S E G U E D A:
IL MITO DELL'ANDROGINO E LA PIETRA FILOSOFALE (Parte prima)
C'è di più:
il mito dell'androgino, sotto il velo poetico e religioso, cela un'altra
verità. L'avversione e l'invidia maschile per la femmina alla quale soltanto è
concesso di generare, tant'è che, per un verso si dice che la donna è
costruita, non creata ([1]) e,
per altro verso, si pretende di annullare l'identità femminile, di
farne a meno, per così dire, a tutto vantaggio di un ibrido di
entrambi i sessi, sublimato per essere a immagine e
somiglianza di Dio, come lui maschio bisessuato, dotato di
straordinari poteri ([2]).
Così, l'androgino, lungi dall'essere 'un nuovo stato in cui le caratteristiche essenziali del maschio e della femmina coesistono armoniosamente' ([3]) o il luogo a cui 'la mente s'innalza al di sopra dei nomi e delle forme' e dove 'anche le divisioni sessuali vengono superate' ([4]), lungi dal rappresentare il ritorno alla condizione edenica e a Dio, ne è piuttosto l'allontanamento, con la discesa nel caos indistinto della natura naturans, dove ogni identità scompare nella babele delle forme, perché ogni forma è ancora lontana dall'individuazione ([5]).
Il Pimandro, sulla scia del Genesi (1:26-27), ripropone la bisessualità fondamentale della natura umana ([6]) la successiva separazione dei sessi per volere divino ([7]) e il conseguente appello all'accrescimento e alla moltiplicazione del genere umano ([8]).
In altri trattati
ermetici, tuttavia, si fa strada una più complessa dinamica dei rapporti uomo -
Dio. E' il mondo, il cosmo inteso come totalità del reale, ad essere
creato a immagine di Dio, non l'uomo, e se il creatore è eterno e
ingenerato (aidios), la realtà (mondo, cosmo) che
è generata, è soltanto immortale (atanatos). L'uomo, invece, non è né
eterno né immortale, perché generato dal mondo, sebbene egli partecipi
dell'immortalità mediante l'intelletto (nous) ([9]) :
"Primo di tutti gli esseri, in realtà è Dio, eterno, ingenerato, creatore dell'universo; secondo è colui che è stato creato da Dio a sua immagine e che da Dio è tenuto in vita, nutrito e dotato di immortalità...Il Padre dunque, generandosi da sé, è eterno, il mondo invece, essendo generato dal Padre, è generato ed è immortale. E quanta materia era soggetta alla sua volontà, tutta questa il Padre la foggiò in forma di corpo e, avendole dato un volume, la rese sferica...Dio circondò il tutto di immortalità, affinché, anche se la materia volesse separarsi dalla composizione di questo corpo, non potesse dissolversi tornando al disordine che le è proprio...I corpi degli esseri celesti possiedono un unico ordine, quello che hanno ricevuto dal Padre fin dalla loro origine; e quest'ordine è conservato immutabile dal ritornare periodico di ciascuno di essi al suo posto primitivo (il ritorno periodico degli astri a un punto fissato della loro traiettoria, indica quindi l'immobilità dell'ordine celeste)...Il terzo essere vivente è l'uomo, creato a immagine del mondo, e che, a differenza degli altri esseri terrestri, possiede l'intelletto per volontà del Padre; non solo è unito per affinità al secondo dio, ma può conoscere il primo dio con la facoltà intellettiva." ([10])
Nel X Discorso all’affermazione che l’uomo è creato non ad immagine di Dio ma del mondo si aggiunge che il mondo è bello ma non buono perché soggetto a passioni: " ‘Chi è dunque il dio materiale di cui parli?- chiede Asceplio ad Ermete - ed Ermete risponde:‘Il mondo, che è bello, ma non buono; è costituito infatti di materia, è soggetto a passioni ed è il primo di tutti gli esseri passibili; è il secondo nella serie degli esseri, ed è incompleto in sé stesso, ha avuto anch'esso un principio della sua esistenza, ma esiste sempre, perché esiste nel divenire...’” ([12])
In un passo successivo
si ribadisce la gerarchia degli esseri: Dio, il cosmo e l'uomo ([13]).
Infine, è ripreso di nuovo l’argomento nel discorso che l'intelletto o nous rivolge
a Ermete per meglio fissare,
in rapporto a Dio, i concetti di eternità, cosmo o mondo, tempo e divenire e
per definire, in rapporto al cosmo, i reali significati di morte,
trasformazione, visibile, invisibile, rotazione e sparizione "...Dio
crea l'eternità, l'eternità il mondo, il mondo il tempo, il tempo il divenire.
L'essenza di Dio è per così dire la saggezza; dell'eternità l'identità; del
mondo l'ordine; del tempo il mutare, del divenire la vita e la morte...Così
dunque l'eternità è in Dio, il mondo nell'eternità, il tempo nel mondo, il
divenire nel tempo. E mentre l'eternità sta immobile intorno a Dio, il mondo è
in movimento nell'eternità, il tempo si compie nel mondo, il divenire diviene
nel tempo." : ([14]).
[1] Come detto sopra,
secondo il racconto biblico, Dio costruisce la donna con ciò che toglie dal
corpo di Adamo (Genesi, 2:22), tant'è che questi la chiama ishah perché
da lui stesso (ish, uomo) è stata tratta e, nuovamente, grazie
all'unione santa del matrimonio, sarà da lui incorporata (Genesi,
2:23-24).
[2] Naturalmente, anche una dea dotata di entrambi i sessi è un androgino, ma la sua rappresentazione, come nel caso di Cibele, è molto più arcaica e, probabilmente, fa riferimento ad una ipotetica società matriarcale o comunque ad un'età in cui il potere di generare riesce ancora ad imporsi su quello di fecondare.
[3] Cfr., A. Schwarz, Cabbalà e Alchimia, Saggio sugli archetipi comuni, La Giuntina, Firenze, 1999, p. 70
[4] Cfr., E. Zolla, op.cit., p. 11
[5] "Ques
ta concezione di Dio dotato di doppia natura, femminile e maschile, è molto comune nella letteratura religioso-filosofica del tempo; si ritrova nei neoplatonici, negli gnostici, nell'orfismo e ripetutamente negli scritti ermetici ... ed è strettamente connessa con l'altra concezione, per cui la natura propria e peculiare di Dio è il generare...".
Così osserva B.Maria Todini
Portogalli in una nota del Pimandro da lei tradotto (Discorsi
di Ermete Trismegisto, Boringhieri, I Ed.,1965, p. 31, nota 5).
[6] "...(L'uomo) possiede in sé la natura maschile e femminile insieme, perché è stato generato da un padre, che ha ambedue le nature..." , Pimandro, XV, ed. cit.,p. 34;
[7] "... compiutosi il periodo della rivoluzione, il legame, che teneva unite tutte le cose, si ruppe per volere divino. Tutti gli esseri viventi, che erano al tempo stesso di natura maschile e femminile, insieme all'uomo, si divisero in due e divennero in parte maschili, in parte femminili.", Pimandro, XVIII, ed. cit.,p. 36; cfr., Genesi, 2:21-22
[8] "Immediatamente Dio con un santo discorso disse loro: 'Crescete accrescendovi, e moltiplicatevi in quantità tutti voi, che siete stati creati e prodotti, e chi possiede l'intelletto riconosca se stesso immortale'...", Pimandro, XVIII, ed. cit.,p. 36; cfr., Genesi, 1:28
[9] Che cosa debba intendersi per nous o intelletto nella letteratura ermetica è argomento assai complesso. Sulla questione si rimanda alla lunga ed efficace nota di B. M. Todini Portogalli nel già citato testo (nota 2, pp. 27-28). Si può tuttavia provare a riassumere i diversi significati, con le parole stesse del Pimandro:
"L'intelletto...è della stessa essenza di Dio...non è ricavato dalla
essenzialità di Dio, ma si dispiega da essa come la luce dal sole. Negli uomini
questo intelletto è Dio..." (Discorsi di Ermete Trismegisto, cit.,
nota 2, p. 28)
[10] Cfr., Discorsi di Ermete Trismegisto, cit., VIII, pp. 80 - 82. Il corsivo in parentesi è contenuto in una nota di B. M. Todini Portogalli, in calce al testo.
[11]Cfr.,Discorsi,cit.,IX,8,pp.87-88
[12]Ibid.,X,10,p.96.
[13] "...Vi sono dunque questi tre esseri: Dio che è il padre e il bene al tempo stesso, il cosmo e l'uomo. Dio contiene il cosmo; il cosmo l'uomo; il cosmo nasce come figlio di Dio, l'uomo del cosmo, quindi come nipote di Dio." Ibid., X, 14, p. 98.
In proposito, B.M. Todini
Portogalli osserva:
"La
concezione di un profondo legame tra i tre esseri divini: Dio, il mondo, l'uomo
è il tema centrale dell'ermetismo, e deriva evidentemente dal tema stoico
della simpatia, principio di accordo e di unità del cosmo." (Ibid.,
p. 102, nota 26)
[14] Ibid., XI, 2, pp. 106 - 107
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