Lo Spaccio de la bestia trionfante si conclude con il terzo dialogo nel quale Giordano Bruno parla della religione in generale per soffermarsi in particolare sull'antica sapienza egizia contrapposta a Cristianesimo ed Ebraismo. Il giudizio severo di Bruno - attraverso la metafora di Orione e di Chirone - riguarda Gesù Cristo ma anche Lutero. Altrettanto negativa è la concezione della "Cabala delle dieci Sephiroth" considerata alla stregua di una metafisica e, come sistema, non molto diversa dalla ripartizione dei dieci Ordini delle intelligenze angeliche del Cristianesimo e da quella dei dieci elementi della tradizione geometrico tolemaica che, oltre ai sette pianeti, include l'ottava sfera o cielo delle stelle fisse, il Primo Motore e, sotto a tutto, il Caos originario.
L'analisi successiva de La cabala del cavallo pegaseo e de L'Asino cillenico ci introduce al tema della "Santa Asinità" così caro al filosofo nolano.
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