venerdì 24 agosto 2012

ANCORA UN ROMANZO SULLO SFONDO DELLA GUERRA CIVILE SPAGNOLA...

Maria Duenas, La notte ha cambiato rumore, Mondadori, 2010.

                                            Edizione Mondolibri, Settembre 2011, pp.660



 El tiempo entre costuras di María Dueñas [improponibile in italiano come “Il tempo tra cuciture”], pubblicato da Mondadori col titolo improbabile di La notte ha cambiato rumore, non è in realtà un romanzo storico, anche se s’inserisce a giusto titolo nel ricco filone della narrativa che si ispira alla guerra civile spagnola. Filone inaugurato nel 1938, mentre la guerra di Spagna è ancora in corso, da George Orwell con Homage to Catalonia, “Omaggio alla Catalogna” e ripreso da Hemingway nel 1940 col notissimo For Whom the Bell Tolls, “Per chi suona la campana”, di cui anche al celebre film  del 1943 con Ingrid Bergman e Gary Cooper.

George Orwell, Omaggio alla Catalogna, Oscar Mondadori, ed. 2002, pp.280





Ernest Hemingway, Per chi suona la campana, I.Ed. Mondadori, 1945
Edizione 1998, pp.544

 Il romanzo di María Dueñas, tuttavia, nulla ha a che vedere con i “prototipi”, né con la narrativa posteriore di riferimento. La guerra civile spagnola, la dittatura di Francisco Franco, la seconda guerra mondiale sono soltanto gli scenari sfocati e lontani che la scrittrice utilizza per rappresentare la vita e le avventure della sua giovane “eroina”: Sira Quiroga, la giovane sarta di uno stimato atelier di Madrid, che allo scoppio della guerra civile, nel 1936, ha 25 anni.

 Prossima al matrimonio con un impiegato, Sira è attratta fatalmente da un imprenditore, quasi un deus ex machina fraudolento che pure funge da karma, nello strapparla all’esistenza monotona e banale alla quale è destinata per nascita. Sedotta, abbandonata e truffata, la giovane sartina sarà costretta ad “inventarsi” la vita in Marocco, nel Protettorato spagnolo di Tetuán, proprio alla vigilia dell’alzamiento, quando le truppe coloniali di stanza in Africa, guidate da Franco e da altri generali, si sollevano in armi contro la Repubblica spagnola.




 Inizia così la guerra civile spagnola che per tre anni, dal Luglio del 1936 all’Agosto del 1939, vede contrapporsi in un bagno di sangue, da una parte il governo legittimo del Fronte Popolare che aveva vinto le elezioni, dall’altra i nazionalisti sostenuti dalla Chiesa, da Mussolini e da Hitler.

 Lontana dal teatro della guerra che infuria nella penisola iberica, e dopo una serie di avventure, sempre  al limite del rischio, Sira riuscirà ad aprire a Tetuán un atelier di alta moda che le consentirà di avvicinare una clientela raffinata, tra cui spiccano le “signore tedesche” ma anche l’inglese Rosalinda Powell Fox che diventerà sua grande amica e che l’avvierà alla collaborazione con i servizi segreti britannici.

  Dopo la vittoria di Franco, Sira fa ritorno a  Madrid per aprire un atelier di gran lusso che, nella povertà in cui è precipitata la popolazione, potrà contare su una ricca clientela formata dalle donne dei capi vincitori e dei tedeschi presenti in gran numero nella capitale. Pur continuando a cucire con gran talento, il vero scopo di Sira è svolgere l’incarico che le è stato affidato per tramite della sua amica inglese: spiare. Il problema dei servizi segreti inglesi consiste ora nel raccogliere informazioni utili a scongiurare l’intervento della Spagna, a fianco di Germania e Italia, nella guerra mondiale.


 Rosalinda Fox non è un personaggio di fantasia. Fu l’amante [il loro fu davvero un grande amore] del generale Juan Luis Beigbeder, prima Alto Commissario in Marocco, poi Ministro degli esteri del governo franchista  tra l’Agosto del ’39 e l’Ottobre del 1940. Caduto in disgrazia perché filobritannico e contro l’intervento della Spagna in guerra, Beigbeder figura tra i personaggi reali del romanzo, così come il “cognatissimo” di Franco, filotedesco, che lo sostituì al ministero, quel Rámon Serrano Suñer, che ancora all’età di 93 anni [morì nel 2003, all’età di 102 anni] concedeva un’intervista ad un inviato del Corriere della Sera. Si noti come nel brano tratto dall’intervista e di seguito riportato, egli giustifichi la sua politica filotedesca che nel 1942, quando già si profilava la disfatta germanica, lo portò alla rottura con il Caudillo e cognato.

 “[…] E a lei Hitler che impressione faceva? "L' ho incontrato in nove occasioni e devo confessare che ogni volta al ritorno dalla Germania mi fermavo in Francia a respirare aria umana e latina". Mi scusi, ma lei non era fautore di una decisa politica filotedesca? "Vero, ero filotedesco, pero' senza fanatismo, solo perché pensavo che fosse nel nostro interesse. Senza questa politica ci avrebbero invaso. Fummo contenti in principio del trionfo di Hitler quale valida barriera contro il comunismo, ma eravamo anche intimoriti dalla sua avanzata". Com'era Hitler a tu per tu? "E' la stessa domanda che mi facevano tutti a quei tempi. Ricordo una sera al Jockey, subito dopo uno degli incontri, con tante signore eleganti che me lo chiedevano. Risposi: "Non lo so". E oggi risponderei nello stesso modo. Con Mussolini bastavano dieci minuti a far emergere la sua carica di umanita'. Con Hitler no, non si riuciva. Lui non era un uomo, era un'astrazione […]” [dall’intervista di Ettore Botti sul Corriere della Sera, 11 Luglio 1994].

  
 Le avventure di Sira non si esauriscono a Madrid ma proseguono a Lisbona, durante una settimana che risulterà decisiva per la sua vita sentimentale, nonché determinante per gli scopi che si prefiggono i servizi segreti britannici.

 Romanzo d’avventura, dunque, questo che segna anche l’esordio narrativo di María Dueñas, docente di Filologia e Letteratura inglese nell’Università di Murcia, libro ben costruito e puntellato per così dire da un retroterra storico di cui ci si accorge appena anche se, a guardar bene, giustifica l’intero edificio narrativo. L’interesse del lettore si mantiene sempre alto perché continuamente stimolato dalla serie interminabili di avventure in cui va a cacciarsi la protagonista. 

 Naturalmente il romanzo non è esente da difetti: alla ricchezza della prosa fa spesso riscontro il filo di una trama, almeno nelle premesse, sin troppo costruita e scontata: la sartina povera che vive con la madre [non a caso di nome Dolores, per i dispiaceri che la vita le ha dispensato] e che, in procinto di sposarsi, scopre di avere un padre importante e ricco, l’innamoramento che l’induce ad abbandonare il fidanzato alla vigilia delle nozze per un uomo che l’abbandonerà in Marocco dopo averla truffata. Da questo punto, tuttavia, cioè da quando Sira resta sola e deve di necessità costruire la propria esistenza, la trama cambia registro e acquista una certa originalità. L’azione, anche se congegnata in modo da tenere sempre accesa la fantasia del lettore, ha il limite di essere troppo spesso annunciata prima di essere vissuta, con il risultato di attenuarne il patos. Certe “trovate” dell’autrice lasciano perplessi per la loro stessa credibilità, come per esempio quella che fa  assumere l’identità marocchina alla protagonista, scrivendo all’incontrario, le lettere del suo nome e cognome, con l’aggiunta di una “h” per  costruire un suono “arabo”: Sira Quiroga che diventa  Arish Agoriuq.

 Pur con questi limiti, persino comprensibili in un romanzo d’esordio, il lavoro di María Dueñas ha sicuramente dei pregi. Primo fra tutti, l’aver costruito una vicenda tutta al femminile, dove una donna si mostra capace di tessere la trama del proprio destino contro la sorte, il ruolo assegnato, l’oscurità dei tempi in cui si trova a vivere. Averlo fatto senza annoiare. E ancora: indurre il lettore più sofisticato a riflettere su una vicenda storica che se fu tragica per la Spagna, fu drammatica per l’Europa e per il mondo intero, trascinato di lì a poco, in una guerra micidiale che forse si sarebbe evitata se le democrazie europee, in luogo di limitarsi a favorire la formazione di brigate internazionali per aiutare la legittima Repubblica Spagnola, avessero assunto in  pieno, con spirito di autentica solidarietà, la causa dei repubblicani contro il nazifascismo.


sergio magaldi






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