lunedì 31 dicembre 2012

UN POSTDEMOCRISTIANO DOC E IL GOVERNO GEOCENTRICO



  Mario Monti nel rimettere il suo mandato alle Camere, senza che il governo da lui presieduto fosse sfiduciato [come il suo predecessore Silvio Berlusconi, in un’ottica che in Italia sa ormai più di regime partitocratrico che di democrazia], pronunciava un discorso umile e al tempo stesso generoso, promettendo di spendersi ancora in futuro al servizio della Patria, ma senza clamore e soprattutto senza partecipare ai plebei e faticosi “ludi cartacei” che le regole della democrazia impongono ai comuni cittadini, desiderosi di entrare nell’agone politico per il bene del popolo. Insomma, un discorso nobile e super partes, in perfetto stile postdemocristiano [Non a caso qualcuno ha già paragonato Monti a De Gasperi], nel quale, dicendo senza dire, ha lasciato intendere la propria disponibilità a presiedere il governo che uscirà dalle prossime elezioni o, magari, a raccogliere la successione del presidente Napolitano.

 

 Il presidente del consiglio dimissionario, smarcandosi energicamente dal PDL e più debolmente dal PD, si è posto al Centro dello schieramento politico e, simile alla Terra del sistema geocentrico, attende fiducioso, con la benedizione del cardinal Bagnasco, che stelle e pianeti si avvicinino a lui. Poche le stelle per la verità e pochi anche i pianeti, ma si sa che egli può contare sull’appoggio incondizionato delle oligarchie che governano l’Europa e sulle convergenze parallele delle massonerie internazionali e del Vaticano. Giustamente, direi, perché nessuno meglio di lui avrebbe saputo svolgere l’incarico a tutela dei poteri forti e in favore dell’egemonia tedesca sul vecchio continente, nessuno come lui – non si stanca di ripetere il Grande Notaio della Repubblica – è stato capace di ridestare il giusto rispetto di cui il nostro Paese ha goduto nel cinquantennio democristiano, nessuno più di lui è riuscito a santificare la Chiesa cattolica apostolica romana con qualche proclama di laica equità rimasto flatus vocis [Vedi IMU, scuole cattoliche e non solo] e le Chiese della finanza con una semplice operazione contabile che ha portato, direttamente dalle tasche degli italiani, denaro fresco alle Banche.

 

 A nessuno prima di lui era riuscito di abbassare lo spread, tagliando pensioni, aumentando tasse e tariffe dei servizi pubblici, incrementando la disoccupazione e la chiusura delle aziende, lasciando inalterati i costi della politica, intatti i privilegi delle corporazioni, aumentando il debito pubblico e diminuendo il PIL.  


  Con tali innegabili meriti, Mario Monti si presenta ai suoi connazionali per averne in cambio la giusta ricompensa. Non lo fa direttamente, perché egli è motore immobile e centrale dell’universo politico italiano, ma lascia che gli altri vengano a lui. E proliferano in questi giorni le neoformazioni politiche intestate a suo nome senza che lui ne faccia parte. Pilota di tutta l’operazione è l’osso duro della vecchia DC, quel che resta di altrettanto immobile e centrale, dopo i tanti travasi dei cosiddetti cattolici impegnati in politica. 

  Il programma del governo geocentrico è semplice: incrementare l’opera già intrapresa per aspirare a godere del rispetto di tedeschi & company. Non a caso sono già pronti i rincari di tutti i servizi pubblici: dal gas alla tassa sulla nettezza urbana, dalle poste alla televisione pubblica. Senza dimenticare le multe già salatissime per gli automobilisti, vero e proprio balzello delle municipalità. IMU e IRPEF sulle case saranno presto calcolate non più in base ad un acconto sui futuri estimi catastali - la vera pacchia di cui abbiamo beneficiato sin qui - ma sugli estimi catastali rivalutati in via definitiva, cioè nel migliore dei casi il prossimo anno pagheremo solo di IMU almeno il doppio di quanto abbiamo pagato il 17 Dicembre. E non basta, perché il vero gioiello del programma del governo geocentrico è il Pareggio di Bilancio, per ottenere il quale l’Agenda Monti non dice dove saranno attinte le risorse, anche se tutto lascia pensare che, in omaggio alla tradizione del nostro Paese e alle forze geocentriche che da sempre la dirigono, il prelievo necessario per raggiungere l’agognato traguardo sarà fatto con le consuete modalità di giustizia ed equità. Nel programma non manca il consueto accenno, senza ulteriori specificazioni, alle misure per la ripresa dell’occupazione e per la crescita economica, nonché la rassicurazione per i cittadini evasori che non si procederà ad alcuna riforma fiscale.

  Chi non s’ingolosirà di un programma siffatto? Anche perché il menù della gastronomia politica italiana non sembra in grado di offrire molto di più. Ci sarebbero i 16 punti della Contro-Agenda Monti di Beppe Grillo, ma per quanto possano piacere soprattutto ai palati dei giovani, scontano la diffidenza dei più verso i sapori forti, poco conosciuti e temuti non tanto per la loro digeribilità quanto per lo scetticismo che accompagna chef nuovi e improvvisati, anche se molti alla fine potrebbero decidere di gustare quei piatti per una volta almeno, piuttosto che scegliere il digiuno o il cibo stantio della ristorazione politica nazionale.

  D’altra parte, il piano dei geocentristi  è semplice come il loro programma  e prevede due varianti per una soluzione unica. Variante A: potrebbero “sfondare” come capitò al Cavalier Berlusconi circa vent’anni fa, e dettare le condizioni di un governo col PD. Variante B: potrebbero semplicemente consentire una maggioranza in Senato per governare la Repubblica. In entrambi i casi sarebbero determinanti per una coalizione di centro-sinistra che garantisca l’immobilità dell’attuale politica italiana. 

 Stando ai sondaggi, l’effetto Monti potrebbe addirittura determinare lo sfondamento dei geocentristi oltre la soglia del 30%, rinverdendo le felici stagioni democristiane. Perché non dovrebbero? [Anche se c’è chi si accontenterebbe della metà!]. La loro non è certo presunzione, vista la bontà del programma elettorale, garantito da un uomo che, novello Cincinnato, si presenta all’immaginazione dei più senza le mani sporche della politica militante. L’uomo nuovo e incorruttibile della politica italiana, che non fa scempio di denaro pubblico né per sé, né per un partito che non ha, perché egli è nel Centro, equidistante da tutti i partiti, e si accontenta del modesto salario di senatore a vita, presidente del consiglio e rettore della Bocconi.

sergio magaldi  

domenica 30 dicembre 2012

SALMI DI DAVID E SEGNI DELLO ZODIACO










 Nel Fondo Ebreo 214 del Manoscritto di Monaco si trova la corrispondenza tra segni zodiacali e Salmi di David. Ne ripropongo di seguito il testo, in questo scorcio di fine d’anno in cui, in vista dell’anno nuovo, i media fanno come al solito un gran parlare di astrologia. Si tratta di analogie costruite presumibilmente sulla base di immagini evocate dai significati generici che la tradizione astrologica assegna a ciascun segno zodiacale. Un’occasione, in ogni caso, per leggere o rileggere alcuni Salmi di David.


ARIETE       


SALMO 122[123 del Testo ebraico masoretico]:

 A Te levo il mio sguardo,
a Te che sei nei cieli.
Come gli occhi dei servi attendono
il cenno dei padroni,
come gli occhi di una schiava fissano
la mano della padrona,
così i nostri occhi sono rivolti a Te,
Signore, nostro Padre,
e attendono la tua misericordia.
Pietà di noi, Signore, pietà!
Troppo siamo stati insultati!
Troppo a lungo abbiamo sopportato
l’ironia degli insolenti
e il disprezzo degli arroganti.


TORO   

SALMO 43[44]:

  O Signore, abbiamo udito con le nostre orecchie
quel che i nostri padri hanno raccontato:
le grandi imprese compiute dalla tua mano
ai loro giorni, nei tempi antichi.
Hai scacciato altri popoli e altre nazioni
per dar loro una terra,
e perché in essa vi piantassero radici.
Non con le armi
hanno conquistato quella terra:
la vittoria fu opera della tua destra
e della luce che emanava dal tuo volto,
perché li amavi.
 O Signore, Tu sei il mio re,
Tu hai deciso la salvezza di Israele!
Col tuo aiuto avremo ragione dei nostri nemici:
invocheremo il tuo nome, e saranno sconfitti.
Non ho fiducia nel mio arco,
e la mia spada non potrà salvarmi!
Tu solo ci salverai dai nostri nemici
e confonderai la mente di chi ci odia.
Ti loderemo, o Signore, ogni giorno,
e celebreremo il tuo Nome in eterno.
Ma ora Tu ci hai respinto e umiliato
e non sei più alla testa dei nostri eserciti.
Hai permesso che il nemico ci mettesse in fuga,
e ci depredasse dei nostri beni.
Hai condotto il tuo popolo
come pecora al macello,
disperdendolo fra le genti.
L’hai venduto senza profitto,
e nulla per Te hai guadagnato.
Ci hai esposto al disprezzo dei vicini,
alla derisione e allo scherno
di chi abita ai nostri confini.
Ci hai reso proverbiali tra le genti.
I popoli ci guardano e scuotono la testa.
Ogni giorno ho davanti agli occhi
il ludibrio degli altri
e la vergogna è sempre sul mio volto
a cagione di chi mi disprezza e m’insulta,
e di ogni nemico che vuole vendicarsi.
Tutto questo si abbatte su di noi,
mentre noi non ti abbiamo dimenticato,
né abbiamo tradito la tua alleanza.
Da Te non si è allontanato il nostro cuore,
e i nostri passi non si sono sviati dai tuoi sentieri.
Ma Tu ci hai calpestato e dato in pasto agli sciacalli,
stendendo su di noi l’ombra della morte.
Se avessimo dimenticato il Nome del Padre nostro,
a braccia alzate invocando divinità straniere,
Tu, Signore, non te ne saresti accorto?
Tu che conosci i pensieri più segreti!
Ma a causa tua siamo uccisi ogni giorno
e trattati come pecore da macello.
Svegliati, Signore! Perché dormi?
Destati, non scacciarci per sempre!
Perché ci nascondi il tuo volto,
dimentichi la nostra afflizione
e la nostra oppressione?
La nostra anima è caduta nella polvere
E il nostro ventre struscia sulla terra.
Vieni in nostro soccorso e riscattaci
Nel nome della tua misericordia!


GEMELLI        

SALMO 64[65]:


 A Te sia lode,
Signore che dimori in Siòn,
davanti a Te si adempiano i voti.
Tu che ascolti le preghiere,
di ogni uomo che a Te si rivolge.
Mi opprime il peso delle iniquità,
e Tu solo puoi perdonare i peccati.
Beato colui che sceglierai per starti accanto,
ad abitare nel tuo Santuario.
Noi Godremo dei beni della tua casa
e della santità del tuo tempio.
O Signore che sei il salvatore,
la speranza delle lande più lontane
della terra e del mare, rispondici
con la giustizia della tua forza tremenda,
Il Signore con la sua potenza,
cinge le basi dei monti.
Il Signore placa il ruggito del mare,
il fragore delle onde,
e il tumulto dei popoli.
Per questi prodigi sono presi da stupore
gli abitanti delle terre più lontane.
Tu susciti la gioia,
dove il Sole nasce e tramonta ogni giorno.
Tu visiti la terra,
l’abbeveri e la rendi fertile.
Tu apparecchi la terra
con i tuoi ruscelli colmi d’acqua,
perché l’uomo abbia il suo frumento.
Tu irrighi i solchi, spiani le zolle,
le impregni di pioggia, benedici i germogli.
Coroni l’annata coi tuoi doni,
al tuo passaggio si vede l’abbondanza.
Nel deserto i pascoli si tingono di verde,
dalle colline risuonano canti di gioia.
Le pianure si rivestono di greggi
e le valli si coprono di biada.
Tutto è allegria ed è un inno alla gioia.


CANCRO

SALMO 92[93]:

 Il Signore regna:
Egli è avvolto di splendore,
è circondato di forza.
Stabile è il mondo
e non sarà mai scosso.
Tu sei eterno, o Signore,
saldo è il tuo trono, da sempre.
Alzano la loro voce, Signore,
gli oceani alzano la loro voce
con il fragore delle onde.
Più che la voce degli oceani,
più che le onde del mare,
potente sei Tu, o Signore del cielo.
Stabili sono le tue leggi,
Santo sei Tu nel tuo Tempio,
Padre, oggi e in eterno.


LEONE 

 Salmo 125[126]:

 Quando il Signore mutò le sorti di Siòn
ci sembrò di sognare.
La nostra bocca si riempì di sorrisi,
la nostra lingua celebrò la gioia.
Allora dissero le genti:
“Grandi cose ha fatto per loro
il Signore”.
Sì, il Signore ha fatto grandi cose per noi
ed eravamo pieni di letizia.
Muta anche ora, Signore, le nostre sorti
come risvegli i torrenti del deserto.
Chi semina nel pianto
mieterà nel canto!
Nell’andare, cammina piangendo
e getta le sementi,
nel tornare, canta festoso
e porta a casa il raccolto.

VERGINE  

 Salmo 126[127]:

 Se il Signore non edifica la casa,
invano si affaticano costruttori.
Se il Signore non protegge la città,
invano vegliano le sentinelle.
Invano vi levate di buon’ora
e andate a riposare tardi la sera
e vi guadagnate il pane con fatica:
a coloro che ama il Signore dona
il pane e il sonno.
I figli sono l’eredità del Signore,
il frutto del ventre è un premio.
I figli avuti nella giovinezza
sono come le saette
nelle mani di un guerriero.
Felice l’uomo che ne ha molte
nella sua faretra.
Non rischierà di essere umiliato
quando i nemici saranno alla sua porta.


BILANCIA 

 SALMO 127 [128]:

 Beato chi teme il Signore
e cammina sui suoi sentieri.
Mangerà della fatica delle sue mani,
sarà felice e tutto gli andrà bene.
La moglie sarà nella sua casa
come una fertile vigna
e i suoi figli, attorno alla mensa,
come piante novelle di ulivo.
Così sarà benedetto
chi teme il Signore!
Il Signore ti benedirà
da Siòn e per tutti giorni della tua vita
vedrai la prosperità di Gerusalemme
e vedrai i figli dei tuoi figli.
Sia pace su Israele!


SCORPIONE 

SALMO 6:

 Signore, non rimproverarmi nell’ira,
non castigarmi nella collera.
Pietà di me, Signore, sono esausto;
guariscimi, io sono sfinito.
L’anima mia è smarrita
E tu, Signore, quanto tempo aspetterai?
Vieni a liberarmi, o Signore,
salvami,  per amore della tua misericordia.
Perché tra i morti tu non sei ricordato,
chi nella tomba canterà le tue lodi?
Io mi affanno nei miei sospiri,
passo le notti nel pianto,
e mi trovo nel letto
come in un mare di lacrime.
I miei occhi si sono consumati
alla vista dei tanti nemici,
Allontanatevi da me, gente malvagia,
perché il Signore ha udito il mio pianto,
ha ascoltato la mia supplica,
ha accolto la mia preghiera.
Tutti i miei nemici siano sconvolti
e grandemente smarriti.
Voltino le spalle coperti di vergogna,
e scompaiano in un solo momento.

SAGITTARIO  

 SALMO 128[129]:

 Dica Israele quante volte,
da quando ero giovane,
mi hanno fatto guerra.
Mi hanno spesso assalito,
sin dalla mia giovinezza,
ma non ancora mi hanno vinto!
Come aratri mi sono passati sopra,
mi hanno lasciato profonde ferite;
ma il Signore è giusto:
egli ha tagliato le funi
con le quali i malvagi
mi avevano legato.
Svergognati e messi in fuga
siano quelli che odiano Siòn!
Diventino come l’erba dei tetti,
che è secca prima ancora
di essere strappata,
nessuno la falcia e la raccoglie
o la mette in covoni.
A loro i passanti non diranno:
“La benedizione del Signore sia su di voi”.


CAPRICORNO

 SALMO 129[130]:

 Dal profondo del mio animo
grido a Te, Signore.
Signore, ascolta il mio grido!
Siano le tue orecchie attente
alla voce della mia supplica.
Signore, se Tu poni mente
alle iniquità degli uomini,
chi potrà sopravvivere, o Signore?
Ma Tu sei colui che perdona,
e ispira il nostro timore.
Io ho aspettato il Signore,
con tutta l’anima l’ho aspettato
e ho sperato nella sua parola.
L’anima mia attende il Signore
più della sentinella notturna
che aspetta l’alba.
Tutto Israele speri nel Signore,
perché il Signore è buono
e verrà a liberarci.
Egli riscatterà il suo popolo
Da tutte le sue iniquità.

ACQUARIO  

SALMO 136[137]:

 Lungo i fiumi di Babilonia,
noi sedevamo e piangevamo
ricordandoci di Siòn.
Alle fronde dei salici
avevamo appeso le nostre cetre,
mentre i nostri aguzzini
ci invitavano a cantare
e chiedevano canti di gioia
i nostri oppressori:
“Cantateci un canto di Siòn”.
Come avremmo noi cantato
le canzoni del Signore
in terra straniera?
Se io ti dimentico, Gerusalemme,
se la mia destra ti dimentica,
se tu Gerusalemme non sei il mio pensiero,
il colmo della mia gioia,
s’incolli al palato la mia lingua!
Ricordati, o Signore,
dei figli di Edòm,
i quali nel giorno
in cui Gerusalemme cadeva
dicevano:
“Radetela al suolo
fin dalle sue fondamenta!”.
Babilonia, tu devi essere distrutta!
Beato chi ti ripagherà
del male che ci hai fatto,
beato chi afferrerà i tuoi bambini
e li sfracellerà sulla roccia.


P.S.
Salvatore Quasimodo, premio Nobel per la Letteratura, ha ricordato questo salmo nella poesia “Alle fronde dei salici”, pubblicata nel 1945 su una rivista e inserita due anni dopo nella raccolta “Giorno dopo giorno”.

Alle fronde dei salici…

E come potevano noi cantare
con il piede straniero sopra il cuore,
fra i morti abbandonati nelle piazze
sull’erba dura di ghiaccio, al lamento
d’agnello dei fanciulli, all’urlo nero
della madre che andava incontro al figlio
crocifisso sul palo del telegrafo?
Alle fronde dei salici, per voto,
anche le nostre cetre erano appese,
oscillavano lievi al triste vento.





PESCI 

 SALMO 145[146]:

 Alleluia! L’anima mia lodi il Signore.
Loderò il Signore
mentre vivrò
e canterò la sua lode
finché avrò vita.
Non confidate sui regnanti:
e neppure su alcuno
dei figli dell’uomo,
perché egli non può salvarvi.
Il respiro esalerà da lui,
egli tornerà alla terra,
e ogni suo progetto
sarà sepolto con lui.
Beato colui che si affida
al Dio di Giacobbe
e ripone ogni speranza
nel Signore suo Padre
che ha creato il cielo e la terra,
il mare e tutto ciò che esiste;
che mantiene la sua parola in eterno,
che rende giustizia ai perseguitati
e dà da mangiare agli affamati.
Il Signore libera i prigionieri,
il Signore dona la vista ai ciechi,
solleva chi è caduto
e ama i giusti.
Il Signore si cura dello straniero,
protegge l’orfano e la vedova
e ostacola il cammino degli empi.
Il Signore regna in eterno,
Egli è tuo Padre, o Siòn,
in ogni tempo.
Alleluia!


sergio magaldi