Una volta collocate le dieci Sephiroth sull’Albero - che costituiscono già i primi dieci sentieri - tracciamo ora, seguendo il percorso della discesa della luce, i restanti ventidue sentieri a partire dalla prima Sephirah.
L’undicesimo sentiero sarà allora Kether – Chokhmah, il dodicesimo Kether – Binah, il tredicesimo Kether – Da’at (consapevoli che Da’at non è una Sephirah, che è ancora tutta da scoprire e che sarà possibile conoscerla solo durante l’ascesa lungo l’Albero a partire da Malkhuth).
Continuando poi dalla seconda Sephirah, tracciamo il quattordicesimo sentiero Chokhmah – Binah, il quindicesimo Chokhmah – Da’at e il sedicesimo Chokhmah – Chesed.
Proseguendo così con le restanti Sephiroth tracciamo tutti gli altri sentieri sino al trentaduesimo. A questo punto non resta che collocare su ciascun sentiero la lettera che gli appartiene secondo le indicazioni del Sepher Yetzirah [3:3]: le tre lettere madri sui sentieri orizzontali, le sette lettere doppie sui sette sentieri verticali e le dodici lettere semplici sui dodici sentieri diagonali. Dobbiamo poi fare la stessa cosa con i 7 pianeti della tradizione e i 12 segni zodiacali che, sempre seguendo il Sepher Yetzirah [4:7 e 5:5], troveranno posto rispettivamente sui 7 sentieri verticali e sui 12 sentieri diagonali.
Possiamo ora iniziare la risalita dell’Albero, percorrendo il 32° sentiero Malkhuth-Yesod, caratterizzato dalla presenza della lettera Taw e illuminato dai raggi della Luna. Nel Midrash di un maestro del I-II sec. d.C., noto appunto come Alfabeto di Rabbi Aqiva, si rivela la duplice natura della lettera Taw che va letta anche come Taew, desiderio, nel senso di ricercare ogni bene terreno ma anche inteso come desiderio dello spirito di risalire in alto.
Se la Taw ha valore 400, numero che nella tradizione ebraico-cabbalistica simboleggia tutto quello che di bene e di male c’è nell’universo, nel suo “riempimento” o “plenitudine” la lettera si scrive con una Taw seguita da una Waw per un valore numerico di 406, di cui una ghematria è rappresentata dal cosiddetto “Segreto di Purim”, le cui lettere ebraiche sommate tra di loro danno appunto lo stesso valore di 406. A Purim è consuetudine ancora oggi presso gli ebrei leggere la Meghillah (Rotolo o Libro) di Ester, e anche la vicenda di Purim ci aiuterà a comprendere meglio il luogo nel quale ci troviamo.
Procedendo tra luci e ombre e cogliendo i significati del sentiero, giungeremo infine sino a Yesod.
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