Eventi mitologici che in certe giornate
dell’anno si riscontrano davvero sulla spiaggia in cui approdarono Giasone e i suoi
compagni di avventura...
di Alberto Zei
IL VIAGGIO DEGLI ARGONAUTI |
Da
Giasone in poi -
Tutti o quasi, conoscono la fantasiosa storia degli argonauti capitanati da
Giasone alla ricerca del vello d’oro, con una nave attrezzata per un viaggio
nella Colchide sul mar Nero. Molti sanno anche che si tratta di una leggenda
sulla quale alcuni scrittori dell’antichità riferiscono interessanti
particolari. Apollonio Rodio narra che durante questa epica impresa, che si
sarebbe svolta ancor prima della guerra di Troia, intorno al XIV-XII secolo avanti Cristo, una
delle tappe del lunghissimo e avventuroso viaggio di ritorno fu l’isola d’Elba
che a partire dal VI secolo fu chiamata Aethalia, ossia la “Fuligginosa”, a
causa del fumo delle fornaci dalle quali veniva estratto il ferro delle armi
etrusche che sostituiva i rudimentali preistorici armamenti di bronzo.
Apollonio
narra che Giasone al ritorno con il vello d’oro che con i compagni di avventura
era riuscito a catturare, dopo serie peripezie per il mare riuscì ad approdare
con la sua nave in un arenile dell’isola d’Elba. E qui si fermò per riposarsi
insieme ai compagni stremati dal lungo viaggio e dal mare tempestoso con la
partecipazione di alcune divinità mitologiche che, come ancora avviene ai tempi nostri in politica, con scambi di
favori (poi non mantenuti), si erano schierate in modo favorevole o contrario
all’impresa.
A questo punto oltre ai fatti narrati da
scrittori del passato sugli intrighi che hanno preceduto e seguito la cattura
del vello d’oro, reperibili in letteratura in tutte le salse, per quanto
riguarda l’Elba si narra qualcosa proprio dell’isola in cui viene indicato da
Apollonio Rodio il punto della costa in cui Giasone sarebbe giunto. Si tratta
di una particolare spiaggia chiamata “Le Ghiaie” formata, appunto, di ghiaie
bianche provenienti dalla roccia frantumata ed erosa dal mare, dell’antistante
promontorio di Capobianco.
DALLA PREISTORIA ALLA STORIA |
Spiaggia
“Le ghiaie”- C’è
invece una caratteristica all’Elba a tutti nota, ma non così conosciuta
altrove, anche se l’immagine pubblicitaria del profumo denominato “Acqua
dell’Elba” ritrae proprio il litorale in cui Giasone e compagni durante la
tempesta trovarono scampo. Infatti gli argonauti, stremati dal viaggio e dalla
fatica, come misero piede a terra, si sdraiarono su questa bianca spiaggia. Fu
allora che i candidi e levigati ciottoli furono macchiati di scuro dal sudore
di Giasone e compagni.
E’
così che questi simbolici segni per magico intervento degli dei divennero
indelebili, a ricordo del successo dell’impresa passata poi alla storia,
inducendo per sempre gli uomini del futuro a considerare quanto sudore costò a
quei valorosi la vittoriosa conquista del Vello d’oro.
Il
bianco e il nero - “Le
Ghiaie” è una spiaggia incastonata nella sinuosa costa nord di Portoferraio,
costellata di verde, di punti di ritrovo e di stabilimenti balneari che
d’estate contribuiscono a mantenere l’eleganza che la stessa distesa di ghiaie
bianche caratterizza nella sua genuina naturalezza. Ma oltre la leggenda del
passato c’è da dire che durante la stagione estiva “Le
Ghiaie” è un luogo che stupisce per gli strani fenomeni che si
riscontrano.
La
“collana di venere”
Guardando il mare nei giorni in cui la tipica limpidezza delle acque evidenzia
i particolari del fondo marino, talvolta si potrà notare una certa linea scura
formata di agglomerati di piccole dimensioni allineati tra loro, a pochi metri
di distanza dalla riva, che recingono maniera ordinata il litorale
per un certo tratto.
Osservando
il mare dalla terrazza di uno
stabilimento prospiciente questo stesso lato, si potrebbe simbolicamente
immaginare una sorta di collana formata da una lunga serie di corpi scuri,
poggiata sul collo della candida spiaggia.
Vi
sono delle giornate in cui la linea
scura svanisce; in altri invece appare in modo nitido sul fondo tra il
biancheggiare delle ghiaie ai due bordi; mentre a volte assume un colore più
delicato che il mare stesso sfuma nei contorni. Questo lascerebbe credere ad un
osservatore che si tratti di qualcosa di facilmente amovibile come alga od
altro materiale leggero, sospinti dalle onde soltanto in particolari
circostanze. Ma non è così come potrebbe sembrare.
Mille
teorie non valgano un fatto - E allora di che cosa si tratta? Vedere per credere.
Basta scendere in acqua, a poco più di un metro di profondità si può
raccogliere con una mano una manciata del corpo scuro per rendersi conto che si
tratta delle stesse ghiaie, però tutte nerastre come in figura in netto
contrasto con il biancore delle altre.
Si
potrebbe anche dire che tutto avviene come se i colori fossero attratti tra
loro da una forza misteriosa e che oltre tutto li allinea lungo il litorale.
Ben sappiamo che così non è e che la spiegazione è sicuramente diversa. Ma lo
scopo di questo articolo è solo quello di constatare il risultato dei fatti
narrati; fatti che nel loro genere sono però, più unici che rari. Ecco dunque
che questo arenile incantato aggiunge alla fantasia della sua storia anche
quella della sua evanescente e surreale collana di perle nere che Venere
avrebbe posto sull’ampio collo del bianco arenile.
LA NERA COLLANA |
LE NUBI DEL CIRCONDARIO |
Ancora
un prodigio - A
questo mitologico dono si aggiunge un importante ulteriore privilegio come se la collana potesse essere ammirata anche
dalle generazioni future. La stessa Venere chiese a Eolo che la spiaggia delle
Ghiaie rimanesse, per quanto possibile, protetta dai venti. Alla richiesta
della dea, a cui niente poteva essere ragionevolmente rifiutato, Eolo
acconsentì.
Da
allora fu creata nel cielo una cortina di protezione dai venti e dalle nubi che
recingono in una sorta di abbraccio questo magico lido, messo a ridosso delle
zone in cui le condizioni meteorologiche imperversano. E’ così che intorno alle
Ghiaie, quando in estate il cielo diviene nuvoloso, la spiaggia è quasi sempre
risparmiata dalle perturbazioni perché
le nubi che si profilano all’
orizzonte si dispongono come facevano i Pellirosse americani prima di
attaccare, girando intorno senza però avanzare oltre.
Quando subentra lo scirocco - Prima che il vento di scirocco
prenda il sopravvento nel cielo dell’Elba, alle Ghiaie accade un fatto alquanto strano. Nella
stagione estiva, quando il sole illumina la spiaggia con questo vento alle
spalle, il mare è liscio come una tavola; così che la naturale prima
apprensione dei bagnanti è che il sole non scompaia dietro le nubi, consentendo
al sole di continuare a illuminare le
bianche ghiaie. La stranezza consiste
nella parte ombrosa creata dalle nuvole che non oltrepassa la metà dell’
arenile, ma non a destra o a sinistra: cosa abbastanza consueta per ogni zona
costiera. Le nubi si arrestano in senso longitudinale all’inizio del tratto di
spiaggia dove il mare forma la “collana”.
Le strano carosello delle nubi - Ma che dire ancora delle nuvole che
si dispongono stilizzate in una serie di simboli come nelle rappresentazioni
artistiche? .
L’immagine ad esempio qui riportata di nuvole che circondano la spiaggia delle
Ghiaie, oltre alla rassomiglianza di una grande ala, se viene ingrandita
(provare per credere) si dispone in una decina di figure minori che evocano
altrettante rassomiglianze di esseri mitologici immaginari.
Ma se per caso… - La caratteristica primaria di questa
spiaggia è il suo biancore,
malgrado l’ampio fronte delle posidonie
(alghe a forma di sottili fettuccine) nel mare antistante. Ma quando le
onde del vento di libeccio agitano le acque, le foglie più vecchie si staccano dal fondale e
si depositano sulla spiaggia. Ecco che
allora si presenta uno spettacolo contrastante per il colore del manto delle
alghe morte riversate un po’ dappertutto. Sarebbe difficile pensare che un
arenile così condizionato dalla grande quantità di foglie che il mare depone ad
ondate, possa essere raccolta in breve tempo in modo tale da ripristinare la
sua particolarità originale.
Nella prima giornata, tutto sembra
compromesso tale da dover accettare di sedersi su un tappeto marrone. La
sorpresa avviene però nei mattini seguenti. Sembra infatti impossibile che
quelle alghe d’ improvviso siano praticamente scomparse, come se qualcuno
l’avesse tolte con tale meticolosità da far assumere alle ghiaie il loro
caratteristico biancore.
Ancora
un fatto – Se non bastasse, sotto l’aspetto estetico il sole è ovunque considerato sinonimo di
abbronzatura ma anche di scottatura a causa dei raggi infrarossi che si
accaniscono sul bianco della pelle. Alla spiaggia delle Ghiaie esiste un vantaggio non indifferente. La luce
solare sopra il bianco manto che ricopre l’intera spiaggia riflette intorno i
soli raggi ultravioletti, consentendo in brevissimo tempo, anche sotto gli
ombrelloni, di abbronzare tutti senza apparentemente prendere il sole.
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