Nel replicare alla durissima nota contro
l’Italia del Ministère
de l'Intérieur et des Outre-mer, in merito alla questione della
ONG Ocean Viking, Giorgia Meloni
osservava giustamente che dei circa 90.000 migranti giunti in Italia dall’inizio
dell’anno, solo 38 sono stati redistribuiti in Francia,
Taceva invece la Presidente del
Consiglio di un’altra verità e cioè che le
richieste di asilo in Europa sono state nel 2021 di 537.000 migranti così
ripartite secondo i dati statistici di Eurostat: Germania 148.000, Francia
103.800, Spagna 62.000 e Italia 45.200 (seguono altri paesi europei). E se si
guarda anche agli anni precedenti il 2021, con l’unica eccezione del 2017
(governo Gentiloni, con Minniti ministro degli Interni) si vedrà che le richieste di asilo in Italia sono state sempre di gran
lunga inferiori al numero degli sbarchi. Come si concilia tutto questo? C’è
una sola spiegazione: i migranti sbarcati in Italia, a prescindere dalle
redistribuzioni, avvenute solo raramente e in modo parziale, dopo la prima
accoglienza sfuggono ai controlli ed entrano, chiedendo asilo, nei paesi
considerati più ricchi e dove le possibilità di lavoro sono maggiori. C’è però
anche il rovescio della medaglia e cioè che molti migranti, una volta sbarcati
nei porti italiani, sfuggono semplicemente ai controlli e restano clandestini
nel nostro Paese a disposizione di chi voglia servirsene per i propri scopi e a
basso costo, con il risultato che il numero ufficiale dei migranti che di anno
in anno sono accolti in Italia risulta di gran lunga inferiore a quello di
Francia e Germania.
Insomma, un vero rompicapo
determinare chi in Europa ne accoglie di più e chi di meno! E’ però vero un
fatto: i porti italiani (e non solo) per la loro posizione geografica devono
restare in prima linea per accogliere e salvare le centinaia di migliaia di
vite umane che ogni anno cercano di sottrarsi a un destino miserabile. Devono
però dotarsi di strutture adeguate all’accoglienza (Lampedusa è allo stremo!)
finanziate con denaro comunitario. Ma, dal canto suo, l’Unione Europea deve
imporre la redistribuzione proporzionale di tutti gli sbarcati (e non solo di
quelli delle ONG) a ciascuno dei 27 paesi dell’Unione, pena l’espulsione
dall’Unione stessa. In alternativa, non resta che un’intesa dell’Unione Europea
con i governi africani nel tentativo di combattere gli scafisti, diminuire i
flussi migratori, migliorare le condizioni di vita dei nativi. Ipotesi assai
remota e che comunque richiede tempo e opportunità e forse la nascita degli
Stati Uniti di Europa.
Tutto ciò premesso, resta il
comportamento maldestro del governo italiano in merito alla vicenda della Ocean Viking. Secondo la ricostruzione
dei fatti, un’agenzia francese diffondeva la notizia che la Francia avrebbe
accolto la ONG nel porto di Marsiglia. Giorgia Meloni lasciava passare otto ore
e non vedendo alcuna smentita da parte del governo francese, ringraziava con
una nota ufficiale il presidente Macron, innestando gli strali dell’opposizione
di Marine Le Pen. All’atto ingenuo (solo ingenuo?! È possibile che Giorgia
Meloni non si sia voluta accertare da fonti diplomatiche certe delle vere
intenzioni del governo francese e abbia scelto invece “il silenzio di otto
ore”?) della Presidente del Consiglio, si aggiungevano poi le dichiarazioni dei
due Vicepresidenti Salvini e Tajani, uniti nell’affermare trionfalmente che la fermezza del governo italiano infine aveva
pagato.
sergio
magaldi
Nessun commento:
Posta un commento