SEGUE DA (clicca sui titoli per leggere):
I significati di Saturno
La fusione di due figure mitologiche come
quella di Ploutos, dio della ricchezza e quella di Hades, signore del mondo
sotterraneo e dell’inconscio, erede della Grande Madre e di Eros cosmico, non
crea ambivalenze nel Plutone astrologico. Ploutos è cieco e dispensa a caso le proprie
ricchezze ma così facendo – tale lo rappresenta con ironia Aristofane (450-385 a .C.) nella sua commedia Pluto
[vedi, cliccando su GRANDI CONGIUNZIONI PLANETARIE E CORONAVIRUS, parte II(astrologia e mitologia)] – egli finisce con l’arricchire i peggiori tra gli
uomini. Vero o falso che sia l’assunto dal quale prende forma la satira di
Aristofane (in realtà poco cambia – come mostra la commedia – quando le
ricchezze vengono date ai poveri), non c’è dubbio che questa fosse la
percezione della realtà nella tradizione popolare già ai tempi del grande
commediografo greco. Non a caso una canzone conviviale di Timocreonte da Rodi,
poeta lirico del V secolo a.C., attribuiva a Ploutos, a causa del denaro, la
responsabilità di tutti i mali che capitano agli esseri umani:
«Deh!, se mai, cieco Pluto,
né in
terra, né sul pelago
t’avessimo
veduto,
ma
l’Acheronte e il Tartaro
fossero
stati ognora
l’unica tua
dimora!
Ché da te
tutti i mali
Provengono
ai mortali!»[1]
Come Ploutos
cieco, Hades non guarda in faccia nessuno e ci mostra la realtà per quello che
è, senza illusioni. Scrivevo in un precedente post sull’argomento [vedi,
cliccando su GRANDI CONGIUNZIONI PLANETARIE E CORONAVIRUS, parte IV (Plutone e i Misteri Eleusini)]: «[…] Insomma la morte non solo è parte della nostra natura
sin dalla nascita, ma è anche il progetto finale di ogni essere vivente e Hades-Plutone ci
svela senza infingimenti la nostra rimozione più grande: l’essere per
la morte»
Diverso il caso
di Saturnus-Kronos, il primo appartenente alla mitologia romana, il secondo a
quella greca. Nella fusione resta un’ambivalenza di fondo che il Saturno
astrologico mantiene, ancorché le due divinità siano poi accomunate dai festeggiamenti
in loro onore: Il Saturno latino nei Saturnalia, il Kronos greco nelle Kronia
di Atene che secondo la testimonianza del poeta romano Lucio Accio (II Secolo
a.C.) consistevano nella celebrazione di un tempo altro, con il totale
rovesciamento dell’ordine costituito e la sospensione del lavoro, mentre si
banchettava per le strade e gli schiavi sedevano a tavola con i padroni. Ciò
accadeva, naturalmente, quando Kronos era ormai considerato dai Greci come
Signore del Tempo. Per onorare il dio si pensò di dedicargli una giornata
speciale, diversa da tutte le altre, una grande festa che per la sua
eccezionalità finiva col rinsaldare il potere costituito e la stabilità del
tempo della quotidianità. I Romani ripresero questa tradizione quando il mito
di Saturno si era ormai fuso con quello del Kronos greco. Nacquero i Saturnali
sull’onda della leggenda di Giano che accoglie il fuggitivo Saturno e ne
ottiene in cambio i doni dell’agricoltura e della preveggenza, inaugurando con
lui la felice età dell’oro. Se le Kronia ebbero una motivazione
ufficiale quasi metafisica, con il tempo che sembra fermarsi per un giorno
prima di riprendere la solita routine, i Saturnalia ne ebbero una molto
più concreta, in linea con lo spirito dei Romani. Entrambe le feste tuttavia raggiungevano
il medesimo scopo di consolidare l’ordine costituito, partendo dal presupposto
che l’eccezione non può mai essere la regola. In età imperiale, i Romani festeggiavano Saturnus dal 17 al 23 dicembre,
nei giorni cosiddetti solstiziali in cui il Sole sembra morire, Sol sistium
o Sole fermo, quando l’astro raggiunge il punto di massima distanza dal piano
equatoriale, invertendo il proprio moto e la notte sulla Terra si fa più lunga.
I Saturnali rappresentano la prova generale della scomparsa del Sole, il rovesciamento
dell’ordine naturale, il sovvertimento di ogni regola: è la felice età dell’oro
di Giano e Saturno che riappare e che per essere celebrata degnamente deve
consentire tutto ciò che normalmente è impossibile oppure è vietato e/o
addirittura punito con la morte: cibo e vino in abbondanza per tutti, padroni
che diventano servi e viceversa, schiavi in libertà, gioco d’azzardo e
licenziosità di ogni genere.
Già nel glifo, Saturno astrologico
mostra la sua ambivalenza, con i simboli della croce, della mezzaluna o luna
crescente e della falce. I bracci della croce sono a volte rappresentati di
pari lunghezza a significare che materia e spirito si equivalgono. Quando
invece il braccio verticale è rappresentato molto più lungo di quello
orizzontale ђ, si vuole sottolineare che lo spirito (il braccio verticale) finirà
col prevalere sulla materia (il braccio orizzontale). Il simbolismo della croce
ha tuttavia anche il significato di rappresentare la dualità del reale e l’unione
del maschio e della femmina, intesa soltanto come genitale o, al contrario, indice
di una spiritualità elevata come quella che gli assegna Dante facendo del
pianeta il settimo cielo del Paradiso dove per una scala d’oro salgono e
scendono gli spiriti contemplativi: con Saturno è necessario abituarsi ai
contrasti!
La luna crescente indica la
progressiva formazione del corpo, a cominciare da ossa, scheletro e muscoli,
sino alla nascita dell’Io e all’unità di spirito e corpo. La falce è insieme
simbolo di vita, di castrazione e di morte: è lo strumento per mietere il grano
ed è lo stesso strumento che recide i genitali di Urano, taglia i rami secchi e
la vita degli individui (piante, animali, esseri umani), secondo un mandato in
bianco ricevuto da Hades-Plutone e in virtù di un patto che ha consentito a
Kronos-Saturno di lasciare il mondo infero dove era stato precipitato, una
volta privato da Zeus del potere sugli uomini e sugli dei.
[S E G U E ]
sergio magaldi
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