venerdì 10 aprile 2020

GRANDI CONGIUNZIONI PLANETARIE E CORONAVIRUS, parte II (astrologia e mitologia)


SEGUE DA:


 In un precedente post sull’argomento si è visto come l’astrologia cosiddetta storica abbia utilizzato la teoria delle congiunzioni planetarie soprattutto per conoscere la sorte delle antiche dinastie e prevedere i grandi eventi della storia del mondo.

La verifica sperimentale della coincidenza tra determinate congiunzioni di pianeti e cambiamenti significativi della realtà ha finito col dare credito ad una antica teoria basata sullo stretto collegamento tra astronomia e astrologia. Tuttavia, se il dato sperimentale fornito dall’astronomia mostra come i nodi cruciali della storia siano sempre stati annunciati dalle grandi congiunzioni tra pianeti lenti, resta da sapere – e qui la parola passa all’astrologia storica – quale significato debba essere attribuito a tali congiunzioni e perché. 

 Com’è noto, l’astrologia che prende in esame eventi collettivi (storica) trae i suoi significati soprattutto dalla mitologia, poco indulgendo alla psicologia classica, allo spiritualismo e a certo esoterismo di maniera, a differenza di quanto oggi avviene sempre più con l’astrologia giudiziaria che si occupa di oroscopi individuali. Nell’uno come nell’altro caso, d’altra parte, l’intuizione gioca un ruolo fondamentale. Se infatti la mitologia di riferimento è quella greca, come reclamano i nomi dei pianeti collegati agli dei olimpici, non è possibile trascurare altre tradizioni: sarà al contrario fondamentale il confronto per scoprire similitudini, parallelismi e l’origine antica di miti solo in apparenza diversi e più recenti.

Non basta, la ricchezza del mito potrebbe essere fuorviante, talora contraddittoria. Quale narrazione sarà bene utilizzare – per esempio –  per costruire il significato astrologico di Giove, vista la mole dei miti che lo riguardano? E ancora, come districarsi quando lo stesso mito è attribuito a divinità diverse? La scelta, a questo punto, appartiene all’astrologo e la sua intuizione sarà efficace se egli avrà saputo non solo prevedere l’evento ma soprattutto renderne conto.

La triplice congiunzione tra Plutone, Saturno e Giove presente attualmente nel nostro sistema solare e che ci accompagnerà per tutto l’anno e anche un po’ dopo è forse l’immagine di quanto sta avvenendo sulla Terra, alle prese con la pandemia di coronavirus? “Come in alto, così in basso”, secondo l’antica massima di Ermete Trismegisto? L’astronomia ci dice soltanto che siamo in presenza di grandi cambiamenti, così come per il passato hanno sottolineato le grandi congiunzioni planetarie, ma spetta all’astrologia storica cogliere tutto il significato di questo raro incontro tra pianeti.

L’astronomia scandisce i tempi di questa triplice grande congiunzione. Già nel 2019 il pianeta Saturno si avvicina a Plutone, il pianeta orbitante all’estremo del sistema solare che si trova alla fine del Capricorno procedendo con un passo quasi impercettibile. Dopo l’estate, Saturno gli si avvicina ancora e dalla fine del 2019 si trova a poco più di un grado di distanza. Che significato ha questo incontro? Per saperlo cominciamo a scoprire il Plutone mitologico con l’aiuto e il filtro dell’astrologia storica, sarà poi opportuno con lo stesso metodo occuparci anche di Saturno e infine di Giove per giungere infine a prospettare qualche conclusione sulla natura e sui significati di questo triplice incontro.

PLUTONE
Fratello di Zeus-Giove, Hades “l’invisibile” collabora con lui e con Poseidone-Nettuno ad abbattere il dominio del padre comune Crono-Saturno e delle divinità più antiche. Del genitore – rinchiuso nel Tartaro, il luogo delle ombre e dei morti descritto da Esiodo nella Teogonia – Hades diviene il carceriere, finché con la spartizione dei tre regni fra gli dei nuovi (cielo e terra a Zeus, mare a Poseidone), egli ottiene definitivamente il dominio del mondo sotterraneo.

Come signore delle immense ricchezze del sottosuolo Hades è presto identificato anche con Plutos “ricco” che in realtà era un’altra divinità della mitologia greca. Tant’è che Aristofane  (450 - 385 a.C circa), nella celebre commedia “Pluto”, parla di lui prima che Hades e Pluto siano identificati con una sola divinità. Nella commedia, tale Scaracchia si adopera al fine di ridare la vista a Pluto per modo che il dio, disubbidendo a Zeus, dispensi le proprie ricchezze solo agli onesti, fuggendo i bricconi che sino ad allora aveva arricchito.

Interessante è nella commedia di Aristofane l’affermazione di Scaracchia circa il potere di Pluto considerato persino più grande di quello di Zeus-Giove[1]. Una osservazione che varrà a maggior ragione anche per Hades-Plutone. Infatti, se i decreti di Giove possono essere mutati, quelli di Plutone sono immutabili perché espressione di Ananke, cioè Necessità, fato o destino, una divinità della cosmogonia orfica, con la quale, come vedremo in seguito, Plutone ha mantenuto più di un legame. (S E G U E)
 
sergio magaldi



[1] SCARACCHIA:
   Zitto!
   Io ti provo che tu sei piú potente
   di Giove, assai.
PLUTO:
   Tu, me?
SCARACCHIA:
   Io te, pel cielo!
   (Si volge a Nocciola)
   Per che cosa comanda agli altri Numi,
   Giove?
NOCCIOLA:
   Per i quattrini: ce n'ha tanti!
SCARACCHIA:
   Avanti! E a Giove chi glie li procaccia?
NOCCIOLA (Indica Pluto):
   Questo!
SCARACCHIA:
   E perché gli fanno sacrifizi?
   Non è per lui?
NOCCIOLA:
   Di certo! E a faccia tosta
   lo pregan di arricchirli.
SCARACCHIA:
   Oh, non è questo
   la cagione di tutto? E se volesse,
   non ci porrebbe fine come nulla?
PLUTO:
   E perché, dunque?
SCARACCHIA:
   Perché piú nessuno
   né bove né focaccia immolerebbe,
   né checchessia, se tu non lo volessi.
PLUTO:
   E come?
SCARACCHIA:
   Come? Non avrebbe mezzo
   di comperare, se non fossi tu
   a fornirgli i quattrini. Onde, se Giove
   ti secca, puoi da solo rovesciare
   il suo potere. (Aristofane, Pluto,trad. Ettore Romagnoli)

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