Mancano poco più di cinque minuti alla fine
del primo tempo e l’Italia del pallone va a gonfie vele contro il Belgio: Cambiaso
e Retegui, i due marcatori, che, insieme a Di Marco, saranno anche i migliori
in campo per l’Italia, hanno rifilato già due goal alla squadra che ci precede
di quattro posti nel Ranking Fifa (loro sesti, noi decimi) e si ha
l’impressione che presto arriverà anche il terzo goal. Gli azzurri corrono a
tutto campo e si scambiano la palla ad una velocità forse mai vista prima,
Ricci fa il regista con una maestria da veterano e tutti gli uomini del
centrocampo si muovono con disinvoltura avanti e indietro.
Poi
avviene l’impensabile: Bastoni (oggi non al suo livello standard) rinvia corto
e Pellegrini stende con un piede a martello Theate per evitare che s’impossessi
pericolosamente della palla. Cartellino rosso e l’Italia rimane in 10. Da quel
momento gli azzurri perdono la testa e, come scioccati dall’idea di dover
giocare il resto della partita in inferiorità numerica, prendono già goal su
punizione conseguente al grave fallo di Pellegrini. Non si spiega altrimenti
l’improvviso crollo di rendimento della nazionale italiana, passata dal dominio
degli avversari a doverne subire l’iniziativa rischiando addirittura la
sconfitta.
Nella ripresa, così come negli ultimi minuti
del primo tempo, la partita si trasforma in un costante attacco del Belgio
contro la difesa bassa dell’Italia e, così, dopo un calcio d’angolo, da un tocco
di testa di Di Lorenzo all’indietro – un vero e proprio assist a Trossard a
qualche passo dalla rete di Donnarumma – arriva la rete del pareggio belga.
Come la sua squadra, anche Spalletti rimane
scioccato dal fatto di dover giocare con un uomo in meno e invece di dare animo
ai suoi, mutando il 3-5-2 iniziale, in un 4-3-2 e sostituendo Di Lorenzo con
Raspadori o Maldini in appoggio a Retegui, lascia tutto inalterato dando così
alla squadra il messaggio di doversi difendere ad oltranza dalle folate dei belgi.
Pure, il caso della Juve di Lipsia
avrebbe dovuto far riflettere il nostro commissario tecnico. Tanto più che
il suo pupillo “napoletano” ha “ballato” per tutta la partita, salvato più di
una volta da Cambiaso prima e da Frattesi poi, di suo inanellando la solita
serie di dribbling persi o di palle gettate in calcio d’angolo, anche quando
non ce n’era necessità. A questo riguardo, sarebbe importante che il
selezionatore azzurro rivedesse tutte le partite giocate di recente con la
nazionale dal “suo” Di Lorenzo. Forse non servirebbe a nulla, visto quanto
dichiarato in passato da Spalletti e che si sostanzia nel proposito di dare la
maglia azzurra prima a Di Lorenzo, poi a tutti gli altri. D’altra parte, Il Corriere dello Sport sembra d’accordo
con il tecnico di Certaldo dando a Di Lorenzo addirittura un
Neppure felice l’idea di dare la maglia n.10 a
Pellegrini, non tanto perché questa fu la maglia di Rivera e di Baggio, di Del
Piero e di Totti, quanto perché il romanista non sembra attraversare un buon
periodo di forma, come testimoniano purtroppo anche i tanti fischi con cui, di
questi tempi, il suo stesso pubblico lo accoglie allo stadio Olimpico di Roma.
Ancora un’osservazione: si minimizza da parte
della critica sportiva, soprattutto italiana, l’importanza della Nations League,
ma occorre ricordare che vale per il Ranking e per la designazione delle teste
di serie delle massime competizioni internazionali, e che le finaliste del
torneo hanno la chance, qualora
fallissero nei rispettivi gironi di qualificazione, di poter essere ripescate per
i prossimi mondiali, ai quali l’Italia non prende parte ormai da più di una
edizione. C’è inoltre da considerare l’albo d’oro di questo torneo: nel 2019
vinse il Portogallo, nel 2021 la Francia
e la Spagna nel 2023.
sergio
magaldi
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