SEGUE DA:
L’interesse per
l’astrologia fu presente anche nelle prime scuole di Qabbalah storica, che si
diffusero in età medievale tra le fiorenti comunità ebraiche delle rive del
Mediterraneo. Alcuni scolari del grande Isacco [1] se ne occuparono in
particolare: Azriel di Girona [2], Nachmanide suo discepolo, e i meno noti Ezra di
Girona, forse fratello di Azriel, e Jacob ben Sheshet.
Nei suoi commentari, Azriel sviluppa la tesi che l’uomo saggio e pio può correggere ciò che nel suo destino è sfavorevole, mentre l’uomo malvagio finisce con l’annullare ciò che il destino gli ha riservato di favorevole. Egli sottolinea l’interrelazione dei destini umani e ritiene che per coloro che si siano pentiti durante lo Yom Kippur, o giorno di espiazione e di purificazione, si diano due possibilità: se, dopo il pentimento, cadono nuovamente nel peccato, ciò che di positivo c’era nel loro destino si realizza ugualmente senza tuttavia che possano approfittarne. Se, invece, non si sono pentiti nel giorno stabilito (Yom Kippur) ma lo fanno successivamente, ciò che di negativo c’era nel loro destino si verifica ma per loro non produce effetti malefici.
Il discepolo di
Azriel, Nachmanide si occupa di astrologia nel Commentario del
Deuteronomio, 18:9, riconoscendo che per volontà divina gli astri
esercitano la loro influenza sugli uomini e che agli angeli è assegnato il
compito di regolare tale influenza. Egli raccomanda comunque di tener conto
delle indicazioni di astri e costellazioni e soprattutto di fare penitenza nei
giorni cosiddetti sfavorevoli. Di un anonimo cabbalista è il Sepher
Halevana o ‘Libro della Luna’, citato da Nachmanide e dove sono
esaminate le 28 dimore della Luna, quelle favorevoli e quelle sfavorevoli,
nonché i relativi talismani.
Il rapporto angeli-astri è invece ripreso da Jacob ben Sheshet il quale sostiene che il destino di ognuno è simbolicamente descritto nel suo tema natale e che gli angeli eseguono il volere di Dio, scritto negli astri sin dai giorni della Creazione. Gli angeli, tuttavia, nell’eseguire la volontà divina, scritta negli astri, possono sfumare i significati del destino perché se gli astri garantiscono l’ordine dell’universo e rappresentano, usando il linguaggio aristotelico, la ‘Potenza’ di ciò che deve accadere, gli angeli sono gli strumenti della Provvidenza e gli artefici del passaggio dalla ‘Potenza all’Atto’. Nel commentario al trattato talmudico Moed Katan, Jacob ben Sheshet sostiene che se il giusto può annullare o modificare il decreto degli astri, su tre cose gli riesce difficilmente intervenire: sul numero dei figli, sulla lunghezza della vita e sulla ricchezza. Può solo sperare di modificarle supplicando e moltiplicando le sue preghiere, in aggiunta all’osservanza dei Mitzvoth (precetti) e al merito personale. [3]
[S E G U E]
sergio magaldi
sergio magaldi
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[1] Isacco(1160-1235), detto il Cieco, paradossalmente,
perché possedeva un’altra luce in
eccesso (era un ‘illuminato’), fu il primo grande maestro delle scuole storiche
di Qabbalah che operarono in Provenza e in Catalogna in un clima di grande
sviluppo culturale e sociale delle comunità ebraiche. Si occupò di indagini sul
nome di Dio, di preghiere, di luce e di tenebre, delle Sephiroth dell’Albero
della vita e dei 32 Sentieri, di Kavanah (meditazione) e
di Deveqùth (communio), della catena degli esseri, di simpatia
universale. Assai prima della Qabbalah luriana, sembra abbia parlato di trasmigrazione
delle anime, limitandola a tre ritorni, come si annuncia in Giobbe 33:29:
‘Tutto ciò Dio la fa tre volte in un uomo:ricondurre l’anima dalla sua
putrefazione, affinché essa brilli nella luce della vita’. Isacco anticipò,
inoltre, il tema dei cicli cosmici o shemittoth del Sepher
Temunah (con riferimento anche alla trasmigrazione animale) e il tema
della luce del Sepher Iyyùn.Tra le sue opere: un
commento del Sepher Yetzirah, circa 70 frammenti sulla mistica
della luce e sui segreti (sodot) della Torah, e qualcuno gli
attribuì anche il Sepher Bahir. Sotto la spinta di Isacco il
cieco, nel 1230 sorge il gruppo cabbalistico
di Girona: la Chaburah qedoshah o ‘Associazione Sacra’, vero e
proprio punto di riferimento per la diffusione dell’ebraismo e della Qabbalah
in tutto il Mediterraneo.
[2] Azriel
visse a Girona nella I metà del XIII secolo. Le sue opere più
importanti sono diversi commentari: Commento al Libro della Formazione, Commentario
sull’unificazione del nome, Commentario sulle leggende talmudiche etc…,
e soprattutto Il Portico dell’interrogante nel quale
si pone domande sulle sephiroth,
sull’infinito En Soph, sulla creazione dal nulla, sul tempo,
sull’Uno, sui colori, sull’anima e sul corpo. A lui è attribuito anche il
libro Le 18 benedizioni, più che altro un testo di preghiere ma
anche di contemplazione e di meditazione sull’acqua e sui colori, sulla postura
durante le preghiere e sul significato dello Shemà Israel.
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