E’ il sistema
immunitario trascurato dalla medicina ufficiale che
costituisce l’unica struttura naturale in grado di prevenire le
malattie, ripristinando a nostra insaputa lo stato di salute
di
Alberto Zei
Un
baluardo della difesa - Non è questa la sede per spiegare che cosa sia il
sistema immunitario, come si componga e come funzioni, anche perché è abbastanza noto a tutti. E’ infatti certo che questo baluardo
naturale di difesa della nostra salute non dovrebbe essere trascurato né dai medici
né dai politici né dai responsabili della salute pubblica, a maggior ragione in questo
periodo in cui ancora nessun farmaco specifico è stato individuato contro il coronavirus. E non parliamo dei vaccini, perché i vaccini sono un'altra cosa.
C’è però un fattore importante che non può essere ignorato senza la consapevolezza
di volerlo negare per ragioni
differenti da quelli della tutela della salute pubblica.
Si
tratta delle sostanze che fanno più o meno parte della nostra nutrizione
giornaliera ma non in modo sufficiente per alimentare le risorse del sistema
immunitario, in particolare in questo momento. Sono degli ingredienti reperibili in natura, quali la vitamina C e la
vitamina D, che dovrebbero essere assunti in quantità più consistenti di quelle
necessarie al fabbisogno giornaliero in condizione normale di salute. Infatti,
le quantità devono essere ben maggiori, quando il sistema immunitario è
chiamato a produrre adeguate difese contro gli agenti patogeni, ma nulla è
stato fatto in questo senso, perché gli interessi industriali, economici,
farmaceutici e politici da sempre sono rivolti in tutt’altre direzioni.
Integrare
ciò che manca - D’altra parte, l’organismo generalmente non dispone di una quantità
sufficiente di queste vitamine. È vero che la vitamina D si forma anche
all’interno dell’organismo quando il corpo è esposto al sole e alla luce; ma in
inverno l’illuminazione naturale scarseggia e le vesti ricoprono gran parte
della persona. Per quanto riguarda la vitamina C – indispensabile per
l’efficienza del sistema immunitario e quindi per la difesa naturale di quasi
tutte le malattie – sarebbe molto più breve indicare le condizioni biologiche
in cui non interviene. Ma dell’una e dell’altra vitamina, per chi è interessato
alla questione sarà sufficiente acquisire qualche nozione alla luce delle
ultime ricerche scientifiche sulle notevoli capacità biologiche di questi due
potenti difensori dell’organismo.
Il
castello di cristallo – E’ vero che se non si verifica un contagio non ci si
può ammalare di coronavirus e che quindi stando chiusi in casa un contagio
potrà difficilmente avvenire. Resta però il problema della vulnerabilità
allorquando si è all’aperto, dove certamente nell’aria i virus sono presenti e più minacciosi proprio per chi si è sottratto completamente a questa convivenza con il virus, chiamata
immunità di gregge.
Ma a
parte questi casi estremi, si può dire che la popolazione nella sua generalità,
alla luce dei dati che si conoscono, è colpita dal coronavirus in una
percentuale approssimata intorno al 10%. Escludendo anche in questo caso gli
eccessi di imprudenza di chi non si preoccupa del coronavirus, frequentando
temerariamente ambienti molto inquinati senza adottare le adeguate precauzioni,
si può dire che il virus si trovi ormai in modo più o meno evidente in quasi
tutti gli addensamenti demografici, dalle grandi città alle campagne. Tutti
quanti da circa un anno abbiamo respirato abbondantemente aria contenente
coronavirus ma il 90% degli italiani non si è ammalato.
PREVENZIONE |
L’operosa
autonomia – L’ attuale condizione di salute della stragrande
maggioranza dei cittadini è dovuta alle difese immunitarie del formidabile
sistema biologico di cui tutti disponiamo anche se non sempre ce ne rendiamo
conto. La medicina ufficiale nel nostro Paese ha fatto passi da gigante per il
ripristino dello stato di salute anche rispetto a malattie fino a poco tempo fa
considerate incurabili, ma niente viene prodotto per prevenire i mali che
affliggono la popolazione, in quanto l’unica sostanziale prevenzione in Italia
è quella di intervenire prima dell’aggravamento della patologia, una volta che
questa si manifesti. Così, per esempio, la cura delle tipiche malattie tumorali
che – precocemente scoperte, vengono trattate spesso con efficacia – è
soltanto diagnostica. Ed è anche lecito
attendersi la risposta ovvia: “Ma come si potrebbe intervenire prima, se neppure
attraverso i più accurati screening risulta alcunché di anomalo?”
Non è questo il modo di fare prevenzione: prevenire
significa evitare quanto più possibile di
incorrere in malattie, e non curarle dopo che queste si manifestano.
Ciò
non significa volersi assicurare l’eternità (si fa per dire…) in quanto è pur
vero che alla fine vecchiaia e morte reclameranno i propri diritti. Ma la
prevenzione di cui si parla potrebbe evitare diverse patologie anche in giovane
età, evitando la spirale perversa della loro cronicizzazione, nonostante e
talora anche a causa dei tanti farmaci somministrati.
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