mercoledì 9 febbraio 2022

IL PRIMATO EUROPEO DELL’ITALIA: IL BASTONE E LA CAROTA


 

 Interessante osservare come ciascun governo europeo stia risolvendo attualmente la questione del contenimento del Covid-19. Come prevedibile, le misure adottate, con qualche sorprendente eccezione soprattutto di segno liberale (vedi Spagna e Portogallo), rispecchiano la storia dei paesi che le hanno poste in essere, la loro vocazione autoritaria e/o la prevalente tendenza ad una democrazia soltanto formale.

 

Italia, Francia, Germania, Austria e Grecia con sfumature diverse, hanno introdotto l’obbligo vaccinale per i lavoratori. Tutti gli altri paesi europei non hanno l’obbligo indiscriminato per tutti i lavoratori (limitandolo solo al settore sanitario e/o a pochi altri) ma utilizzano criteri diversi che vanno dalla mancanza di regole (Spagna, Portogallo, Danimarca e Inghilterra) a raccomandazioni generiche o alla sussistenza del lavoro da remoto (Belgio, Olanda etc…).

 

Come si vede, soltanto la Francia sembra in contraddizione con la tradizione autenticamente libertaria del suo popolo, ancorché la vocazione statalistica sia sempre stata una caratteristica dei governi transalpini. Occorre tuttavia aggiungere che la Francia (come pure la Germania) non ha ancora raggiunto una percentuale di vaccinati pari allo 80% della popolazione, così come avviene in Italia che può vantare oltre lo 83% di cittadini vaccinati con ciclo completo e oltre il 90% con almeno una dose vaccinale.

 

L’Italia, tuttavia, vanta un primato in Europa, condiviso in parte solo con la Grecia: l’introduzione dell’obbligo vaccinale indiscriminato per tutti gli over 50 e la multa per i trasgressori (in Grecia gli over 60). Il paradosso più grande però è che l’adozione di certe misure restrittive, se potevano trovare una giustificazione nelle fasi più acute della pandemia, oggi sono inconcepibili proprio alla luce delle “liberalità” che il governo si accinge a introdurre, quali: l’abolizione delle mascherine all’aperto (forse l’unica misura realmente efficace di contenimento del virus), la riduzione del numero di giorni della quarantena, nonché la riapertura delle discoteche a partire da venerdì prossimo. Tutto ciò, mentre ai cittadini non vaccinati di età superiore ai cinquant’anni (non necessariamente novax per principio) è vietato pagare le bollette, recarsi in banca, versare le tasse, comprare le sigarette, salire su un autobus urbano. Tutte misure che non sono state in vigore neppure nel periodo peggiore di diffusione del contagio e che, introdotte oggi, hanno il sapore di un “premio” per i buoni e di una “punizione” per i cattivi, secondo l’ottica di uno stato totalitario.

 

sergio magaldi


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