giovedì 26 marzo 2020

GRANDI CONGIUNZIONI PLANETARIE E CORONAVIRUS







 La teoria delle congiunzioni planetarie conobbe la sua fortuna con gli astrologi dell’Impero Sasanide (ultimo impero persiano preislamico caduto nel 651 d.C.) che se ne servivano per conoscere la sorte dei sovrani e delle dinastie regnanti, i momenti favorevoli per la fondazione di città, i grandi eventi (astrologia storica). Con l’avvento degli Abbàsidi – una dinastia araba discendente dallo zio paterno di Maometto – furono gli astrologi persiani, dal nome arabizzato, come Nawbakt al-farisi (? -777), al-Tabari (762-812) e soprattutto Mashallah (762-815) – in realtà un ebreo proveniente da Bashra e il cui nome originario pare fosse Giobbe o Gioele – a trasmettere la teoria delle congiunzioni planetarie nel mondo islamico e a rendere possibile il lavoro dei nuovi grandi astrologi del periodo abbaside, come al-Kindi, Abu Masar, al-Sijzi, al-Qabisi, al-Buruni.

Mashallah fu certamente la figura che maggiormente contribuì a diffondere le conoscenze dell’astrologia persiana nel mondo arabo. Per la sua fama fu chiamato a decidere insieme a Nawbakt al-farisi sul momento migliore per fondare la grande città di Bagdad (anno 762). Gli studiosi si dividono sul modo di intendere la teoria delle congiunzioni planetarie di Mashallah. Tutti d’accordo nell’attribuirgli la convinzione che gli eventi del mondo siano scanditi dalle congiunzioni tra i pianeti, divisi però sul genere e sulla classificazione di dette congiunzioni. Per alcuni, Mashallah si limita a distinguere la congiunzione Saturno-Giove  o congiunzione maggiore, da Saturno-Marte (o congiunzione media) e Giove-Marte (o congiunzione minore). Per altri, egli è un precursore di al-Kindi e soprattutto del grande Abu Masar, secondo i quali la congiunzione da prendere soprattutto in esame per prevedere i grandi cambiamenti è quella tra Giove e Saturno – perché nella concezione medievale si tratta dell’unione dei due pianeti più lenti dello zodiaco (non era ancora stata scoperta l’esistenza di Urano, Nettuno e Plutone) – ma dovendo tenere presente il passaggio attraverso le quattro triplicità di Fuoco, Terra, Aria e Acqua: la congiunzione minore tra Giove e Saturno avviene ogni venti anni circa, cambiando di segno ma nella stessa triplicità di elemento, la congiunzione media quando i due pianeti si incontrano mutando però di elemento, il che avviene circa ogni 240 anni e infine la congiunzione maggiore, completando il ciclo dei quattro elementi, cioè dopo circa 960 anni.

La teoria delle congiunzioni planetarie ci fa riflettere innanzi tutto sullo stretto collegamento che c’era in passato tra astrologia e astronomia e che oggi sembra venuto meno a vantaggio di interpretazioni più o meno psichiche o spiritualistiche dell’astrologia. Non è un caso che, con qualche significativa eccezione, gli addetti ai lavori si siano disinteressati delle “strane” congiunzioni con cui si annunciava l’anno bisestile.

Per la verità, la congiunzione di Terra ( nel segno del Capricorno) Saturno-Plutone esisteva già (6°-7° di distanza) sin dai primi mesi del 2019, ma con il nuovo anno diveniva più stretta (1°-2°) e ai due veniva ad affiancarsi, nel mese di febbraio, anche Giove e, dall’inizio di marzo e sino alla fine del mese anche Marte. Un caso simile ma non certo identico a quello che si verificò nell’estate del 1982 quando Plutone, Saturno e Marte si trovarono congiunti in Bilancia non troppo distanti da Giove a inizio dello Scorpione. Un allineamento in fila indiana di certo meno consistente rispetto alla quadruplice congiunzione di oggi. Fu proprio nell’estate del 1982 che Robert Gallo, direttore del laboratorio biologico cellulare dei tumori del National Cancer Institute di Bethesda, accertò l’origine del virus HIV/AIDS che sin qui ha provocato 32 milioni di morti. Da osservare che la congiunzione del 1980-81 di Saturno e Giove in Bilancia coincise anche con la diffusione della malattia prima ancora che se ne accertasse l’origine.

Se invece risaliamo più indietro nella verifica degli eventi occorsi in presenza delle congiunzioni Saturno-Plutone, c’è la prima guerra mondiale (luglio 1914-novembre 1918), quando i due pianeti si trovano congiunti nei primi gradi del Cancro tra il giugno del 1914 e l’autunno del ’15. Come dire, una volta annunciati, gli eventi procedono da soli… comprendendo anche la terribile pandemia di “spagnola” sul finire della guerra (cosiddetta, perché la censura di guerra impediva di parlarne e se ne cominciò a parlare solo in Spagna che non era in guerra), un virus influenzale che fece 50 milioni di morti, venuto a quanto pare dalla Cina, via Stati Uniti e Francia.

Quanto alle congiunzioni più antiche di Saturno e Plutone in Capricorno, cioè nello stesso segno zodiacale di oggi, ci fu quella del 689 a.C. in occasione della distruzione di Babilonia. La più recente, invece, risale al 1517, l’anno in cui Lutero affisse le 95 Tesi sulla porta della chiesa del castello di Wittenberg, inaugurando la riforma protestante e il lungo periodo delle guerre di religione che ne seguirono. Infine, per pura curiosità, la peste di Milano del 1630 – di cui tanto si è parlato in questi giorni tanto da portare qualcuno a rileggere i Promessi Sposi – fu caratterizzata dalla congiunzione in Scorpione di Saturno e Nettuno, mentre Plutone era ospite del segno opposto del Toro, ancorché a distanza non di opposizione dagli altri due pianeti. 

Per venire a quanto sta accadendo in questi giorni, si può osservare, naturalmente solo da un punto di vista strettamente astronomico e astrologico, che già negli ultimi mesi del 2019 il coronavirus cova per così dire sotto le ceneri [gli astri non sono in grado di dire se trattasi di fatto naturale, incidente di laboratorio o guerra batteriologica), per manifestarsi quando Saturno e Plutone sono più vicini (gennaio), espandersi col fattore Giove (primi di febbraio), esplodere, nel senso di essere riconosciuto come pandemia ai primi di marzo, quando Marte si aggiunge alla triplice congiunzione Giove-Saturno-Plutone.

La cosa più interessante, tuttavia, è rappresentata dalla congiunzione perfetta in Capricorno di Giove e Saturno che avverrà il 17 dicembre 2020 e che di per sé è una congiunzione piccola, perché rinnova la congiunzione di circa vent’anni fa in Toro (altro segno di Terra), ma che sarà seguita tre giorni dopo dalla congiunzione di Giove e Saturno in Acquario, cioè dal passaggio dalla triplicità di Terra a quella di Aria, prodromo di quello che avverrà nel 2040 quando i due pianeti si incontreranno nuovamente in Bilancia. Il che significa che tra il 2020 e il 2040 tanti saranno i cambiamenti nell’organizzazione sociale dell’umanità. Mutamenti che stiamo già vivendo e che tuttavia non dobbiamo vedere solo in senso negativo (i morti, i contagi, la limitazione della libertà), perché possono essere l’occasione per una trasformazione di società e istituzioni dove già da tempo prevale la stagnazione e l’inconcludenza. La presenza di Giove attenua la potenzialità distruttiva di Saturno e Plutone congiunti e, inoltre, dall’incontro di Giove e Saturno nel segno dell’Acquario c’è da sperare in un maggiore senso di giustizia e di solidarietà per l’intera umanità e anche in una lenta regressione del virus con la fine dell’anno in corso, non escludendo neppure la speranza di miglioramenti già nei prossimi giorni e/o mesi, considerando che dai primi di aprile Marte lascerà Giove, Saturno e Plutone dopo aver annunciato al mondo lo scoppio della pandemia.

sergio magaldi

giovedì 19 marzo 2020

L'ITALIA E L'IMMUNITA' DI GREGGE






 Il governo italiano ha fatto ricorso alla cosiddetta “immunità di gregge o di branco” per combattere il coronavirus. E ciò è tanto più sorprendente, in quanto gran parte dei mass media, esaltando le misure antivirus adottate da Conte e dai suoi ministri, ha ironizzato sull’uscita del primo ministro inglese Boris Johnson (talora rispolverando anche un “antiangloamericanismo” vecchia maniera, del tipo “Perfida Albione” per intenderci), reo di vagheggiare l’idea di affrontare il nemico venuto dall’Asia – ora con epicentro in Europa e segnatamente in Lombardia – ricorrendo, appunto, all’immunità di gregge.

Davvero – come si sente ripetere da più parti della penisola, per un rigurgito di nazionalismo consolatorio voluto dalle classi dirigenti di questo infelice paese – tutto il mondo dovrebbe prendere esempio da noi per le misure adottate contro il coronavirus? Vediamo: 1)L’Italia ha un numero di morti superiore a quello della stessa Cina, dove l’epidemia ha avuto inizio (3405 morti italiani sino ad oggi, contro i 3237 decessi cinesi, e anche se quello asiatico dovesse essere un “numero di regime”, occorre considerare che la popolazione italiana conta sessanta milioni di abitanti a fronte di un miliardo e mezzo di cinesi); 2)Il numero dei contagi cresce in Italia di giorno in giorno, di ora in ora e si avvia a diventare primato in tutto il mondo; 3)Il sistema produttivo del Belpaese è fermo ed è ormai prossimo al collasso; 4)Lo spread ha raggiunto ieri quota 330; 5)Il deficit pubblico avanzerà in modo vertiginoso e, a bocce ferme, saremo chiamati  a ridurlo con enormi sacrifici di gran parte della collettività. Diverso sarebbe stato, in condizioni di normalità, l’aumento del deficit per incrementare lo sviluppo produttivo del paese.

Ecco ciò di cui dovremmo vantarci di fronte al mondo, secondo la voce del “nostro regime” sostenuto da mass media compiacenti. Il tutto accompagnato, per un verso, da sventolii di tricolori, da canti e balli da finestre e balconi (come per festeggiare un nuovo titolo mondiale del nostro sport nazionale), per altro verso da visioni televisive di morte e disperazione, mentre da ogni parte della penisola si leva il mantra: «Andrà tutto bene» per esorcizzare panico e responsabilità.

A questi “prestigiosi” risultati ci conducono le misure adottate: 1)Chiusura dei voli diretti dalla Cina in cambio di nessun controllo per chi dalla Cina tornava in Italia passando per altre strade; 2) Ritardi nell’allestire la procedura dei controlli e dei tamponi 3)Tardiva individuazione delle zone cosiddette “rosse” dove si sono accesi i focolai; 4)Proclamazione della cosiddetta autoquarantena fiduciaria; 5)Chiusura dell’Italia intera ma permesso accordato a decine e decine di migliaia di potenziali untori di rientrare dalle zone rosse del nord nelle proprie residenze del centrosud, con treni, pullman e taxi presi d’assalto e con la sola incombenza di promettere di doversi attenere alle misure di cui al punto 4.

La verità è che il governo italiano, se in apparenza ha fatto ricorso alle misure cinesi di “Chiusura” per reprimere il morbo, nella sostanza ha seguito le indicazioni del leader inglese che pure hanno suscitato l’ilarità di una parte della nostra stampa. Su tutti, l’articolo di Alessandro Sallusti: “British coglions” su ilGiornale.it dello scorso 15 marzo. Scrive tra l’altro Sallusti:

«Io chiamerei questa ricetta «British coglions», che l'inglese maccheronico a volte rende l'idea meglio di quello accademico e non c'è bisogno di traduzione. Se poi a questo aggiungiamo il fatto che Donald Trump, dopo averci scherzato sopra per settimane, solo nelle ultime ore a epidemia diffusa nel suo Paese è stato punto dal dubbio che in Italia non siamo pazzi e che il virus sia una cosa maledettamente seria, ecco che finalmente capisco in che senso «gli americani sono figli illegittimi degli inglesi»: tale padre, tali figli».

Com’è noto, l’immunità di gregge ha due modalità di funzionamento: con vaccinazione e senza. La vaccinazione di gran parte della popolazione  rende con molta probabilità immuni anche i soggetti non vaccinati, perché il virus non riesce più a trasmettersi con facilità da un soggetto all’altro e alla fine si indebolisce e/o scompare quasi del tutto. In mancanza di vaccinazione, e in presenza di certe caratteristiche del virus, l’immunità di gregge può realizzarsi ugualmente. Nello specifico, il coronavirus si è sin qui presentato: a) con enorme facilità di propagarsi, b) con gran numero di contagiati asintomatici, c) con discrete possibilità di guarigione per chi ne viene colpito d) con una letalità contenuta e limitata per la maggior parte a soggetti afflitti da precedenti patologie e/o comunque di età superiore ai 60 anni.

Date queste premesse, l’idea di ricorrere all’immunità di gregge per sconfiggere il coronavirus si basa – mancando la prospettiva di un vaccino a breve termine – su un processo di rapida circolazione del virus che favorisca lo sviluppo di anticorpi nella maggior parte della popolazione, una volta aumentato il numero dei cosiddetti Rimossi (fattore R in relazione ai fattori S, sani, e I, infetti), cioè i guariti e i deceduti. I punti a-c-d sembrano tutti favorevoli all’immunità di gregge applicata al coronavirus, mentre il punto b si presenta con una certa ambiguità, ma soprattutto manca la prova regina per creare le condizioni dell’immunità di gregge: non si ha certezza che la guarigione dal coronavirus renda immuni una volta per tutte dallo stesso virus. Comunque sia si tratta di una misura per combattere il virus che ha diritto di cittadinanza come quella della Chiusura, tant’è che nel nostro paese sono state utilizzate entrambe:

1)Progressiva chiusura del territorio dalle zone rosse del nord a tutte le altre regioni, 2)Chiusura altrettanto progressiva di gran parte degli esercizi pubblici e privati, di scuole, università, musei, teatri, cinema, parchi e ville, 3)Crescente limitazione al libero movimento dei cittadini all’interno di città e paesi.

Se queste che ho riassunto in tre punti sono misure di Chiusura per isolare il virus, non sono tuttavia mancate misure di Apertura per favorire l’immunità di gregge: 1)Creazione di focolai in Lombardia, Veneto ed Emilia Romagna per effetto di mancati controlli di chi, italiano, cinese o di altra nazionalità rientrava nelle tre regioni del nord senza provenire direttamente dalla Cina, 2)Rientri di massa consentiti al centro e al sud da parte di cittadini provenienti dalle zone rosse del nord, senza prova del tampone né quarantena sorvegliata.



sergio magaldi 

domenica 15 marzo 2020

MAZAL TOV, parte VIII (L’astrologia nel Sepher Yetzirah)


SEGUE DA:









 Il Sepher Yetzirah o “Libro della Formazione” [1] è alla base dell’astrologia cabbalistica. Nel I Capitolo si parla delle 22 lettere dell’alfabeto con cui Dio ha creato il mondo. Tre di queste lettere: Shin-Alef-Mem  sono dette madri e rappresentano i tre elementi della tradizione empedoclea, rispettivamente: fuoco aria e acqua. Altre sette lettere, dette doppie, rappresentano i sette pianeti (considerando i due luminari Sole e Luna e i cinque pianeti della tradizione, cioè Saturno, Giove, Marte, Venere e Mercurio): Bet-Ghimel-Dalet-Kaph-Phe-Resh-Taw ;le restanti dodici lettere sono dette semplici e rappresentano i 12 segni zodiacali: He per il segno dell’Ariete, Waw per il Toro, Zain per i Gemelli, Chet per il Cancro, Teth per il Leone, Yud per la Vergine, Lamed per la Bilancia, Nun per lo Scorpione, Samekh per il Sagittario, ‘Ayin per il Capricorno, Tzade per l’Acquario e Qoph per i Pesci.

Inoltre, nel Sepher Yetzirah, 1:8, si fa riferimento, oltre che alle dieci Sephiroth [2], che molti cabbalisti considerano in analogia coi pianeti [3], alle Hayot o ‘creature viventi’ della visione di Ezechiele che Ibn Ezra considera in analogia coi segni zodiacali.

In S.Y., 2:4, in relazione alle 231 Porte della Conoscenza è nominata la ruota dello Zodiaco Galgal e da 4:7 a 4:14 si parla dei sette pianeti. In 5:4 sono citate le 12 costellazioni dell’universo (i cui nomi corrispondono ai 12 segni zodiacali). Unendo la lettera del segno zodiacale col proprio rispettivo elemento (Aria-Fuoco-Acqua-Terra), avremo 12 radici per ciascuno dei 12 segni zodiacali. Da queste radici e talora dalle loro ghematrie [4] è possibile raccogliere qualche indicazione sul significato del segno. Per i segni di Terra, mancando la corrispondente lettera ‘madre’, varrà l’unione di ciascuna lettera della triplicità di Terra con la lettera Mem (Acqua).

Uniamo dunque la lettera madre ’Alef  alle lettere dei tre segni di Aria: ’Alef con Zain (Gemelli) forma la radice  Az  che significa ‘allora’, con Lamed  (Bilancia) El, che è uno dei nomi di Dio, con Tzade (Acquario) Atz  che significa ‘affrettarsi’.

Proseguendo con l’unione della lettera madre Shin  alle tre lettere dei segni di Fuoco, abbiamo: Shin con He (Ariete) forma la radice Sheh che è il capo del gregge e il cui valore numerico, 305, ha significative ghematrie come  Or Tzach  ‘Luce ripulita’ e Orlah  ‘Prepuzio’. Dall’unione delle lettere corrispondenti agli altri due segni di fuoco abbiamo: Shin con Teth (Leone), la radice Shat che significa ‘ribelle’, con Samekh (Sagittario), Shas , le cui due lettere rappresentano Shishah Sidrey (‘Sei Ordini’), cioè l’abbrevazione dell’intero Talmud e la cui principale ghematria, con valore di 360, è  Sikhli ‘intellettuale’.

Ancora, unendo la terza lettera madre, la Mem,  con le lettere della triplicità di Acqua abbiamo: con la Chet (Cancro) la radice Cham che significa ‘caldo’, con la Nun (Scorpione), Min che significa ‘sesso’ o ‘specie’, con la Qoph (Pesci), Mq che indica lo ‘stare in piedi’, il ‘sostenere’, come nella parola Maqel, (da destra a sinistra: Mem-Qof-Lamed)“bastone”.

Infine, l’unione della stessa lettera madre, la Mem, con le lettere della triplicità di Terra forma con la Waw (Toro) la radice Mu cioè il suono onomatopeico dell’animale, con lo Yud (Vergine), Mi che significa ‘Chi?’ e bene indica la curiosità dei nativi di questo segno zodiacale e, ancora, con la lettera Ayin (Capricorno) Am che vuol dire ‘popolo’.

Concludendo sul Sepher Yetzirah, oltre allo zodiaco viene nominato l’asse del mondo o Teli (6:1), conosciuto anche come Drago e che in astrologia riveste particolare importanza in riferimento alla testa e alla coda cioè ai nodi lunari come più spesso vengono chiamati. Questi punti nodali rappresentano l’intersezione dell’Equatore con l’eclittica e secondo il grande cabbalista Abulafia [5] ‘la testa del Drago’ significa merito mentre la coda significa responsabilità e in tutte le tradizioni ha un significato ‘malefico’ soprattutto quando, nel cielo di nascita (il cosiddetto oroscopo) è congiunta al Sole. Analogamente gli Esseni [6], nel tracciare gli oroscopi, davano molta importanza ai nodi lunari che insieme ai 5 pianeti, al Sole e alla Luna formavano le ‘nove parti’. Il pronostico, fatto sul tema di nascita, era favorevole quando la luce prevaleva sulle tenebre, quando cioè le ‘nove parti’ erano in prevalenza nel cosiddetto emisfero di luce, individuato al di sopra dell’orizzonte. Nessun uomo, naturalmente, era interamente nella luce o interamente nelle tenebre perché il nodo lunare nord (testa del Drago) si trova di necessità sopra l’orizzonte e il nodo lunare sud (coda del Drago) sotto l’orizzonte. Il più puro o ‘illuminato’ era dunque colui che aveva ‘sette parti’ (oltre alla testa del Drago) sopra l’orizzonte, il più impuro quello che aveva le ‘sette parti’, cioè i 5 pianeti e i due luminari (oltre alla coda del Drago) al di sotto [7].

sergio magaldi

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[1] Per la bibliografia e per la data di composizione, che secondo gli studiosi, oscilla tra il II e il VI secolo d.C., si rimanda a G. G. Scholem, Le Origini della Kabbalah, Bologna, 1990, pp.32-44. Circa i contenuti si rinvia allo stesso volume nonché a G. G. Scholem, La Cabala, Roma, 1989, pp.14, 30-61, 70-72, 96, 101 e ss.

[2] Sephiroth è stato spesso tradotto con ‘emanazioni’, facendolo derivare dall’etimologia greca, con ciò stabilendo un collegamento tra Qabbalah e neoplatonismo. Più corretta è la derivazione dall’ebraico Safor che significa contare e che delle Sephiroth fa dunque i numeri primordiali della creazione, ben distinti dai misparim o numeri ordinari. Le Sephiroth sono perciò le ‘luci’ o le ‘forme pure’ del molteplice. Nella tradizione cabbalistica, le Sephiroth si dispongono sui tre pilastri dell’Albero della vita. Ad ogni Sephirah è attribuito un nome. Alla colonna centrale appartengono: 1 Kether corona, 6 Tiphereth bellezza e armonia, 9 Yesod fondamento o generazione, 10 Malchuth regno o terra. Alla colonna di destra: 2 ‘Hochmah sapienza, 4 ‘Hesed grazia 7 Netzach vittoria. Alla colonna di sinistra: 3 Binah intelligenza, 5 Gheburah forza e rigore, 8 Hod splendore.

[3] Cfr. J. Halbronn, cit., pp.304-312

[4] S’intende per ghematria il medesimo valore numerico dato dai cabbalisti a singole parole o intere preposizioni in base al principio che nell’alfabeto ebraico ogni lettera è numero e ogni numero è lettera.

[5] Abraham Abulafia (1240-1291) è il maggior rappresentante della Qabbalah estatica o mistica che si basa essenzialmente sulla contemplazione e sulla meditazione. Sulla vita, l’opera, il pensiero cfr. M. Idel, L’Esperienza mistica in Abraham Abulafia, trad.it., Jaca Book, Milano, 1992. Di rilevante interesse su Abulafia anche il IV capitolo di G.G. Scholem, Le grandi correnti della mistica ebraica, Il Saggiatore, Mondadori, Milano, 1965 e edit. il melangolo, Genova, 1990. Su Teli e i nodi lunari cfr. A. Kaplan, Sefer Yetzirah, commento, ediz. Spagnola, Edit., Mirach, S.L., Madrid, 1994, pp. 265-274

[6] Setta ebraica di ispirazione ascetica (II sec. A. C – I sec. d.C) che risiedeva a Qumran sulla riva occidentale del Mar Morto. La comunità essenica conosceva una rigida organizzazione sociale e si caratterizzava per gli ideali di purezza con cui cercava di vivere la fede ebraica.


[7] Cfr. J. Halbronn, cit., pp.332-333

lunedì 9 marzo 2020

CORONAVIRUS E "CASO ITALIA"




 Il coronavirus porta alla luce drammaticamente e definitivamente il “Caso Italia”: gli italiani, ultimi in Europa per crescita e sviluppo grazie all’imperizia delle classi dirigenti, primi ora nel Continente per diffusione del contagio, secondi nel mondo solo alla Cina per contagiati e numero di morti, più della Corea del Sud, più del Giappone, più di ogni altro paese asiatico e/o confinante con la Repubblica Popolare Cinese. Perché? Il primo e anche il più facile pensiero va ai nostri governanti che hanno esordito bloccando gli scali diretti dalla Cina, senza esigere il controllo di tutti quelli che dal continente asiatico (cinesi, italiani e non) hanno fatto ritorno in Italia per altre vie, diffondendo il contagio. Il secondo pensiero va ai nostri imprenditori, per nulla intenzionati a interrompere i contatti personali con i rappresentanti del colosso asiatico, pur di fare affari a rischio dell’incolumità pubblica. Il terzo pensiero infine va ai comuni cittadini, vacanzieri e non, che per leggerezza  e/o presunzione hanno sottovalutato quella che non era una “comune influenza” e che già si annunciava come una vera e propria pandemia.

In un post del 29 febbraio – otto giorni fa i contagiati nel nostro paese erano 888 rispetto ai circa 7500 di ieri – annotavo come l’atteggiamento dell’italiano medio di fronte al virus non fosse troppo dissimile da quello osservato 390 anni fa, al tempo della peste di Milano, descritta da Alessandro Manzoni nel XXXI capitolo de “I promessi Sposi” [cfr. Il Belpaese e il virus, cliccando sul titolo]. Non è inutile ora riportare anche uno scorcio del XXXVII capitolo:

« Dice adunque che, al primo parlar che si fece di peste, don Ferrante fu uno de' più risoluti a negarla, e che sostenne costantemente fino all'ultimo, quell'opinione; non già con ischiamazzi, come il popolo; ma con ragionamenti, ai quali nessuno potrà dire almeno che mancasse la concatenazione.
– In rerum natura, – diceva, – non ci son che due generi di cose: sostanze e accidenti; e se io provo che il contagio non può esser né l'uno né l'altro, avrò provato che non esiste, che è una chimera. E son qui. Le sostanze sono, o spirituali, o materiali. Che il contagio sia sostanza spirituale, è uno sproposito che nessuno vorrebbe sostenere; sicché è inutile parlarne. Le sostanze materiali sono, o semplici, o composte. Ora, sostanza semplice il contagio non è; e si dimostra in quattro parole. Non è sostanza aerea; perché, se fosse tale, in vece di passar da un corpo all'altro, volerebbe subito alla sua sfera. Non è acquea; perché bagnerebbe, e verrebbe asciugata da' venti. Non è ignea; perché brucerebbe. Non è terrea; perché sarebbe visibile. Sostanza composta, neppure; perché a ogni modo dovrebbe esser sensibile all'occhio o al tatto; e questo contagio, chi l'ha veduto? chi l'ha toccato? Riman da vedere se possa essere accidente. Peggio che peggio. Ci dicono questi signori dottori che si comunica da un corpo all'altro; ché questo è il loro achille, questo il pretesto per far tante prescrizioni senza costrutto. Ora, supponendolo accidente, verrebbe a essere un accidente trasportato: due parole che fanno ai calci, non essendoci, in tutta la filosofia, cosa più chiara, più liquida di questa: che un accidente non può passar da un soggetto all'altro».

Com’è noto la sorte di Don Ferrante fu quella di morire di peste, dopo averla negata.

Ebbene, cosa sta succedendo oggi in Italia? Nella notte tra sabato e domenica il governo – come sempre “illuminato” da una pletora di scienziati ed esperti, gli stessi che da giorni imperversano sui media – ha varato un nuovo decreto antivirus che “chiude” la Lombardia e 14 province, precisando tuttavia (Art. 1, lettera a) che era “consentito il rientro presso il proprio domicilio, abitazione o residenza”.

L’effetto immediato del “lungimirante” DECRETO DEL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO DEI MINISTRI 8 marzo 2020 è stato ed è l’assalto ai treni e ai pullman da parte degli italiani che hanno fissa dimora e parenti al centro e al sud della penisola, ma che studiano, lavorano o hanno affari nelle zone “rosse e chiuse” del nord. Viaggi che sono durati diverse ore in più del consueto per i cosiddetti controlli, cioè la presa (inutile) dei nominativi dei viaggiatori per raccomandare loro, una volta arrivati nei luoghi di origine, la quarantena fiduciaria che è un po’ il biglietto da visita di questo governo. Alcuni, poi, forse per non essere schedati (ammesso che davvero lo siano stati tutti i viaggiatori) e/o dovendo fermarsi a Roma e dunque compiere un tragitto più breve, hanno optato per il taxi che, con una spesa di 1200 euro, da Milano li ha condotti sino alla capitale.

Considerando che un esercito di potenziali “untori” è dunque ormai sparso nella penisola, cosa dobbiamo attenderci nei prossimi giorni? Ma la domanda vera e sulla quale gli addetti ai lavori dovrebbero rispondere è: "Perché siamo arrivati a questo, perché l’Italia, dopo la Cina, è il paese al mondo con più morti e più contagiati dal virus?".

sergio magaldi