martedì 14 aprile 2020

GRANDI CONGIUNZIONI PLANETARIE E CORONAVIRUS, parte III (Plutone e il mito)





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I significati di Plutone

I decreti di Hades-Plutone sono dunque irrevocabili, di qui la supremazia che egli vanta nei confronti di tutti gli altri dei dell’Olimpo, Zeus-Giove compreso. Pure, il mito ci offre l’esempio di alcuni eroi che scesi e/o precipitati nel mondo sotterraneo riescono a fare ritorno sulla terra grazie non solo al loro coraggio ma all’intercessione di altri dei. È il caso di Sisifo che, almeno finché gode della protezione di Zeus e dell’aiuto di Persefone, scenderà più volte negli Inferi per ritornare ogni volta alla luce, ma che infine sarà costretto a rimanere del regno di Hades, condannato in eterno a far rotolare un masso con la testa e con le mani nel vano tentativo di spingerlo in alto, ogni volta ricominciando da capo. È soprattutto il caso di Eracle  di cui l’Iliade narra che riuscì persino a ferire Hades, costringendolo ad abbandonare il suo regno per farsi curare:

«Di una saetta acuta, soffrì tra gli altri Hades,
quando  Eracle, l’eroe figlio di Zeus dal possente scudo,
in Pilo lo colpì tra i morti recandogli grande dolore
e lo costrinse a salire alla casa di Zeus,
nel vasto Olimpo,afflitto nell’animo e sofferente:
la freccia conficcata nella robusta spalla
atterriva il suo cuore,finché Peone,
il medico degli dei, lo guarì
con giusti farmachi […]
(Omero, Iliade, V, 395-402)

E, ancora Eracle, che nella sua dodicesima e ultima fatica scende nel regno sotterraneo per liberare Prometeo. Hades-Plutone si finge tollerante e dice all’eroe che potrà riportare Prometeo alla luce del sole, a condizione che sottometta Cerbero, il guardiano che incontrerà sulla sua strada e che nessuno ancora è riuscito a domare. Eracle, il semidio, riesce nell’impresa. Attenzione, però, chi ha veramente ingannato l’eroe, Hades-Plutone o un’altra divinità? Eracle non è immortale, egli ha solo differito il tempo in cui sarà costretto a restare per sempre nel regno sotterraneo. Come Sisifo, come tanti altri, Eracle ha sconfitto Crono-Saturno non Hades-Plutone.
Né maggiore fortuna arride ad Orfeo ed Euridice. Quando il prediletto di Apollo scende sottoterra per liberare la sposa, non solo convince Cerbero e le altre creature infernali a lasciarlo passare ma riesce persino a commuovere le Erinni. Supplici per il grande Orfeo gli dei dell’Olimpo, Hades-Plutone, come sempre si mostra conciliante, ma si tratta della solita illusione: Orfeo potrà ricondurre Euridice sopra la terra, tenendola per mano ma a condizione di non voltarsi mai a guardarla. Il re del mondo sotterraneo sa quello che fa, egli conosce l’ansia che i mortali hanno per il mondo delle ombre: temendo di trascinare alla luce un’ombra e non la vera Euridice, Orfeo vuole accertarsene e si volta a guardare, causando la definitiva scomparsa della sposa.
Neppure Zeus-Giove, nel momento più alto del suo potere, riesce a spuntarla contro Hades-Plutone. Al massimo, ottiene un compromesso, che è poi ciò che il signore delle ombre vuole: un regno della morte non avrebbe senso se ovunque si spegnesse la vita sulla terra. È il mito legato a Demetra, la dea che rappresenta l’aspetto nutritivo e protettivo della Grande Madre. L’antichità classica conosceva bene la storia di Persefone, la figlia di Demetra. La fanciulla china su di un prato a cogliere fiori, è ghermita da Hades-Plutone, trascinata sotto terra e stuprata. Demetra si dispera, poi si vendica, impedendo alla vegetazione di crescere. Interviene Zeus e manda Ermete con un messaggio per il fratello perché lasci libera Persefone di tornare alla luce del sole. Il dio del mondo sotterraneo si dichiara pronto a restituirla, ma c'è una legge di Necessità (Ananke) che non può essere violata neppure dagli dei: se la fanciulla ha già gustato del cibo dei morti, non può più riprendere la vita di prima. Persefone pare non aver toccato cibo, può quindi risalire sulla terra, ma ecco che Ascalafo, giardiniere di Hades-Plutone e spia, rivela di aver visto Persefone raccogliere una melagrana nell'orto e assaggiarne sette chicchi. Alla fanciulla è cosi preclusa la via del ritorno e Demetra si vendica tramutando Ascalafo in barbagianni. Con “ascalafo” i Greci indicavano sia il gufo che il barbagianni. Ovidio nelle “Metamorfosi” ricorda l'episodio che giustifica la cattiva fama di questo uccello. Si giunge infine al compromesso tra Zeus e Hades: per sette mesi (i sette chicchi di melagrana, cibo  dei morti, di cui s'è nutrita la figlia di Demetra) Persefone sarà la sposa di Hades-Plutone, per i restanti cinque mesi tornerà sulla terra, da sua madre e la vegetazione tornerà a crescere.

Insomma, nonostante le illusioni che è capace di generare nei viventi e persino negli dei, Hades-Plutone gode di una volontà incrollabile e di un potere che non si lascia scalfire e di cui concede solo qualche briciola al padre Crono-Saturno, il dio del tempo di cui è ancora il carceriere. Egli sorride beffardo quando eroi e semidei credono di averlo ingannato vincendo la morte. Di quell’apparente, momentaneo insuccesso egli sembra astutamente burlarsi e lascia che Saturno per un po’ si diverta a sua volta, prolungando l’esistenza mortale tra affanni, malattie e vecchiaia. E insieme al padre, di cui dirige la volontà, Hades-Plutone, si diverte a cacciare nella tomba persino gli dei antichi e quelli sempre risorgenti. Dov’è Zeus se il suo potere sulla terra e nel cielo – come diceva l’antica profezia – sarà abbattuto da un semidio, da un essere che ha insieme natura umana e divina? Si avvicendano gli dei, ma Hades-Plutone è sempre lo stesso perché il suo regno è invincibile e viene da molto lontano... 
(S E G U E )  

sergio magaldi 

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