Nel terzo e ultimo incontro in occasione del Centenario della Marcia su Roma, l’analisi verte ora sui molteplici eventi che portarono Mussolini alla presa del potere: dalla direzione de Il Popolo d’Italia, da quotidiano socialista divenuto ora “dei combattenti e dei produttori”, alla fondazione nell’immediato dopoguerra del movimento dei Fasci di Combattimento (evoluzione dell’originario Fascio Rivoluzionario di azione internazionale e dei successivi Fasci di azione rivoluzionaria) caratterizzato ancora, nel programma cosiddetto di San Sepolcro, fortemente a sinistra ma in netta antitesi con il socialismo ufficiale del quale si continua a condannare, soprattutto dopo la disfatta di Caporetto, la neutralità assoluta durante la guerra e addirittura il presunto disfattismo.
Tuttavia, la svolta vera e propria Mussolini la compie il 9 novembre del 1921 con la fondazione del Partito Nazionale Fascista (PNF), sostenuta dallo squadrismo e dal fascismo agrario, dopo il fallimento nell’estate precedente del Patto di Pacificazione con i socialisti. Infine, l’azione decisiva per la presa del potere, Mussolini la sferra l’anno successivo quando, dal Consiglio Nazionale del PNF, tenuto a Napoli il 24 ottobre del 1922, sarà ratificata la decisione di marciare su Roma.
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