JOANNE HARRIS, THE LOLLIPOP SHOES, Frogspawn 2007, trad. it., LE SCARPE ROSSE, 1.a ristampa, Garzanti, 2008, pp.491.
Dal 31 Ottobre al 25 Dicembre di un anno del nostro tempo si svolge la storia narrata da Joanne Harris in questo suo nuovo romanzo, soffice e fragrante come una sfoglia di cioccolato. Attraverso una sorta di diario, tre donne raccontano le medesime vicende secondo punti di vista e significati diversi. Vianne Rocher, la protagonista di Chocolat (romanzo e film), l’adolescente Anouk, sua figlia, e Zozie de l’Alba una donna affascinante, sempre in cerca d’identità e il cui unico tratto fermo e caratteristico è quello d’indossare scarpe rosse e luminose dagli alti tacchi.
Ormai da quattro anni Vianne ha lasciato Lansquenet, la provincia francese sulla quale s’era concentrata l’attenzione dei lettori e degli spettatori di Chocolat. Il vento che sin qui ha costretto lei e Anouk a girovagare di qua e di là, sembra aver cessato di soffiare, facendola approdare a Montmartre, nel cuore di Parigi. Lontana finalmente dalla provincia e dalle anime belle, Vianne ha cambiato nome (ora si fa chiamare Yanne Charbonneau), ha aperto di nuovo una cioccolateria, ma ha rinunciato per sempre ad ogni forma di magia e si è addirittura fidanzata con un uomo maturo, benestante e ben posizionato che la circonda di premure. Una garanzia soprattutto per il futuro delle figlie: Anouk (ora divenuta Annie) e la piccola Rosette che subito immaginiamo essere il frutto di una passione nata a Lansquenet.
La vicenda si dipana lentamente, in un ambiente che sa di provincia e che invece sappiamo appartenere al centro cittadino della metropoli forse più affascinante d’Europa. La Montmartre di Joanne Harris non conosce però della provincia i piccoli intrighi quotidiani e il clamore delle anime belle che s’intuisce tuttavia facilmente restarsene acquattate nell’ombra. E compaiono infatti sullo sfondo, nella persona delle compagne di scuola di Annie e più ancora nella proiezione di un modello di vita “normale” e rassicurante al quale l’antica Vianne ha deciso ormai di sottomettersi e che forse ha riconosciuto appartenerle di diritto, in virtù di certi segni che il tempo non ha cancellato e che reca con sé dall’infanzia, sottoforma di piccoli oggetti e di ritagli di giornale. Persino Roux, sorta di zingaro affascinante e inconsapevole padre di Rosette, una volta catapultato a Parigi sembra incline a subire un’insospettabile metamorfosi. Le uniche a resistere al soffio di normalità che spira su Montmartre sono Anouk e Zozie. L’adolescente, mossa da nostalgia e desiderio di autenticità e dal bisogno di tenerezza che la madre (ora Yanne e non più Vianne) ai suoi occhi non è più in grado di offrirle. Zozie, che ha scelto il volto speculare e solo in apparenza alternativo a quello dei cosiddetti benpensanti e che ha in mente di portare a compimento il progetto che da sempre dirige le sue azioni e ne oscura l’orizzonte limitato della coscienza. Il piano che Zozie ha in mente prevede una duplice strategia: la complicità di Annie-Anouk , che dovrà essere gestita sino alla fine, e l’iniziale stima di Yanne-Vianne che le sarà grata per l’inaspettato successo della chocolaterie, in poco tempo trasformata, da piccolo negozio riservato a pochi eletti clienti, in un vero e proprio centro per gustare le gioie del cioccolato.
In questo clima rarefatto, condito più di sensazioni che di fatti, la narrazione improvvisamente si anima e il lettore è trascinato in un vortice che la maestria narrativa di Joanne Harris mantiene vivo sino alle pagine finali. Si fronteggiano senza esclusione di colpi, da una parte la stregoneria malvagia e senza regole, che non siano quelle della sopraffazione e del delitto, dall’altra la magia buona, fatta di innocui e piccoli accorgimenti, profumata come i tartufi di cioccolato o come una tazza di cioccolata “bevuta nera con zucchero e rum”.
Nessun commento:
Posta un commento