SEGUE DA:
Il Sepher
Yetzirah o “Libro della Formazione” [1] è alla base dell’astrologia cabbalistica.
Nel I Capitolo si parla delle 22 lettere dell’alfabeto con cui Dio ha creato il
mondo. Tre di queste lettere: Shin-’Alef-Mem sono dette madri e rappresentano i tre elementi
della tradizione empedoclea, rispettivamente: fuoco aria e acqua. Altre sette
lettere, dette doppie, rappresentano i sette pianeti (considerando
i due luminari Sole e Luna e i cinque pianeti della tradizione, cioè Saturno,
Giove, Marte, Venere e Mercurio): Bet-Ghimel-Dalet-Kaph-Phe-Resh-Taw ;le restanti
dodici lettere sono dette semplici e rappresentano i 12 segni zodiacali:
He per il segno dell’Ariete, Waw per il Toro, Zain per i Gemelli, Chet
per il Cancro, Teth per il Leone, Yud per la Vergine, Lamed per la Bilancia, Nun
per lo Scorpione, Samekh per il
Sagittario, ‘Ayin per il Capricorno, Tzade per l’Acquario e Qoph per i Pesci.
Inoltre,
nel Sepher Yetzirah, 1:8,
si fa riferimento, oltre che alle dieci Sephiroth [2], che molti cabbalisti considerano in analogia coi pianeti [3], alle Hayot o ‘creature viventi’
della visione di Ezechiele che Ibn Ezra considera in analogia
coi segni zodiacali.
In S.Y., 2:4, in relazione alle
231 Porte della Conoscenza è nominata la ruota dello Zodiaco o Galgal e
da 4:7 a 4:14 si parla dei sette pianeti. In 5:4 sono citate le 12
costellazioni dell’universo (i cui nomi corrispondono ai 12 segni zodiacali).
Unendo la lettera del segno zodiacale col proprio rispettivo elemento
(Aria-Fuoco-Acqua-Terra), avremo 12 radici per ciascuno dei 12 segni zodiacali.
Da queste radici e talora dalle loro ghematrie [4] è
possibile raccogliere qualche indicazione sul significato del segno. Per i
segni di Terra, mancando la corrispondente lettera ‘madre’, varrà l’unione di
ciascuna lettera della triplicità di Terra con la lettera Mem (Acqua).
Uniamo dunque la lettera madre ’Alef alle lettere dei tre segni di
Aria: ’Alef con Zain (Gemelli) forma la radice Az che significa ‘allora’, con
Lamed (Bilancia)
El, che è uno dei nomi di Dio, con Tzade (Acquario) Atz
che significa ‘affrettarsi’.
Proseguendo con l’unione della
lettera madre Shin alle tre lettere dei segni di
Fuoco, abbiamo: Shin con He (Ariete) forma la radice Sheh che è il
capo del gregge e il cui valore numerico, 305, ha significative
ghematrie come Or Tzach ‘Luce ripulita’ e Orlah
‘Prepuzio’. Dall’unione delle lettere corrispondenti agli altri due segni di
fuoco abbiamo: Shin con Teth (Leone), la radice Shat che
significa ‘ribelle’, con Samekh (Sagittario), Shas , le cui due lettere
rappresentano Shishah Sidrey (‘Sei Ordini’), cioè
l’abbrevazione dell’intero Talmud e la cui principale
ghematria, con valore di 360, è Sikhli ‘intellettuale’.
Ancora, unendo la terza
lettera madre, la Mem, con le lettere della triplicità di Acqua abbiamo: con
la Chet
(Cancro) la radice Cham che significa
‘caldo’, con la Nun (Scorpione),
Min che significa ‘sesso’ o ‘specie’, con la Qoph (Pesci), Mq che indica
lo ‘stare in piedi’, il ‘sostenere’, come nella parola Maqel, (da destra a
sinistra: Mem-Qof-Lamed)“bastone”.
Infine, l’unione della stessa lettera madre, la Mem, con le lettere della triplicità di Terra forma con la Waw (Toro) la radice Mu cioè il suono onomatopeico dell’animale, con lo Yud (Vergine), Mi che significa ‘Chi?’ e bene indica la curiosità dei nativi di questo segno zodiacale e, ancora, con la lettera ‘Ayin (Capricorno) Am che vuol dire ‘popolo’.
Concludendo sul Sepher
Yetzirah, oltre allo zodiaco viene nominato l’asse del mondo o Teli (6:1),
conosciuto anche come Drago e che in
astrologia riveste particolare importanza in riferimento alla testa e
alla coda cioè ai nodi lunari come più spesso
vengono chiamati. Questi punti nodali rappresentano l’intersezione dell’Equatore
con l’eclittica e secondo il grande cabbalista Abulafia [5] ‘la testa del Drago’ significa merito mentre la coda
significa responsabilità e in tutte le tradizioni ha un significato ‘malefico’
soprattutto quando, nel cielo di nascita (il cosiddetto oroscopo) è congiunta al
Sole. Analogamente gli Esseni [6], nel
tracciare gli oroscopi, davano molta importanza ai nodi lunari che insieme ai 5
pianeti, al Sole e alla Luna formavano le ‘nove parti’. Il pronostico, fatto
sul tema di nascita, era favorevole quando la luce prevaleva sulle tenebre,
quando cioè le ‘nove parti’ erano in prevalenza nel cosiddetto emisfero di
luce, individuato al di sopra dell’orizzonte. Nessun uomo, naturalmente, era
interamente nella luce o interamente nelle tenebre perché il nodo lunare nord (testa
del Drago) si trova di necessità sopra l’orizzonte e il nodo lunare sud (coda
del Drago) sotto l’orizzonte. Il più puro o ‘illuminato’ era dunque colui
che aveva ‘sette parti’ (oltre alla testa del Drago) sopra l’orizzonte, il più
impuro quello che aveva le ‘sette parti’, cioè i 5 pianeti e i due luminari
(oltre alla coda del Drago) al di sotto [7].
sergio magaldi
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[1] Per la
bibliografia e per la data di composizione, che secondo gli studiosi, oscilla
tra il II e il VI secolo d.C., si rimanda a G. G. Scholem, Le Origini
della Kabbalah, Bologna, 1990, pp.32-44. Circa i contenuti si rinvia
allo stesso volume nonché a G. G. Scholem, La Cabala , Roma, 1989,
pp.14, 30-61, 70-72, 96, 101 e ss.
[2] Sephiroth è
stato spesso tradotto con ‘emanazioni’, facendolo derivare dall’etimologia
greca, con ciò stabilendo un collegamento tra Qabbalah e neoplatonismo. Più
corretta è la derivazione dall’ebraico Safor che significa contare e
che delle Sephiroth fa dunque i numeri primordiali della creazione, ben
distinti dai misparim o numeri ordinari. Le Sephiroth sono
perciò le ‘luci’ o le ‘forme pure’ del molteplice. Nella tradizione
cabbalistica, le Sephiroth si dispongono sui tre pilastri
dell’Albero della vita. Ad ogni Sephirah è attribuito un nome.
Alla colonna centrale appartengono: 1 Kether corona, 6 Tiphereth bellezza
e armonia, 9 Yesod fondamento o generazione, 10 Malchuth regno
o terra. Alla colonna di destra: 2 ‘Hochmah sapienza, 4 ‘Hesed grazia
7 Netzach vittoria. Alla colonna di sinistra: 3 Binah intelligenza, 5
Gheburah forza e rigore, 8 Hod splendore.
[4] S’intende
per ghematria il medesimo valore numerico dato dai cabbalisti
a singole parole o intere preposizioni in base al principio che nell’alfabeto
ebraico ogni lettera è numero e ogni numero è lettera.
[5] Abraham
Abulafia (1240-1291) è il maggior rappresentante della Qabbalah estatica o
mistica che si basa essenzialmente sulla contemplazione e sulla meditazione.
Sulla vita, l’opera, il pensiero cfr. M. Idel, L’Esperienza mistica in
Abraham Abulafia, trad.it., Jaca Book, Milano, 1992. Di rilevante
interesse su Abulafia anche il IV capitolo di G.G. Scholem, Le grandi
correnti della mistica ebraica, Il Saggiatore, Mondadori, Milano, 1965 e
edit. il melangolo, Genova, 1990. Su Teli e i nodi lunari cfr.
A. Kaplan, Sefer Yetzirah, commento, ediz. Spagnola, Edit., Mirach,
S.L., Madrid, 1994, pp. 265-274
[6] Setta ebraica di ispirazione ascetica (II sec. A. C – I sec.
d.C) che risiedeva a Qumran sulla riva occidentale del Mar Morto. La
comunità essenica conosceva una rigida organizzazione sociale e si
caratterizzava per gli ideali di purezza con cui cercava di vivere la fede
ebraica.
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