Il
filosofo Jürgen Habermas parlò a suo
tempo di un tentativo di storicizzare la barbarie nazista, messo in atto dallo
storiografia tedesca, con l’intento di rappresentare un “livellamento
relativizzante” e “una banalizzazione minimizzatrice” dell’olocausto.
Scrive in
proposito Hans Küng nel suo lavoro dedicato all’ebraismo: «Non posso perciò che
consentire con lo storico Eberhard Jäckel che, contro ogni minimizzazione da
parte dei suoi colleghi, richiama l’attenzione sulla proporzione storicamente
inaudita: il massacro nazista degli ebrei è stato unico, “perché mai prima uno stato aveva deciso e annunciato, con l’autorità
del suo capo responsabile, di eliminare, se possibile interamente, un
determinato gruppo di persone, compresi gli anziani, le donne, i bambini e i
lattanti, e aveva tradotto in azione
questa decisione con tutti i possibili strumenti del potere statale”. No, è
storicamente ingiustificato e, quindi, anche teologicamente irresponsabile
minimizzare ‘Auschwitz’, ridurlo al livello di altri calvari della storia
universale e così spiegare l’intero atroce avvenimento in modo fondamentalmente
antropologico-morale con la sempre presente fragilità e peccaminosità dell’uomo»
Di seguito
ripropongo il post DAL DIARIO DI ANNE FRANK PER NON DIMENTICARE [clicca sul
titolo pere leggere]
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