domenica 6 novembre 2022

L' ISOLA D'ELBA E LA TAPPA DEGLI ARGONAUTI


 

Eventi mitologici che in certe giornate dell’anno si riscontrano davvero sulla  spiaggia in cui approdarono Giasone e i suoi compagni di avventura...


di Alberto Zei


IL VIAGGIO DEGLI ARGONAUTI




Da Giasone in poi - Tutti o quasi, conoscono la fantasiosa storia degli argonauti capitanati da Giasone alla ricerca del vello d’oro, con una nave attrezzata per un viaggio nella Colchide sul mar Nero. Molti sanno anche che si tratta di una leggenda sulla quale alcuni scrittori dell’antichità riferiscono interessanti particolari. Apollonio Rodio narra che durante questa epica impresa, che si sarebbe svolta ancor prima della guerra di Troia,  intorno al XIV-XII secolo avanti Cristo, una delle tappe del lunghissimo e avventuroso viaggio di ritorno fu l’isola d’Elba che a partire dal VI secolo fu chiamata Aethalia, ossia la “Fuligginosa”, a causa del fumo delle fornaci dalle quali veniva estratto il ferro delle armi etrusche che sostituiva i rudimentali preistorici armamenti di bronzo.

Apollonio narra che Giasone al ritorno con il vello d’oro che con i compagni di avventura era riuscito a catturare, dopo serie peripezie per il mare riuscì ad approdare con la sua nave in un arenile dell’isola d’Elba. E qui si fermò per riposarsi insieme ai compagni stremati dal lungo viaggio e dal mare tempestoso con la partecipazione di alcune divinità mitologiche che, come ancora avviene ai  tempi nostri in politica, con scambi di favori (poi non mantenuti), si erano schierate in modo favorevole o contrario all’impresa.

 A questo punto oltre ai fatti narrati da scrittori del passato sugli intrighi che hanno preceduto e seguito la cattura del vello d’oro, reperibili in letteratura in tutte le salse, per quanto riguarda l’Elba si narra qualcosa proprio dell’isola in cui viene indicato da Apollonio Rodio il punto della costa in cui Giasone sarebbe giunto. Si tratta di una particolare spiaggia chiamata “Le Ghiaie” formata, appunto, di ghiaie bianche provenienti dalla roccia frantumata ed erosa dal mare, dell’antistante promontorio di  Capobianco.


DALLA PREISTORIA ALLA STORIA

           



Spiaggia “Le ghiaie”- C’è invece una caratteristica all’Elba a tutti nota, ma non così conosciuta altrove, anche se l’immagine pubblicitaria del profumo denominato “Acqua dell’Elba” ritrae proprio il litorale in cui Giasone e compagni durante la tempesta trovarono scampo. Infatti gli argonauti, stremati dal viaggio e dalla fatica, come misero piede a terra, si sdraiarono su questa bianca spiaggia. Fu allora che i candidi e levigati ciottoli furono macchiati di scuro dal sudore di Giasone e compagni.

E’ così che questi simbolici segni per magico intervento degli dei divennero indelebili, a ricordo del successo dell’impresa passata poi alla storia, inducendo per sempre gli uomini del futuro a considerare quanto sudore costò a quei valorosi la vittoriosa conquista del Vello d’oro.

 

Il bianco e il nero - “Le Ghiaie” è una spiaggia incastonata nella sinuosa costa nord di Portoferraio, costellata di verde, di punti di ritrovo e di stabilimenti balneari che d’estate contribuiscono a mantenere l’eleganza che la stessa distesa di ghiaie bianche caratterizza nella sua genuina naturalezza. Ma oltre la leggenda del passato c’è da dire che durante la stagione estiva  “Le  Ghiaie” è un luogo che stupisce per gli strani fenomeni che si riscontrano.

 

La “collana di venere” Guardando il mare nei giorni in cui la tipica limpidezza delle acque evidenzia i particolari del fondo marino, talvolta si potrà notare una certa linea scura formata di agglomerati di piccole dimensioni allineati tra loro, a pochi metri di distanza dalla riva, che recingono maniera ordinata  il litorale  per un certo tratto.

Osservando il mare  dalla terrazza di uno stabilimento prospiciente questo stesso lato, si potrebbe simbolicamente immaginare una sorta di collana formata da una lunga serie di corpi scuri, poggiata sul collo della candida spiaggia.

Vi sono delle giornate  in cui la linea scura svanisce; in altri invece appare in modo nitido sul fondo tra il biancheggiare delle ghiaie ai due bordi; mentre a volte assume un colore più delicato che il mare stesso sfuma nei contorni. Questo lascerebbe credere ad un osservatore che si tratti di qualcosa di facilmente amovibile come alga od altro materiale leggero, sospinti dalle onde soltanto in particolari circostanze. Ma non è così come potrebbe sembrare.

 

Mille teorie non valgano un fatto - E allora di che cosa si tratta? Vedere per credere. Basta scendere in acqua, a poco più di un metro di profondità si può raccogliere con una mano una manciata del corpo scuro per rendersi conto che si tratta delle stesse ghiaie, però tutte nerastre come in figura in netto contrasto con il biancore delle altre.

Si potrebbe anche dire che tutto avviene come se i colori fossero attratti tra loro da una forza misteriosa e che oltre tutto li allinea lungo il litorale. Ben sappiamo che così non è e che la spiegazione è sicuramente diversa. Ma lo scopo di questo articolo è solo quello di constatare il risultato dei fatti narrati; fatti che nel loro genere sono però, più unici che rari. Ecco dunque che questo arenile incantato aggiunge alla fantasia della sua storia anche quella della sua evanescente e surreale collana di perle nere che Venere avrebbe posto sull’ampio collo del bianco arenile.


LA NERA COLLANA

           

LE NUBI DEL CIRCONDARIO

Ancora un prodigio - A questo mitologico dono si aggiunge un importante ulteriore privilegio come se  la collana potesse essere ammirata anche dalle generazioni future. La stessa Venere chiese a Eolo che la spiaggia delle Ghiaie rimanesse, per quanto possibile, protetta dai venti. Alla richiesta della dea, a cui niente poteva essere ragionevolmente rifiutato, Eolo acconsentì.

Da allora fu creata nel cielo una cortina di protezione dai venti e dalle nubi che recingono in una sorta di abbraccio questo magico lido, messo a ridosso delle zone in cui le condizioni meteorologiche imperversano. E’ così che intorno alle Ghiaie, quando in estate il cielo diviene nuvoloso, la spiaggia è quasi sempre risparmiata dalle perturbazioni perché  le nubi che si profilano  all’ orizzonte si dispongono come facevano i Pellirosse americani prima di attaccare, girando intorno senza però avanzare oltre.

 

Quando subentra lo scirocco - Prima che il vento di scirocco prenda il sopravvento nel cielo dell’Elba, alle Ghiaie  accade un fatto alquanto strano. Nella stagione estiva, quando il sole illumina la spiaggia con questo vento alle spalle, il mare è liscio come una tavola; così che la naturale prima apprensione dei bagnanti è che il sole non scompaia dietro le nubi, consentendo al sole di continuare a illuminare  le bianche ghiaie. La stranezza consiste  nella parte ombrosa creata dalle nuvole che non oltrepassa la metà dell’ arenile, ma non a destra o a sinistra: cosa abbastanza consueta per ogni zona costiera. Le nubi si arrestano in senso longitudinale all’inizio del tratto di spiaggia dove il mare forma la “collana”.

 

Le strano carosello delle nubi - Ma che dire ancora delle nuvole che si dispongono stilizzate in una serie di simboli come nelle rappresentazioni artistiche?          .
L’immagine ad esempio qui riportata di nuvole che circondano la spiaggia delle Ghiaie, oltre alla rassomiglianza di una grande ala, se viene ingrandita (provare per credere) si dispone in una decina di figure minori che evocano altrettante rassomiglianze di esseri mitologici immaginari.

 

Ma se per caso… -  La caratteristica primaria  di questa  spiaggia  è il suo biancore, malgrado l’ampio fronte delle  posidonie (alghe a forma di sottili fettuccine) nel mare antistante. Ma quando le onde  del vento  di libeccio agitano le acque, le  foglie più vecchie si staccano dal fondale e si depositano sulla spiaggia.  Ecco che allora si presenta uno spettacolo contrastante per il colore del manto delle alghe morte riversate un po’ dappertutto. Sarebbe difficile pensare che un arenile così condizionato dalla grande quantità di foglie che il mare depone ad ondate, possa essere raccolta in breve tempo in modo tale da ripristinare la sua particolarità  originale.

Nella prima giornata, tutto sembra compromesso tale da dover accettare di sedersi su un tappeto marrone. La sorpresa avviene però nei mattini seguenti. Sembra infatti impossibile che quelle alghe d’ improvviso siano praticamente scomparse, come se qualcuno l’avesse tolte con tale meticolosità da far assumere alle ghiaie il loro caratteristico biancore.










 Si tratta di  un’altra prerogativa apparentemente non spiegabile perché non è il mare che riporta via le alghe morte. Dopo qualche giorno  appena,  la spiaggia  viene riconsegnata ai bagnanti più lucente  di prima.

Ancora un fatto – Se non bastasse, sotto l’aspetto estetico il sole  è ovunque considerato sinonimo di abbronzatura ma anche di scottatura a causa dei raggi infrarossi che si accaniscono sul bianco della pelle. Alla spiaggia delle Ghiaie  esiste un vantaggio non indifferente. La luce solare sopra il bianco manto che ricopre l’intera spiaggia riflette intorno i soli raggi ultravioletti, consentendo in brevissimo tempo, anche sotto gli ombrelloni, di abbronzare tutti senza apparentemente prendere il sole.


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