venerdì 11 ottobre 2024

Nations League: il Belgio pareggia con Pellegrini e Di Lorenzo


 

 

 Mancano poco più di cinque minuti alla fine del primo tempo e l’Italia del pallone va a gonfie vele contro il Belgio: Cambiaso e Retegui, i due marcatori, che, insieme a Di Marco, saranno anche i migliori in campo per l’Italia, hanno rifilato già due goal alla squadra che ci precede di quattro posti nel Ranking Fifa (loro sesti, noi decimi) e si ha l’impressione che presto arriverà anche il terzo goal. Gli azzurri corrono a tutto campo e si scambiano la palla ad una velocità forse mai vista prima, Ricci fa il regista con una maestria da veterano e tutti gli uomini del centrocampo si muovono con disinvoltura avanti e indietro.

 

Poi avviene l’impensabile: Bastoni (oggi non al suo livello standard) rinvia corto e Pellegrini stende con un piede a martello Theate per evitare che s’impossessi pericolosamente della palla. Cartellino rosso e l’Italia rimane in 10. Da quel momento gli azzurri perdono la testa e, come scioccati dall’idea di dover giocare il resto della partita in inferiorità numerica, prendono già goal su punizione conseguente al grave fallo di Pellegrini. Non si spiega altrimenti l’improvviso crollo di rendimento della nazionale italiana, passata dal dominio degli avversari a doverne subire l’iniziativa rischiando addirittura la sconfitta.

 

 Nella ripresa, così come negli ultimi minuti del primo tempo, la partita si trasforma in un costante attacco del Belgio contro la difesa bassa dell’Italia e, così, dopo un calcio d’angolo, da un tocco di testa di Di Lorenzo all’indietro – un vero e proprio assist a Trossard a qualche passo dalla rete di Donnarumma – arriva la rete del pareggio belga.

 

 Come la sua squadra, anche Spalletti rimane scioccato dal fatto di dover giocare con un uomo in meno e invece di dare animo ai suoi, mutando il 3-5-2 iniziale, in un 4-3-2 e sostituendo Di Lorenzo con Raspadori o Maldini in appoggio a Retegui, lascia tutto inalterato dando così alla squadra il messaggio di doversi difendere ad oltranza dalle folate dei belgi. Pure, il caso della Juve di Lipsia avrebbe dovuto far riflettere il nostro commissario tecnico. Tanto più che il suo pupillo “napoletano” ha “ballato” per tutta la partita, salvato più di una volta da Cambiaso prima e da Frattesi poi, di suo inanellando la solita serie di dribbling persi o di palle gettate in calcio d’angolo, anche quando non ce n’era necessità. A questo riguardo, sarebbe importante che il selezionatore azzurro rivedesse tutte le partite giocate di recente con la nazionale dal “suo” Di Lorenzo. Forse non servirebbe a nulla, visto quanto dichiarato in passato da Spalletti e che si sostanzia nel proposito di dare la maglia azzurra prima a Di Lorenzo, poi a tutti gli altri. D’altra parte, Il Corriere dello Sport sembra d’accordo con il tecnico di Certaldo dando a Di Lorenzo addirittura un 7 in pagella per la prestazione di ieri! Incredulo per ciò che leggevo, ho poi tratto conforto da Repubblica e dal Corriere della Sera che assai benevolmente gli attribuiscono rispettivamente un 5,5 e un 5.

 

 Neppure felice l’idea di dare la maglia n.10 a Pellegrini, non tanto perché questa fu la maglia di Rivera e di Baggio, di Del Piero e di Totti, quanto perché il romanista non sembra attraversare un buon periodo di forma, come testimoniano purtroppo anche i tanti fischi con cui, di questi tempi, il suo stesso pubblico lo accoglie allo stadio Olimpico di Roma.

 

 Ancora un’osservazione: si minimizza da parte della critica sportiva, soprattutto italiana, l’importanza della Nations League, ma occorre ricordare che vale per il Ranking e per la designazione delle teste di serie delle massime competizioni internazionali, e che le finaliste del torneo hanno la chance, qualora fallissero nei rispettivi gironi di qualificazione, di poter essere ripescate per i prossimi mondiali, ai quali l’Italia non prende parte ormai da più di una edizione. C’è inoltre da considerare l’albo d’oro di questo torneo: nel 2019 vinse il Portogallo,  nel 2021 la Francia e la Spagna nel 2023.

 

sergio magaldi


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