Un passo del videomessaggio che
l’arcivescovo Carlo Maria Viganò ha rivolto ai cattolici, qualche giorno prima
dell’inizio della Conferenza per l’Identità Cattolica (23-25 Ottobre 2020), mi
ha fatto tornare alla mente un romanzo di Umberto Eco, scritto dieci anni fa e da
me a suo tempo recensito su questo blog [ “IL CIMITERO DI PRAGA di Umberto Eco”. Clicca sul titolo per leggere il post ].
Viganò parla in inglese (con sottotitoli
in italiano e castigliano) da Pittsburg in Pennsylvania e, ad un certo punto, dichiara
testualmente:
«Sappiamo
che il progetto del Nuovo Ordine Mondiale consiste nella costituzione di una
tirannia della Massoneria: è un progetto che risale indietro sino alla
rivoluzione francese, al Secolo dei Lumi, alla fine delle monarchie cattoliche
e alla dichiarazione di guerra alla Chiesa»
L’ascolto di queste parole ha avuto l’effetto di rievocare in me il ricordo del protagonista de IL CIMITERO DI PRAGA, quel Simonino Simonini (personaggio immaginario ancorché simbolica espressione di un soggetto collettivo che opera nella storia a più riprese e che è sempre attuale) vissuto con il nonno, tale Giovan Battista Simonini, personaggio vero quest’ultimo, ufficiale dell’esercito sabaudo e nostalgico dell’Ancien Régime, ricordato per una lettera all’abate Barruel, autore dei Mémoires pour servir à l’histoire du jacobinisme, dove si sostiene che la rivoluzione francese è stato il più recente capitolo di una cospirazione universale condotta dai templari (intendi massoni) contro il trono e l’altare. Nella lettera che il nonno rilegge ossessivamente al nipote c’è però dell’altro: « […] Oh! Quanto bene avete smascherato queste sette infami che preparano le vie dell’Anticristo […] Ve ne è una però che voi non avete toccato che leggermente […]. Voi ben capite, Signore, che io parlo della setta giudaica. Essa sembra del tutto separata e nemica delle altre sette; ma realmente non l’è. Infatti, basta che una di queste si mostri nemica del nome cristiano perché essa la favorisca, la stipendi, la protegga. E non l’abbiamo noi vista, e non la vediamo prodigare il suo oro e il suo argento per sostenere e guidare i moderni sofisti, i framassoni, i Giacobini, gl’Illuminati? Gli ebrei, dunque, con tutti gli altri settari, non formano che una sola fazione, per distruggere, se è possibile, il nome cristiano. E non crediate, Signore, che tutto questo sia una mia esagerazione. Io non espongo alcuna cosa che non mi sia stata detta dagli ebrei stessi…» [Umberto Eco, Il cimitero di Praga, Bompiani, Milano 2010, pp.64-65]
La lettera del nonno ha germogliato
nell’animo di Simonino sino a fargli concepire una filosofia di vita semplice ma
irrinunciabile, un odio feroce ancorché vissuto con lucida e spietata ironia: «Ci vuole
sempre qualcuno da odiare per sentirsi giustificati nella propria miseria.
L’odio è la vera passione primordiale. È l’amore che è una situazione anomala»
[op.cit. p.400].
Molti sono i nemici da odiare per
Simonino, ma il primato spetta ai gesuiti e ai massoni, loro fratelli carnali [“I
gesuiti sono massoni vestiti da donna”, cit. p.20] e naturalmente agli ebrei.
Il richiamo agli ebrei e implicitamente ai gesuiti non manca
neppure nelle parole di Viganò. L’attuale Chiesa cattolica che l’arcivescovo chiama “Antichiesa” e “Deep
Church” potrà fregiarsi ancora del titolo di Chiesa Cattolica solo
sottomettendosi al Nuovo Ordine Mondiale voluto dalla grande cospirazione
massonica e finanziaria, cioè alla condizione di essere ridotta in schiavitù,
alla stregua di ciò che avvenne agli Ebrei “che negarono la regalità di Cristo
dinanzi a Pilato e furono ridotti in schiavitù” (GV, 19,15: ma quelli gridarono: «Via, via, crocifiggilo!». Disse loro Pilato:
«Metterò in croce il vostro re?». Risposero i sommi sacerdoti: «Non abbiamo
altro re all'infuori di Cesare»). Quanto ai gesuiti, palese il richiamo al gesuita Papa
Bergoglio, definito “metastasi del cancro generato dal Concilio Vaticano II” e
artefice di una Chiesa ormai asservita al Nuovo Ordine Mondiale, al novello
Cesare – continua Viganò – che “oggi ci comanda di tenere chiuse le chiese,
indossare una mascherina, sospendere le celebrazioni sotto il pretesto di una
pseudo-pandemia”. Per questa crociata contro la “dittatura sanitaria”,
filiazione diretta e parte integrante della “cospirazione globale contro Dio e
contro l’umanità” (come scrive Viganò nella lettera a Trump del 25 ottobre) si
offre ora di dare una mano anche padre Livio Fanzaga, direttore di Radio Maria, che in
un recente intervento dichiara: «Vi dico come la penso: questa epidemia è un progetto per colpire
l'Occidente… Io l'ho sempre attribuito al demonio, che agisce attraverso gli
uomini e quindi delle menti criminali, che l’hanno realizzato con uno scopo ben
preciso: creare un passaggio repentino per attuare una specie di colpo di Stato
sanitario», e ancora: «C'erano
tutti i presupposti per creare un colpo di Stato sanitario. Un progetto volto a
fiaccare l'umanità, metterla in ginocchio, per poi instaurare una dittatura
sanitaria, cybernetica. Creare un mondo nuovo. È un progetto criminale portato
avanti dalle elite mondiali per costruire un mondo nuovo senza Dio. È un passaggio
fondamentale, quello di mettere in ginocchio l'umanità, spogliandola di tutto,
senza più il lavoro e risorse economiche, in balia del potere. E poi eliminare
tutti quelli che non stanno a questo gioco, per realizzare questo mondo nuovo che è il mondo di Satana, dove noi saremo tutti degli zombie».
Mi sono sempre chiesto quale sia il fondamento delle
teorie del complotto. Che un complotto serva a tenere desta la fantasia di alcuni
contro i propri nemici, come aleggia nel romanzo di Umberto Eco, è un’ipotesi
possibile che però non mi ha mai convinto del tutto. La “voce” di un complotto
in essere nasce soprattutto – io credo – dalla giustificata diffidenza verso il
Potere che ha sempre mostrato la preferenza ad agire nell’ombra e nel segreto,
anche nei regimi democratici, perché dopo tutto, d’après Winston Churchill, sappiamo che “la democrazia è
la peggior forma di governo, eccezion fatta per tutte quelle forme che si sono
sperimentate fino ad ora”. Il problema però è un altro: come si distingue un “complotto vero” da
un “complotto falso”? Come le trame del Potere dal complottismo? Non si distinge,
appunto, perché il complotto che si dimostri “vero” in realtà non è un vero complotto dal momento che viene
smascherato. Resta allora il cosiddetto complottismo che di sicuro è la misura
più efficace che il Potere conosce per difendere un segreto. Perché si basa sul
divide et impera, sulla
proliferazione di tanti possibili disegni di trame occulte agitate dalle
minoranze e che finiscono col distruggersi a vicenda agli occhi della
maggioranza più o meno silenziosa dell’opinione pubblica che è poi quella che
conta. Il covid-19 non si sottrae a questa regola. Senza neppure prendere in
considerazione le tante ipotesi di complotto oggi in circolazione, basti
osservare che il complotto di cui parlano i due prelati, Viganò e il direttore
di Radio Maria, non è lo stesso, pur
sembrandolo. L’arcivescovo vede nella dittatura sanitaria, con le vaccinazioni
che arricchiranno Bill Gates e i gruppi farmaceutici, l’instrumentum regni di una cospirazione massonica e finanziaria che
ha inizio con l’Illuminismo e con la rivoluzione francese e che grazie al Deep State, alla Deep Church e al Great Reset
è ormai prossima ad instaurare il Nuovo Ordine Mondiale. Dal canto suo, il direttore
di Radio Maria vede nella pandemia e
nelle misure autoritarie adottate per combatterla niente altro che “un progetto
per colpire l’Occidente”. Amen.
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