venerdì 2 giugno 2023
Massoneria Onair N°35 01-06-23 . La Loggia delle Nove Sorelle Parte 2
mercoledì 31 maggio 2023
Giordano Bruno – I dialoghi di Satira Morale
martedì 30 maggio 2023
Massoneria Onair N°34 25-03-23. La Loggia delle Nove Sorelle
giovedì 18 maggio 2023
Giordano Bruno I Dialoghi Etici
giovedì 4 maggio 2023
GIORDANO BRUNO: i dialoghi cosmologici
giovedì 27 aprile 2023
ASTROLOGIA E ASTRONOMIA Parte XVII
SEGUE DA:
ASTROLOGIA E ASTRONOMIA Parte I
ASTROLOGIA E ASTRONOMIA Parte II
ASTROLOGIA E ASTRONOMIA Parte III
ASTROLOGIA
E ASTRONOMIA Parte IV
ASTROLOGIA E ASTRONOMIA Parte V
ASTROLOGIA E ASTRONOMIA Parte VI
ASTROLOGIA E ASTRONOMIA Parte VII
ASTROLOGIA
E ASTRONOMIA Parte VIII
ASTROLOGIA
E ASTRONOMIA Parte IX
ASTROLOGIA
E ASTRONOMIA Parte X
ASTROLOGIA
E ASTRONOMIA Parte XI
ASTROLOGIA
E ASTRONOMIA Parte XII
ASTROLOGIA
E ASTRONOMIA Parte XIII
ASTROLOGIA E ASTRONOMIA
Parte XIV
ASTROLOGIA E ASTRONOMIA Parte XV
ASTROLOGIA E ASTRONOMIA Parte XVI
Pur rappresentando la continuità con il
principio maschile dei suoi avi, tutte divinità indoeuropee di società
patriarcali, Zeus-Giove ha il merito di ridestare il principio femminile e
matriarcale, mostrandone l’importanza per la civilizzazione e il miglioramento
della condizione umana. Lo fa quasi senza volerlo e nel modo più piacevole per
lui: attraverso le tante nozze e le unioni libere con dee, ninfe e donne
mortali e la vasta prole di dei e semidei che con le loro attività gratificano
il genere umano.
La saggezza l’apprende
da Metis, la prima moglie, la giustizia e l’equilibrio nel
diritto e nella natura da Temi, la seconda moglie, e da lei
nasceranno le Stagioni per scandire con ordine il Tempo e le leggi della
natura, e le Moire a ricordare la precarietà della vita umana contro ogni ubris o
presunzione: Cloto che fila lo stame della vita, Lachesi che
lo avvolge al fuso e Atropo che lo recide al momento giudicato
opportuno. Dall’unione con la ninfa Eurinome genera le
Grazie: Aglaia o dell’ornamento e dello splendore, Eufrosine,
la gioia, Talia, portatrice di fiori e di prosperità. Dalle nozze
con Mnemosine, la dea che presiede alla memoria del mondo, senza la
quale gli esseri umani vagherebbero alla cieca finendo con l’impazzire, genera
le nove Muse per rallegrare l’umanità: Calliope dalla bella
voce che protegge l’Epica, Clio che rende celebri e presiede
alla Storia, Erato che provoca il desiderio e cura la Poesia
amorosa e il suono della lita, Euterpe che allieta lo spirito
con la Poesia lirica e al suono del flauto, Melpomene, colei che
canta e presiede alla Tragedia, con maschera, spada, e bastone di Eracle, Polimnia,
che ha a cuore gli inni e si occupa dei Mimi, Talia, la musa della
Commedia, Tersicore che protegge la Danza e infine Urania che
punta un bastone verso il cielo e sostiene l’Astronomia.
E via via, passando di unione
in unione, di figli in figli, Zeus-Giove mostra la dimensione progressiva del
reale. Con Era-Giunone, l’ultima moglie, non certo l’ultima amante, il “padre
degli uomini e degli dei” annuncia al genere umano il ruolo e il valore
dell’istituzione matrimoniale, ancorché – come testimonia la sua lunga
convivenza con la dea – la vita coniugale si riveli spesso fonte di incomprensioni,
di conflitti e tradimenti. Il fatto è che l’anelito del dio è sempre proiettato
verso una totalità che non sarà mai raggiunta ma solo costantemente accresciuta
nel bene e nel male, all’insegna di un potere non incondizionato ma mediato dalle
molteplici figure di cui si circonda. Ciò che lo avvicina e allo stesso tempo
lo allontana dalla visione del divino propria del monoteismo.
Non a caso, il suo regno
nell’universo – peraltro condiviso con i fratelli Hades-Plutone e
Poseidone-Nettuno – durerà sino alla nascita di una nuova concezione che
assegna al divino l’onnipotenza, l’onniscienza e la totalità del bene, e
all’umano, sua creatura, la perfettibilità e la responsabilità delle proprie
azioni e, dunque, la sovranità del male. D’altra parte, Zeus-Giove è
consapevole di non essere il creatore del genere umano ma proprio come il Dio
del Vecchio Testamento – che invece ne è l’artefice –diffida dell’umanità e
pensa di distruggerla con il diluvio universale, ma poi concede agli esseri
umani ancora una possibilità: come farà Noè, così Deucalione e Pirra ripopoleranno la Terra
della razza umana:
«Quando avvenne il cataclisma che
noi chiamiamo diluvio oppure inondazione, tutta la razza umana perì ad
eccezione di Deucalione e Pirra che si rifugiarono sull’Etna, il monte più alto
(si dice) che sorga in Sicilia. Essi non potendo sopravvivere per la
solitudine, chiesero a Giove di concedere loro degli uomini oppure di
annientarli come era successo agli altri. Allora Giove ordinò di gettare delle
pietre dietro la schiena: quelle gettate da Deucalione divennero uomini, quelle
da Pirra donne. Questa è l’origine della parola laos (“popolo”),
poiché in greco Laas significa pietra.» (Igino
Astronomo, Fabulae, 153).
Pur
disperando del genere umano, di cui a differenza del Dio biblico non è
responsabile, e temendo addirittura di esserne spodestato (come poi avverrà,
con l’affermazione del monoteismo), Zeus-Giove mostra nell’occasione – così
come nell’episodio di Prometeo che gli ruba il potere del fuoco per darlo ai
mortali – la capacità di perdonare e l’infinita benevolenza di cui è portatore.
sergio
magaldi
martedì 25 aprile 2023
mercoledì 19 aprile 2023
Giordano Bruno e la Magia Rinascimentale – Parte 1ª
sabato 8 aprile 2023
LO ZIBALDONE LA REGIONE SCONOSCIUTA - parte 2ª
giovedì 30 marzo 2023
LO ZIBALDONE - LA REGIONE SCONOSCIUTA - parte 1ª
sabato 18 marzo 2023
Sorteggio UEFA equo, intelligente ed etico!
Forse per la prima
volta il sorteggio UEFA, per determinare l’abbinamento delle squadre europee per
quarti e semifinali, ha fatto ricorso non solo alla consueta intelligenza ma ha
utilizzato criteri di equità per la Champions e, limitatamente all’Europa
League, persino un principio etico!
Dell’equità, profusa a piene mani in Champions, traggono
finalmente vantaggio anche le squadre italiane che hanno conquistato sul campo
il diritto a disputare i quarti di finale. Sul tabellone uscito per tracciare
il cammino sino alla finalissima, l’alea del sorteggio ha infatti recepito un
principio di giustizia anche ad evitare che le protagoniste delle fasi finali
siano quasi sempre le stesse: da una parte il Napoli emergente che non solo non
ha mai vinto ma che neppure nell’era del grande Maradona aveva raggiunto i
quarti di finale di Champions. E con il Napoli, il Milan che pur con le sue 7
coppe non vince dal 2006/2007, l’Inter che con 3 coppe non vince dal 2009/2010
e infine il Benfica che conta 2 vittorie di cui l’ultima risale addirittura al
1961/1962. Dall’altra parte del tabellone invece il sorteggio equanime schiera
il Real Madrid, campione in carica con ben 14 coppe, il Bayern Monaco con 6
vittorie di cui l’ultima nel 2019/2020, il Chelsea con 2 coppe di cui l’ultima
conquistata nel 2020/2021 e che nell’ultima edizione ha disputato la
finalissima perdendo contro il Real Madrid, e infine il Manchester City,
squadra allenata da Guardiola, ormai emergente da anni e finalista dell’edizione
del 2020/2021.
Pertanto, la finalissima di Champions del 10 giugno, allo
stadio Atatürk di Istambul, vedrà di fronte una squadra del gruppo che non ha
mai vinto o non vince da tempo (le probabilità che sia una squadra italiana,
Benfica permettendo, sono a questo punto del 75%) e una squadra che ha vinto
tanto e anche di recente o comunque, come nel caso del Manchester City, che è
stata protagonista nelle ultime edizioni e che ha disputato la finale nel 2021.
Diversamente, il criterio usato dall’intelligenza del
sorteggio per l’Europa League sembra rifarsi più all’osservanza di un principio
etico. Per associazione e strana coincidenza, infatti, viene in mente un
concetto enunciato dal Procuratore della FIGC in Corte d’Appello nel chiedere
la penalizzazione di 9 punti della Juventus nel processo per presunte false
plusvalenze (punti di penalizzazione con sentenza portati poi addirittura a
15!), al fine di determinare la sua collocazione alle spalle della Roma (allora
al 4°posto) cioè in posizione penalizzante e non utile per accedere alla
Champions 2023/24.
Quale il cammino tracciato dal sorteggio per Roma e
Juventus, le due squadre italiane qualificate per i quarti? La Roma per
raggiungere la finale deve vincere
contro il Feyenoord (la squadra olandese già battuta dai giallorossi lo scorso
anno a Tirana nella finale di Conference League) e una delle due tra Bayern
Leverkusen o Union SG. Alla Juve, per raggiungere lo stesso traguardo, occorre
battere lo Sporting Lisbona che ha eliminato l’Arsenal (attualmente al vertice
della Premier League, il campionato inglese) e poi una tra le squadre giudicate
tra le più forti, rimaste nella competizione dopo l’Arsenal, e cioè Manchester
United o Siviglia.
Tutto ciò non significa d’altra parte che a vincere la
Champions di quest’anno sarà una squadra che non ha mai vinto o che non vince
da tanto tempo, né che la Roma avrà vita facile in Europa League. Significa però
che ad una soltanto delle squadre che in questi ultimi anni sono state tra le
protagoniste del torneo di calcio per club più prestigioso del continente, e
forse del mondo, è data la possibilità di vincere, così come significa che il
percorso della Juventus in Europa League per raggiungere la finale di Budapest del 31 maggio si è fatto improvvisamente
molto difficile. Certo però non impossibile! E proprio in questo consiste la
sapienza del sorteggio: inclina ma non determina, proprio come gli
intellettuali del Rinascimento dicevano degli astri: “inclinano però non
determinano!”.
sergio magaldi
giovedì 16 marzo 2023
Massoneria OnAir N° 33 16-03-23 Giordano Bruno e John Nada Parte 2.
L'originalità filosofica di Giordano Bruno e il suo sincretismo esoterico - che non è mai mero eclettismo - alla riscoperta della "magia degli antichi" .
Il filosofo nolano fu un rivoluzionario nella storia del suo tempo anche nel collegare la sua concezione del rapporto Infinito-finito a quello che definisce "il vizio d'origine del Cristianesimo".
martedì 14 marzo 2023
L'Amore Consapevole – Parte 2ª – Zibaldone on line
...L’amore consapevole non è solo questione
di regole, perché gli amanti avvertano davvero “il brivido cosmico” occorre che
tra loro ci sia quel sentire inconsapevole, celebrato nella poesia, nella musica e nell’arte: il
sentimento che ha legato il protagonista a Shekinah
e che ora lo lega a Virginia! L’amore vero,
insomma.
giovedì 9 marzo 2023
Massoneria OnAir N°32 09-03-23 Giordano Bruno e John Nada
La rivoluzione copernicana diventa in Giordano Bruno una vera e propria rivoluzione cosmologica. Tutto l'universo è fatto come è fatta la Terra. Non c'è che un Infinito Principio Onnipotente e ovunque un'identica Materia Universale che al suo interno reca lo Spirito della propria costante trasformazione. La Natura stessa non è che la veste di questo Infinito e la realtà in cui viviamo non ne è che l'Ombra...
martedì 28 febbraio 2023
L'AMORE CONSAPEVOLE - Lo Zibaldone online
Dal vero e recente ritrovamento di un piccolo frammento di
papiro scritto in copto su cui è scritto: “E
Gesù disse loro, mia moglie… lei sarà capace di divenire mia discepola”
(con chiaro riferimento alla Maddalena) nonché dalla nuova pubblicazione,
corredata di saggi di eminenti studiosi, della “Lettera sulla Santità” (testo ebraico anonimo del XIII Secolo), il
direttore della Chiaroscuro Editrice
concepisce l’idea dell’amore consapevole da lanciare attraverso opere
editoriali e soprattutto con la fondazione di una Accademia che di questo amore
insegni le regole.
L’amore consapevole si riconnette alle pratiche iniziatiche di trasformazione: dal Ling-hsiou e ricerca del Dao del taoismo, ai Sette Palazzi della tradizione ebraico-cabbalistica, ai Chakra della tradizione tantrica etc…. Per realizzare il progetto, il direttore dovrà sciogliere diversi interrogativi, a cominciare dal significato delle lettere ricevute da una sedicente Shekinah (da “divina presenza” e figura simbolica della tradizione ebraica divenuta creatura reale), e al riapparire di un antico amore nella persona di Virginia. Dovrà inoltre anche affrontare un complotto su scala internazionale teso a soffocare sul nascere il progetto dell’amore consapevole.
domenica 26 febbraio 2023
ASTROLOGIA E ASTRONOMIA Parte XVI
SEGUE DA:
ASTROLOGIA E ASTRONOMIA Parte I
ASTROLOGIA E ASTRONOMIA Parte II
ASTROLOGIA E ASTRONOMIA Parte III
ASTROLOGIA
E ASTRONOMIA Parte IV
ASTROLOGIA E ASTRONOMIA Parte V
ASTROLOGIA E ASTRONOMIA Parte VI
ASTROLOGIA E ASTRONOMIA Parte VII
ASTROLOGIA
E ASTRONOMIA Parte VIII
ASTROLOGIA
E ASTRONOMIA Parte IX
ASTROLOGIA
E ASTRONOMIA Parte X
ASTROLOGIA
E ASTRONOMIA Parte XI
ASTROLOGIA
E ASTRONOMIA Parte XII
ASTROLOGIA
E ASTRONOMIA Parte XIII
ASTROLOGIA E ASTRONOMIA Parte XIV
ASTROLOGIA E ASTRONOMIA Parte XV
Zeus-Giove è innanzi tutto un
dio del cielo, come lo era stato suo nonno Urano ma con un significato ben
diverso, più vicino al Dio del cielo e della terra delle religioni
monoteistiche.
Anche fisicamente, il suo
corpo celeste si rivela come il più importante dell’intero sistema solare
(quasi un secondo Sole!), il pianeta più maestoso, per i tanti satelliti di cui
si circonda, il più visibile a occhio nudo dalla Terra per via delle sue
dimensioni gigantesche che potrebbero contenere circa 1300 volte la stessa
Terra. Così, in analogia con il mito, il
pianeta si rivela di fatto come il più vicino a noi, nonostante la grande
distanza che lo separa dal mondo abitato da umani, animali, piante e minerali.
A differenza dell’avo Urano, Zeus-
Giove del mito non governa i cieli standosene appartato e rivelando una natura
eccentrica e poco socievole (Urano), al contrario, egli fa in modo che cielo e
terra si corrispondano e manifesta verso tutti coloro che credono in lui e gli
offrono sacrifici la massima disponibilità e socievolezza (giovialità,
appunto…). La lotta per la conquista del potere gli ha insegnato ciò che
Saturno e Urano avevano ignorato: l’importanza degli altri e delle alleanze,
senza nemmeno farsi troppi scrupoli, nella conquista e soprattutto nella
gestione del potere.
Urano aveva relegato nelle
caverne la prima generazione cosmica per timore di esserne
spodestato e al tempo stesso per la ripugnanza che quelle forme, talora
mostruose suscitavano in lui: sei Titani (Oceano, Ceo, Crio, Iperione, Giapeto
e Crono) e sei Titanidi (Tea, Rea, Temi. Teti, Febe e Mnemosine), i Ciclopi che
avevano un solo occhio in mezzo alla fronte e gli Ecantochiri o Centimani che
avevano cento braccia e cinquanta teste dalle quali sputavano fuoco. Quando
Crono-Saturno spodestò suo padre Urano, liberò i suoi fratelli Titani, ma
lasciò in catene Ciclopi ed Ecantochiri: per l’eccessiva prudenza che gli era
congeniale, Saturno non si fidava di loro. Nel muovere guerra contro Saturno,
Giove liberò Ciclopi ed Ecantochiri, ottenendo in cambio non solo un’alleanza
preziosa contro Saturno e i Titani ma i doni-simbolo del potere regale e
celeste: folgore, fulmine e gestione del fuoco. Conquistato il potere, sempre
su consiglio di Metis o Saggezza che fu la sua prima moglie
(poi inghiottita per tenerla sempre con sé!), Zeus-Giove decise di dividerlo
con i suoi fratelli Ades-Plutone e Poseidone-Nettuno. Il “padre degli uomini e
degli dei” come Omero chiama Giove non fu solo un antesignano del monoteismo ma
anche della democrazia, per tutto ciò che di buono rappresenta in sé ma anche
per tutto ciò che nasconde di intrighi, manipolazioni, alleanze strumentali.
La progressiva
universalizzazione di Zeus-Giove è ben visibile dal proliferare, accanto al
culto generale del dio, di una miriade di culti locali a sottolineare gli
attributi della divinità nonché specifiche protezioni che il dio era in grado
di accordare quando lo si invocava e gli si offrivano sacrifici. Abbiamo così,
tra l’altro, Zeus Nemeo, dalla città di Nemea in Argolide, dove con cadenza
biennale si svolgevano i Giochi Panellenici; Zeus Olympios, relativo al dominio
del dio su tutti gli altri dei; Zeus Panhellenios o signore di tutti i Greci;
Zeus Xenios o custode delle leggi dell’ospitalità; Zeus Agoraios o Zeus che
vigila sugli affari pubblici; Zeus Soter o Zeus salvatore di tutta l’umanità;
Zeus Erceo o protettore della casa; Zeus Bulaios o protettore dello stato; Zeus
Eleutherios o custode della libertà e così via… Un po’ quello che avviene con i
santi del monoteismo cattolico, con la differenza che a quest’ultimi sono
assegnati più che altro compiti di protezione dei fedeli (sino ai miracoli)
piuttosto che attribuzioni di liberalità.
Zeus-Giove, tuttavia, non è
ancora il Dio unico delle religioni del Libro, non solo perché non è esente da
colpe e insieme agli altri dei è pienamente responsabile di quanto di negativo
accade nel mondo, ma anche e soprattutto perché non è un dio creatore, benché
lo si dica “padre di uomini e dei”, e non è onnipotente né onnisciente. Egli
può molto, è vero, e sa molte più cose degli altri – dei ed esseri umani – ma
potere e scienza non sono in lui assoluti. È buono, cordiale e talora
caritatevole – come sarà con i fedeli e con i suoi tanti figli, ad eccezione di
Ares Marte che proprio non sopporta per il carattere – ma non è
“l’infinitamente buono”, e non è esente dai vizi e dalle passioni che
appartengono al genere umano. All’occorrenza, per difendersi dai nemici, egli
non esita dal ricorrere alla violenza (in questo ricordando più il Dio del
Vecchio Testamento che il Cristo dei Vangeli, ancorché neppure Lui esente da
scatti d’ira), come dimostrò nel reprimere la rivolta dei Giganti con l’aiuto
di Eracle e nel folgorare il mostruoso Tifòne che lo aveva fatto prigioniero e
dal quale riuscì a liberarsi grazie all’aiuto di Ermes e di Pan.
sergio
magaldi
S E G U
E
martedì 14 febbraio 2023
MUSSOLINI (parte 3ª) da compagno a camerata
Nel terzo e ultimo incontro in occasione del Centenario della Marcia su Roma, l’analisi verte ora sui molteplici eventi che portarono Mussolini alla presa del potere: dalla direzione de Il Popolo d’Italia, da quotidiano socialista divenuto ora “dei combattenti e dei produttori”, alla fondazione nell’immediato dopoguerra del movimento dei Fasci di Combattimento (evoluzione dell’originario Fascio Rivoluzionario di azione internazionale e dei successivi Fasci di azione rivoluzionaria) caratterizzato ancora, nel programma cosiddetto di San Sepolcro, fortemente a sinistra ma in netta antitesi con il socialismo ufficiale del quale si continua a condannare, soprattutto dopo la disfatta di Caporetto, la neutralità assoluta durante la guerra e addirittura il presunto disfattismo.
Tuttavia, la svolta vera e propria Mussolini la compie il 9 novembre del 1921 con la fondazione del Partito Nazionale Fascista (PNF), sostenuta dallo squadrismo e dal fascismo agrario, dopo il fallimento nell’estate precedente del Patto di Pacificazione con i socialisti. Infine, l’azione decisiva per la presa del potere, Mussolini la sferra l’anno successivo quando, dal Consiglio Nazionale del PNF, tenuto a Napoli il 24 ottobre del 1922, sarà ratificata la decisione di marciare su Roma.
lunedì 13 febbraio 2023
Massoneria Onair N°31 09-02-2023 Cattolici e Massoni Parte 1
I rapporti tra cattolici e massoni alla luce della Storia e nella diversità della dottrina.
La condanna del “relativismo filosofico e morale della Massoneria”,
contenuta alla fine del XIX secolo nell’Enciclica Humanum Genus di Papa Leone XIII, e ribadita ancora nel 1984
dall’allora Direttore della Congregazione della dottrina della fede, futuro
Papa Ratzinger, non ha tuttavia impedito ai cattolici di essere anche massoni
e/o comunque di stabilire un confronto e un dialogo costante tra Chiesa Cattolica e Massoneria.
martedì 31 gennaio 2023
MUSSOLINI (parte 2ª) DA PACIFISTA A INTERVENTISTA
L’occasione del Centenario
della Marcia su Roma ha portato a rivisitare, attraverso documenti
testuali e analisi critiche, l’ascesa di Mussolini all’interno del Partito
Socialista Italiano sino al Congresso di Ancona (26-29 aprile 1914) in cui la
corrente dei socialisti rivoluzionari, alla quale appartiene Mussolini, ottiene la maggioranza sui riformisti
di sinistra (i riformisti
di destra
erano stati espulsi, in gran parte per l’azione dello stesso Mussolini, nel Congresso di Reggio Emilia
di due anni prima). La vittoria di Mussolini
ad
Ancona è schiacciante: entra a far parte della Direzione del Partito, è
riconfermato direttore dell’ “Avanti!” e ottiene l’espulsione dei
massoni. Allo scoppio della Prima Guerra Mondiale (28 luglio 1914 – 11 novembre
1918), l’impegno di Mussolini è tutto diretto dalle pagine
dell’ Avanti! a sostenere con forza la
posizione della neutralità e del tradizionale pacifismo dei socialisti. Col
trascorrere dei mesi, tuttavia, per azione dell’ interventismo
di sinistra (che comprende repubblicani, socialisti riformisti, radicali, futuristi,
massoni e alcuni sindacalisti rivoluzionari) che vede nella guerra contro
l’Austria l’occasione di completare il nostro Risorgimento, Mussolini cambierà atteggiamento sino a
coniare la formula : “Dalla neutralità assoluta
alla neutralità attiva ed operante” che lo porterà più tardi a
battersi per l’intervento in guerra accanto a Francia, Inghilterra e Russia e a
fondare in autonomia il quotidiano socialista Il
Popolo d’Italia con la relativa espulsione dal Partito
Socialista.
venerdì 27 gennaio 2023
IL GIORNO DELLA MEMORIA 27 gennaio 2023
Parafrasando simbolicamente alcuni versetti
dello Shemah Israel… (Shemà Israel Adonai
Elohenu Adonai Echad, dha hwhw wnyhla hwhy larcy umc “Ascolta, Israele: il Signore è il nostro Dio, il
Signore è Uno…”;), Primo Levi
(1919-1987), probabilmente nel
gennaio del 1946, subito dopo la liberazione da Auschwitz, scrisse una poesia che descrive la miserabile
condizione dei detenuti nei campi di sterminio nazisti. Pochi versi per
ricordare fino a che punto si possano calpestare i diritti umani e che suonano
come un ammonimento per la coscienza di tutti.
Shemah Israel... “…E
metterai queste parole che Io ti comando oggi, nel tuo cuore, e le insegnerai
ai tuoi figli, pronunciandole quando riposi in casa, quando cammini per la
strada, quando ti addormenti e quando ti alzi. E le legherai al tuo braccio, e
le userai per separare i tuoi occhi, e le scriverai sugli stipiti della tua
casa e sulle tue porte…”
“Shemah” di Primo Levi (Da
“Se questo è un uomo”, Editore Da Silva 1947, Einaudi 1956)
Voi che vivete sicuri
Nelle vostre tiepide case,
voi che trovate tornando a sera
il cibo caldo e visi amici:
considerate se questo è un uomo
che lavora nel fango
che non conosce pace
che lotta per mezzo pane
che muore per un sì o per un no.
Considerate se questa è una donna
senza capelli e senza nome
senza più forza di ricordare
vuoti gli occhi e freddo il grembo
come una rana d’inverno.
Meditate che questo è stato:
vi comando queste parole
Scolpitele nel vostro cuore
Stando in casa e andando per via,
coricandovi alzandovi;
ripetetele ai vostri figli.
O vi si sfaccia la casa,
la malattia vi impedisca,
i vostri nati torcano il viso da voi.
giovedì 26 gennaio 2023
Massoneria Onair N°30 26-01-23 Iniziazione Controiniziazione Degenerazi...
domenica 22 gennaio 2023
JUVE PENALIZZATA DI 15 PUNTI
La decisione della Corte d’appello della Figc
di penalizzare la Juventus di 15 punti in classifica per la vicenda delle
cosiddette plusvalenze fittizie sta suscitando l’ira dei tifosi bianconeri e il
giubilo di tutti gli antijuventini, da sempre pronti a scagliarsi contro la
squadra di calcio più titolata d’Italia. Il tifo, però, rischia di non essere
sereno nel valutare, in un senso o nell’altro, i fatti che hanno portato il procuratore della Figc, Giuseppe
Chiné, a
chiedere in appello la riapertura del processo - archiviato in prima istanza -
e la penalizzazione di 9 punti per la Juve che la Corte ha poi addirittura portato
a 15.
Vediamo
sia pure in breve sintesi i fatti, punto per punto:
1)Tutto ha inizio con le indagini di Consob (Commissione Nazionale per le Società e la Borsa) e Covisoc (Commissione di vigilanza della Federazione Italiana Gioco Calcio-Figc sulle società di calcio professionistiche) sulle operazioni di mercato delle squadre di Serie A. Essendo la Juve quotata in borsa, il Codacons (Coordinamento delle associazioni per la difesa dell'ambiente e la tutela dei diritti di utenti e consumatori) chiede alla Procura di Torino se nelle operazioni di mercato della Juventus e nei bilanci vi siano state misure a danno degli azionisti.
2)La
Procura di Torino dispone immediatamente l’indagine. Di rimbalzo interviene con
una inchiesta anche l’organo giudiziario della Figc che pur sospettando
anomalie del mercato, per presunte plusvalenze fittizie, assolve in prima
istanza la Juve e le altre squadre con cui la società piemontese dal
3) Dalle indagini della Procura di Torino emergono però nuovi elementi che consentono al procuratore della Figc di chiedere la riapertura del processo e la penalizzazione di 9 punti della Juventus, nonché la sospensione temporanea dei suoi dirigenti e dei dirigenti delle altre squadre con cui la Juventus ha concluso operazioni di mercato basate sul sistema delle plusvalenze nello scambio di giocatori.
4) La Corte d’appello della Figc decide infine, nella tarda serata dello scorso Giovedì 20 gennaio di penalizzare di 15 punti la Juventus in classifica e di sospendere con varie tempistiche i suoi dirigenti, mentre assolve tutte le altre squadre e i loro dirigenti.
5) Di qui, la rabbia del popolo juventino, ma anche la domanda (solo ingenua?) di molti addetti ai lavori: “Com’è possibile che venga penalizzata solo la Juve, se le plusvalenze fittizie o meno si realizzano sempre almeno tra due squadre?”.
6) La domanda che a prima vista sembra legittima non tiene conto delle INTERCETTAZIONI: i dirigenti della Juve – secondo notizie rese pubbliche dai media – si sarebbero lasciati andare nelle conversazioni telefoniche intercettate dalla Procura di Torino a dover ammettere di aver fatto ricorso a plusvalenze fittizie per far quadrare i bilanci. Il motivo per cui tutte le squadre con cui la Juventus ha fatto operazioni di mercato con “presunte” plusvalenze fittizie siano state assolte dipenderebbe dal fatto che l’ammissione di “colpevolezza” nelle intercettazioni non riguarderebbe questo o quel giocatore, questa o quella società in particolare, ma un intero sistema di scambio. E proprio questo, tuttavia, rappresenta a mio giudizio il lato debole della sentenza della Corte d’appello della Figc. Bisognerà comunque attendere le motivazioni della sentenza, prima di poter far ricorso alla Giunta del Coni che funziona come Cassazione e/o terzo grado di giudizio e che, com’è noto, non può intervenire sul merito, ma solo cancellare la sentenza per vizio di forma e/o per riscontrata lesione dei diritti della difesa e rinviare il tutto alla Figc per l’eventualità di un nuovo procedimento.
7) Dal che risulta almeno parzialmente giustificato lo sfogo dei tifosi che si può così riassumere: “Perché solo noi? Perché solo i dirigenti juventini sono intercettati? Se si facessero indagini accurate su tutti gli altri club della Serie A, a cominciare dalle società altrettanto prestigiose del Campionato, si giungerebbe allo stesso risultato che ha portato alla penalizzazione della Juve”. Può darsi, ma può darsi anche di no, per due ragioni: a) intercettazioni su altre squadre non possono essere usate dalla Figc semplicemente perché NON CI SONO: le procure di altre città, a differenza della Procura di Torino, non hanno aperto indagini sulle squadre cittadine e dunque chiesto al Gip l’autorizzazione ad intercettare b) anche in presenza di intercettazioni, non è detto che i dirigenti di queste altre società abbiano mai ammesso, durante le conversazioni telefoniche, di essere ricorsi al sistema delle plusvalenze fittizie.
Tutto ciò premesso, non resta alla Juve che affidarsi alla nuova dirigenza e al nuovo Presidente che ha parlato di “difesa senza arroganza”. Ai tifosi cosiddetti antijuventini l’invito a domandarsi: “Che succederebbe se anche la mia squadra fosse indagata seriamente?”. Ai tifosi juventini il dovere di sostenere la squadra in tutto e per tutto, soprattutto sui campi di gioco, a cominciare dalla difficile partita di questa sera a Torino contro l’Atalanta. Ricordando altresì ciò che di buono è stato fatto dalla Presidenza e dal C.D. dimissionari: i 9 scudetti, le due finali di Champions e i tanti acquisti di calciatori che hanno dato prestigio alla squadra, tutti successi che non possono essere dimenticati per ciò che avviene oggi sul piano amministrativo-giuridico (personalmente ritengo sbagliata se non addirittura controproducente la misura delle plusvalenze adottata dall’UEFA sia pure al fine di limitare i debiti delle squadre di calcio: un’indagine puntuale su tutte le principali società calcistiche europee – con l’eccezione forse solo di quelle della Premier League dotate di risorse quasi illimitate – metterebbe probabilmente in luce il fenomeno pervasivo delle cosiddette plusvalenze fittizie), nonché sul piano meramente sportivo, dove la Juve da circa un anno e mezzo, alternando vittorie “di corto muso” a disfatte impensabili (vedi le tre sconfitte sulle quattro partite di Champions e il recente 5-1 subito contro il Napoli), mostra ormai, forse, il gioco peggiore della Serie A.
venerdì 20 gennaio 2023
Massoneria OnAir N°29 19-01-23 Iniziazione, Controiniziazione, Degeneraz...
L'iniziazione nel senso più autentico si riferisce alla sfera del sacro, cioè - come sostiene Mircea Eliade - al tentativo di dare significato all'esserci dell'uomo nel mondo. Presuppone la trasmissione di un sapere da parte di una ininterrotta catena iniziatica.
martedì 17 gennaio 2023
MUSSOLINI SOCIALISTA (parte I)
venerdì 6 gennaio 2023
ASTROLOGIA E ASTRONOMIA Parte XV
SEGUE DA:
ASTROLOGIA E ASTRONOMIA Parte I
ASTROLOGIA E ASTRONOMIA Parte II
ASTROLOGIA E ASTRONOMIA Parte III
ASTROLOGIA
E ASTRONOMIA Parte IV
ASTROLOGIA E ASTRONOMIA Parte V
ASTROLOGIA E ASTRONOMIA Parte VI
ASTROLOGIA E ASTRONOMIA Parte VII
ASTROLOGIA
E ASTRONOMIA Parte VIII
ASTROLOGIA
E ASTRONOMIA Parte IX
ASTROLOGIA
E ASTRONOMIA Parte X
ASTROLOGIA
E ASTRONOMIA Parte XI
ASTROLOGIA
E ASTRONOMIA Parte XII
ASTROLOGIA
E ASTRONOMIA Parte XIII
ASTROLOGIA E ASTRONOMIA
Parte XIV
Il contrasto Giove-Saturno non riguarda solo il rapporto
tra vita attiva e vita contemplativa, ma è un vero e proprio scontro
generazionale come si evince dal mito più noto di Zeus-Giove. Questo mito si
collega allo scampato pericolo da parte del futuro “Signore degli uomini e
degli dei” (Zeus-Giove, secondo l’espressione usata da Omero) di finire
divorato dal padre Krono-Saturno, come tutti i suoi fratelli, e allo
stratagemma di sua madre, la titanide Rea, che lo sottrae al marito,
sostituendolo con una pietra.
Portato a Creta e nascosto in una grotta, il piccolo Zeus trova la protezione di Adrastea, (dopo Rea, un altro simbolo della Grande Madre e del potere femminile) che lo pone in una cesta d’oro e lo fa allevare dalla capra Amaltea. Ancora adolescente, il dio arricchisce il simbolismo di cui è portatore: rompe per gioco un corno della capra e ne fa la Cornucopia o corno dell’abbondanza, colmo di cibi e bevande. Adulto, sacrifica Amaltea e dalla sua pelle ricava l’egida, lo scudo o l’armatura con cui proteggersi, mentre fa della capra-nutrice una stella e la pone nella costellazione dell’Auriga. Ormai forte e sicuro di sé Zeus, grazie all’effetto di una droga, costringe suo padre Saturno a rigettare i fratelli che aveva ingurgitato, quindi gli muove guerra, lo sconfigge, lo spodesta e lo fa prigioniero nel Tartaro, guardato a vista dal fratello Hades-Plutone, al quale ha concesso il regno sotterraneo, mentre a Poseidone-Nettuno, un altro dei fratelli liberati, ha assegnato il dominio dei mari.
Luciano di Samosata, prolifico autore siriano di lingua greca, vissuto tra il 120 e il 200, nel dialogo di apertura dei Saturnalia, tra Kronosolone (sacerdote di Saturno e addetto alla legislazione della festa) e Saturno, punta sull’ironia per screditare il mito della presa del potere da parte di Giove. Lo stile ricorda i dialoghi di Platone e il contenuto riecheggia Aristofane, allorché attribuisce a Giove la stessa cecità nel distribuire le ricchezze che il grande commediografo greco rimprovera a Plutone. Tra il serio e il faceto, Luciano di Samosata (120-192 d.C.),quasi un laudator temporis acti, lancia un messaggio ai contemporanei: del clima di decadenza e di corruzione che stanno vivendo, il primo responsabile è Giove che non ha fatto del mondo un regno di pace e di giustizia, ma al contrario con la sua astuzia e i suoi intrighi ha contribuito a diffondere la malvagità tra gli esseri umani.
Dai Saturnalia di
Luciano di Samosata:
«Il Sacerdote. O
Saturno, che oggi sembri essere tu il Signore, ed a te si fanno sacrifici e
preghiere, nei giorni della tua festa che cosa potrei domandare ed avere da te?
Saturno. Pensa a ciò che più desideri
e dimmelo; se pure credi che io, in possesso di signoria e profezia, non
conosca già ciò che più ti piace. Chiedimi, e se posso, non ti dirò di no.
Il Sacerdote. Ci ho pensato tanto! Ti dirò
le cose che tutti desiderano e che a te è facile dare: ricchezze ed oro assai,
comandare a molti uomini, possedere molti servi, vesti finemente ricamate,
argento, avorio e altre cose preziose. Deh, dammene qualcuna di queste, o
possente Saturno, affinché anch’io goda un po’ della tua signoria: io solo non
dovrò mai avere un briciolo di bene per tutta la vita?
Saturno. Vedi? Mi domandi ciò che non
è in mio potere, giacché non distribuisco io queste cose: però non ti crucciare
se non le avrai: chiedile a Giove quando tra non molto egli tornerà il Signore
di tutti. Io prendo questa signoria a certe condizioni, io! Non più che per
sette giorni, dopo i quali ritorno subito privato cittadino. E in questi sette
giorni io non debbo impicciarmi di faccende gravi o pubbliche, ma solo pensare
a chi beve, si ubriaca, grida, scherza, gioca a dadi[…] questo mi è permesso di
fare: quelle cose grandi, come le ricchezze e l’oro, le dà Giove a chi più gli
piace.
Il Sacerdote. Ma Giove, o mio Saturno, non
è né facile né alla mano. Io mi sono stancato di pregarlo, sprecando tanto
fiato. Fa sempre il sordo, e squassando l’egida, brandendo la folgore e
volgendo il cipiglio egli mette paura a chi vorrebbe chiedere. E se talvolta si
piega a qualcuno e l’arricchisce, lo fa senza giudizio, e quasi a dispetto,
perché spesso lascia secchi gli uomini dabbene e gli assennati, e piove
ricchezze sui ribaldi, gli stolti, i crapuloni, la gente da forca e altra
canaglia […] O il più buono dei Titani[…]chiariscimi una cosa che da tempo
desidero sapere. Se me la dirai, mi avrai ben compensato dei sacrifici che
faccio per te, e ti assolverò da ogni altro debito.
Saturno. Di’ pure: ti risponderò, se è cosa che conosco.
Il Sacerdote. Innanzi tutto, è vero ciò che
dicono di te? Che divoravi i figli avuti da Rea, e che ella, dopo averti
sottratto Giove e messa una pietra al suo posto, te la diede da mangiare, e che
Giove cresciuto in età ti tolse il potere, ed avendoti vinto in battaglia, ti cacciò
nel Tartaro, dove ti incatenò insieme a tutti quelli che erano dalla tua parte?
Saturno. Ehi tu! Se oggi non fosse
festa, e lecito ubriacarsi e ingiuriare impunemente i padroni, sapresti che
posso ancora non farmela passare la mosca sotto il naso! Farmi questa sorte di
domande, senza aver rispetto per un dio così canuto e vecchio!
Il Sacerdote. Questo, o Saturno, non lo
dico io, ma Esiodo ed Omero; e mi rincresce dirti che quasi tutti gli uomini lo
tengono per vero.
Saturno. E credi tu che quel pecoraio
chiacchierone sapesse il vero dei fatti miei? Pensaci un po’. Ci può esser mai
un uomo (non dico un Dio) che voglia mangiarsi i figli, se pur non sia un
Tieste, che li mangi per inganno dell’empio fratello? Ma sia pure: come non
sentir sotto i denti che è pietra e non carne? Non c’è stata guerra! Mai Giove
mi ha tolto il regno per forza, ma gliel’ho ceduto io volontariamente e mi sono
ritirato. Quali catene, qual Tartaro? Io son qui e tu mi vedi, se non sei cieco
come Omero.
Il Sacerdote. E per quale motivo, o
Saturno, lasciasti il regno?
Saturno. Ti dirò. Innanzi tutto,
essendo vecchio e sofferente di podagra (e questo muovermi a fatica ha fatto
credere al volgo che io fossi incatenato), non riuscivo a contenere la grande
malvagità che oggi c’è tra la gente: quel dover sempre correre su e giù, e
brandire il fulmine, e sfolgorare gli spergiuri, i sacrileghi e i violenti, era
una fatica grande e da persona giovane, per cui la lasciai volentieri a Giove.
Inoltre, mi parve bene dividere il regno tra i miei figli, ed io godermela
zitto e quieto, senza rischiare l’osso del collo per colpa di chi prega e
spesso domanda cose contraddittorie. Senza essere costretto a mandare tuoni,
lampi, e talora i rovesci di grandine. E così da vecchio meno una vita
tranquilla, fo buona cera, bevo del nettare più schietto, e chiacchiero un po’
con Giapeto e con gli altri dell’età mia, e Giove si tiene il regno e i mille
affanni. Nondimeno, ho voluto riservare questi pochi giorni, alle condizioni
che t’ho dette, e ripiglio il regno per ricordare agli uomini la vita che
menavano al tempo mio, quando senza seminare e senza arare,la terra produceva
ogni bene, non vi erano spighe ma pane bello e fatto, e carni già cotte, e il
vino scorreva a fiumi, e vi erano fontane di miele e di latte. Tutti erano
buoni, tutti uomini d’oro. Questa è la ragione della breve durata del mio
regno. È perciò che da ogni parte si levano schiamazzi, suoni e canti e si vede
la gente giocare, e c’è parità di diritti per tutti, liberi e servi: al tempo
mio, infatti, nessuno era schiavo!»
La satira che caratterizza la figura
di Giove nei “Saturnali” di Luciano di Samosata manifesta in realtà la mutata
concezione del politeismo greco: un dio, un dio soltanto è detto ora “padre
degli uomini e degli dei”, prefigurando in nuce l’avvento del
monoteismo. Tant’è che Luciano di Samosata fa dire a un suo personaggio che il
dio non ha fatto del mondo un regno di pace e di giustizia, ma che, al
contrario, con la sua astuzia e la sua prepotenza ha contribuito a diffondere la
malvagità tra gli esseri umani. Dunque, Zeus-Giove è agli occhi dello scrittore
l’unico e il solo responsabile di quanto accade nella realtà.
Diversamente il monoteismo risolverà il problema che d’après Leibniz
si dirà della teodicea: la presenza del male nel mondo non è imputabile alla
giustizia divina ma al diavolo e al comportamento umano, oppure è soltanto un
bene differito perché “Le strade del Signore sono infinite”.
S E G U E
sergio
magaldi