SEGUE DA (clicca sui titoli per leggere):
I
significati di Plutone
Nell'articolo Das Unbewusst ("L'Inconscio") del 1915, Freud
dichiara che i contenuti dell'inconscio sono sostitutivi di pulsioni che non
possono divenire oggetto di coscienza. Pertanto, le rappresentazioni inconsce
sono organizzate in fantasmi [dal greco phàntasma, apparizione] oppure in trame
immaginarie alle quali le pulsioni si fissano e che appaiono
come "vere messe in scena del desiderio". In tale prospettiva, il
contenuto dell'inconscio è assimilabile a ciò che è stato rimosso, con
in più, osserva Freud, "un nucleo originario di contenuti
filogenetici", cioè di quell’esperienza accumulata nel corso del tempo,
che siamo soliti denominare inconscio collettivo.
Jung,
al quale va il merito di aver ampliato il concetto freudiano di inconscio,
sottolinea la quasi totale identificazione di inconscio e destino. In Psicologia e Alchimia egli
osserva che quando parliamo del nostro destino, mettiamo in campo una volontà
che non coincide con quella dell'io e, poiché tale volontà si oppone all'io,
noi vi scorgiamo un potere divino o infernale, a seconda dei casi.
Nella
tragedia greca, il mito, quale archetipo universale, è la chiave che ci
consente di entrare nella psiche dei personaggi e di cogliere il filo che
sorregge la trama di tutte le loro azioni. La stessa guerra tra gli dei - che i
miti raccontano - è finalmente intesa come la guerra che gli individui
combattono contro se stessi. La cieca fatalità che spesso sembra dar corso agli
eventi, secondo il principio che le colpe dei padri ricadono sui figli, si
colora infine di senso. Liz Greene, la nota psicoanalista e cultrice di astrologia
afferma che, per comprendere il tema natale di un singolo, occorre tracciare
la carta di nascita dei suoi genitori e che forse non basta,
perché bisognerebbe anche conoscere il tema natale degli antenati [1].
Quale il significato di tale affermazione? Lo psicoanalista e ricercatore è
convinto che il proprio paziente sia vittima, oltre che dei suoi, anche dei
conflitti inconsci rimasti irrisolti nei genitori e nella famiglia d’origine.
È
interessante osservare che per secoli l'astrologia giudiziaria ha considerato simboli privilegiati
per l'ascolto dell'inconscio il luminare della Luna e, in particolare, Lilith,
la sua zona oscura, talora identificata con la Luna Nera. Né,
d'altra parte, erano noti altri simboli spazio-temporali per descrivere
l'inconscio. In proposito, occorre
appena accennare che sulla stessa esistenza fisica della Luna Nera si continua
ancora a dubitare, tanto che è stata spesso diversamente interpretata: 1. Come
Luna non visibile o Luna nuova al momento della sua congiunzione col Sole
(Ecate o Artemide dei Greci); 2. Come secondo satellite della Terra, scoperto
nel XVII Secolo dal gesuita Giovanbattista Riccioli e con un passo giornaliero
di 3 gradi, ma di cui l'esistenza non è stata ancora accertata; 3. Come un
punto fittizio dell'orbita lunare.
Che la
Luna rappresenti simbolicamente il femminile, la fantasia, il sogno,
l'immaginazione è perfettamente accettabile; che l'inconscio possa essere
identificato col simbolismo lunare è altamente improbabile. Dane Rudhyar ha
chiaramente dimostrato che è proprio la dinamica Saturno (l'io,
la forma) - Luna (l'energia vitale) a rendere conto del
nostro io cosciente [2] Inoltre,
la Luna è talmente veloce nello spazio che male rappresenta un contenuto
psichico così fortemente cristallizzato quale l'inconscio, la cui
trasformazione richiede un processo lentissimo, addirittura generazionale,
prima di poter avvertire un significativo mutamento.
Occorre
tuttavia riconoscere che la figura di Lilith-Ecate è presente tanto
nella mitologia ebraica che in quella greco-romana con la funzione di
rappresentare gli istinti più riposti della personalità, ma a parte il dubbio
sul potersi giovare di un suo corrispettivo fisico nello spazio, questo simbolo
resta, anche solo come concetto, un po' troppo angusto per una reale
connotazione dell'inconscio, e semmai può essere chiamato a rappresentare lo
strato immediatamente al di sotto della coscienza, ciò che Freud definiva
preconscio. Né, d’altra parte, appare convincente l'idea di un inconscio limitato
al ruolo di controparte di polarità sessuale. Tale ruolo sembra più che altro spettare all'Anima per
l'uomo e all’Animus per la donna. E “anima” e “animus” appartengono
alla coscienza o tutt’al più al subconscio (o preconscio) e forse è proprio
questo il regno di Lilith.
Ciò
premesso, la tentazione di sottomettere o redimere l’inconscio è quanto mai
ardua e pericolosa. Questo
pericolo è di tutti, ma più che mai è presente nel santo, nell'eroe, nell'iniziato.
I quali tutti, per “mestiere” sono portati a rifiutare l'inconscio oppure a
costruirsene uno di comodo cui relazionarsi con lo scopo sublime di
sottometterlo o di razionalizzarlo. Queste anime belle spesso
si coprono gli occhi per non vedere e si turano il naso per non sentire il
fetore che viene dalla “stanza accanto” della loro coscienza illuminata.
Insomma, tra Alto e Basso, bisogna trovare -
come già auspicava Marsilio Ficino - un luogo intermedio dove sia possibile
incontrare il cosiddetto mondo interiore.
Che
c'è, in realtà, di così difficile e inquietante nel tentare di sottomettere o
redimere l'inconscio? L'energia che sprigiona questa forza invisibile è talmente
grande che l'esigua energia della coscienza rischia di esserne travolta. La
coscienza può uscirne mutilata nel suo processo di individuazione che
presuppone, appunto, il coraggio del confronto con l'inconscio non la sua
sottomissione o redenzione. Il dialogo può essere spiacevole, doloroso, forse
pericoloso, ma è l'unico mezzo che abbiamo per rompere le cristallizzazioni
saturnine, allargando progressivamente le frontiere della coscienza.
Non è
un caso che all'inizio del secolo, proprio quando appare “L’interpretazione
dei sogni” di Freud, l'astronomo Percival Lowel, per spiegare le
perturbazioni dell'orbita di Urano, calcoli la posizione di un invisibile pianeta,
all'estremo del sistema solare. Neppure è un caso che Jung nel 1929 congedi il
suo saggio di commento al “Segreto del fiore d'oro”, antico testo di
alchimia taoista, prospettando una visione dell'inconscio che riprende e amplia
la stessa concezione freudiana e che, pochi mesi più tardi, con l'ingresso del
Sole in Acquario (febbraio 1930), un astronomo americano riesca per la prima
volta a fotografare il pianeta “invisibile”: Plutone.
Per la
verità, Rudhyar attribuisce la rappresentazione simbolica dell’inconscio a
tutti e tre i pianeti trans-saturnini: Urano, scoperto nel 1781, poco prima
della Rivoluzione francese, Nettuno scoperto nel 1846 e Plutone scoperto esattamente
84 anni dopo Nettuno, a distanza di un ciclo completo di Urano. Ai tre pianeti,
egli assegna tre diverse funzioni simboliche: Urano rappresenta la forza “proiettiva”
dell'inconscio, Nettuno quella “dissolvente”, e Plutone quella “rigenerante”
[3].
In
conclusione, dunque, il concetto più compiuto e al tempo stesso più produttivo
con cui siamo oggi in grado di rappresentare l'inconscio, nella sua dinamica
spazio-temporale, è Plutone.
Il mito poetico, l'astronomia. E l’astrologia come vede Plutone? Lo colloca nel segno dello Scorpione, opposto alla Terra prima del Toro, lui che è il Signore del sottosuolo. Come forza rigenerante nel bene e nel male, Plutone non può che appartenere a questo segno zodiacale dove lo scorpione può evolversi sino al serpente e all'aquila solare. Se il Sole è il simbolo del principio di individuazione, con la potenzialità di assimilare e trasformare i contenuti dell'inconscio, Plutone è definito “Sole di mezzanotte” per “il materiale” che è in grado di offrire per questa assimilazione e trasformazione.
Il mito poetico, l'astronomia. E l’astrologia come vede Plutone? Lo colloca nel segno dello Scorpione, opposto alla Terra prima del Toro, lui che è il Signore del sottosuolo. Come forza rigenerante nel bene e nel male, Plutone non può che appartenere a questo segno zodiacale dove lo scorpione può evolversi sino al serpente e all'aquila solare. Se il Sole è il simbolo del principio di individuazione, con la potenzialità di assimilare e trasformare i contenuti dell'inconscio, Plutone è definito “Sole di mezzanotte” per “il materiale” che è in grado di offrire per questa assimilazione e trasformazione.
Erede della Grande Madre e di Eros – come già si è visto
– Hades-Plutone è il Signore della vita,
della morte e della rigenerazione di cui detiene il seme, il principio erotico
universale che anima la materia. Ma Eros, come suggerisce il mito ellenistico
di Amore e Psiche, rimanda alla
dimensione inconscia che della psiche è anche la parte più importante e
segreta. Nella totalità dell’inconscio, infatti, risiede l’Es, mentre le altre due ipostasi freudiane, l’Io e il Super-io hanno
una collocazione che si articola tra coscienza, inconscio e preconscio (o
subconscio), per quest’ultimo intendendo ciò che si trova appena al di sotto della
coscienza ma che in determinate circostanze può facilmente riaffiorare. La
parte cosciente dell’Io così come quella conscia e inconscia del Super-io non
sono affari che riguardano Plutone che lascia volentieri ad occuparsene il
vecchio Saturno. Com’è noto, l’Io si basa sul principio di realtà e deve
continuamente difendersi non solo da quello che ancora non ha compreso di sé
(Io inconscio) e dalle regole della società in cui vive (Super-io conscio) ma
soprattutto da Es e Super-io inconsci che troppo spesso finiscono per governare
le sue azioni. Così, l’Es governato dal principio del piacere spinge l’Io alla
soddisfazione delle pulsioni primordiali, dei bisogni e dei desideri senza
alcuna censura e senza curarsi del principio di realtà, laddove il Super-io
svolge la funzione completamente opposta, intimando all’Io che le sue azioni
siano conformi al costume morale, ai divieti e agli ideali che gli sono stati
inculcati dall’educazione genitoriale e dall’ambiente circostante. Quanto più
l’Io saprà districarsi tra Es e Super-io, tanto più egli sarà in grado di
portare alla luce nuovi territori, con un ampliamento di coscienza di cui
essere grato a Hades-Plutone. È lo schema incontrato parlando dei “doni di
Plutone” [Cfr. il post GRANDI CONGIUNZIONI PLANETARIE E CORONAVIRUS, parte V(i doni di Plutone), cliccando sopra per leggere]: dalla vita alla morte e alla rigenerazione, dall’eros all’inconscio e all’ampliamento di coscienza. Ma
Hades-Plutone possiede anche un terzo nome: Trofonio, colui che nutre, e che attraverso il nutrimento genera l’energia
che mantiene in vita e che consente agli esseri umani di agire. Le azioni hanno
un risultato evidente nella realtà e un risultato invisibile (quello che gli orientali chiamano Karma, il nam myoho renge kyo dei seguaci del Soka
Gakkai, per intenderci) che si colloca nel regno di Hades, senza implicazioni
moralistiche ma determinando la necessità di un equilibrio che, se venuto meno,
deve essere ritrovato. Saper leggere nell’invisibile, aumentando la
consapevolezza delle proprie azioni è l’ultimo dei tanti “doni” di Plutone,
quello che forse appare come il meno gradito ma che in realtà è il più
importante di tutti perché, come osserva Jung in Psicologia e Alchimia, il timore e la resistenza che ogni essere
umano prova quando scava troppo a fondo in se stesso sono in ultima analisi la
paura del viaggio nell’Ade. «Con
l’intervento di Hades – annota lo psicoanalista junghiano James Hillman –, il
mondo è capovolto. Il punto di vista della vita cessa di valere. Ora i fenomeni
sono visti non solo attraverso gli occhi di Eros, della vita umana e
dell’amore, ma anche attraverso quelli di Thanatos, le cui fredde immote
profondità non hanno legame con la vita»
[4]
sergio magaldi
[1] L.Greene, The Astrology of Fate, 1984, trad.it., “Astrologia
e Destino”, Armenia, Milano 1995, pp.98-132
[2] Dane Rudhyar, Astrologia
della personalità, trad.it., Roma, 1986, pp.205-209
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