Non
sono pochi coloro che si meravigliano di come la pandemia del Covid-19 dopo il declino estivo sia ritornata con rinnovato vigore a imperversare un po’
ovunque ma…
di
Alberto Zei
Le
ondate di pandemia sono manifestazioni tipiche di molte specie in natura che hanno
luogo nella nostra quotidianità. Queste iniziano, crescono e declinano in modo
molto analogo a tanti altri eventi ripetitivi da non farci neppure caso. Merita
però attenzione il fatto che i virus sono delle colonie formate da un numero
sterminato di unità ma il loro comportamento è analogo ad altri gruppi di
animali che vivono in modo organizzato da una sorta di volontà collettiva da
cui dipendono.
Il
coronavirus - E’ bene precisare che, quando si parla di
virulenza, si tratta quasi immancabilmente
di un percorso ad onde,
ossia di addensamenti e rarefazioni in vaste
zone di contagio ed in particolare in quelle più demograficamente popolate.
Per
rendere l’ idea, si può dire che tutto avviene come se questi minuscoli corpi
oscillassero in modo coerente tra di
loro, non solo con la medesima frequenza ma anche con la medesima fase entrando così in risonanza come un unico
insieme, come avviene in un corpo di
ballo. Ecco quindi che in quanto tale, non c’è distanza più grande o più
piccola che possa causare differenze di risultato, perché tutto avviene
istantaneamente, sia che si tratti di individui
a distanza di qualche decina di metri,
sia che questi si trovino in luoghi
diversi, perché la risonanza è
quella del “corpo unico”.
Questa
caratteristica dell’oscillazione coerente è piuttosto una prerogativa della
fisica quantistica in cui i corpi considerati, quantunque numerosi nell'ordine
di miliardi e miliardi, sono di dimensioni estremamente ridotte. Non per questo
la loro interazione può essere considerata trascurabile per il fatto che la
materia di cui si tratta ha un rapporto insignificante con le dimensioni degli
oggetti della nostra quotidianità.
Un
esempio nella natura
Per
dare una maggiore rappresentazione di immagine a quanto detto, si può ricorrere
per analogia con l’ ondata virale dell’ attuale pandemia a quella di un gruppo
di stormi che probabilmente ciascuno ha ammirato nelle evoluzioni nel cielo novembrino
delle grandi città, al calar della sera. Esiste una sottile naturale
sensibilità di gruppo negli stormi che occupano nel cielo uno spazio
notevole, esibendosi in evoluzioni in
cui tutti si comportano come capi e gregari, ubbidendo ad una strategia di
insieme per riposarsi sugli alberi.
Esistono,
infatti, aree maggiormente addensate di stormi sopra l’ orizzonte che si
diradano e si allungano; poi si ammassano annerendo per il gran numero il
cielo che occupano. Ma anche quelli più lontani risentono di questa variazione,
ora aumentando la loro presenza stringendosi, ora allontanandosi. È certo che
gli storni si comportano come corpo unico che oscilla in modo coerente e con fluidità
quando intende occupare con molta cautela un territorio.
Dopo
di che, anche in questa manifestazione di insieme, qualche sottogruppo riprende
il volo, dando impulso ad evoluzioni sempre più piccole e meno frequenti fino
alla scomparsa della presenza in aria.
La
volontà di gruppo - I coronavirus occupano soprattutto gli spazi abitati dove più facilmente si
riproducono. Ma in considerazione della loro presenza nell' aria, vengono
trasportati un po’ ovunque nel territorio in cui si addensano, si assottigliano
e si disperdono in maniera estremamente lenta. Quando si compattano, aumentano
di virulenza per la riproduzione della
specie, obbedendo ad una sorta di
volontà collettiva determinata dalla medesima fase di oscillazione che impone il
ritmo vitale della coerenza, come se vi fosse un direttore di orchestra che trasmette a
distanza il comando di sintonia; sintonia di addensamenti di miliardi e
miliardi di corpuscoli che incrementano le condizioni di risonanza e così la loro aggressività di gruppo.
La
forza della coerenza
Gli
organismi viventi composti da numerosissime unità di per sé insignificanti, per
sopravvivere e per riprodursi, acquisiscono l’apporto di potenza come corpo
unico: Avvalendosi dalla volontà collettiva, riescono a mantenere la coesione proprio attraverso
un comportamento sincronizzato per sopravvivere, riproducendosi a discapito
degli organismi ospiti. Questo è il problema.
Ora
vediamo come un insieme di individui separati tra loro, possano entrare in
sintonia comportandosi allo stesso modo.
Le
vibrazioni naturali tipiche di una moltitudine, inizialmente autonome e
caotiche, sostanzialmente dipendono
dalle dimensioni dei componenti. Essendo questi pressoché identici, è uguale anche la loro
frequenza di oscillazione ma non la fase, ossia il ritmo oscillatorio. Ma una
moltitudine di unità separate attraverso lo spazio che hanno una radice comune
per loro natura di gruppo e che inizialmente oscillano alla stessa frequenza in
modo indipendente, non appena possibile entrano tutti in risonanza. Perché in
risonanza? Perché questa condizione esprime lo stato di più basso livello di energia,
come fosse un avvallamento dove è facile entrare e restare, poiché per uscirne
occorrerebbe un maggior sforzo. Anche se può sembrare un paradosso è scientificamente
dimostrato in fisica quantistica che il
maggior risparmio energetico non si trova nello stato di quiete ma in quello di
risonanza dove i corpi particellari non solo non disperdono energia ma la
accumulano.
Un
esempio
Per rendere l’idea, il concetto di oscillazione può
essere concepito in diversi modi, dal macrocosmo al microcosmo, dal pendolo di
un orologio a cuccù, al sincronismo dei pianeti nelle loro orbite. L’ esempio
dell’evoluzione dei branchi di stormi fa
capire che non è detto che il primo si muova come l’ultimo, in modo tale che ad
un avvicinamento di microrganismi debba necessariamente corrispondere per
ciascuno un comando di addensamento. Tutti però si muovono in modo ordinato guidato
dalla fase, ossia, dal sincronismo.
Per
quale motivo un insieme di unità, dove in origine ciascuna, pur con la stessa
frequenza, oscillava con una fase qualsiasi, alla fine sincronizza il ritmo come un corpo di ballo, entra cioè in oscillazione coerente con tutto l’ insieme
di cui fa parte?
I
componenti che hanno accordato la frequenza tra di loro non reagiscono più in
modo distinto ma come un corpo unico che acquista potenza e movimento in modo
sincronizzato pur trovandosi anche a
considerevole distanza.
Il
vantaggio dell’ oscillazione
Secondo
la dimostrazione della fisica quantistica un insieme di particelle, ma non solo
di particelle, quando oscillano in modo coerente tra di loro, ossia alla stessa
frequenza e alla stessa fase, come detto, risparmiano energia e questo è il
modo naturale del minor impegno energetico. Infatti, oscillando alla stessa frequenza
prima o poi sintonizzano anche il ritmo ed entrano così in risonanza;
condizione in cui le particelle o gli
stessi virus singolarmente si adagiano, trovando però,
in virtù dell’ energia non spesa, maggiore virulenza di gruppo.
Le
condizioni vitali di gruppo
Gli
organismi viventi si riuniscono tra di loro in vista di condizioni vitali; circostanze queste che si riassumono in aggressione, fuga,
riproduzione o anche riposo che fa parte delle attività vitali delle specie.
Infatti,
mentre gli stormi si muovono in modo
sincronizzato ma autonomo, i virus non hanno possibilità di movimento; il
loro spostamento è dovuto alle correnti dell’ aria in cui sono presenti.
Pertanto, le loro oscillazioni coerenti non
sono quelle del trasferimento ma quelle infinitesimali della loro appartenenza di gruppo.
I
virus seguono però le stesse leggi istintuali dei gruppi più evoluti, concentrando
per la riproduzione le loro unità nelle
zone che più si prestano, con picchi di infittimento e valli da rarefazione,
alla stregua di quelli degli stormi,
come nella figura soprastante. I sottogruppi che si formano agiscono anch’essi in
coerenza, aumentando la forza collettiva
e quindi, la virulenza con la quale
aggrediscono i loro ospiti per riprodursi, per quanto è possibile.
Quando
vengono spinti dalle correnti d’aria in zone relativamente diverse, i vari
sottogruppi presenti se non perdono la loro coerenza, mantengono o rinforzano la virulenza di insieme. Se ciò non avviene, la
iniziale forza collettiva comincia a decrescere.
In questo caso, quando le unità sono
al di sotto di una soglia numerica critica, la coerenza inizia a dissolversi fino
a rendere impossibile una ripresa di gruppo, in modo analogo ad una stazione radio
che vada fuori sintonia. Cosa questa che con il tempo diverrà inevitabile
quando i sottogruppi si assottiglieranno,
riducendo rapidamente la coerenza e con questa l’ aggressività infettiva e la loro capacità riproduttiva. Infatti, se i
sottosistemi virali, a causa dell’ assottigliarsi del numero, perdono la
coerenza, allora viene meno anche il loro legame al gruppo pandemico e non sono
più in grado di riprodursi.
Oscillazioni smorzate
Le
così dette oscillazioni smorzate
sono il processo con il quale la
pandemia, perdendo progressivamente la
coerenza di insieme, riduce nel tempo l’aggressività infettiva. Ma come avviene nella maggior parte dei casi,
la fine dell’ infezione non si realizza con la totale eliminazione virale
poiché prima di estinguersi, il sistema
subisce alcune oscillazioni di ripresa, pochissime per fortuna che, come detto,
ricordano l’ andamento delle oscillazioni smorzate.
Al
momento la curva dei contagi sta ancora
aumentando la sua altezza ma la tendenza nelle prossime settimane raffigurabile nella leggera flessione verso
il basso, lascerebbe intendere che il numero dei virus presenti nei vari
ambienti si sta assottigliando.
Questo
consente di ipotizzare che l’andamento della pandemia, quantunque differente
specie virale rispetto a quella della asiatica del 2019, abbia un simile
andamento naturale, composto da curve
infettive di minimo e massimo, così come accadde per la cosiddetta spagnola. Certamente
lo stato della conoscenza medica e delle disponibilità tecnologiche e
professionali odierne consentono di minimizzare l’infezione tra la popolazione,
ma la tendenza del contagio delle due pandemie non può essere, poi, tanto dissimile.
Molti
potrebbero pensare che trattandosi di un
numero sterminato di questi virus, anche riducendo la loro presenza ne rimangano
a sufficienza per infettare il mondo intero. In linea
teorica potrebbe forse essere vero ma in
pratica le cose non stanno proprio così.
Per rendere l’ idea della imminente perdita di virulenza del corona
virus a causa della riduzione numerica
nell’ ambiente, si ricorda che nella
riproduzione del genere umano per un ovulo, è sufficiente un solo spermatozoo.
Ma gli spermatozoi occorrenti alla fecondazione naturale, necessitano di
centinaia di milioni di presenze contemporanee per consentire a uno solo, non necessariamente
il primo, di arrivare e di penetrare nell’ ovulo.
Diversamente
si nasce ……soltanto in provetta; ma non si muore neppure per un limitato numero di virus, a meno che questi non trovino il sistema immunitario in disordine e in
condizioni anomale per reagire quanto basta ed in modo efficace. E’ infatti
il sistema immunitario la migliore difesa naturale a cui non si dovrebbe far
mancare la nostra attenzione.