SEGUE DA:
ASTROLOGIA E ASTRONOMIA Parte I
ASTROLOGIA E ASTRONOMIA Parte II
ASTROLOGIA E ASTRONOMIA Parte III
ASTROLOGIA
E ASTRONOMIA Parte IV
ASTROLOGIA E ASTRONOMIA Parte V
Ciò che dicevo a proposito di
Venere vale per ogni altro corpo celeste e direi in modo ancora più manifesto
per la Luna. Il luminare della notte dovette subito imporsi alla fantasia degli
antichi per il candore della sua veste fisica, suscettibile tuttavia di
cambiare velocemente nel colore e nella forma, determinando così una vasta
scala di immagini cromatiche, ricche di significato. Né ci volle molto perché
la mente primitiva proiettasse su altrettante divinità il fluttuare perenne
dell’astro così simile al flusso della vita: nascita, crescita, pienezza,
decadenza e morte. Unico satellite della Terra, chi coltiva i campi ne
scopre subito l’influenza per la semina, chi naviga ne coglie la corrispondenza
con le maree e l’intero ciclo femminile appare cadenzato su quello della Luna.
È
interessante osservare come per secoli l'astrologia giudiziaria abbia
considerato simboli privilegiati per l'ascolto dell'inconscio
il luminare della Luna e, in particolare, Lilith, la sua zona oscura, talora
identificata con la Luna Nera. Né, d'altra parte, erano noti
altri simboli spazio-temporali per descrivere
l'inconscio. In proposito, occorre appena accennare che sulla stessa
esistenza fisica della Luna Nera si continua ancora a dubitare, tanto che è
stata spesso diversamente interpretata: 1. Come Luna non visibile o Luna nuova al
momento della sua congiunzione col Sole (Ecate o Artemide dei Greci); 2. Come
secondo satellite della Terra, scoperto nel XVII Secolo dal gesuita Giovanni Battista
Riccioli e con un passo giornaliero di 3 gradi, ma di cui l'esistenza non è
stata ancora accertata; 3. Come un punto fittizio dell'orbita lunare.
Che la
Luna rappresenti simbolicamente il femminile, la fantasia, il sogno,
l'immaginazione è perfettamente accettabile; che l'inconscio possa essere
identificato col simbolismo lunare è altamente improbabile. Dane Rudhyar ha
chiaramente dimostrato che è proprio la dinamica Saturno (l'io,
la forma) - Luna (l'energia vitale) a rendere conto del
nostro io cosciente. Inoltre, la Luna è talmente veloce nello
spazio che male rappresenta un contenuto psichico così fortemente cristallizzato
quale l'inconscio, la cui trasformazione richiede un processo lentissimo,
addirittura generazionale, prima che si possa avvertire un significativo
mutamento.
Occorre
tuttavia riconoscere che la figura di Lilith-Ecate è presente tanto
nella mitologia ebraica che in quella greco-romana con la funzione di
rappresentare gli istinti più riposti della personalità, ma a parte il dubbio
sul potersi giovare di un suo corrispettivo fisico nello spazio, questo simbolo
resta, anche solo come concetto, un po' troppo angusto per una reale
connotazione dell'inconscio, e semmai può essere chiamato a rappresentare lo
strato immediatamente al di sotto della coscienza, ciò che Freud definiva
preconscio. Né, d’altra parte, appare convincente l'idea di un inconscio
limitato al ruolo di controparte di polarità sessuale. Tale ruolo
sembra più che altro spettare all'Anima per l'uomo e all’Animus per la donna. E “anima” e “animus” appartengono
alla coscienza o tutt’al più al subconscio (o preconscio) e forse è proprio
questo il regno di Lilith.
La Luna è la casta Artemide (o Diana) al suo candido e primo
apparire, protettrice delle partorienti e al tempo stesso custode del principio
femminile che deve essere mantenuto intatto per essere preservato. Pronta ad
uccidere e/o a generare la follia nelle menti di chi attenti all’equilibrio
della natura (Orione colpito da uno
scorpione, Atteone mutato in cervo e via dicendo). Così, tra i vari
significati, l’astrologia attribuisce ad una certa configurazione del luminare
nel cielo di nascita le morti improvvise e/o l’insorgere della follia.
È
Selene nella pienezza del suo fulgido splendore, a simboleggiare la bellezza
delle forme femminili, che protegge le donne in gravidanza, favorisce la
fecondazione; è Atena o Minerva dagli occhi di civetta che vede nel buio della
notte ciò che altri non vedono e nella sua sapienza conosce ogni segreto; è
Ecate la terribile, quando nel cielo scompare alla vista e si lega alle ombre
degli spiriti e alle pratiche di magia nera. Insomma è il principio femminile
nella varietà delle sue sfumature positive e negative. In qualche raro caso è
però anche divinità maschile (è il caso di Shin, il dio assiro-babilonese),
perché non più considerata per rapporto al Sole dal quale riceve la
luce, ma in relazione alla Terra da fecondare. Sotto il femmineo e bianco manto
l’astro cela infatti il rosso dardo della passione, per cui talora fu anche
identificato con Venere-Afrodite.
Gli dei
rappresentano in forma personalizzata le forze gravitanti nell’universo e nella
psiche umana, i miti raccontano di questi dei, attribuendo loro fatti reali e
accadimenti umani. L’astrologo traduce miti e simboli in un universo di
significato che differisce non solo in funzione di una molteplicità di
variabili, ma in ragione di una complessità di cui è l’interprete e, in
definitiva, il solo responsabile. Giacché, per quanto egli si sforzi di
considerare con oggettività le diverse energie dei corpi celesti presenti nel
tema di nascita considerato, spetta sempre a lui ricomporre in sintesi ciò che
a prima vista appare contraddittorio. Tanto per fare qualche esempio: la
nascita con Luna nuova, crescente, calante o piena, al primo
quarto, all’ultimo, in domicilio, in esilio, in esaltazione o caduta, in
questo o quel segno, in questa o quella casa, armonica o disarmonica col Sole e
con i pianeti ecc… assumerà significati diversi potendo idealmente richiamarsi
a questa o quella divinità del mito lunare. Così, se congiunta a Marte,
l’interprete non avrà difficoltà a identificare la Luna con Artemide e i suoi
significati guerrieri, se congiunta a Venere con la stessa Afrodite e la
dolcezza venusina, se a Giove con Selene, cioè la possibilità di successo,
l’immaginazione benefica, ma anche il rischio di ingrassare...
S E G U E
sergio magaldi
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