Longevità è nella sua destra, ricchezza e gloria nella sua sinistra”.
Così, non avrai desiderio di altre ricchezze.
Sappi
poi che i misteri di questa sapienza non sono diversi dai supremi misteri della
Qabbalah: [10]
qual’è infatti nella Santità l’ordine degli elementi, tale è nell’Impurità. E
le Sephiroth che si trovano in Aziluth sono le stesse che si trovano in Assiah [11], e
anche in quel regno che è comunemente detto minerale, benché naturalmente il
loro potere sia maggiore quando si eserciti nei piani superiori.
Pertanto
la Radice metallica occupa qui il luogo di Kether, che ha una natura occulta,
avvolta in una grande oscurità e dalla quale tutti i metalli traggono origine:
allo stesso modo è occulta la natura di Kether e da lei emanano tutte le altre
Sephiroth.
Il Piombo si trova nel luogo di Chokmah, perché,
come Chokmah è prossima a Kether, così il piombo discende immediatamente dalla
radice metallica, e in altre simili rappresentazioni enigmatiche è detto il
Padre delle nature che vengono dopo.
Lo
Stagno occupa il posto di Binah: col suo colore grigiastro mostra il Tempo e
col suo stridore adombra la severità e
il rigore del giudizio.[12]
L’Argento
viene posto da tutti i maestri della Qabbalah sotto la Sephirah Chesed a causa
del suo colore e del suo uso.
Fin qui
sulle nature bianche; seguono ora le rosse.
L’Oro,
secondo l’opinione più diffusa tra i cabbalisti, viene posto sotto Gheburah e,
anche Giobbe 37, 22, [13] lo
attribuisce al nord, non solo per il colore ma anche a causa del suo calore e
dello zolfo.
Il
Ferro viene posto in relazione con Tiphereth: è infatti simile a un guerriero,
com’è detto in Esodo 15. 2, [14] e ha
il nome di Ze’eir Anpin [15],
pronto all’ira, secondo Salmi, 2,
ultimo verso.[16]
Netzach
e Hod, le due parti mediane del corpo nonché ricettacoli seminali, sono la sede
della natura androgina del Bronzo. Allo stesso modo, le due colonne del Tempio
di Salomone, in relazione a queste due Sephiroth, erano fatte di bronzo, com’è
detto in I Re 7. 15.[17]
Yesod è
l’argento vivo [mercurio] e a lui soltanto, infatti, per caratterizzarlo, è
dato il nome di “vivente”; e quest’acqua di vita è per intero il fondamento di
tutte le nature e dell’arte metallica.
A
Malkuth, d’altra parte, per molte ragioni, si riferisce la vera Medicina dei
metalli; giacché l’una e l’altra ci pongono davanti agli occhi ciò che resta
delle nature quando sia avvenuta la trasformazione dell’oro o dell’argento,
della destra o della sinistra, del Giudizio o della Misericordia. [18] Di
tutto ciò si parlerà più diffusamente altrove.
Ti ho
così fornito la chiave per disserrare molte porte chiuse e ti ho aperto la
porta dei più intimi recessi della natura. Se tuttavia qualcuno ha disposto
queste cose con un altro ordine, non avrò discussioni con lui, tutto infatti
tende ad un unico fine. Si potrebbe dire infatti che le tre [Sephiroth] superne
[19] sono
le tre fonti delle cose metalliche: l’Acqua densa è Kether, il Sale Chokmah e
lo Zolfo Binah per ragioni ben note. E ugualmente le sette [Sephiroth] inferiori [20]
rappresentano i sette metalli: Ghedulah [o Chesed] e Gheburah l’argento e l’oro, Tiphereth il ferro, Netzach e Hod lo stagno e il
bronzo, Yesod il piombo, mentre
Malkuth sarà la femmina del metallo e la Luna dei saggi, nonché il luogo in cui
dovrebbe essere deposto il seme dei minerali secreti, cioè dell’Acqua Aurea, con questo nome compare infatti in Genesi 36, 39 [21]. Ma
sappi, figlio mio, che in queste cose sono nascosti misteri tali da non poter
essere proferiti da bocca umana: io pertanto più oltre non peccherò con la mia lingua, ma terrò chiusa la bocca, come sta
scritto in Salmi 39.2. [22]
y z j y g Ghechazi [23]
servo di Eliseo è il tipico rappresentante degli studenti volgari della natura
che si dispongono ad osservare la valle e le profondità della natura ma
non penetrano i suoi segreti, per cui si affaticano invano e restano servi per
sempre. Essi forniscono consigli su come procurare il figlio del saggio, la cui
generazione è impossibile in natura (II
Re 4,14, [24])
ma non sono in grado di fare nulla per generarlo (per la qual cosa si richiede
un Uomo come Eliseo). La Natura, infatti, non svela i suoi segreti a costoro (ibid., 26 [25]), ma
li disprezza (ibid., 30 [26]), e
per loro è impossibile resuscitare il morto alla vita (ibid., 31 [27]).
Per cui sono avidi (5, 20 [28]),
bugiardi e imbroglioni (ver. 22 e 25) [29],
garruli e propalatori dei fatti altrui (II
Re. 8, 4-5 [30]),
e invece delle ricchezze acquisiscono la lebbra, cioè le malattie, il disprezzo
e la povertà (II Re, 5, 27 [31]).
Inoltre, la parola Ghechazi y z j y g e la parola Chol l j profano o comune, hanno lo
stesso valore numerico [32].
[1] Nell’Antico
Testamento, il nome di Eliseo, profeta del regno di Israele, appare nel I e nel II Libro dei Re e nel Siracide.
Appare anche nel Nuovo Testamento, al
v. 27 del 4 cap. del Vangelo di
Luca : “ Anche ai tempi del profeta Eliseo vi erano molti
lebbrosi in Israele, eppure Dio non ha guarito nessuno di loro, ma soltanto
Naaman, uno straniero della Siria [Aram] ”. E la guarigione di Naaman ad
opera del profeta Eliseo è per l’appunto l’episodio dal quale prende avvio Aesh mezareph.
[2] Tutta la storia della guarigione di Naaman è narrata nel
cap. 5 del II Libro dei Re. Naaman,
valoroso comandante dell’esercito del re di Aram [Siria], era malato di lebbra.
Dopo una razzia degli Aramei in terra d’Israele, fu catturata una ragazza che
divenne serva della moglie di Naaman. La giovane israelita confidò alla sua
padrona che Naaman sarebbe guarito dalla lebbra se si fosse recato in Samaria
dal profeta Eliseo. Il re di Aram scrisse una lettera di presentazione per il
re d’Israele : “ Con questa lettera ti presento il mio servitore Naaman :
guariscilo dalla sua malattia ” (II
Re, 5, 6 : il versetto citato in Aesh
mezareph). La storia prosegue con l’invito del profeta Eliseo a Naaman di
immergersi per sette volte nelle acque del Giordano e con la guarigione di
Naaman.
[3] Pirquè Aboth o
« Lezioni dei Padri » comprende gli ultimi cinque capitoli del V
Ordine della Mishnah, più un sesto capitolo detto Barajtah cioè « Insegnamento non incluso » in
quella raccolta. Il testo – compilato da Rabbi Jehudah (II secolo d. C.) e,
limitatamente all’ultimo capitolo, dalla sua scuola – raccoglie massime di
morale ebraica di autori compresi tra il V secolo av. C. e il II d. C.
[4] Tohu w h t vuoto, si
trova menzionato ad apertura del Genesi
(I, 2) per dire che [In principio]
« La terra era sterminata e vuota,
le tenebre erano sulla faccia dell’abisso
[in ebraico w h
t Tehom, dalla
stessa radice di Tohu] e lo spirito di Dio si librava sulla superficie delle
acque »
[5] Eliseo e Tohu hanno in ebraico lo stesso valore numerico
[411] in virtù del fatto che ogni lettera dell’alfabeto ebraico è in realtà
anche un numero: u c y l a [Eliseo] = 1+30+10+300+70 = 411 da destra a sinistra
secondo la scrittura ebraica, w h t [Tohu] = 400+5+6= 411. E’ ciò
che nella Qabbalah si chiama ghematria, con ciò intendendo il valore numerico e
mistico-concettuale dato ad una parola o a un’intera frase in forza del
corrispondente valore numerico di ogni lettera dell’alfabeto ebraico. A maggior
chiarezza dei lettori si riporta di seguito il valore numerico delle lettere
ebraiche :
Aleph a 1,
Beth b 2,
Ghimel g 3, Daleth d 4, He h 5, Waw w 6, Zain z 7, Chet j 8, Teth f 9, Yud y 10, Kaf k 20, Lamed l 30, Mem m 40, Nun n 50, Samech s 60, Ayin u 70,
Phe p 80,
Tzadeh x 90, Qof q 100,
Resh r 200,
Shin c 300,
Taw t 400.
[6] Il trattato talmudico Baba Kama « Prima Porta » appartiene al IV Ordine della
Mishnah, Nezikin, « Danni »
e tratta dei danni alle cose e alle persone.
[7] Per purificare i nostri metalli impuri, occorre fare
come Naaman che, provenendo dal nord della Siria [Aram], andò a bagnarsi per
sette volte nelle acque del Giordano.
[8] Yar Din, Giardino o Fiume del Giudizio. Ci si riferisce
alla quinta Sephirah dell’Albero della vita o Albero delle Sephiroth. Gheburah Potenza, la quinta Sephirah, ha
altri due nomi : Din (Giudizio)
e Pachad (Terrore). Nella tradizione
cabbalistica, le Sephiroth sono i numeri primordiali della creazione e
rappresentano le ‘luci’ o le ‘forme pure a priori’ della molteplicità. Alla
colonna centrale dell’Albero appartengono : 1 Kether Corona, 6 Tiphereth Bellezza
o Armonia, 9 Yesod Fondamento, 10 Malkuth Regno. Alla colonna di destra: 2
Chokmah Sapienza, 4 Chesed Grazia o Misericordia, 7 Netzach Eternità o Vittoria. Alla
colonna di sinistra: 3 Binah
Intelligenza, 5 Gheburah Potenza, 8 Hod Gloria o Splendore.
In Genesi (2,10) si parla del fiume di Eden
che bagna il giardino dividendosi per quattro rivoli.
[9] Tra i cabbalisti l’accordo è pressoché unanime nel
ritenere il Nord o Settentrione appartenente a Gheburah [Potenza] e il Sud o
Meridione a Chesed [Grazia]. La fonte sembra essere il Sepher Yetzirah, 1, 5 dove sono indicate le dieci direzioni in
corrispondenza delle dieci Sephiroth: « Dieci Sephiroth del Nulla [belimah, senza determinazione] la loro
misura è dieci e non hanno fine. La profondità del principio [Chokmah], la
profondità della fine [Binah], la profondità del bene [Kether], la profondità
del male [Malkuth], la profondità dell’alto [Netzach], la profondità del basso
[Hod], la profondità dell’est [Tiphereth], la profondità dell’ovest [Yesod], la
profondità del nord [Gheburah], la profondità del sud [Chesed] e il Signore,
unico Dio e Re certo, domina su di loro dalla sua Santa dimora per tutta
l’eternità ».
[10] « […] E questa è la scienza dell’alchimia, che è la scienza della divinità […] E chi non conosce già la scienza del mondo
superiore [la kabbalah] non può
praticarla [l’alchimia] » [Josef Taitatzak, studioso del XV secolo,
manoscritto del British Museum, catalogo Margoliouth n.766, f.107, citato in G.
Scholem, op.cit., p. 35].
[11] La dottrina dei quattro mondi fondamentali è accennata
in Zohar (seconda metà del XIII
secolo) ma non si trova sviluppata completamente se non a partire dal XVI
secolo. I quattro mondi sono : Olam
ha-azilut o Mondo dell’emanazione, Olam
ha-beriah o Mondo della creazione, Olam
ha-yetzirah o Mondo della formazione e Olam
ha-assiah o Mondo della materia.
Il Sepher-ha Zohar o ‘Libro dello
Splendore’ è un vero e proprio corpo completo di letteratura cabbalistica e si compone di 24 sezioni oltre ad
alcuni trattati. Sugli argomenti, la data presunta di composizione, l’autore:
cfr. G.G. Scholem, La Cabala,
trad.it., Roma 1989, pp.215-244 e G.Busi, La
Qabbalah, Laterza, Bari, 1998, pp. 70-75. Per un maggiore approfondimento,
cfr. i capitoli V e VI di Le grandi
correnti della mistica ebraica di G.G. Scholem. L’edizione dello Zohar attualmente in commercio è quella
della versione francese a cura di C. Mopsik pubblicata dalla casa editrice
Verdier.
[12] Severità, rigore e giudizio: sembrerebbero attributi
della Sephirah Gheburah, negli altri suoi nomi di Din e Pachad, come già detto.
In realtà, appartengono qui a Binah che, come Intelligenza, è la sede stessa
del giudizio. Concetto questo che, unitamente a quello espresso con la severità
e il rigore, si manifesta nell’energia di Saturno-Crono, il pianeta in analogia
con la Sephirah Binah.
[13] Giobbe, 37,
2 : « Dal nord si annuncia uno
splendore dorato: è Dio circondato di luce maestosa ». La potenza
splendente che viene dal nord è quella di Gheburah, la quinta delle divine
Sephiroth.
[14] Esodo 15, 2 : « Il Signore è mio scudo, mia potenza. Egli mi
ha salvato. Lui è il mio Dio e io lo voglio ringraziare ; è il Dio di mio
padre e io lo voglio innalzare ». In Gheburah si esaltano il potere e la
forza di Dio.
[15] Letteralmente: « Il volto breve » o
« L’impaziente ». Cfr. Zohar.
[16] Salmi, 2, 12: « Perché non s’accenda improvvisa la sua ira e
voi non perdiate la vita. Felice chi confida nel Signore ». Anche
l’ira, con il potere e la forza, è una manifestazione di Gheburah.
[17] I Re 7, 15 : « Hiram fece due colonne di bronzo fuso, alte
nove metri e con una circonferenza di sei ».
[18] Sono le due colonne laterali dell’Albero delle
Sephiroth: a sinistra Gheburah o Din, a destra Chesed.
[19] Kether, Chokmah e Binah.
[20] Sono le restanti sette Sephiroth dell’Albero, cosiddette
inferiori o emotive.
[21] Genesi, 39,
36 : “ Quando Bà ‘al Chanan
figlio di ‘Achbor morì gli successe Hadar ; la sua città era Pà ‘u e sua
moglie aveva nome Mehetavel figlia di Matred figlia di Me Zahab ”.
Hadar, re di Edom, sposa dunque Mehetabel nipote di Me Zahab che significa
‘Acqua aurea o acqua prodotta dall’oro’ com’è detto più avanti, al cap.7.
[22] Salmi, 39, 2 : « Avevo detto : ‘Farò attenzione, /non
peccherò parlando troppo, /terrò a freno la mia lingua / finché mi troverò fra
gente malvagia »
[23] La sorte di Ghechazi, il servo del profeta Eliseo,
s’intreccia con la vicenda di Naaman. Quando Ghechazi seppe che il suo padrone
non aveva voluto accettare nulla di quel che gli aveva offerto Naaman, decise
di approfittarne. Così, raggiunto di corsa il valoroso comandante, con un
pretesto si fece consegnare settanta chili d’argento e due vestiti. Alla
presenza di Eliseo tentò inutilmente di negare l’accaduto. Il profeta lo
rimproverò e predisse per lui e per i suoi discendenti la malattia di Naaman.
Appena lasciato Eliseo, infatti, Ghechazi aveva su di sé i segni della malattia
(II Re, 5, 20-27). Egli, del resto,
non era nuovo all’inganno. Già in precedenza aveva tentato di appropriarsi dei
poteri del profeta, posando un bastone sulla testa del figlio della donna di
Sunem nel vano tentativo di resuscitarlo
(II Re, 4, 31).
Dal
canto suo, il profeta Eliseo sembra possedere molti dei poteri che saranno
attribuiti al Cristo dei Vangeli : risuscita i morti (II Re, 4, 36), vanifica l’azione del veleno (II Re, 4, 41), opera la moltiplicazione dei pani (II Re, 4, 43), guarisce Naaman e fa
ammalare Ghechazi (II Re, 5) etc…
La
traduzione inglese del 1714, opera di un amante
dei Filaleti, come lui stesso si definisce, riporta a fine capitolo una
nota esplicatica del fratello Q.S.N. sul significato che ha qui
Ghechazi : « Il significato di questo brano sembra essere quello di
presentare Ghechazi come lo studente di Alchimia che, consapevole della
possibilità di ogni trasmutazione, perde il suo tempo e suggerisce agli altri
di fare come lui, praticando contro la legge naturale e l’armonia, senza
comprendere che un metallo non può trasformarsi in un altro prima che si sia
tornati indietro sul sentiero dell’evoluzione sino alla materia prima. Solo
allora sarà possibile riprendere il retto cammino ». Circa la predetta
traduzione si consulti G. Scholem, op.
cit., pp. 71-72.
[24] II Re, 4, 14 : « ‘Cosa possiamo fare per lei, dunque?’ Chiese
di nuovo Eliseo. Ghechazi rispose : ‘Questa donna ha la disgrazia di non
avere figli e suo marito è già molto vecchio’ »
[25] II Re, 4, 26: « [Eliseo disse
a Ghechazi] Corrile incontro e chiedile
se va tutto bene per lei, per suo marito e per suo figlio. ‘Sì, grazie’ rispose
la donna ».
[26] Ibid., 30: « Ma la madre del ragazzo disse : ‘Giuro davanti al Signore e
davanti a te. Non me ne vado se non vieni anche tu! Allora Eliseo si mosse
insieme alla donna ».
[27] Ibid., 31: « Ghechazi era arrivato prima di loro. Aveva posato il bastone sul volto
del ragazzo, ma non c’era stata alcuna reazione, nessun segno di vita. Allora
Ghechazi andò incontro ad Eliseo e gli disse : ‘Il ragazzo non si è
svegliato!’ ».
[28] Ibid., 5, 20: « Quando Ghechazi, il servo del profeta
Eliseo, pensò : ‘Il mio padrone non ha voluto accettare quel che Naaman,
l’Arameo, gli offriva. Com’è vero che il Signore vive, rincorrerò Naaman e mi
farò dare io qualcosa’ ».
[29] Ibid., 5, 22: « ‘Tutto bene !’ – rispose Ghechazi – il
mio padrone mi manda a dirti che dalui sono giunti due giovani. Fanno parte
della regione montagnosa di Efraim. Tu dovresti offrirgli 35 chili d’argento e
due vestiti » ; 5, 25: « [Ghechazi] tornò invece dal suo padrone Eliseo e questi gli chiese : ‘Da dove
arrivi ?’ e Ghechazi rispose: ‘Da nessuna parte’ ».
[30] Ibid., 8, 4-5: « In quel momento il re stava parlando con
Ghechazi, il servo del profeta Eliseo: si faceva raccontare le grandi imprese
compiute dal profeta. E mentre gli
raccontava come Eliseo avesse resuscitato un ragazzo, venne la madre dal re a
chiedere la restituzione delle sue case e delle sue terre. Ghechazi
esclamò: ‘Re mio signore, è questa la donna di cui ti parlavo ! E’
qui con suo figlio, il ragazzo che Eliseo ha fatto tornare in vita ! »
[31] Ibid., 5, 27: « La malattia di naaman verrà su di te e i
tuoi discendenti, per sempre. Quando lasciò Eliseo, Ghechazi era già ammalato e
tutto bianco come la neve ».
[32]
Ghechazi y z j y
g 3+10+8+7+10 = 38;
Chol l j 8+30
=38. Ciò significa che Ghechazi non è un vero iniziato.