SEGUE DA: ASTROLOGIA E ASTRONOMIA Parte I
Dicevo altrove dello stretto rapporto esistente tra astronomia, astrologia e mitologia. Cominciando dai corpi celesti più importanti e vicini alla Terra, incontriamo Venere, oltre naturalmente alla Luna, satellite del nostro pianeta ma anche uno dei due luminari del cielo.
L’energia, motore del mondo – che induce i terricoli (uomini animali e
piante) a riprodursi piacevolmente e a godere di tutto ciò che di bello e di
sublime offre l’esistenza e che al tempo stesso è simbolo della natura, della
giovinezza e della primavera – ha la sua veste fisica nel pianeta o corpo
celeste più luminoso (Ésperos, Eosfóros, Fosfóros o portatore di luce è stato chiamato il
pianeta Venere) e la sua anima nella dea Venere-Afrodite della mitologia
classica.
La veste fisica di Venere, oltre alla luminosità, offre altri elementi a
coglierne gli aspetti animici e le analogie astrologiche. È il pianeta più
vicino alla Terra e dunque il più visibile, ed è capace di riflettere circa il
70% della luce che riceve dal Sole. L’albedo di Venere, infatti, ovvero il suo
potere riflettente, è il più elevato dell’intero sistema solare. Venere è
avvolta in una fitta coltre di nubi, che ostacolano la penetrazione della luce
del Sole all'interno e la riflettono invece all'esterno, rendendola, oltre che
splendente e luminosa, capace di un “effetto serra” che porta la temperatura in
superficie a circa 475°centigradi. Per analogia Venere-Afrodite, allorché si
libera delle proprie vesti (la fitta coltre di nubi), suscita l’ammirazione
“magica” di chi le sta attorno, persone animali e cose, e l’effetto serra che
produce il suo corpo è il calore della passione che è in grado di suscitare.
Attenzione, però, perché il pianeta alle altezze superiori, per via della
radiazione solare, dissocia l'acido solforico (H2SO4) in acqua (H2O) e biossido
di zolfo (SO2). Questi, insieme all'anidride carbonica, formano una nebbia
uniforme che circonda le nubi. In questa regione esterna, la pressione è di
circa 0,2 atmosfere e la temperatura precipita a -
Così, le sonde inviate su Venere hanno subito notevoli danni prima di
poter trasmettere dati alla Terra, a causa delle alte temperature e della
corrosività del pianeta, la cui atmosfera è composta per il 96 % di anidride
carbonica e per il 4 % di azoto, con tracce di biossido di zolfo, argon e
vapore acqueo. Sulla superficie di Venere, inoltre, sono presenti vaste
depressioni e insieme grandi altopiani e monti di natura vulcanica, alcuni dei
quali tuttora attivi: la dea a seconda che conceda i suoi favori o meno è in
grado di suscitare emozioni possenti come eruzioni vulcaniche, vaghe
aspettative o soltanto lacrimevoli depressioni.
La bellezza, sorriso della terra, e l'amore,
sorriso della vita, presero forma umana e femminile nel mito di Venere-Afrodite. La Dea dell'amore, figlia del Mare e del Cielo, nacque nei pressi
dell'isola di Cipro dalla spuma galleggiante sul mare, frutto dei genitali
recisi di Urano, a sua volta personificazione della volta celeste. Non a
caso il suo nome greco [Afrodite], significa appunto nata da spuma:
“[...]Erraron a lungo sul mare e
d’intorno bianca spuma s’alzava dai membri immortali; dentro la spuma una
fanciulla crebbe. E prima alla santa Citera fu spinta, donde poi giunse a Cipro
cinta dal mare. Lì emerse adorabile e bella dea; sotto i suoi passi leggeri
l’erba fioriva d’attorno. L’hanno chiamata Afrodite uomini e dei perché nacque
da spuma.
(Esiodo, Teogonia)
In un mattino di primavera splendente di sole, apparve una meravigliosa
creatura stillante rugiada, da un placido gorgo azzurro e ritta sopra una
conchiglia iridata. La brezza marina faceva fremere i suoi capelli biondi e
sbattere i veli che avvolgevano il suo corpo candido. Due Zefiri in forma di
giovinetti alati e incoronati di fiori, la spinsero col soffio verso la riva.
Le Ore [divinità minori] le vennero intorno in un molle ritmo di danza [nei
suoi significati astrologici la danza e le arti sono sotto il governo di Venere] e detersero le sue membra dalla salsedine, pettinarono
le sue chiome dorate e le intrecciarono di perle; poi le misero indosso una
veste profumata e fecero brillare sul suo collo una splendida collana. Un carro
d'alabastro tirato da candide colombe apparve all'improvviso e Venere-Afrodite
vi salì sorridente. Attraversando gli spazi luminosi giunse in breve alla
reggia degli immortali.
S E G
U E
sergio magaldi
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