martedì 29 gennaio 2019

I SENTIERI DELL'ALBERO - Parte Seconda (XXXI)






 SEGUE DA:



I sentieri dell’Albero della vita sono i rami che collegano tra loro i frutti sino alla sommità dell’albero e sono in tutto trentadue. I frutti altro non sono che le Sephiroth, dette anche ‘luci’ o ‘forme pure’ del molteplice. Sono 10 e rappresentano i numeri primordiali della creazione, perché per quanto si possa continuare a contare all’infinito non si troveranno che dieci numeri, anzi nove, essendo il 10 niente altro che la riproposizione dell’unità.

Si dispongono al centro, alla destra e alla sinistra dell’albero e ad ogni Sephirah  è attribuito un nome e un numero. Alla colonna centrale appartengono: 1 Kether  Corona o Altezza Superiore,  6 Tiphereth Armonia, Bellezza o Compassione,  9 Yesod  Fondamento, Generazione o Alleanza, 10 Malchuth  Regno o Esilio. Alla colonna di destra: 2 Chokmah  Sapienza o Principio, 4 Chesed Grazia o Misericordia, 7 Netzach  Eternità o Vittoria. Alla colonna di sinistra: 3 Binah  Intelligenza o Ritorno,  5 Gheburah  Potenza o Giudizio,  8 Hod Gloria o Splendore.

Esaminerò brevemente i sentieri che corrono tra le cinque Sephiroth cosiddette emotive. I sentieri partono dal basso e seguono idealmente le spire di un serpente che, ascendendo lungo l’Albero, poggia la coda su Malkuth, la decima Sephirah, il corpo su Yesod, Hod e Netzach e che con la lingua lambisce Tiphereth, la sesta Sephirah


Per leggere le lettere ebraiche occore scaricare il font Hebrew



IL TRENTUNESIMO SENTIERO


Il Trentunesimo sentiero va da Malchuth a Hod
d w h     t w k l m
La lettera del sentiero è la Quf   q
Ultima delle 12 lettere semplici dell’alfabeto ebraico, la Quf  è l’unica lettera ad essere raffigurata, nella sua grafia ordinaria, con una gamba che si estende al di sotto. Bene rappresenta, dunque, l’inconscio. Il “Sepher Yetzirah” della versione Gra (Gaon Rabbi Eliahu) la colloca sul 31° sentiero dell’Albero, tra le Sephiroth Malchuth e Hod. E’ questa già una Teshuvah: chi, infatti, si immerge nelle profondità dell’inconscio è già sulla ‘Via del ritorno’.

Il rischio per chi cammina su questo sentiero è però di farsi simia dei, come ammonisce la parola Qof che significa scimmia ed è formata dal ‘riempimento’ della lettera. Il riempimento nella Qabbalah è la trascrizione delle consonanti contenute in una lettera. Ne può derivare una parola di senso. Così, la lettera Quf è trascritta, nel suo riempimento, con le consonanti: Quf-Waw-Phe che formano la parola Qof, scimmia. Il diverso suono tra la lettera (Quf) e la parola (Qof) dipende unicamente dall’uso delle vocali che, nell’alfabeto ebraico, non sono lettere.

È questo  un sentiero dal terreno infido, dove il compito che ci attende è quello di portare alla superficie le informazioni del sottosuolo. Una condizione indispensabile per continuare a ‘camminare’ sull’Albero.

Bisogna inoltre evitare che le parole e le immagini siano quelle rutilanti e patinate dei media e non piuttosto gli strumenti fondamentali della comunicazione, capaci anche di evocare conoscenze andate smarrite o sepolte. Una via pericolosa, perché la flessibilità mercuriale delle parole e delle immagini e l’intelligenza versatile di chi se ne appropria possono rivelarsi ingannevoli e, in luogo di condurre sul cammino della Sephirah Hod (Gloria), rischiano di farci precipitare tra le Qelipot, le scorze particolarmente agguerrite del sentiero. Parole e immagini, infatti, non sono solo, per così dire, la carne di cui si alimenta il pensiero e la creazione artistica. L’inganno, la superstizione e la magia nera sono qui sempre in agguato. Ma soprattutto è in agguato la superbia che ci fa usare la parola nell’illusione di poter gareggiare con Dio.


sergio magaldi


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