I media hanno creato un clima di fiduciosa
aspettativa attorno alla nazionale di calcio in procinto di partecipare ai
prossimi campionati europei. Ottimismo giustificato dai risultati ottenuti dal
commissario tecnico Roberto Mancini che in 31 partite ha ottenuto 22 vittorie,
7 pareggi e 2 sole sconfitte. Un bilancio superiore a quello di qualsiasi altro
selezionatore azzurro. Ciò su cui si sorvola, tuttavia, è il contesto nel quale
sono avvenuti i tanti risultati positivi. Gli avversari sconfitti – tra
amichevoli, UEFA Nations League, Qualificazioni europee e Qualificazioni ai
mondiali del prossimo anno – si chiamano: Arabia Saudita, USA, Moldova,
Estonia, San Marino, Bosnia, Ucraina, Finlandia, Armenia, Liechtenstein,
Grecia, Irlanda, Bulgaria. Ci sono poi le vittorie contro Olanda e Polonia, con
le quali però abbiamo anche pareggiato due volte. Gli altri 3 pareggi (oltre ai
4 già citati) sono avvenuti con Portogallo, Bosnia e Ucraina. Le due sconfitte
contro Francia e Portogallo. Insomma, abbiamo perso con tutte e due le nazionali
tra le maggiori del panorama europeo e con Olanda e Polonia, di livello medio,
su tre partite disputate contro di loro, ne abbiamo vinto soltanto una. Nel
girone A del Campionato Europeo incontreremo nell’ordine: Turchia, Svizzera e
Galles, nazionali di livello mediamente superiore a quelle sin qui sconfitte (ad eccezione di Olanda e Polonia con le quali, come dicevo,
abbiamo vinto una volta su tre). In ogni caso, dovremmo qualificarci agli Ottavi,
tenendo anche conto che passano prima e seconda di ogni girone e persino le 4
migliori terze. Primi o secondi del girone (se addirittura arrivassimo terzi, con
molta probabilità troveremmo Germania o Francia) dovremmo incrociare nazionali
come Russia o Ucraina o Olanda o Danimarca, tutte comunque alla nostra portata.
Giunti nei Quarti di finale, l’avversario meno proibitivo sembra essere, almeno
sulla carta, la Croazia, una nazionale forte ma sempre imprevedibile con la
quale, tuttavia, dei 5 incontri disputati tra il 2002 e il 2015 ne abbiamo persi 2 casalinghi e pareggiato 3,
di cui uno solo esterno.
Insomma, la realtà del nostro calcio non induce ad
eccessivo ottimismo. Non si discute l’abilità del commissario tecnico, ma la
mediocrità dei nostri calciatori, fatta salva qualche eccezione. Valutazione
realistica che rimanda ad una vecchia questione: quanti giocatori italiani scendono
in campo nelle formazioni di maggior livello della Serie A? Giungere sino alle
Semifinali sarebbe per gli azzurri già un risultato prestigioso. Finale e
vittoria rappresenterebbero il miracolo. Nel calcio, però nulla si può
escludere. Quanti avevano pronosticato la vittoria dell’Italia ai mondiali del
2006? Certo, la qualità dei giocatori allora era diversa…
Poco da dire sulle scelte di Mancini, se non forse aver
lasciato a casa il ventunenne italiano di colore Moise Kean che quest’anno ha
realizzato 20 goal con il Paris Saint-Germain, (la squadra ribattezzata
ripetutamente, da alcuni presentatori e cronisti TV, Sangermàn), pur non avendo giocato tutte le partite per la
concorrenza di attaccanti come Neymar, Mbappé e Icardi, e che è stato giudicato
non per l’ottimo passato nella Juventus e nella Nazionale ma in base allo
scialbo primo tempo contro il San Marino! Kean oggetto per di più – nella
serata di gala di Rai 1 in
cui è stata presentata la nazionale – di una battuta infelice, se non
addirittura peggio, da parte del comico (si fa per dire) e celebrato conduttore
televisivo Bonolis: Stava per andare Kean
agli Europei, allora perché non portare Paolo Conti? Questo più o meno
quello che gli è uscito di bocca nell’intento di far ridere (!) gli ospiti in
TV (che infatti hanno riso, con l’eccezione di Mancini e forse di qualche
altro) e il pubblico a casa.
Si può discutere sull’opportunità di portare agli Europei
ben nove difensori: un difensore in meno e un attaccante in più, nel settore di
maggiore fragilità della squadra azzurra, forse avrebbe fatto comodo. Resta
comunque il coraggio di Mancini, e forse la sua buona intuizione, di convocare
il giovane attaccante del Sassuolo e dell’Italia-Under21, Giacomo Raspadori. La
speranza del commissario tecnico è che il ventunenne romagnolo possa rinnovare
le gesta di Paolo Rossi ai Mondiali del 1982 o magari quelle di Totò Schillaci
ai Mondiali del ‘90. Vedremo, anche se è molto raro che le leggende si
ripetano.
sergio magaldi
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