martedì 24 maggio 2022

BILANCIO SERIE A 2021/2022 E PRIMATO DELLA JUVENTUS


 

Il Milan vince il suo diciannovesimo scudetto, conteso sino all’ultima giornata con l’Inter che avrebbe potuto bissare il successo della stagione 2020/2021 se non fosse capitolata nella partita di recupero a Bologna, dove pure si era trovata in vantaggio, così come pure in vantaggio era stata nell’ultimo scontro diretto con i rossoneri. Vince il Milan meritatamente, ancorché nella prima parte del Campionato abbia incontrato lo sguardo favorevole degli dei del calcio: non per i rigori ricevuti, decisamente in numero inferiore (8) rispetto a quelli dell’anno scorso (20!), ma per via di un atteggiamento genericamente benigno di cui ha potuto usufruire, tranne forse in una partita soltanto! Lo vince grazie al suo collettivo e ad una organizzazione di gioco che ha fatto della velocità, dell’agonismo e delle verticalizzazioni il suo punto di forza. Perde lo scudetto l’Inter che aveva forse l’organico migliore del Campionato, ma Inzaghi si consola con gli altri due titoli a disposizione: Super Coppa e Coppa Italia. Gli stessi titoli vinti l’anno passato dalla Juventus e che non sono stati sufficienti a Pirlo, al suo primo anno da allenatore, per evitare l’esonero, così come l’anno precedente non era stato sufficiente a Sarri vincere lo scudetto. Già, perché la Juve – non tanto il popolo bianconero quanto i suoi dirigenti – anelava il ritorno di Allegri, vincitore di 5 scudetti con i bianconeri negli anni in cui Milan e Inter non erano più competitivi al massimo livello.

Dal canto suo, la Juventus del “nuovo” ciclo, per la prima volta dopo 11 anni non si assicura almeno un titolo, ma consegue certamente un primato: quello di aver espresso il peggior calcio di tutta la Serie A ancorché, grazie al crollo dell’Atalanta, sia riuscita qualificarsi per la Champions del prossimo anno. Una squadra inguardabile anche quando ha inanellato una serie di risultati utili quanto striminziti nel punteggio. Perché tutto si può dire di Allegri ma non che non sia capace di vincere. Alla sua maniera, si capisce, divenuta ormai inattuale per continuare a primeggiare in un Campionato, sia pure mediocre, come la Serie A. Se il Milan (come in passato l’Atalanta) si è mostrata la più forte nel verticalizzare, la Juventus vanta il primato di stucchevoli passaggi orizzontali dei difensori ai centrocampisti e viceversa, con la difesa sempre bassa e senza avere un gioco vero e proprio, affidandosi  per andare in goal alle ripartenze dei singoli, mancando del tutto la visione di una strategia offensiva degna di questo nome. Nonostante il gesto apprezzabile dei dirigenti bianconeri di portare Dusan Vlahovic a Torino nel mese di gennaio, si spiega così il diverso numero di reti realizzate dalla punta serba nella Juve rispetto ai goal segnati con la Fiorentina nella prima parte del Campionato. E c’è da scommettere che prima o poi Allegri farà anche di Vlahovic un centrocampista e/o un difensore, così come in passato ha fatto con Dybala che, guarda caso e incidenti a parte, ha avuto l’anno migliore –  di questi ultimi – con Sarri che l’aveva riproposto nel suo ruolo naturale. Dopo l’addio al grande Giorgio Chiellini, purtroppo neppure l’argentino sarà più della Juve, non me la sento però di criticare la dirigenza della Juventus per almeno 4 motivi: 1) Il contratto lungo e oneroso - quasi come quello di Allegri - chiesto dal giocatore 2) La scarsa disponibilità di Dybala ad accettare cessioni mentre ha un contratto in corso, come nel caso che riguardò lo scambio con Lukaku 3) I frequenti incidenti di gioco degli ultimi anni 4) L’allenatore che l’avrebbe diretto. 

Ad ogni buon conto, se Dybala non avrà incidenti, dovunque vada sentiremo ancora parlare di lui, sempre che sia riproposto come attaccante vero.

Il Napoli con il terzo posto ha fatto il suo, ma avrebbe potuto fare meglio e lottare per lo scudetto sino all’ultimo, ma sembra proprio che – come già avvenuto con la Roma – manchi a Spalletti la fortuna o non so che altro per vincere il suo primo scudetto in Serie A.

La Lazio di Sarri raggiunge il quinto posto e la qualificazione all’Europa League con una rosa di 14-15 giocatori, in più di una occasione mostrando il miglior calcio della Serie A.

Deludente l’Atalanta, giunta non tanto alla fine di un ciclo ma forse solo alla necessità di una ripartenza  che ridefinisca i propri obiettivi.

Bene la Fiorentina che, priva di Vlahovic da gennaio e  quasi rischiando la retrocessione lo scorso anno, raggiunge la qualificazione per una Coppa europea.

Sospeso il giudizio sulla Roma di Mourinho in vista della finale di Conference League di domani. Se i giallorossi giocheranno come nell’ultima partita a Torino potrebbero finalmente alzare al cielo una Coppa europea, dopo la discussa Coppa delle Fiere vinta, nella stagione 1960/1961, in finale contro il Birmingham; se saranno quelli visti a Firenze o all’Olimpico contro il Venezia difficilmente riusciranno a non perdere. Resta comunque il fatto positivo della qualificazione all’Europa League e di essere – unica squadra italiana – tra le sei finaliste delle Coppe europee.  

 sergio magaldi       


domenica 22 maggio 2022

ZIBALDONE ONLINE N°29 – 23/05/2022. IL SOPRANNATURALE NEL ROMANZO, Parte I

venerdì 20 maggio 2022

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lunedì 16 maggio 2022

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domenica 8 maggio 2022

ZIBALDONE ONLINE N° 27 – 09/05/22: L’EVOLUZIONE STRATEGICA DELLA NATO

ASTROLOGIA E ASTRONOMIA Parte VI


 

SEGUE DA:

 

ASTROLOGIA E ASTRONOMIA  Parte I

 

ASTROLOGIA E ASTRONOMIA  Parte II

 

ASTROLOGIA E ASTRONOMIA  Parte III

 

ASTROLOGIA E ASTRONOMIA  Parte IV

 

ASTROLOGIA E ASTRONOMIA  Parte V

 

 

 Ciò che dicevo a proposito di Venere vale per ogni altro corpo celeste e direi in modo ancora più manifesto per la Luna. Il luminare della notte dovette subito imporsi alla fantasia degli antichi per il candore della sua veste fisica, suscettibile tuttavia di cambiare velocemente nel colore e nella forma, determinando così una vasta scala di immagini cromatiche, ricche di significato. Né ci volle molto perché la mente primitiva proiettasse su altrettante divinità il fluttuare perenne dell’astro così simile al flusso della vita: nascita, crescita, pienezza, decadenza e morte. Unico satellite della Terra, chi coltiva i campi ne scopre subito l’influenza per la semina, chi naviga ne coglie la corrispondenza con le maree e l’intero ciclo femminile appare cadenzato su quello della Luna.

 

È interessante osservare come per secoli l'astrologia giudiziaria abbia considerato simboli privilegiati per l'ascolto dell'inconscio il luminare della Luna e, in particolare, Lilith, la sua zona oscura, talora identificata con la Luna Nera. Né, d'altra parte, erano noti altri simboli spazio-temporali per descrivere l'inconscio. In proposito, occorre appena accennare che sulla stessa esistenza fisica della Luna Nera si continua ancora a dubitare, tanto che è stata spesso diversamente interpretata: 1. Come Luna non visibile o Luna nuova al momento della sua congiunzione col Sole (Ecate o Artemide dei Greci); 2. Come secondo satellite della Terra, scoperto nel XVII Secolo dal gesuita Giovanni Battista Riccioli e con un passo giornaliero di 3 gradi, ma di cui l'esistenza non è stata ancora accertata; 3. Come un punto fittizio dell'orbita lunare.

 

Che la Luna rappresenti simbolicamente il femminile, la fantasia, il sogno, l'immaginazione è perfettamente accettabile; che l'inconscio possa essere identificato col simbolismo lunare è altamente improbabile. Dane Rudhyar ha chiaramente dimostrato che è proprio la dinamica Saturno (l'io, la forma) - Luna (l'energia vitale) a rendere conto del nostro io cosciente. Inoltre, la Luna è talmente veloce nello spazio che male rappresenta un contenuto psichico così fortemente cristallizza­to quale l'inconscio, la cui trasformazione richiede un processo lentissimo, addirittura generazionale, prima che si possa avvertire un significativo mutamento. 

 

Occorre tuttavia riconoscere che la figura di Lilith-Ecate è presente tanto nella mitologia ebraica che in quella greco-romana con la funzione di rappresentare gli istinti più riposti della personalità, ma a parte il dubbio sul potersi giovare di un suo corrispettivo fisico nello spazio, questo simbolo resta, anche solo come concetto, un po' troppo angusto per una reale connotazione dell'incon­scio, e semmai può essere chiamato a rappresentare lo strato immediatamente al di sotto della coscienza, ciò che Freud definiva preconscio. Né, d’altra parte, appare convincente l'idea di un inconscio limitato al ruolo di controparte di polarità sessuale. Tale  ruolo sembra più che altro spettare all'Anima per l'uomo e all’Animus per la donna. E “anima” e “animus” appartengono alla coscienza o tutt’al più al subconscio (o preconscio) e forse è proprio questo il regno di Lilith.

 

La Luna  è la casta Artemide (o Diana) al suo candido e primo apparire, protettrice delle partorienti e al tempo stesso custode del principio femminile che deve essere mantenuto intatto per essere preservato. Pronta ad uccidere e/o a generare la follia nelle menti di chi attenti all’equilibrio della natura (Orione colpito da uno scorpione, Atteone mutato in cervo e via dicendo). Così, tra i vari significati, l’astrologia attribuisce ad una certa configurazione del luminare nel cielo di nascita le morti improvvise e/o l’insorgere della follia.

 

È Selene nella pienezza del suo fulgido splendore, a simboleggiare la bellezza delle forme femminili, che protegge le donne in gravidanza, favorisce la fecondazione; è Atena o Minerva dagli occhi di civetta che vede nel buio della notte ciò che altri non vedono e nella sua sapienza conosce ogni segreto; è Ecate la terribile, quando nel cielo scompare alla vista e si lega alle ombre degli spiriti e alle pratiche di magia nera. Insomma è il principio femminile nella varietà delle sue sfumature positive e negative. In qualche raro caso è però anche divinità maschile (è il caso di Shin, il dio assiro-babilonese), perché non più considerata per rapporto al Sole dal quale riceve la luce, ma in relazione alla Terra da fecondare. Sotto il femmineo e bianco manto l’astro cela infatti il rosso dardo della passione, per cui talora fu anche identificato con Venere-Afrodite. 

 

Gli dei rappresentano in forma personalizzata le forze gravitanti nell’universo e nella psiche umana, i miti raccontano di questi dei, attribuendo loro fatti reali e accadimenti umani. L’astrologo traduce miti e simboli in un universo di significato che differisce non solo in funzione di una molteplicità di variabili, ma in ragione di una complessità di cui è l’interprete e, in definitiva, il solo responsabile. Giacché, per quanto egli si sforzi di considerare con oggettività le diverse energie dei corpi celesti presenti nel tema di nascita considerato, spetta sempre a lui ricomporre in sintesi ciò che a prima vista appare contraddittorio. Tanto per fare qualche esempio: la nascita con Luna nuova, crescente, calante o piena, al primo quarto, all’ultimo, in domicilio, in esilio, in esaltazione o caduta, in questo o quel segno, in questa o quella casa, armonica o disarmonica col Sole e con i pianeti ecc… assumerà significati diversi potendo idealmente richiamarsi a questa o quella divinità del mito lunare. Così, se congiunta a Marte, l’interprete non avrà difficoltà a identificare la Luna con Artemide e i suoi significati guerrieri, se congiunta a Venere con la stessa Afrodite e la dolcezza venusina, se a Giove con Selene, cioè la possibilità di successo, l’immaginazione benefica, ma anche il rischio di ingrassare...

 

S E G U E

 

sergio magaldi


domenica 1 maggio 2022

ZIBALDONE ONLINE N° 26 – 02/05/22 – I SOFISTI