In questa puntata sono messi a confronto i romanzi “1984” di Orwell,“1984 – Julia” di Sandra Newman e “1Q84” di
Murakami Haruki. Innanzi tutto la realtà con cui si apre la narrazione: dallo
squallore del paesaggio, Orwell ci introduce poco a poco, con maestria
letteraria, alla vita squallida degli abitanti di Londra. Operazione inversa
per Sandra Newman che inizia col parlare della vita angusta dei personaggi per
approdare solo dopo alcune pagine a descrivere la realtà in cui s’innalza
l’edificio del Ministero dell’Amore: tra “una mescolanza di rovine e di casette
basse”, o la realtà del quartiere dei prolet: “Un mondo fatto di case diroccate
e malmesse, puntellate da pezzi di legno alla rinfusa”. Del tutto diverso
l’approccio di Murakami: un paesaggio da autostrada dei nostri giorni visto con
gli occhi di una giovane donna che quell’autostrada sta percorrendo in un taxi
in cui alla radio risuona un brano di musica classica. Dope poche pagine,
apprendiamo però che quella realtà non è stabile e che può trasformarsi
facilmente in un multiverso.
Interessante poi il confronto tra i personaggi principali
dei tre romanzi. Un uomo e una donna legati da una relazione d’amore: Winston e
Julia, gli stessi in Orwell e Newman. Aomame e Tengo nel romanzo di Murakami.
Hanno tutti qualcosa in comune ma anche qualcosa che li differenzia in funzione
di una prospettiva disuguale, di un’indole che forse favorisce una diversa
presa di coscienza, oltre che della
realtà di cui sono espressione.
E ancora: O’Brien, il potente dirigente del Partito
Interno ha un comportamento che riflette gli obiettivi differenti di Orwell e
Sandra Newman la quale, com’è noto, con l’approvazione della Fondazione Orwell,
ha riproposto di recente “1984”,
in una riscrittura al femminile, dove Julia si sostituisce a Winston nel ruolo
principale. Molto più complesso trovare un equivalente di O’Brien in “1Q84” di
Murakami, ma con una certa liberalità lo si può assimilare al leader della
setta “Chiesa dell’Egalitarismo Assoluto”.
Da ultimo, il finale dei tre romanzi ci pone di fronte a
tre diverse “filosofie di vita”, a tre modalità della coscienza umana di
comprendere e di comportarsi di conseguenza, pur in presenza di accadimenti
simili.
1984 di George Orwell non è solo – come
già detto nella puntata precedente – il romanzo della rappresentazione del
regime sovietico nel momento in cui il Grande Fratello (Stalin) si impossessa
saldamente del potere contro Goldstein «Il traditore originario, il primo ad
aver contaminato la purezza del partito» (Trotsky), ma più in generale è la
testimonianza di ogni forma di totalitarismo. Chi ha coniato il termine e il
concetto? Può definirsi totalitario qualsiasi regime autoritario oppure occorre
che il controllo sugli individui sia tale da suscitare, prima il terrore
e la cieca obbedienza, poi il consenso spontaneo e, infine, addirittura l’amore
per chi detiene il potere? La lezione di Orwell è proprio in questa
inarrestabile evoluzione del totalitarismo: da violento strumento di dominio e
di repressione, esercitato dalla dittatura di un partito unico, a sistema in
cui il governo totalitario si rende superfluo e persino controproducente. È
questo il momento vagheggiato dalle élite intellettuali e finanziarie, quando
l’opposizione politica cessa di essere davvero alternativa e diventa meramente
formale, quando le coscienze dei sudditi si sono addormentate, e il consenso e
l’amore giungono ormai spontaneamente al potere, mediante un’organizzazione
capillare della società tecnologica che nulla lascia al caso e/o
all’improvvisazione. • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • •
• • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • Qui sotto il link a
"1984" – George Orwell: distopia o realtà? – 1ª puntata • "1984" – George Orwell: distopia o realtà?... • • • • • • • • • • • • • • • • •
• • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • •
•
Volevo
farvi i complimenti per la grande analisi su 1984. Volevo dare uno spunto tra
lo scritto di ORWELL e il libro l'uomo è antiquato di Gunther Anders ex marito
di HAnnah Arentd e allievo di Martin HIDEGGER. Gunther Anders centra in pieno
il pensiero di ORWELL, perché attraverso i regimi totalitari soprattutto il
nazismo pone la nascita della tecnica che è l'anima della scienza. Cioè l'uomo
perde la centralità umana a scapito della gerarchia della struttura tecnica.
Infatti la frase "ho solo eseguito gli ordini" viene utilizzata per
dire:io rispondo alla struttura gerarchica e non più alla mia umanità. È una
forma pensiero fondamentale nelle società attuale. È stato sconfitto il nazismo
ma l'idea è stata assimilata dalla nostra società. Es:l'impiegato di banca che
vende i titoli tossici ai risparmiatori ragiona come il Nazista. Devo venderli
perché altrimenti se non lo faccio mi licenziano.
Potreste fare un confronto tra
1984 di ORWELL e MONDO NUOVO di HUXLEY. Secondo me 1984 è la rappresentazione
di un vecchio Totalitarismo mentre nella nostra società attuale è più consono
al romanzo di Huxley. La dittatura cambia forma, le catene invisibili.