Ho un amico che da un po’ ha smesso di votare “a sinistra”, come sempre aveva fatto in passato vuoi – dice lui – per naturale moto dell’anima e anelito di maggiore giustizia sociale vuoi, forse, per nostalgie di gioventù. Da quando ha visto che i governi di centro-sinistra gli aumentavano le tasse, mentre quelli di centro-destra promettevano ad ogni vigilia elettorale di abbassarle, ha deciso, sia pure a malincuore, di “saltare il fosso”. Con un certo rimorso si è reso conto che, nonostante le promesse, neanche il centro-destra ha mai ritoccato in basso le aliquote IRPEF. Si è poi consolato osservando che almeno i governi Berlusconi-Fini-(Casini, quando c’era)-Lega Nord le tasse non le hanno aumentate. Anzi, di recente è tornato a sperare, quando ha saputo che era in cantiere la cosiddetta cedolare secca sugli affitti, con un’aliquota unica del 20% sui canoni di locazione, non concorrendo più, questi ultimi, alla determinazione del reddito complessivo delle persone fisiche (così come avviene nella maggior parte dei paesi europei).
Con grande meraviglia (ma anche con rinnovata speranza verso quella che era sempre stata la sua parte politica) ha appreso che i primi a portare in Parlamento l’auspicata cedolare secca non sono stati deputati del centro-destra, bensì parlamentari del PD (Paola De Micheli e Alberto Fluvi, capogruppo PD in Commissione Finanze della Camera), ai quali si sono presto accodati Mario Baldassarri (PDL) presidente della Commissione Finanze, Calderoli (Lega Nord) ed esponenti UDC e IDV, con una proposta trasversale del disegno di legge.
Quel che il poverino non sa è che la proposta di cedolare secca “bipartisan” è concepita unicamente a vantaggio degli inquilini e dei proprietari di “appartamenti locati ad abitazione principale”, mentre il proprietario di locali adibiti a studio o ufficio, nell’illuminata proposta bipartisan e in ossequio al 3° principio della Costituzione Italiana (!), è considerato alla stregua di un minus habens. Così, il mio amico, che affitta un piccolo locale ad una Banca ed è persona che ha sempre rispettato la legge e intende continuare a rispettarla, dovrà rassegnarsi a veder gravare ancora sul proprio reddito personale il canone che percepisce, col risultato che “il profitto” che egli continuerà a trarre dal locare il proprio bene sarà di pochi (anzi pochissimi!) euro annui, con sommo gaudio di quel povero inquilino che è la Banca, che da anni, ormai, non si vede aumentare il canone d’affitto. Già, perché se ciò avvenisse, il mio amico, per via dell’imposta progressiva, si accorgerebbe addirittura di affittare il bene in perdita!
Ora che ha saputo, il mio amico è amareggiato, ma io l’ho subito consolato, informandolo che è proprio di ieri (25 Novembre 2009) la decisione dell’illuminato governo di centro-destra (all’interno del quale continua a tutto campo il “gioco del potere” e/o “il gioco delle parti e dei ruoli”) di affondare la cedolare secca per darla in pasto alla comare secca, come noi chiamiamo la morte da questa parte del Tevere.